In Canada, ai camionisti che protestavano contro le restrizioni alla libertà di movimento durante il COVID19,
è stata minacciata la chiusura dei conti correnti bancari.
Chrystia Freeland, nipote di Mykhailo Khomiak (Michail Chomiak),
editore del più importante giornale nazista dell’Europa Orientale ai tempi del Führer
(pubblicato sotto il diretto controllo del Ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels)
ha usato contro i camionisti queste parole:
“Bloccheremo i vostri conti correnti aziendali, sospenderemo l’efficacia delle polizze assicurative dei vostri automezzi”.
E lo ha fatto nell’indifferenza dei Giudici!
La Freeland, proprio come Ursula von der Leyen, è una “creazione” politica del World Economic Forum di Klaus Schwab:
stesse origini culturali.
Il cognome da nubile della von der Leyen è Albrecht,
suo padre Ernst Albrecht (1930-2014) è stato un politico di spicco della Germania Ovest.
Dopo una carriera come alto funzionario dell’Unione Europea, divenne Ministro Presidente della Bassa Sassonia dal 1976 al 1990.
Durante il suo mandato, prese decisioni politiche che suscitano ancora oggi dibattiti e controversie.
Uno degli aspetti più controversi del governo Albrecht fu la scelta dei suoi collaboratori e il trattamento riservato agli ex nazisti.
Hans Puvogel, Ministro della Giustizia: Albrecht lo nominò ministro nel 1976, nonostante il suo passato accademico inquietante.
Nella sua tesi di dottorato (1935-36), Puvogel parlava di “criminali ereditari”, di “individui inferiori da eliminare dalla società”
e sosteneva che solo chi era “utile alla razza” aveva il diritto di esistere.
In più occasioni, Ernst Albrecht elogiò veterani della Wehrmacht e delle SS.
Nel 1978, il suo vice Wilfried Hasselmann (CDU) tenne un discorso ufficiale
davanti all’Associazione dei decorati con la Croce di Cavaliere,
un gruppo composto da ex ufficiali della Wehrmacht e membri delle SS.
Hasselmann elogiò questi uomini per il loro “coraggio e il loro esempio”,
dichiarando che il loro spirito sarebbe stato “una guida per le nuove generazioni”.
Si fa strada l'inquietante prospettiva che il World Economic Forum (Forum di Davos)
sia stato fortemente infiltrato da neonazisti e che i casi di Chrystia Freeland e Ursula von der Leyen non siano isolati.