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Forumer storico
Cosa sta succedendo nel mercato delle commodity?
Tutte le indicazioni fanno pensare ad un nuovo rincaro dei prezzi. Invece le materie prime, nessuna esclusa, cadono vittima di un selloff a inizio 2011. All'apparenza inspiegabile. Chi non se ne e' accorto in tempo rimarra' scottato. Cosa c'entra la Fed?
Pubblicato il 05 gennaio 2011 | Ora 18:20
Fonte: WSI
Non serve essere dei geni del mercato per capire che se un fenomento viene recepito da tutti, l'ultimo toro ha gia' comprato. E l'ultimo rialzista rimasto e' quello che e' stato troppo lento nel capire la situazione. Quelli piu' scaltri hanno gia' comprato da un pezzo e ora stanno vendendo proprio a quelli che sono saliti sul treno troppo tardi.
Ecco come si spiega il pesante sell-off subito dalle commodity negli ultimi due giorni e che non ha risparmiato nessuno, coinvolgendo rame, petrolio e persino le derrate alimentari come il cacao.
Le notizie di una crescita in ripresa e di scorte scarseggianti in vista - a causa delle continue inondazioni in Australia - dovrebbero sostenere un rincaro delle commodity. Invece perdono quota. E anche di molto.
Il prezzo del greggio Usa e' sceso dai 92 dollari al barile di lunedi', agli 89 di martedi', mentre quello del rame ha bruciato il 2,7%, scivolando da un picco record. Anche farina e mais sono in calo di oltre un punto percentuale, ma nel contesto dei rialzi visti nel 2010 c'e' chi potrebbe anche pensare che un ritracciamento naturale era da mettere in conto.
Non e' cosi'. Alcuni dei tori piu' convinti del mercato delle commodity parlavano da tempo di correzione. Lo strategist Woody Dorsey, rialzista di lunga fama, ha avvertito cosi' i suoi clienti: "il maggiore rally nella storia non e' ancora finito, ma sicuramente ha bisogno di prendersi una pausa".
Al documento segue un allegato in cui vengono riprodotti grafici del comportamento delle materie prime dal 2002 a oggi. Per Dorsey da qui alla primavera ci saranno molti momenti di delusione e rammarico per i tori. E a dirlo sono i grafici.
Un esempio lo offre il mercato del reddito fisso. Tre anni or sono la Federal Reserve era gia' alle prese con una politica di allentamento monetario aggressiva, molto prima della debacle incredibile di Lehman e del conseguente scoppio della crisi subprime, nel settembre del 2008. Questa volta la Fed, con ogni probabilita', imporra' la cessazione del programma straordinario di acquisto di $600 miliardi di titoli a lungo termine (battezzato QE2, ovvero Quantitative Easing 2) a meta' 2011, come previsto e come ribadito anche tra le righe nelle minute pubblicate martedi'. Questo vuol dire pero' che da quel momento in poi (giugno di quest'anno) il mercato obbligazionario sara' lasciato da solo a finanziare il deficit federale.
Alcuni esponenti del comitato sostengono che il programma straordinario abbia mantenuto i rendimenti piu' bassi di quanto non sarebbero stati, perche' in realta' sono aumentati a causa delle attese circa le dimensioni del piano di acquisto di asset, evidentemente troppo basse.
Ovviamente il mercato ha preceduto con largo anticipo gli effetti del QE2, non appena la misura e' stata varata, a novembre dell'anno scorso. Nelle minute relative alla riunione del 14 dicembre la Fed ha cercato di spiegare il suo punto di vista sull'andamento anomalo dei rendimenti. Il comitato di politica monetaria e' convinto che a compromettere i rendimenti - mantenuti bassi da quando e' stato messo a punto il programma straordinario - non sia stata la misura di allentamento monetario in questione, bensi' il fatto che il mercato si attendesse un ammontare superiore a quello effettivamente annunciato di titoli da acquistare (pari a $600 miliardi, in piu' tranche da $75 miliardi al mese).
Questo mostra chiaramente che i membri del comitato non sono mai scesi dalla loro torre di avorio per recarsi in uno dei desk di trading delle sale operative, dove si compra giorno dopo giorno, ora dopo ora, sulle attese e si vende sulle notizie, secondo il popolare (e infallibile) motto di mercato "buy the rumor, sell the news". Quello che ha fatto il mercato e' stato spingere al ribasso i rendimenti in attesa dell'acquisto di titoli a lunga scadenza annunciato dalla Fed; piu' tardi poi sono saliti. Potrebbe succedere il contrario una volta che si avvicina la fine del programma, prevista in giugno.
La stessa cosa e' avvenuta con il movimento strano (per alcuni inspiegabile) delle commodity di martedi'. Un selloff improvviso dopo un poderoso rally, in previsione dei fondamentali reali dell'economia. Prezzi come $90 al barile per il petrolio e oltre $4 per il rame rispecchiano l'influenza economica positiva che li ha spinti su livelli cosi' alti. Anche se sono destinati a spingersi ancora in rialzo, una pausa c'era da aspettarsela.
