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lo spoore
han paura a chiudere un giorno sotto la ema 8

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ricapitolando oggi
alleggerito dax e fib
tolte ucg e eni, rimaste fiat
fermi etf ( xbear shortspoore e banks)
appesantito usa dove mi aspetto la vera correzione
 

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Lo spettro di una guerra commerciale
A settembre aveva coniato l'espressione "guerra valutaria". Ora intende presentarsi al WTO e chiedere che le manipolazioni sui tassi vengano riconosciute come velati sussidi all'export. Stiamo parlando di Mantega (nella foto), ministro brasiliano delle finanze.

Pubblicato il 10 gennaio 2011 | Ora 18:00
Fonte: WSI

A settembre era stato il primo a coniare l'espressione "guerra delle valute". Ora parla di "guerra commerciale". Si tratta di Guido Mantega, ministro delle finanze in Brasile dal 2006, che in un'intervista al Financial Times, ha avvertito tutto il mondo dei rischi legati al continuo deprezzamento delle valute da parte di molteplici paesi per promuovere le esportazioni.

Mantega e' talmente convinto di uno scenario all'insegna del protezionismo che intende sollevare la questione davanti all'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto). "Questa e' una guerra valutaria che si sta trasformando in una guerra commerciale", ha spiegato il ministro delle finanze brasiliano nella sua prima intervista da quando Dilma Rousseff e' diventata nuovo presidente del paese, il primo gennaio.

Mantega di fatto punta il dito contro quelli che considera i due principali responsabili: Usa e Cina. Il ministro ha spiegato al quotidiano finanziario inglese che il commercio brasiliano con gli Usa e' passato da un surplus di circa $15 miliardi in favore del Brasile a un deficit di $6 miliardi da quando gli Stati Uniti hanno iniziato a cercare di risollevare la propria economia attraverso politiche monetarie a maglie large. Quanto alla Cina "abbiamo eccellenti relazioni commerciali ma ci sono alcuni problemi. Ovviamente ci piacerebbe assistere a un apprezzamento del renminbi", ha concluso.

Le dichiarazioni di Mantega arrivano dopo che la settimana scorsa Brasile, Cile e Peru' sono intervenuti sul mercato valutario mentre dollaro australiano, franco svizzero e altre monete hanno continuano a correre in scia all'esodo degli investimenti da economie impantanate come quella europea ed americana. A settembre, prima delle mosse adottate dal Brasile, il real aveva all'attivo un +39% in due anni contro il dollaro.

Ma chi ci ha rimesso di piu' finora nella guerra valutaria? Ironia della sorte...
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