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Leggera divagazione, per chi fosse interessato.

Il realizzatore di questa nuova apertura è Lmdv Hospitality Group,
che fa parte del Gruppo Lmdv Capital, che poi è il family office dell'imprenditore Leonardo Maria Del Vecchio.

Il locale sarà sicuramente un nuovo importante riferimento nel panorama di una Milano sempre più internazionale
ed intenzionata a prendersi cura di frequentatori italiani e stranieri, di alto livello.

Chi ha i capelli brizzolati si ricorderà sicuramente che fino a circa 25 anni fa vi era, nella stessa sede del futuro Twiga,
un night club, il William's, come ve ne erano diversi a Milano e Roma.

Sia il vecchio proprietario, il Sig. Nicola, sia i clienti non potevano non suscitare simpatia,
Vi era un'atmosfera da trasgressione soft. Ogni tanto un imprenditore perdeva la testa per qualche ballerina.

L'anziano proprietario di alcune scuole private andava , a notte fonda, a recuperare il primogenito,
puntualmente scivolato sotto il tavolo, dopo un pò di bicchieri di troppo.

Una Milano che si divertiva, forse con qualche strascico di atmosfere anni '50.
 
Oggi sempre divertimento , ma di caratura decisamente internazionale.

L'esclusiva apertura è prevista per il 23 settembre.

La serata inaugurale sarà affidata a 50 cent, esponente famosissimo nel mondo della musica internazionale.

Normalmente la serata si divide in due parti.
Dalle 21.00 a mezzanotte il ristorante da 100 coperti, con un menù sia classico che eclettico.

Dalla mezzanotte alle cinque di mattina il club con dj ed ospiti internazionali.

Gli interni ed il design sono stati affidati all'architetto Stefano Belingardi,
che ha voluto giocare sui toni del rosso, del nero e dell'acciaio.

Divertimento di alto livello, ma con discrezione.

Gli smartphone o si lasciano all'ingresso o si oscurano le telecamere.

In momenti caratterizzati da troppi eccessi di esposizione,
un particolare importante che permetterà agli ospiti di sentirsi a proprio agio.

Comunque le serate, anche dopo il 23 settembre, saranno molto intense.
Il 24 settembre la programmazione vedrà Leo B2B Geminis,
il 25 settembre vi sarà la Dj americana Honey Dijon,
il 26 la Dj slovena Brina Knauss,
il 27 Secret Guest
il 28 Mestiza, Dj spagnolo.
 
Per il 23 non è prevista la cena, ma l'ingresso al costo di 500 euro, con consumazione.

Normalmente è prevista la cena, con una spesa minima di 300 euro,

I costi dei tavoli variano, anche secondo il numero degli ospiti, da 3.000 a 20.000 euro.

In quella palazzina vi erano gli uffici del Gruppo San Carlo,
importante azienda alimentare, famosa anche per la produzione di patatine dal 1936.

Una di quelle incredibili storie italiane che partì da una semplice rosticceria in Via Lecco, a Porta Venezia,
amata dal famoso architetto Mongiardino per il suo carattere di quartiere autentico ed un pò popolare.

A pochi metri vi era la sede della BI Invest, del famoso finanziere Carlo Bonomi.
La madre, la Signora Anna Bonomi, fu una delle grandi interpreti dell'economia italiana del dopoguerra.

Oggi il figlio di uno dei più grandi imprenditori italiani si accinge a contribuire a cambiare il volto di una città,
sempre più amata dagli stranieri, che la scelgono, non solo per lo shopping, ma per viverci, magari abbandonando Londra e Parigi.

La posizione è strategica e fortunata !

Fra pochi giorni quindi i botti dei tappi di champagne!
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Questo è la nato.

Ma dov'erano i "grandi democratici" quando andavamo a bombardare i civili ?

