http://www.corriere.it/economia/11_...il_62e3b7b6-8516-11e0-80e3-cc32f5990b02.shtml
IL RAPPORTO ISTAT
Un italiano su 4 sperimenta la povertà
Il Pil stenta, fanalino di coda in Ue
Un quarto della popolazione a rischio «esclusione»: il 24,7% contro il 23 della media europea. Giovani in crisi, il 18,8% abbandona la scuola anzitempo
MILANO - Circa un quarto degli italiani (il 24,7% della popolazione, più o meno 15 milioni) «sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale». Si tratta di un valore - rileva l'Istat nel rapporto annuale presentato lunedì a Roma, alla Camera dei Deputati, dal presidente dell'Istituto, Enrico Giovannini - superiore alla media Ue che è del 23,1%.
PIL, ITALIA FANALINO CODA - «Nel decennio 2001-2010 l'Italia ha realizzato la performance di crescita peggiore tra tutti i paesi dell'Unione europea». Il paese è «fanalino di coda nell'Ue per la crescita»: è questa la fotografia della situazione economica del paese contenuta nel rapporto annuale Istat.
SCUOLA, 18,8% DI ABBANDONI PREMATURI - Ma se l'economia arranca, i fenomeni sociali non sembrano attraversare un migliore stato di salute: in Italia, nel 2010, gli abbandoni scolastici prematuri rimangono consistenti, al 18,8 per cento. Il dato è più alto tra i ragazzi, 22,0 per cento contro il 15,4 delle ragazze. L'obiettivo fissato dal Pnr (15-16 per cento) non appare particolarmente ambizioso e non consente un avvicinamento deciso rispetto agli obiettivi comunitari. È quanto emerge dal «Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2010» elaborato dall'Istat, in riferimento alla Strategia Europa 2020 che delinea le grandi direttrici politiche per stimolare lo sviluppo e l'occupazione nell'Ue. Nella Strategia gli abbandoni scolastici prematuri devono essere contenuti al di sotto della soglia del 10 per cento. Il fenomeno dei giovani (20-24 anni) che hanno abbandonato gli studi senza conseguire un diploma di scuola media superiore interessa tutti i paesi dell'Unione (media 14,4 per cento). Sono forti le disparità tra gli Stati che già hanno raggiunto o sono prossimi all'obiettivo (paesi del Nord Europa e molti tra quelli di più recente accesso) e alcuni paesi del Mediterraneo (Spagna, Portogallo e Malta), dove le quote di abbandono superano il 30 per cento. Quasi ovunque l'incidenza è superiore tra i ragazzi rispetto alle ragazze.
DONNE - L'occupazione femminile rimane stabile nel 2010, ma peggiora la qualitá del lavoro e rimane la disparitá salariale rispetto ai colleghi uomini (-20%). Cresce inoltre i part time involontario e aumentano le donne sovraistriute. I dati sul mondo del lavoro femminile in Italia sono contenuti nel rapporto annuale dell'Istat 'La situazione del paese nel 2010'. L'occupazione qualificata, tecnica e operaia, secondo quanto si legge è scesa di 170 mila unitá, mentre è aumentata soprattutto quella non qualificata (+108 mila unitá). Si tratta soprattutto di «italiane impiegate nei servizi di pulizia a imprese ed enti e di collaboratrici domestiche e assistenti familiari straniere».
23 maggio 2011