Tagli 2011: I politici fanno causa allo stato

farò anch'io denuncia allo stato che dopo 40 anni di lavoro mi aumentano gli anni per andare in pensione e se perdo vado a fare il delinquente perchè in italia piu sei un bastard piu ti amano
 

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rosaria binda lavatela che è ora

Bindi: "La sforbiciata?
Una scivolata del governo"


ROMA
Tagliare le indennità ai parlamentari? Sì, subito ed anche più della media europea. Con una operazione verità dalla quale si dimostra, come ha documentato il vostro giornale il 25 giugno scorso, che i parlamentari italiani costano di meno di quelli degli altri paesi europei. E poi bisogna intervenire anche sui trattamenti particolari di presidenti, vicepresidenti e presidenti di commissione. Distinguendo bene l’indennità personale dal costo dei servizi necessari. Poi però occorre restituire dignità al Parlamento, altrimenti è a rischio la qualità della nostra democrazia» dice la vicepresidente della Camera Rosy Bindi. Che definisce «una scivolata» l’articolo del decreto Salva-Italia sui compensi dei parlamentari. «Un errore che da un governo di competenti non ci si aspettava. E che paghiamo caro».

L’immagine che esce però, dopo questo dietro-front certamente corretto dal punto di vista tecnico, è che i politici vogliano sempre rinviare i tagli che li riguardano...
«E’ indubbio che questa norma non ha aiutato. Se qualcuno cerca di anticipare impropriamente, poi tutto risulta un rinvio».

E poi non era già stato deciso?
«Sì, con l’ultima manovra Berlusconi-Tremonti è stata istituita una commissione guidata dal presidente dell’Istat Giovannini incaricata di adeguare alla media europea i compensi di tutta la dirigenza del Paese, non solo dei politici. Norma sacrosanta. Che dovrebbe valere anche per i privati. Quanto a noi, visto che il Paese si trova in una situazione più critica rispetto al resto d’Europa, mi sentirei di aggiungere che una volta stabilita la media europea dovremmo fare qualcosa in più».

Dico una cosa cattiva: il governo sapeva e ha fatto una finta. Non si può pensare che non sapessero.
«Non voglio pensare male. Certo al governo le competenze non mancavano per sapere che sono i parlamenti che controllano i conti dei governi e non viceversa. E’ stata certamente una caduta di stile che è perdoniamo anche se in un momento come questo è grave. Ma non abbiamo nessuna intenzione di rinviare. Anzi sui vitalizi, la voce che dalle ricerche dei nostri questori risultava già chiaramente fuori dalla media europea, abbiamo giocato d’anticipo e siamo già intervenuti. E come presidente del Pd ricordo che questa era una delle nostre battaglie, perché in molte Regioni governate da noi il vitalizio è già stato abolito. Sia ben chiaro: si tratta di un intervento che non è a costo zero per tante persone, perché molti una volta finito il mandato si troveranno in una condizione non molto diversa da quella dei lavoratori messi oggi in mobilità che non possono arrivare alla pensione. Persone che ha fatto politica da sempre e non hanno una professione, altri che hanno dovuto trascurare il loro lavoro, politici che una volta tornati a casa dovranno vivere con lo stipendio della moglie. Non posso fare nomi e cognomi, ma per molti di loro non stiamo parlando del superfluo, ma dell’essenziale della vita. Poi devo ricordare che l’indennità dei deputati non è più indicizzata dal 2001, da quando era presidente Casini. Mentre in questa legislatura, dall’inizio del 2008, abbiamo tolto 500 euro dalla diaria, 500 dal rimborso del cosiddetto rapporto con gli elettori e altri 500 dall’indennità. Il totale fa 1500 euro al mese. Dovuti».


Insomma avete “già dato”?
«No, non abbiamo già dato. Dobbiamo ancora dare. Però attenzione perché se dovessimo adeguarci alla media europea, per effetto dei compensi ai collaboratori che in Europa sono più alti, noi costeremmo di più».