TUTTI ZITTI E MUTI

Per vincere la guerra contro la Serbia,​

gli aerei della NATO distrussero 82 ponti,​

14 centrali termoelettriche, tutte le raffinerie di petrolio,​

120 fabbriche, 13 aeroporti, 20 stazioni ferroviarie.​


"Io sapevo solo che non ero colpevole quando, il 24 marzo 1999, la NATO lanciò le prime bombe sulla nostra città."

"Gli aerei della NATO miravano ma commettevano errori,
per esempio quando hanno bombardato con le bombe a grappolo un parcheggio vicino a un ospedale nella città di Niš,
causando molte vittime. Oppure quando colpivano uno dei ponti a Novi Sad mentre alcune macchine e civili lo attraversavano."

"Una volta abbiamo visto un missile proprio sopra di noi. All'improvviso ha cambiato direzione e si è diretto altrove.
Non so dove sia finito, ma ricordo che una bomba ha colpito una casa nel villaggio vicino al nostro, uccidendo un'intera famiglia."

Hanno ucciso più di duemila civili, tra cui ottantanove bambini,
e lasciato migliaia di feriti e invalidi.
Hanno causato danni per cento miliardi di dollari
e hanno provocato più di due milioni di disoccupati.
Dati sconvolgenti per un piccolo popolo.
 
Questo è la nato.

Ma dov'erano i "grandi democratici" quando andavamo a bombardare i civili ?

TUTTI ZITTI E MUTI

Per vincere la guerra contro la Serbia,​

gli aerei della NATO distrussero 82 ponti,​

14 centrali termoelettriche, tutte le raffinerie di petrolio,​

120 fabbriche, 13 aeroporti, 20 stazioni ferroviarie.​


"Io sapevo solo che non ero colpevole quando, il 24 marzo 1999, la NATO lanciò le prime bombe sulla nostra città."

"Gli aerei della NATO miravano ma commettevano errori,
per esempio quando hanno bombardato con le bombe a grappolo un parcheggio vicino a un ospedale nella città di Niš,
causando molte vittime. Oppure quando colpivano uno dei ponti a Novi Sad mentre alcune macchine e civili lo attraversavano."

"Una volta abbiamo visto un missile proprio sopra di noi. All'improvviso ha cambiato direzione e si è diretto altrove.
Non so dove sia finito, ma ricordo che una bomba ha colpito una casa nel villaggio vicino al nostro, uccidendo un'intera famiglia."

Hanno ucciso più di duemila civili, tra cui ottantanove bambini,
e lasciato migliaia di feriti e invalidi.
Hanno causato danni per cento miliardi di dollari
e hanno provocato più di due milioni di disoccupati.
Dati sconvolgenti per un piccolo popolo.
Ma la Russia non ha reagito? 🤔
Quindi...mmm....paper tiger...
 
16 Gennaio 2020

Racak (Reçak/Račak) è un villaggio di meno di 2000 abitanti nascosto tra le colline del Kosovo centrale. Il 15 gennaio 1999 fu teatro di uno dei numerosi massacri perpetuati dalle forze militari e paramilitari serbe contro la popolazione albanese. Non il più efferato, se si guarda al numero delle vittime, ma certamente il più importante per le sorti del conflitto: il massacro di Racak fu difatti decisivo per spingere la NATO ad intervenire militarmente contro il regime di Slobodan Milošević.
...

In Kosovo - allora appartenente alla Repubblica Federale di Jugoslavia – le forze serbe attaccarono i civili kosovari albanesi, massacrandoli e costringendoli ad un drammatico esodo nelle vicine Albania e Macedonia.
Poi il regime di Milošević fu accusato di usare i civili come scudi umani durante i bombardamenti NATO.

Il regime di Milosevic attuava una pulizia etnica.

Più recentemente si parla della pulizia etnica attuata da Israele nella striscia di Gaza con Netanyahu capo del governo.
E' inutile riconoscere uno stato di Palestina, con la Cisgiordania in cui ci sono molte colonie illegali israeliane.
Solo un intervento militare della NATO potrebbe piegare Israele e costringerla ad accettare uno stato di Palestina.
Ma la maggiore potenza della NATO , con Trump presidente degli USA, appoggia decisamente il governo Netanyahu.
 