Tutte le indicazioni fanno pensare ad un nuovo rincaro dei prezzi. Invece le materie prime, nessuna esclusa, cadono vittima di un selloff a inizio 2011. All'apparenza inspiegabile. Chi non se ne e' accorto in tempo rimarra' scottato. Cosa c'entra la Fed?
Pubblicato il 05 gennaio 2011 | Ora 18:20
Fonte: WSI
Non serve essere dei geni del mercato per capire che se un fenomento viene recepito da tutti, l'ultimo toro ha gia' comprato. E l'ultimo rialzista rimasto e' quello che e' stato troppo lento nel capire la situazione. Quelli piu' scaltri hanno gia' comprato da un pezzo e ora stanno vendendo proprio a quelli che sono saliti sul treno troppo tardi.
Ecco come si spiega il pesante sell-off subito dalle commodity negli ultimi due giorni e che non ha risparmiato nessuno, coinvolgendo rame, petrolio e persino le derrate alimentari come il cacao.
Le notizie di una crescita in ripresa e di scorte scarseggianti in vista - a causa delle continue inondazioni in Australia - dovrebbero sostenere un rincaro delle commodity. Invece perdono quota. E anche di molto.
Il prezzo del greggio Usa e' sceso dai 92 dollari al barile di lunedi', agli 89 di martedi', mentre quello del rame ha bruciato il 2,7%, scivolando da un picco record. Anche farina e mais sono in calo di oltre un punto percentuale, ma nel contesto dei rialzi visti nel 2010 c'e' chi potrebbe anche pensare che un ritracciamento naturale era da mettere in conto.
Non e' cosi'. Alcuni dei tori piu' convinti del mercato delle commodity parlavano da tempo di correzione. Lo strategist Woody Dorsey, rialzista di lunga fama, ha avvertito cosi' i suoi clienti: "il maggiore rally nella storia non e' ancora finito, ma sicuramente ha bisogno di prendersi una pausa".
Al documento segue un allegato in cui vengono riprodotti grafici del comportamento delle materie prime dal 2002 a oggi. Per Dorsey da qui alla primavera ci saranno molti momenti di delusione e rammarico per i tori. E a dirlo sono i grafici.
Un esempio lo offre il mercato del reddito fisso. Tre anni or sono la Federal Reserve era gia' alle prese con una politica di allentamento monetario aggressiva, molto prima della debacle incredibile di Lehman e del conseguente scoppio della crisi subprime, nel settembre del 2008. Questa volta la Fed, con ogni probabilita', imporra' la cessazione del programma straordinario di acquisto di $600 miliardi di titoli a lungo termine (battezzato QE2, ovvero Quantitative Easing 2) a meta' 2011, come previsto e come ribadito anche tra le righe nelle minute pubblicate martedi'. Questo vuol dire pero' che da quel momento in poi (giugno di quest'anno) il mercato obbligazionario sara' lasciato da solo a finanziare il deficit federale.
Alcuni esponenti del comitato sostengono che il programma straordinario abbia mantenuto i rendimenti piu' bassi di quanto non sarebbero stati, perche' in realta' sono aumentati a causa delle attese circa le dimensioni del piano di acquisto di asset, evidentemente troppo basse.
Ovviamente il mercato ha preceduto con largo anticipo gli effetti del QE2, non appena la misura e' stata varata, a novembre dell'anno scorso. Nelle minute relative alla riunione del 14 dicembre la Fed ha cercato di spiegare il suo punto di vista sull'andamento anomalo dei rendimenti. Il comitato di politica monetaria e' convinto che a compromettere i rendimenti - mantenuti bassi da quando e' stato messo a punto il programma straordinario - non sia stata la misura di allentamento monetario in questione, bensi' il fatto che il mercato si attendesse un ammontare superiore a quello effettivamente annunciato di titoli da acquistare (pari a $600 miliardi, in piu' tranche da $75 miliardi al mese).
Questo mostra chiaramente che i membri del comitato non sono mai scesi dalla loro torre di avorio per recarsi in uno dei desk di trading delle sale operative, dove si compra giorno dopo giorno, ora dopo ora, sulle attese e si vende sulle notizie, secondo il popolare (e infallibile) motto di mercato "buy the rumor, sell the news". Quello che ha fatto il mercato e' stato spingere al ribasso i rendimenti in attesa dell'acquisto di titoli a lunga scadenza annunciato dalla Fed; piu' tardi poi sono saliti. Potrebbe succedere il contrario una volta che si avvicina la fine del programma, prevista in giugno.
La stessa cosa e' avvenuta con il movimento strano (per alcuni inspiegabile) delle commodity di martedi'. Un selloff improvviso dopo un poderoso rally, in previsione dei fondamentali reali dell'economia. Prezzi come $90 al barile per il petrolio e oltre $4 per il rame rispecchiano l'influenza economica positiva che li ha spinti su livelli cosi' alti. Anche se sono destinati a spingersi ancora in rialzo, una pausa c'era da aspettarsela.