Stramberie

dovremo soffrire fino a giugno 2024?

Marco Spitalieri

Plutone rimarrà in Capricorno fino al 24 marzo 2023, per poi trasferirsi in Acquario. È tuttavia notevole che andrà retrogrado e tornerà nel segno del Capricorno il 12 giugno 2023, dove rimarrà per circa 4 mesi. Il 10 ottobre 2023, andrà di nuovo dritto e spingerà avanti, entrando in Acquario il 22 gennaio 2024.

Il 21 settembre come il 21 marzo il 21 giugno e il 21 dicembre (solstizi ed equinozi) sono date che Gann menzionava come possibili inversioni, soprattutto in casi di massimi assoluti o minimi assoluti, ancor di più quando accadono di venerdi, poiché il terzo venerdi del mese per effetto dei cambi contratti di azioni ed opzione(4 streghe) le inversioni sono maggiormente ipotizzabili. Prossimo 21 giugno 2024.

Plutone entrò per la prima volta in Capricorno nel **gennaio del 2008 **e siamo tutti testimoni come da quel momento, a livello globale, sia iniziata una profonda crisi economica e di sistema che ci ha toccato e cambiato profondamente un po’ tutti.


Plutone in Acquario, significato e oroscopo
Il transito di Plutone in Acquario segnerà un periodo di grandi scoperte scientifiche e di grandi cambiamenti politici e sociali. Sul piano individuale comporta un estremo bisogno di libertà e autonomia. Il p…
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Vedi l'allegato 572314


Il 21 dicembre 2020 si formerà una congiunzione fra Giove e Saturno a 0 gradi dell’Acquario. Si tratta di un aspetto molto significativo, perchè si verifica ogni 20 anni e si ripete nello stesso elemento per 200 anni.
La congiunzione del prossimo 21 dicembre è chiamata “Grande Mutamento”, perché da essa inizierà il ciclo di congiunzioni nei segni d’Aria (l’ultimo Grande Mutamento si è verificato il 26 gennaio 1842 a 8 gradi del Capricorno, quando la congiunzione Giove e Saturno ha dato il via al ciclo di congiunzioni nei segni di Terra).
Poiché questa congiunzione avverrà in Acquario, nei prossimi anni i valori della democrazia, della società aperta, del rispetto dei diritti umani e dell’uguaglianza saranno probabilmente in primo piano, così come la necessità di colmare il divario fra ricchi e poveri per garantire una maggiore giustizia sociale.
 
L’ANIMA PUO’ MODIFICARE LA STRUTTURA BIOLOGICA DEL CORPO E GUARIRLO


Ecco come l’anima può modificare la struttura biologica del corpo e la può aiutare a superare la malattia. La grande scoperta

Di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione) per altrainformazione.it :

“Lo spirito che guarisce” titola la copertina di questa settimana di Der Spiegel, il più diffuso e autorevole settimanale tedesco.

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Ebbene sì – dopo anni che chi segue vie interiori cerca di trasmettere la propria esperienza, nella maggior parte dei casi invano – oggi i neuroscienziati hanno fatto la grande scoperta: lo spirito può guarire il nostro corpo[1]. Raccontano stupefatti – e ancora increduli – come l’anima possa modificare la struttura biologica del corpo e la possa aiutare a superare la malattia. Vale a dire di come qualcosa di non misurabile, pesabile, visibile, possa in qualche modo modificare il visibile, pesabile, misurabile.

Meditare, fare Yoga e pensare positivamente – strilla Der Spiegel – conquistano ora la medicina ufficiale.

Quello che decine di tradizioni sapienziali, di centinaia di ricercatori indipendenti e di migliaia di persone che lo praticano quotidianamente hanno sempre saputo, oggi – udite, udite – è verità scientifica!

Beh, allora deve essere proprio vero…

Di documentazione la rivista tedesca ne fornisce in gran quantità, compresi alcuni filmati che si possono vedere sul sito web[2].

Qui di seguito i risultati di alcune interessanti ricerche su questo argomento.

Iniziamo da due autorevoli psicologi, Vladimir Bostanov e Philipp Keune, i quali avrebbero scoperto l’azione guaritrice dello spirito sul corpo umano mediante esame neurologico – misurazione dell’attività elettrica delle cellule cerebrali – del cervello dei soggetti sotto indagine prima e dopo un corso di meditazione.

I risultati di questo studio hanno evidenziato come il cervello, dopo il corso di meditazione di otto settimane, abbia significativamente incrementato la propria reattività. Il cervello dei soggetti che lavoravano meditativamente aveva imparato a non rimuginare continuamente, indirizzando le risorse di attenzione liberate concentrandosi sul test.

“Meditare aiuta i pazienti a controllare la propria attenzione – ha dichiarato il Dr.Keune – e li rende meno inclini a perdersi in pensieri negativi”.

Allo stesso modo di Keune anche la psicologa Bethany Kok, sta indagando il potere di guarigione della mente. La scienziata americana studia in particolare il nervo vago.

Insieme ai colleghi della University of North Carolina la Kok ha portato avanti un interessante esperimento: per nove settimane 65 donne e uomini ogni sera dovevano annotare in un questionario i sentimenti e le esperienze sia positivi che negativi della giornata. La metà del gruppo partecipava poi a un corso di meditazione dove si imparava ad esprimere emozioni come amore, gentilezza e compassione.

Bethany Kok ha presentato il risultato della ricerca sulla rivista Psychological Science[3]: ebbene, il tono del nervo vago di coloro che meditavano è aumentato in modo significativo.

