Consob, stop alle vendite allo scoperto in Borsa
Freno alla speculazione per sette giorni sul rischio per i risparmiatori.
Banche italiane e spagnole sono
sotto attacco in Borsa e la Consob e la sua omologa spagnola, la Comision nacional do mercato de valore, scendono in campo contro la speculazione imponendo - con un intervento coordinato - lo stop alle vendite allo scoperto su banche e assicurazioni, i titoli più colpiti dalle vendite.
FRENO ALLA SPECULAZIONE. Le vendite allo scoperto (o short selling) sono operazioni 'ribassiste', che sfruttano la possibilità prevista dai mercati finanziari di non avere materialmente in mano un titolo per poterlo cedere. Di solito sono legate all'attesa o alla speculazione di un prezzo in calo e per questo possono rappresentare un pericolo, se effettuate da grandi investitori come gli hedge fund, perché amplificano l'ondata ribassista sui mercati.
STABILITÀ DEL SISTEMA A RISCHIO. «Le gravi tensioni sui mercati finanziari possono mettere a repentaglio la stabilità del sistema finanziario e la tutela dei risparmiatori» osserva la Commissione guidata da Giuseppe Vegas nel suo provvedimento e non è più sufficiente vietare le vendite allo scoperto 'nude', cioé quelle non assistite dalla disponibilità dei titoli al momento dell'ordine.
7 GIORNI IN ITALIA, 3 MESI IN SPAGNA. Per ora il provvedimento è solo temporaneo, tre mesi in Spagna e - più cautamente - una settimana in Italia. A giudizio della Consob le due situazioni sono profondamente diverse e dunque al momento non era necessario un provvedimento con la stessa portata (in Spagna il divieto oltre che più lungo è anche più esteso e riguarda anche le posizioni nette corte).
A febbraio scorso la Consob aveva deciso di non prorogare ulteriormente le restrizioni in materia di posizioni nette corte sui titoli finanziari che aveva introdotto nell'agosto del 2011, quando la speculazione aveva preso di mira un po' tutta l'Europa continentale, all'unisono con le altre autorità europee (Francia, Spagna, Belgio e Grecia) e sotto il coordinamento dell'Esma, European Securities and Markets Authority.
In Italia erano comunque rimaste in vigore, e a tempo indeterminato, le altre misure come per esempio l'obbligo di comunicazione alla Consob delle posizioni nette corte rilevanti, ovvero superiori allo 0,2% del capitale sociale e il divieto di effettuare vendite allo scoperto 'nude'.
Lunedì, 23 Luglio 2012