ecco l'analisi di marzia redaelli dal sile 24 ore di oggi 18.09.2010
Le Borse corrono a due velocità
Marzia RedaelliCronologia articolo18 settembre 2010
Settimana in decelerazione per le Borse, che hanno comunque conservato il segno positivo grazie a una partenza molto brillante.
Ha fatto eccezione l'Europa indebolita dal rallentamento della Germania. Gli investitori hanno guardato con attenzione all'America, soprattutto alle mosse della Fed, pronta a iniettare una nuova dose di liquidità sui mercati e impegnata in un duello valutario con il Giappone e la Cina.
Lunedì, i listini hanno festeggiato l'accordo di Basilea, che lascia alle banche otto anni per adeguarsi ai requisiti patrimoniali richiesti dai governatori delle banche centrali. Il comparto bancario dell'indice Stoxx, infatti, è balzato dell'1,7% in quella sola seduta. E anche il dragone cinese ha sostenuto gli acquisti, grazie alla crescita a doppia cifra di produzione industriale (+14%) e delle vendite al dettaglio (+18%), che hanno dissipato i dubbi sulla sua forza.
Martedì, però, le vendite hanno avuto la meglio, e la sosta è comprensibile dopo un settembre in rialzo, con Wall Street sui livelli di inizio anno e i 600 titoli dello Stoxx Europe a +4% da gennaio.
La perplessità sulla sostenibilità dei multipli dei titoli del Vecchio Continente è giustificata dai sintomi di decelerazione: il crollo inaspettato dell'indicatore tedesco Zew sul futuro dell'economia, la produzione industriale di Eurolandia zavorrata dai beni durevoli, e le vendite al dettaglio inglesi in retromarcia.
Le rilevazioni statistiche sull'economia a stelle e strisce, invece, allontanano i timori sulla doppia recessione, con la tenuta della produzione e dei consumi, e la discesa delle richieste di sussidi. Solo la contrazione dell'attività manifatturiera dell'area atlantica, misurata dalla Fed di Philadelphia, collima con il nicchiare degli investitori azionari.
Una spiegazione alla frenata dei listini, alternativa alla mera presa di profitto dei trader giornalieri, riguarda il timore di un ulteriore aumento del debito dei contribuenti americani, che innervosisce i mercati. La Fed, infatti, sembra pronta a riaprire l'espansione monetaria con acquisti di obbligazioni (i tassi a zero sono ormai un'arma disinnescata). La disoccupazione al 10% e le elezioni di medio termine vicine, danno senso politico alla manovra.
ossa della Boj, tra l'altro, ha dato il pretesto al segretario Usa al Tesoro Timothy Geithner di stigmatizzare il controllo valutario di Pechino, che altera la competizione internazionale.
Seppure la Boj abbia negato di voler riversare in T-Bond i dollari acquistati contro yen, la domanda ha schiacciato il rendimento del biennale sotto i 47 centesimi e ha aumentato il differenziale rispetto al decennale al 2,4%. Per contro, i titoli governativi a lungo termine hanno oscillato con le Borse, senza fare da cartina di tornasole per il gradimento delle azioni. L'avversione al rischio si è manifestata, piuttosto, ancora nell'oro, che ha toccato un nuovo record a 1.280 dollari l'oncia.
Le Borse europee, galvanizzate nell'apertura di ieri dai risultati dei colossi tecnologici Oracle e Rim (che produce il BlackBerry), hanno chiuso sul venerdì precedente penalizzate da voci sulle difficoltà dello stato irlandese (Milano a -1,3%, piatte Francoforte e Parigi a -0,1%, e Londra a +0,1%).
Il calo della fiducia dei consumatori americani e la volatilità dell'ultima seduta dovuta alla scadenza contemporanea di derivati su indici e azioni, hanno tenuto al palo anche
Wall Street, che però archivia un'ottava ancora positiva (+1,4% il Dow Jones, +1,5% l'S&P 500, +3,3% il Nasdaq). Il Nikkei ha beneficiato della supervisione di Tokyo sullo yen (+4,2%).
INDICI
+1,5%
S&P 500
+3,3%
Nasdaq
-0,7%
Stoxx 600
+4,2%