Bel paradosso. Come se ne esce?
«Bisogna imboccare una strada obiettiva, come è già stato indicato in un ordine del giorno che abbiamo approvato: bisogna attribuire al parlamentare una indennità dignitosa, magari accompagnata da una diaria che consenta di vivere a Roma e sollevarlo dal costo dei servizi: segreterie, collaboratori e tutto il resto dovrebbe essere a carico delle istituzioni. In maniera sobria e trasparente».

Il clima che si è creato nel Paese la preoccupa?
«E’ iniziato un percorso che porta alla delegittimazione della politica ma soprattutto del Parlamento. Ed in tutto questo ci vedo un pericolo per la democrazia del Paese, perché ogni volta che è stata attaccata la vita parlamentare c’è sempre stato un affievolimento delle garanzie democratiche. Ma se fossimo percepiti utili alla vita del paese probabilmente l’opinione pubblica non sarebbe così insofferente per le nostre indennità».

E come si esce da questa spirale?
«Bisogna cambiare la legge elettorale, ridurre il numero dei parlamentari, e poi introdurre regole che ci difendano dagli Scilipoti e dalle compravendite dei deputati, dagli strani modi con cui una persona viene candidata. Insomma bisogna fare il possibile per ristabilire la dignità dell’istituzione, perché avanti di questo passo non cambia se lo sbocco è una dittatura populista o l’affermazione di una tecnocrazia».

E’ questo il rischio?
«Si, perché sotto attacco non sono questo o quel governo, che ha fatto questa o quella scelta, ma genericamente il Parlamento e la politica. E così alla fine si indebolisce la vita democratica del Paese».
 
si dovrebbe avere il pelo sullo stomaco e avere il coraggio di andare a prenderi a casa
e sgozzarli
uno per uno
Purtroppo Tontolina, loro sono forti del fatto che gli italiani mai lo faranno e loro potranno continuare a farsi i beati ca....i loro. Lo sanno e ci sguazzano.
Se non si va giù di brutto, non cambierà nulla. L'italiano urla sbraita etc. ma poi rimane a casetta sua al calduccio!!!!
CIao
 
Purtroppo Tontolina, loro sono forti del fatto che gli italiani mai lo faranno e loro potranno continuare a farsi i beati ca....i loro. Lo sanno e ci sguazzano.
Se non si va giù di brutto, non cambierà nulla. L'italiano urla sbraita etc. ma poi rimane a casetta sua al calduccio!!!!
CIao
in fodo questi pollitici ben li rappresentano...........quindi silenzio
 
Mentre la borsa crolla e l'economia muore, i politici pensano alla penzione:lol::lol::lol::lol::lol:



LE PENSIONI DEGLI ONOREVOLI / BOCCIA: STANNO FACENDO PAGARE TUTTO AI PIÙ GIOVANI
Vitalizi dei parlamentari, protesta bipartisan
L'idea: dimissioni prima che cambino le regole
E c'è l'ipotesi di fare causa allo Stato. Mazzocchi (Pdl): si può vincere, non si cambiano le regole in corsa


ROMA - «A me della pensione non frega niente, ma l'operazione deve iniziare dal 1945, perché chi propone i tagli è in Parlamento da decenni...». :lol: Contro il taglio dei vitalizi è rivolta bipartisan e, alla buvette di Montecitorio, Massimo Calearo dà voce alla rabbia dei colleghi. Ma intanto l'onorevole Antonio Borghesi dell'Idv lancia un sasso nelle acque già agitate della polemica: «Più che una mannaia questa riforma è un temperino, che nell'immediato rischia di costare più di prima ai contribuenti». :lol: Sì, perché dai calcoli del vice capogruppo dipietrista la quota di contributi a carico della Camera costerà qualcosa come 25 milioni l'anno «a carico del Parlamento».