La nato decide di intervenire con la seconda azione militare della sua storia.

Questa operazione militare è ancora oggi molto discussa per i suoi scopi reconditi ed egoistici,
per le armi utilizzate, per il raggiungimento effettivo dei suoi obbiettivi e per la sua dubbia legittimità giuridica.

La Segretaria di Stato Madeleine Albright (primo Segretario di Stato donna in USA)
riesce a convincere il Ministro della Difesa William Sebastian Cohen
e lo stesso Presidente Clinton riguardo l’opportunità di un intervento militare americano nel Kosovo
tramite l’utilizzo della nato.

Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, nel dicembre del 1991,
la nato (north atlantic treaty organization), nata con il Patto Atlantico nel 1949,
ha perso il suo principale “avversario” e secondo la Segretaria di Stato Albright
rischia di perdere ruolo e funzione nella nuova complessa realtà internazionale
nata dopo la caduta del muro di Berlino.

La trasformazione della nato, necessaria secondo la Albright,
è spiegata efficacemente da Ivo H. Daalder, consigliere della Casa Bianca per i Balcani:


“La NATO era una alleanza militare con basi politiche […] a tenere insieme l’Alleanza restano ora solo i principi politici […]. Ciò suggerisce l’opportunità di rovesciare le priorità: la NATO deve trasformarsi in un’alleanza politica su basi militari”[3].
 
Ultima modifica:
Un intervento militare vittorioso in Kosovo, senza “gli impacci” dell’ONU,
imporrebbe gli Stati Uniti come unica grande potenza rimasta nella scena internazionale
e restituirebbe ruolo e funzioni nuove all’Alleanza,
inoltre rappresenterebbe anche una ottima opportunità per far accettare la “dottrina unipolare” anche agli alleati europei,
spesso insofferenti verso questo nuovo concetto strategico dell’Alleanza.

Il documento proposto dalla diplomazia occidentale alle parti in lotta
prevede l’amministrazione nato del Kosovo come provincia autonoma all’interno della Jugoslavia
e una forza internazionale di 30.000 soldati con diritto di passaggio illimitato sul territorio jugoslavo
per mantenere l’ordine e la pace nel paese.


É divenuto famoso come “Allegato B” ed è definito da Henry Kissinger,
ex politico e diplomatico americano, come “una mera scusa per iniziare i bombardamenti”


E tale ipotesi non è da scartare se pensiamo che, mentre si svolgono i colloqui diplomatici in Francia,
la Albright incontra il Ministro degli Esteri russi Ivanov per assicurarsi che la Russia
sia sempre ‘accondiscendente’ all’ipotesi di usare la forza in Jugoslavia nell’ipotesi di un fallimento del tentativo diplomatico.

Una parziale svolta ai colloqui arriva dalla stessa Albright che,
allo scopo di rendere necessari i bombardamenti nato e rendere evidente chi debba essere la vittima di tale attacco,
ovvero la Jugoslavia di Milošević, forza la delegazione albanese ad accettare l’Allegato B
per mettere in cattiva luce i serbi che, invece, tale documento non lo avrebbero mai accettato.

Il piano della Albright si compie il 23 febbraio 1999 quando la delegazione albanese
decide di accettare il documento che manda in Kosovo una forza militare neutrale denominata KFOR
con la possibile collaborazione delle forze dei paesi nato.

Dal punto di vista americano si è cosi raggiunto il punto di non ritorno:
se Milošević, durante la pausa delle trattative, che ricominceranno a metà marzo,
non accetta il documento presentatogli, diventa l’unico ostacolo al raggiungimento della pace
e perciò tutti i paesi dell’Alleanza concorderanno nella necessità di un intervento militare.
 

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