Credo che questa guerra abbia messo in discussione qualsiasi idea che avessi prima.
Per una ragione in particolare: la portata delle sanzioni economiche varate e il conseguente massiccio rialzo dei prezzi di una marea di materie prime, più qualche effetto secondario.
A questo punto penso che si sia offerto un nuovo modo di gestire i problemi relativi al debito pubblico USA, similmente a quanto accadde durante e dopo la seconda guerra mondiale.
In quel periodo il tasso dei tbond fu ancorato attorno al 2,5% e contribuì ad abbattere il debito da oltre il 100% del PIL a poco meno del 50% nel giro di soli 10 anni.
Ovviamente ne fecero le spese i detentori di bond, trovandosi rendimenti reali ampiamente negativi e con punte di quasi il -15%.
Non fu necessario portare i rendimenti lunghi a zero, perché l'inflazione tanto si mangiava tutto comunque.
Se l'inflazione fosse al 2-3% allora i rendimenti dovrebbero scendere per far "sparire" il debito, ma con inflazione al 6-7% e oltre possono benissimo restare al 2-3%.
Sta pappardella per dire che a questo punto non penso che vedremo più i tbond ai livelli di marzo 2020, a meno che il problema dei prezzi delle materie prime non si riassorba del tutto, e potrebbero volerci ANNI.
E non consideriamo neanche il precedente del congelamento delle riserve in dollari della banca centrale russa, cosa che imho spingerà molti paesi a ripensare riguardo all'accumulo di dollari come unica o principale valuta di riserva. Se possono essere bloccati con un click della fed, è come non averli.
Sto valutando di chiudere la mia posizione sui tbond o comunque di ridurla di parecchio, rischia di essere un freno a mano (o peggio) per la performance del mio portafoglio, nonché fattore di rischio aggiunto all'azionario, invece che agire da mitigatore del rischio.