solointraday
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ricoperte
eni a 16,63
ucg a 1,652
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FTSE Mib Futures solointraday - Cap. 1
- Creatore Discussione solointraday
- Data di Inizio
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ricoperto lo short di oggi di fib a 20775
ricoperto lo short di oggi di fib a 20775
solointraday
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carino questo
le coperte (eventuali) domani magari costeranno meno
le coperte (eventuali) domani magari costeranno meno
solointraday
Forumer storico
i movimenti virtuali di oggi
lasciate le fiat pmc ora 14,24 il gas e le put che sono nuove aperture
copertura sullo short in essere posticipata a domani. vedremo se a prezzi più alti o meno
22/12/2010 09.07 v ucg 1,655
22/12/2010 09.12 v ftsemib 20845
22/12/2010 09.21 v fiat 15,22
22/12/2010 09.25 c put 20500 gennaio 340,00
22/12/2010 09.36 v eni 16,64
22/12/2010 10.11 c levgas 0,2985
22/12/2010 17.24 c eni 16,62
22/12/2010 17.24 c ucg 1,652
22/12/2010 17.30 c ftsemib 20775
lasciate le fiat pmc ora 14,24 il gas e le put che sono nuove aperture
copertura sullo short in essere posticipata a domani. vedremo se a prezzi più alti o meno
22/12/2010 09.07 v ucg 1,655
22/12/2010 09.12 v ftsemib 20845
22/12/2010 09.21 v fiat 15,22
22/12/2010 09.25 c put 20500 gennaio 340,00
22/12/2010 09.36 v eni 16,64
22/12/2010 10.11 c levgas 0,2985
22/12/2010 17.24 c eni 16,62
22/12/2010 17.24 c ucg 1,652
22/12/2010 17.30 c ftsemib 20775
carino questo
le coperte (eventuali) domani magari costeranno meno
e gia domani forse costeranno meno sul fib ci si aspetta un minimo e i bancari pesano molto dai un okkio al link qui sotto
http://tradingextreme.altervista.org/blog/
magiel
trendisyourfriend
ma di che fardello ti sei caricato...? ogni volta...
un saluto.....
L'America cresce meno del previsto, ma le Borse in Europa non si impensieriscono
22 Dic 15:19
(Finanza.com)
Niente da fare. Per il sogno americano c'è ancora tempo. Negli Stati Uniti la lettura definitiva sul Pil del terzo trimestre è stata rivista a +2,6% dal +2,5% annunciato in precedenza. Il dato reso noto dal dipartimento del Commercio è inferiore alle attese degli analisti, che avevano pronosticato una revisione a +2,9%. La correzione è dovuta all'andamento delle spese per consumi, salite meno di quanto stimato inizialmente, e a quello delle scorte delle imprese, cresciute invece più di quanto previsto.
Che la locomotiva americana non abbia ancora ritrovato smalto lo annunciano anche le richieste di mutui ipotecari crollate negli Usa del 19% la scorsa settimana, dopo che i tassi sui prestiti trentennali sono saliti ai massimi da sette mesi a questa parte. Si tratta della flessione più pesante dell'anno. Nel dettaglio, le richieste di mutuo per l'effettivo acquisto di un immobile hanno segnato un calo del 2,5%, mentre le domande di rifinanziamento sono diminuite del 25%. Il tasso medio sui mutui trentennali è salito al 4,85%, toccando i massimi da maggio scorso.
Ma anche l'Europa deve fare i conti con una situazione tutt'altro che facile. All'ombra del Big Ben c'è apprensione. Il tasso di crescita dell'economia della Gran Bretagna nel terzo trimestre è stato leggermente rivisto al ribasso da +0,8% a +0,7% rispetto ai tre mesi precedenti e da +2,8% a +2,7% rispetto al terzo trimestre 2009. È questa la lettura finale. Gli economisti puntavano sulla conferma della stima precedente. L'Ufficio Nazionale di Statistica britannico ha anche rivisto il dato sul Pil del secondo trimestre con una limatura a +1,1% dal +1,2% comunicato in precedenza.
Di fronte a questi dati, i listini europei reagiscono con una scrollata di spalle. In questo momento l'indice inglese Ftse segna un progresso dello 0,35% a 5.973 punti, mentre il Dax di Francoforte rimane intorno alla parità a 7.076 punti, insieme al Cac40 di Parigi, che mostra un calo dello 0,04% a 3.925 punti. A Milano Il ftse Mib segbna un +0,04% a 20.747 punti. Nelle sale operative segnalano che non c'è molta voglia di farsi sorprendere. "I volumi sono rarefatti, sono tutti in vacanza", dicono alcuni sales. Uno strategist ricorda che le Borse non si sono allertate di fronte neanche ai ripetuti allarmi lanciati i giorni scorsi da Moody's sulla solidità della Periferia.
Meglio sintonizzarsi sulla sinfonia della crisi. Il Financial Times ha chiesto a un compositore britannico di interpretare in musica gli anni della crisi finanziaria, dal boom della bolla immobiliare al crack dei mutui subprime. Julian Anderson, compositore in residence della London Philarmonic Orchestra, ha accettato la sfida. Il risultato è uno spartito in cinque movimenti che in dissonanza crescente raccontano l'euforia del boom e il crollo delle banche. Verso la fine il nome di John Maynes Keynes diventa un accordo che segnala ottimismo nel caos generale.