“Chi alimenta buoni sentimenti migliora il tono del proprio nervo vago – conclude la Kok, che oggi lavora al Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia – e questo a sua volta è collegato con una buona salute e probabilmente con un allungamento della vita”.

Il nervo, da sempre poco conosciuto, potrebbe rappresentare il collegamento decisivo tra sentimenti positivi e salute fisica. “Le conoscenze acquisite – così il Dr.Thomas Schlaepfer dalla Clinica di Psichiatria e Psicoterapia dell’Università di Bonn – rendono molto verosimile che il nervo vago sia proprio la struttura di collegamento tra corpo e anima”.

“È lo spirito ad edificare il corpo” scriveva Friedrich Schiller otre due secoli or sono. Ed ecco che – passo dopo passo – la neuroscienza riconosce quello che il poeta, che peraltro era anche medico, sosteneva: vale a dire che l’anima può cambiare il corpo.

In molti ospedali universitari oggi psicologi e medici stanno lavorando per abbinare tecniche meditative ricavate da Buddhismo e Induismo alla medicina moderna. Nel suo libro “La meditazione per gli scettici[4]” Ulrich Ott vom Bender dell’Institute of Neuroimaging dell’Università di Gießen illustra il sentiero della meditazione, utile “ad ampliare la coscienza ed a liberarsi dagli stereotipi di pensiero e comportamentali acquisiti”.


Anche al Massachussetts General Hospital di Boston è recentemente stata eseguita una ricerca su 15 pazienti, inizialmente agitati, con sonno disturbato e pieni di preoccupazioni. La diagnosi: disturbi d’ansia generalizzata. Per otto settimane hanno frequentato un corso di meditazione; al termine erano in grado di controllare meglio le loro paure e hanno ricominciato a dormire bene. L’indagine ha rivelato che il loro cervello, meditando, aveva subito una modificazione positiva; zone della corteccia prefrontale (deputata alla coscienza di sé) registravano una irrorazione sanguigna superiore, così come le aree deputate alla regolazione del sentimento. Inoltre si evidenziava una maggiore connessione tra la corteccia prefrontale e l’amigdala, il centro della paura nel cervello, rispetto ai pazienti che non avevano meditato.

“Nell’essere umano vi sono elementi chiave per la guarigione – sostiene Winfried Rief, del Dipartimento di Psicologia Clinica e Psicoterapia dell’Università di Marburg – egli, se vuole, può influenzare il suo recupero anche con gravi malattie fisiche”.

“Per guarire con lo spirito si ha bisogno della connessione tra anima e corpo”, dice lo psicologo Manfred Schedlowski, dell’Istituto di Psicologia Medica e Immunobiologia Comportamentale dell’Università di Essen. “Sia che io mediti o che il mio medico susciti un’aspettativa di me, produco dei cambiamenti biochimici che raggiungono i miei organi attraverso il sangue e i nervi”.

Che un atteggiamento positivo verso la vita e la salute siano collegati, viene confermato anche dagli studi epidemiologici. Negli Stati Uniti, i ricercatori hanno studiato fotografie di 196 giocatori di baseball, a partire dal 1952, individuando quelli che sorridevano. Poi hanno ricercato quelli ancora in vita nel 2009. Il risultato: coloro che ridevano avevano avuto un grado di mortalità molto più basso!

Ma non è tutto.

Alla Duke University Medical Center hanno scoperto che anche la fede garantisce maggiore serenità. In uno studio su 3851 anziani in North Carolina, coloro che pregano e meditano, hanno avuto una vita più lunga.

La psicologa Julianne Holt-Lunstad ha analizzato 148 studi di questo tipo con dati provenienti da oltre 300.000 persone. Il risultato è che vive più a lungo chi abbia legami sociali, e con un tasso di sopravvivenza maggiore del 50%! In altre parole, essere soli è nocivo quanto fumare, non fare esercizio fisico ed essere sovrappeso.

Di grande importanza ed efficacia naturalmente anche il rapporto medico-paziente; da molte ricerche condotte negli ultimi anni si è visto come un rapporto di fiducia nei confronti del medico possa aiutare enormemente il paziente ad attivare le forze di guarigione latenti in lui.

Infine, alcuni ricercatori statunitensi hanno recentemente riconosciuto come cuore e spirito siano strettamente legati. Hanno studiato 201 uomini e donne con problemi coronarici, di cui la metà praticava la meditazione trascendentale. Questi ultimi hanno potuto ridurre il proprio stress e rinforzare il cuore, con il risultato che quelli che meditavano hanno subito un minor numero di attacchi di cuore e ictus e hanno vissuto più a lungo.

Insomma – concludono gli scienziati giustamente affascinati da questa straordinaria capacità dell’essere umano – la meditazione agisce sul cervello come una fontana di giovinezza.

Essa incrementa la materia grigia nelle regioni del cervello che sono collegate ad attenzione, concentrazione e memoria. In questo modo, contrasta attivamente stati di tensione e di esaurimento. Inoltre, non rafforza solo il cervello, ma anche i processi vitali del corpo. Insomma, il sistema immunitario funziona meglio, la pressione sanguigna diminuisce, aumenta l’attività degli enzimi.

Vi pare poco?

Poi, magari, meditare potrebbe anche aiutarci a capire meglio il mondo e noi stessi, ma quella è un’altra storia…

Fonte: visionealchemica

Riferimenti: [1] https://magazin.spiegel.de/epaper/start/index.html

[2] SPIEGEL TV - DER SPIEGEL

[3] Social Connections Drive the ‘Upward Spiral’ of Positive Emotions and Health

[4] Meditation für Skeptiker

Fonte: L’anima puo' modificare la struttura biologica del corpo e guarirlo

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