Claire
ἰοίην
Aria malata: l’Ue bacchetta Brescia
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La foto si riferisce ai primi giorni dello scorso mese di febbraio quando a Brescia sono stati toccati livelli di smog particolarmente elevati
Brescia nel mirino dell’Europa per i livelli di inquinamento. Non è la prima volta che la nostra città si trova sotto la lente dell’Ue, che però ora difronte alla persistenza di dati molto negativi provenienti da diverse zone del Bel Paese, e tra queste la provincia di Brescia, alza il tiro.
La Commissione europea ha invito all’Italia una lettera con un parere motivato, seconda fase della procedura di infrazione affinchè adotti, entro due mesi, misure appropriate per ridurre le emissioni di particolato Pm10. La Commissione ricorda che in Italia l'inquinamento da Pm10 è causato principalmente da emissioni connesse al consumo di energia elettrica e al riscaldamento, ai trasporti, all'industria e all'agricoltura. Ogni anno l'inquinamento da polveri sottili provoca nel Paese più di 66mila morti premature, rendendo l'Italia lo Stato membro «più colpito in termini di mortalità connessa al particolato», secondo le stime dell'Agenzia europea dell'ambiente.
TRA LE ZONE dove l’emergenza è tale da far ritenere all’Europa che occorra assolutamente un salto di qualità nelle strategie di contrasto c’è appunto Brescia, dove i superi giornalieri dei valori limite delle polveri sottili mettono a rischio la salute dei cittadini. Quello di Bruxelles è un ultimo avvertimento che riguarda 30 zone in tutto il territorio italiano, in cui dal 1 gennaio 2005, data dell'entrata in vigore dei valori limite giornalieri di polveri sottili in sospensione, si sono registrati superamenti dei «tetti». Una precedente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 2012 aveva già ritenuto l'Italia responsabile della violazione della legislazione Ue pertinente per gli anni 2006 e 2007. Per quanto riguarda il valore limite giornaliero, le 30 zone interessate sono situate nelle seguenti regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emil ia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia. L’avvertimento si riferisce inoltre ai superamenti del valore limite annuale in 9 zone: Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, due zone della Pianura padana lombarda, Torino e Valle del Sacco (Lazio). In caso di superamento dei valori limite, gli Stati membri sono tenuti ad adottare e attuare piani per la qualità dell'aria che stabiliscano misure atte a porvi rimedio nel più breve tempo possibile. Ma le misure legislative e amministrative finora adottate dall'Italia, conclude la Commissione, «non sono bastate a risolvere il problema».
NONOSTANTE l’obbligo per gli Stati membri di garantire una qualità dell'aria soddisfacente per i loro cittadini, sono ancora molte le zone in cui le concentrazioni di Pm10 continuano a rappresentare un problema. Un problema non solo italiano. La Commissione ha infatti avviato procedure di infrazione nei confronti di altri quindici Stati membri (Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria) e in due di questi casi (Bulgaria e Polonia) è stata adita la Corte di giustizia dell'Unione europea.
Ma situazioni di rischio sono legate anche ad altre sostanze inquinati presenti nell’atmosfera. La Commissione ha, infatti, intrapreso un’azione legale riguardante l'NO2 (diossido di nitrogeno) nei confronti di dodici Stati membri, attualmente oggetto di procedure d'infrazione. Anche tra questi figura l’Italia, oltre all’Austria, al Belgio, alla Danimarca, alla Francia, alla Germania, alla Polonia, al Portogallo, al Regno Unito, alla Repubblica ceca, alla Spagna e all'Ungheria.
Eugenio Barboglio
Ho letto stamattina sul gdb e spero che queste misure si prendano perché mi pare ci sia un certo immobilismo.

È un problema globale. Il solo Comune di Brescia può far poco. I Paesi europei citati come non a norma sono tanti...