Ma non è ancora la fine: Anderson usa semitoni e il suono lamentoso di trombe e clarinetti per esprimere i timori di una nuova caduta. Ci sono affinità tra musica e mercati: "La musica, come ogni fenomeno naturale e un saliscendi. Lo stesso per i mercati", spiega Anderson che ha passato gli anni del boom negli Stati Uniti, insegnando a Harvard, e a cui la crisi dei mutui ha lasciato un senso constante di ansia per gli effetti pratici sulla sua famiglia.
solointraday
Forumer storico
interessante
grazie
intanto spingono con l'azionario
vediamo lo usd se recupera qualcosa ( magari 80,81)
a dopo
solointraday
Forumer storico
sono uno precisoma di che fardello ti sei caricato...? ogni volta...
un saluto.....
L'America cresce meno del previsto, ma le Borse in Europa non si impensieriscono
22 Dic 15:19
(Finanza.com)
Niente da fare. Per il sogno americano c'è ancora tempo. Negli Stati Uniti la lettura definitiva sul Pil del terzo trimestre è stata rivista a +2,6% dal +2,5% annunciato in precedenza. Il dato reso noto dal dipartimento del Commercio è inferiore alle attese degli analisti, che avevano pronosticato una revisione a +2,9%. La correzione è dovuta all'andamento delle spese per consumi, salite meno di quanto stimato inizialmente, e a quello delle scorte delle imprese, cresciute invece più di quanto previsto.
Che la locomotiva americana non abbia ancora ritrovato smalto lo annunciano anche le richieste di mutui ipotecari crollate negli Usa del 19% la scorsa settimana, dopo che i tassi sui prestiti trentennali sono saliti ai massimi da sette mesi a questa parte. Si tratta della flessione più pesante dell'anno. Nel dettaglio, le richieste di mutuo per l'effettivo acquisto di un immobile hanno segnato un calo del 2,5%, mentre le domande di rifinanziamento sono diminuite del 25%. Il tasso medio sui mutui trentennali è salito al 4,85%, toccando i massimi da maggio scorso.
Ma anche l'Europa deve fare i conti con una situazione tutt'altro che facile. All'ombra del Big Ben c'è apprensione. Il tasso di crescita dell'economia della Gran Bretagna nel terzo trimestre è stato leggermente rivisto al ribasso da +0,8% a +0,7% rispetto ai tre mesi precedenti e da +2,8% a +2,7% rispetto al terzo trimestre 2009. È questa la lettura finale. Gli economisti puntavano sulla conferma della stima precedente. L'Ufficio Nazionale di Statistica britannico ha anche rivisto il dato sul Pil del secondo trimestre con una limatura a +1,1% dal +1,2% comunicato in precedenza.
Di fronte a questi dati, i listini europei reagiscono con una scrollata di spalle. In questo momento l'indice inglese Ftse segna un progresso dello 0,35% a 5.973 punti, mentre il Dax di Francoforte rimane intorno alla parità a 7.076 punti, insieme al Cac40 di Parigi, che mostra un calo dello 0,04% a 3.925 punti. A Milano Il ftse Mib segbna un +0,04% a 20.747 punti. Nelle sale operative segnalano che non c'è molta voglia di farsi sorprendere. "I volumi sono rarefatti, sono tutti in vacanza", dicono alcuni sales. Uno strategist ricorda che le Borse non si sono allertate di fronte neanche ai ripetuti allarmi lanciati i giorni scorsi da Moody's sulla solidità della Periferia.
Meglio sintonizzarsi sulla sinfonia della crisi. Il Financial Times ha chiesto a un compositore britannico di interpretare in musica gli anni della crisi finanziaria, dal boom della bolla immobiliare al crack dei mutui subprime. Julian Anderson, compositore in residence della London Philarmonic Orchestra, ha accettato la sfida. Il risultato è uno spartito in cinque movimenti che in dissonanza crescente raccontano l'euforia del boom e il crollo delle banche. Verso la fine il nome di John Maynes Keynes diventa un accordo che segnala ottimismo nel caos generale.
Ma non è ancora la fine: Anderson usa semitoni e il suono lamentoso di trombe e clarinetti per esprimere i timori di una nuova caduta. Ci sono affinità tra musica e mercati: "La musica, come ogni fenomeno naturale e un saliscendi. Lo stesso per i mercati", spiega Anderson che ha passato gli anni del boom negli Stati Uniti, insegnando a Harvard, e a cui la crisi dei mutui ha lasciato un senso constante di ansia per gli effetti pratici sulla sua famiglia.
sarebbe carino un report ventennale con 2 colonne
una con l'incremento del pil annuale e l'altra con la performance dello spoore
a voler esagerare anche il dato sul debito pubblico e i rendimenti del tbond a 5 anni
magari si trova qualche correlazione
magiel
trendisyourfriend
sono uno preciso
sarebbe carino un report ventennale con 2 colonne
una con l'incremento del pil annuale e l'altra con la performance dello spoore
a voler esagerare anche il dato sul debito pubblico e i rendimenti del tbond a 5 anni
magari si trova qualche correlazione
che sei preciso lo sappiamo...
poi...i dati..tu mi insegni che ne fanno ciò che vogliono....
mi piaceva il titolino...."le borse non si impensieriscono" ..un pochino pare di si...noi oggi siamo stati decenti per fiat ed exor....ma quanti panda comperiamo...?......
ieri in un intervista a Maurizio Milano (Banca Sella) sentivo gente che chiedeva se era il caso di entrare in fiat a 15 euro....? ma se anche volessi avere una tonnellata di ottimismo...ma dove deve andare.....mah.......bravo chi le ha prese prima e ci ha creduto......ora no.
resto del modesto parere che movimenti ne avremo a gennaio....
- Stato
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