La sforbiciata non è ancora deliberata, ma la Casta protesta. I più furiosi contro la decisione di Fini e Schifani di alzare l'età pensionabile e passare al sistema contributivo, sono quei parlamentari che hanno digerito a fatica l'arrivo del governo tecnico. E dunque ex An ed ex forzisti della prima ora. Ma anche i democratici sono in subbuglio, tanto che Dario Franceschini stoppa la tentazione di chi medita di dimettersi per non rinviare la pensione: «Se qualcuno pensa di ricorrere a una furbizia del genere, basta che l'Aula gli respinga le dimissioni». :lol:

Eppure il tema dell'addio di massa dal Parlamento ha tenuto banco per tutto il giorno, tra Camera e Senato. Renzo Lusetti, ex pd ora nell'Udc: «Non lo farò, ma a me, che ho 53 anni, converrebbe lasciare lo scranno oggi stesso, altrimenti il vitalizio lo prenderò a 60 anni». :lol: Molti studiano il modo di presentare ricorso e secondo il questore Antonio Mazzocchi, avvocato e deputato del Pdl, con buone speranze di spuntarla: «Se le regole cambiano in corsa e un deputato fa causa allo Stato, credo che possa vincere». Alle 11,30 la questione verrà discussa in un vertice tra i questori e i rappresentanti dei partiti, deputati esperti di previdenza come Cazzola (Pdl), Gnecchi (Pd) e Galletti (Udc). Sarà battaglia, c'è da giurarci. «Mazzocchi parla a titolo personale - prende le distanze il questore Gabriele Albonetti, del Pd -. Alla riunione con Fini, Schifani e il ministro Fornero, anche lui ha dato il suo assenso. L'innalzamento dell'età e il contributivo sono decisioni prese e indietro non si torna».

Alessandra Mussolini, del Pdl, è pronta ai sacrifici, se prima però i membri del governo Monti «forniscono informazioni sui loro conflitti di interessi». :) Francesco Boccia, del Pd, si scaglia contro le «discriminazioni» dei più giovani: «Siamo furibondi. Fini e Schifani non pensino di fare questa operazione sulla testa delle nuove generazioni». :D Sono in ansia i deputati di lungo corso e lo sono soprattutto i nuovi eletti, perché con il contributivo il loro vitalizio è destinato a ridursi. Mario Pepe, ex Popolo e territorio, è fuori di sé: «Ridurre deputati e senatori alla fame vuol dire rendere il Parlamento schiavo dei poteri forti». Alla fame, onorevole? «Sì, perché se a uno come Bertinotti gli togliete il vitalizio, cosa gli resta?». Parole grosse, che però rendono il clima. Al Senato c'è una fronda di irriducibili. Una riunione dei capigruppo che doveva finire a tempo di record è durata due ore e mezzo, perché gli animi erano arroventati per via dei vitalizi. Luigi Lusi, del Pd, è intervenuto contro la «giungla previdenziale» e ha proposto la creazione di un apposito fondo, che riguardi «tutti gli organi costituzionali». Oltre ai parlamentari, quindi, anche i ministri e i sottosegretari.


Monica Guerzoni Vitalizi dei parlamentari, protesta bipartisan L'idea: dimissioni prima che cambino le regole - Corriere della Sera
1 dicembre 2011 | 7:30




mhaaa ... anche se 14.000 sono davvero troppi se paragonati con l'estero ...avessero fatto qualcosa di buono
che so come in america btp a 150 naltropo germania a 140
Un paese sotto sopra e pretendono pure. L'altro al capo di finmecc al centro si scandali mazzette ecc gli danno pure la liquidaz. Azzeratela mediante compensazione (ex danni patrimoniali all'azienda). Va bhe anzi va male :(
 
Ma quali tagli: gli stipendi dei parlamentari aumenteranno

di: WSI Pubblicato il 14 dicembre 2011| Ora 12:29

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Antonio Mazzocchi, uno dei tre questore alla Camera, riceve 3.600 euro di rimborso per le spese di soggiorno a Roma.



Roma - E' sfuggita a molti, ma l'ultima intervista a Antonio Mazzocchi, il questore del Pdl che riceve in uso gratuito l'attico sopra la sede parlamentare di Palazzo Marini e prende al tempo stesso 3.600 euro mensili di rimborso per le spese di soggiorno a Roma, e' una pura confessione pubblica della strategia che la "casta" dei politici mettera' in campo per impedire un taglio degli stipendi parlamentari.

