qui finisce male....
TOKYO, 29 settembre (Reuters) - Gli scontri diplomatici tra Giappone e Cina continuano nonostante la revoca di un divieto cinese sulle esportazioni in Giappone, mentre il paese del sollevante chiede a Pechino di risolvere velocemente il caso dei quattro giapponesi imprigionati, specificando che un eventuale scontro economico avrebbe ripercussioni su entrambi i paesi asiatici.
La Cina ha posto termine a un divieto de facto sulle esportazioni di minerali rari verso il Giappone, ha detto oggi una fonte di una società di trading giapponese, calmando i timori per ulteriori tensioni tra le due principali economie asiatiche.
Il ministro degli Esteri giapponese ha chiesto comunque a Pechino di risolvere velocemente la questione dei quattro connazionali trattenuti in Cina, accusati di aver violato le misure di sicurezza per le strutture militari. Tokyo ha detto che l'incidente non è legato alla disputa territoriale.
Tokyo e Pechino si sono scontrate a causa della detenzione in Giappone del marinaio cinese il cui peschereccio si è scontrato contro due motovedette giapponesi nei pressi delle isole nel mare cinese orientale che entrambi i paesi reclamano.
Il Giappone ha rilasciato il marinaio sabato ma lo scontro verbale con la Cina è continuato, con entrambi i paesi che dichiarano di avere ragione.
Il premier giapponese Naoto Kan dovrebbe partecipare al summit Asia-Europa del 4-5 ottobre a Bruxelles ma non è chiaro se incontrerà a margine il primo ministro cinese Wen Jiabao che, settimana scorsa alle Nazioni Unite, ha già snobbato il leader giapponese.
Le isole, chiamate Diayu in Cina e Senkaky in Giappone, sono circondate da un mare ricco di pesce e potenzialmente pieno di riserve di petrolio e gas naturale.