dan24 ha scritto:
Mink.ia ... è brutto forte !!!
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Dan non so che capzo dirti se non masticarmi le mani per aver svenduto gli short sul roussel per entrare in queste baracche !!!!
Orco mondo mi stanno massacrando !!!!! ..... e questa non aiuta ....
La settimana del petrolio - notizia del 12/07/2004
Al NYMEX la settimana scorsa i contratti del petrolio sono tornati sopra i 40 dollari al barile, e gli analisti si chiedono se questa volta il prezzo resisterà sopra questa fondamentale barriera psicologica più a lungo dei 12 giorni fatti registrare tra fine maggio ed inizio giugno, quando il crude aveva raggiunto a $42,45 il picco massimo degli ultimi 21 anni.
I prezzi USA sono nuovamente risaliti dai minimi attorno ai $35,50 di fine giugno, a causa di una forte domanda interna e di una serie di interruzioni della produzione in Norvegia, Nigeria ed Iraq.
Dopo il salto di $1,25 di giovedì, il crude di agosto ha ceduto venerdì solo 37 cents, chiudendo a $39,96.
A dispetto dell’ alto livello dei prezzi, la domanda USA continua a superare ogni previsione. Secondo i dati diffusi dall’ E.I.A. (Energy Information Administration) – il braccio statistico del Dipartimento dell’ Energia USA – la domanda di prodotti petroliferi è cresciuta in giugno del 3,4%, toccando i 20,461 mbpd (milioni di barili/giorno). Dall’ inizio dell’ anno, la domanda è stata pari a 20,396 mbpd, con un incremento del 2,9%.
Sempre nel mese di giugno, le importazioni di prodotti petroliferi sono aumentate complessivamente di oltre il 3% rispetto allo stesso mese del 2003, ma le scorte non hanno subito variazioni significative, a conferma che i consumi sono superiori agli approvvigionamenti.
La domanda di benzina, in particolare, ha raggiunto i livelli record di 9,3 mbpd, mentre le scorte sono aumentate di solo un milione di barili, portandosi appena sopra i 206 milioni di barili; tutto questo malgrado gli elevati livelli di raffinazione e le importazioni che la scorsa settimana hanno raggiunto 1,3 mbpd, il secondo più alto valore medio settimanale di tutti i tempi.
In sostanza, gli USA registrano nel secondo trimestre 2004 il più alto incremento della domanda di petrolio (+3,8%) dalla fine del 1999; e questo proprio nel periodo in cui i prezzi hanno raggiunto i livelli più alti da oltre 20 anni.
L’ E.I.A. ha rivisto le previsioni sulla domanda interna per il 2004 e 2005, incrementandole rispettivamente di 2,4 e di 2,0 mbpd.
Allo stesso tempo, l’ E.I.A. ha rettificato le previsioni sulla crescita globale della produzione di petrolio per i prossimi due anni, riducendole a 1,2 mbpd contro le precedenti di 1,7 mbpd. Questa nuova valutazione deriva dai dubbi circa il futuro andamento della produzione nell’ ex Unione Sovietica, che negli ultimi 6 anni ha contribuito per più dei 2/3 dell’ incremento globale.
Con margini estremamente ridotti di ulteriori incrementi della produzione mondiale, qualsiasi interruzione inciderebbe pesantemente sull’ andamento di un mercato che già soffre per eccesso di domanda. D’ altra parte, con l’ OPEC che già estrae ai limiti delle proprie capacità, c’ è ben poco che il cartello possa fare per raffreddare i prezzi. Ali-al Naimi, ministro del petrolio saudita, ha dichiarato, in una recente intervista al quotidiano francese Liberation, che il suo paese sta producendo 9,1 mbpd, molto di più della quota ufficiale OPEC, e potrebbe arrivare fino a 10,5 mbpd; ma una maggior produzione non potrà garantire la diminuzione dei prezzi fintanto che il mercato si muoverà nella convinzione che esistano problemi di approvvigionamento.
Fimat, il gruppo francese di brokeraggio internazionale, ha fatto eco alle dichiarazioni del ministro, affermando che le preoccupazioni sulle forniture stanno vanificando i tentativi dell’ Arabia Saudita di raffreddare i prezzi; i mercati continuano a sottovalutare la realtà attuale degli approvvigionamenti nel timore di ipotetiche ulteriori interruzioni delle forniture.
L’ OPEC si riunirà il 21 luglio ed è ormai certo che verrà confermata la decisione di aumentare la produzione di altri 0,5 mbpd a partire dal 1° agosto. Nella stessa riunione verrà probabilmente discusso se innalzare il range ufficiale del prezzo del paniere di riferimento, portandolo dagli attuali 22-28 dollari a valori che riflettano più da vicino la situazione corrente.