cordata della famiglia berlusconi compra mediaset
La cordata della famiglia Berlusconi compra MEDIASET
Silvio Berlusconi sceglie Mediaset ;MS.MI>. Con 1 miliardo di euro circa di liquidità a disposizione, la Fininvest, la holding della sua famiglia, negli ultimi mesi ha aumentato la propria quota nella società della tv commerciale, raggiungendo il 37%. L’ultimo acquisto, pari allo 0,45%, è del mese scorso ed è avvenuto a un prezzo medio di 5,45 euro per un controvalore complessivo di 29 milioni di euro.“Con il titolo così basso ci è sembrato un ottimo investimento”, dicono al quartier generale della Fininvest. E non c’è dubbio: era dal fatidico settembre 2001, l’attacco alle Torri gemelle, che Mediaset in Borsa non valeva così poco. Ma quando si tratta di Berlusconi i maligni spuntano come funghi e in questo caso puntano il dito sulla coincidenza: Silvio compra, si sente dire in giro per le sale operative, perché sta per tornare alla guida del governo e da lì può dare una mano a Mediaset. Immediato scatta il richiamo alla vicenda di Deborah Bergamini, la sua ex assistente piazzata in una posizione strategica al vertice della Rai, da dove, stando alle intercettazioni telefoniche dei magistrati, faceva più gli interessi del Biscione che non dell’azienda di Stato.Il secondo governo Berlusconi inizia nel giugno 2001 con il titolo Mediaset che vale circa 11 euro. Pochi mesi di Silvio a Palazzo Chigi, ed ecco il terribile crollo di settembre causato dall’attacco terroristico ai due palazzi del Word Trade Center di New York. L’azione Mediaset precipita nel baratro con l’intera Borsa fino ad un minimo di 4,92 euro. Segue un anno di violenti saliscendi per tutto il listino e, finalmente, con il 2003 inizia una lunga fase positiva del mercato azionario che farà tornare Mediaset a 11 euro. Arriviamo alla primavera 2005, fra un anno si vota e il Centrodestra al governo è in affanno, lacerato dalle continue divisioni interne; i sondaggi dicono che il Centrosinistra vincerà le elezioni, più o meno come adesso dicono che il Partito della libertà andrà al governo.A sorpresa, a metà aprile la Fininvest vende sul mercato il 16,8% di Mediaset riducendo la sua partecipazione dal 51% al 34,3%. Il prezzo è di 10,55 euro per azione. Per tornare a quei livelli, il titolo, che oggi viaggia intorno ai 6 euro, dovrebbe mettere a segno un maxi rialzo del 75%. Mediaset chiuderà in seguito il 2005 con il record assoluto degli utili, saliti a 603,4 milioni di euro, un picco mai più raggiunto. L’ultimo di Berlusconi alla Presidenza del consiglio è anche un anno fenomenale per la società di cui il figlio Pier Silvio è vice presidente. In generale, la pubblicità in Italia è in buona salute (+4,5%). Nel settore Tv, Mediaset fa la parte del leone: la sua raccolta cresce del 3,2%, quella della Rai solo dello 0,2%. I ricavi complessivi del gruppo salgono del 7,5% a 3.678 milioni.Ripercorriamo gli avvenimenti precedenti e vediamo cosa è successo in questi ultimi anni a Mediaset ed a Silvio Berlusconi.Alla fine del 2002, dopo 18 mesi di governo Berlusconi, Mediaset chiude i conti del 2002 con un notevole balzo dell’utile netto, salito del 45% a 362 milioni di euro. Il risultato sorprende gli analisti che si aspettavano una cifra nettamente inferiore, tanto più che per la pubblicità è stato un anno gramo: nel complesso gli investimenti in Italia sono scesi di oltre il 4%, quelli del settore Tv registrano un calo dello 0,1%, ma i ricavi di Mediaset sono saliti dell’1,4% a 2.316 milioni di euro. Bisogna dire, però, che anche i ricavi della Rai sono cresciuti (+1,1%), mentre c’è stato il crollo di La7 (-46%).L’anno successivo, il 2003, il bilancio Mediaset cambia fisionomia, perché entrano nel consolidato i conti della controllata spagnola Telecinco che contribuisce ai ricavi con 646 milioni di euro. Il fatturato complessivo del gruppo sale a 3.070 milioni (+32,5%), la crescita dell’attività italiana è del 4,6% ma non è affatto trascurabile, perché quell’anno la raccolta pubblicitaria della Rai è scesa del 3,2%, mentre quella di Mediaset è salita del 6,5%. A dicembre il titolo torna sopra i 10 euro per la prima volta dalla primavera 2002.Il 2004 è un anno di vacche grasse per tutti. Gli investimenti pubblicitari complessivi in Italia crescono del 7,4%, quelli sulla Tv volano in rialzo del 10,4% e questa volta la Rai (+11,7%) corre più di Mediaset (+9,1%). Grazie al contributo della Spagna, i ricavi del Biscione salgono dell’11,4% a 3.421 milioni di euro. Ma è il balzo dell’utile che è impressionante: +48,7% a 549,6 milioni di euro. Al risultato contribuiscono un forte calo degli ammortamenti (diversa contabilizzazione dei diritti relativi alla Champions League) e la plusvalenza realizzata con l’Ipo di Telecinco. Si arriva così al 2005, l’anno più brillante per Mediaset ed anche l’anno della discesa di Fininvest al 34,3% del capitale.Nel 2006 Berlusconi lascia Palazzo Chigi e la torta della pubblicità Tv viene divisa in modo diverso. Il settore nel complesso subisce un calo dell’1,5%, ma la Rai si difende bene (+1,6%), mentre Mediaset accusa un calo della raccolta del 3,2%. Nel 2006 l’utile di Mediaset si riduce del 16% e scende a 505 milioni di euro. A fine 2006 il titolo vale 9 euro.E’ nel 2007, con Berlusconi all’opposizione, che il titolo scende per 12 mesi di fila, fino a segnare a novembre un minimo di 6,5 euro. L’anno si chiude con un utile invariato a 506 milioni, con ricavi cresciuti del 7,6% a 4.032 milioni. Ormai Rai e Mediaset registrano variazioni abbastanza simili nell’andamento della raccolta pubblicitaria: +0,2% l’azienda di Stato, +1,1% il gruppo del Biscione.Fra una settimana si vota e il Pdl di Berlusconi è dato per favorito. La Fininvest, con 1 miliardo di liquidità a disposizione, compra Mediaset, la storia indica che ben difficilmente saranno acquisti avventati?
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