Mentre i media italiani discutono da giorni del passaggio dal governo al parlamento del provvedimento sull'adeguamento alla media europea dei salari di deputati e senatori, Mazzocchi ha pronta la soluzione al "problema".

In una conversazione con il quotidiano romano Il Tempo uno dei tre questori della Camera svela il trucco: "Negli altri paesi europei i deputati costano di piu' che in Italia. Abbiamo gia' ridotto il vitalizio e già ci siamo levati mille euro al mese dallo stipendio. Ma quale casta! I parlamentari italiani costano meno che nel resto d'Europa".

Dopo le piccole riduzioni applicate a fine settembre scorso, per quanto riguarda i deputati lo stipendio base, che viene indicato come indennita', ammonta a 5.246,97 euro netti al mese, che scendono a 5.007,36 per chi svolge un’altra attività lavorativa. Se il deputato versa la quota aggiuntiva per la reversibilita' dell’assegno vitalizio (ossia per far percepire il trattamento al proprio coniuge in caso di morte), allora l’indennita' netta scende rispettivamente a 4.995,34 e a 4.755,73 euro.

Questi importi non conteggiano le tasse locali, che mediamente incidono per circa 250 euro al mese. E' prevista poi una riduzione del 10% per la parte del reddito che supera i 90 mila euro lordi all’anno e del 20% sopra i 150 mila euro. Ma ci sono poi altre voci che fanno lievitare la busta paga, come la diaria e il rimborso spese. Che nel caso di Mazzocchi e' pari a 3.600 euro per il soggiorno a Roma.


Ecco il testo integrale dell'intervista a Mazzocchi:

Onorevole Mazzocchi, anche questa volta gli stipendi dei parlamentari si salvano.

«Voglio sfatare un mito. Un deputato italiano costa allo Stato 20 mila euro al mese, uno francese 23 mila. Stessa cifra per tedeschi o inglesi. La differenza è che a un parlamentare che vive fuori Parigi, la Francia gli paga casa, studio e ben due assistenti. Da noi, invece, i soldi vengono dati direttamente agli onorevoli». Dunque il taglio dell'indennità è un falso problema. «La nostra indennità è già in linea con quella dei parlamentari degli altri Paesi europei».

Solo demagogia e antipolitica?

«La demagogia c'è perché gli elettori non vedono una classe politica qualificata. Nella Prima Repubblica i costi erano anche maggiori ma nessuno ha mai protestato. Adesso si esagera. Non vorrei che si compromettesse la democrazia e che in Parlamento entrassero soltanto gli industriali».

Torniamo ai soldi. L'indennità sarà anche meno di 5 mila euro ma poi c'è tutto il resto che porta la vostra paga mensile a 12 mila euro...

«Alcuni servizi la Camera dovrebbe gestirli direttamente».

Come i soldi per l'assistente parlamentare? Sono 4 mila euro che vanno nelle tasche di ogni deputato, ma soltanto pochissimi li «girano» tutti alla segreteria.

«Lo so. Alcuni deputati danno pochissimi soldi ai loro collaboratori».

E poi, scusi, ma ha senso assegnare quasi 4 mila euro al mese a ogni onorevole per il «rapporto eletto-elettore» se c'è una legge elettorale senza collegi?

«È così. Ora i deputati sono nominati. Certo se cambiasse la legge sarebbe diverso. Per questo dico che alcune voci le dovrebbe gestire la Camera. Potremmo anche rimborsare i deputati soltanto dopo la presentazione delle ricevute».

Ci sarebbero anche i soldi trasferiti ai partiti...

«Una parte dei contributi ai partiti si possono tagliare, si tratta di milioni di euro».

Ma lo stipendio no.

«Si può fare tutto, ma già ci siamo levati mille euro al mese e abbiamo bloccato gli aumenti dei nostri stipendi, che sono equiparati a quelli del presidente di Sezione della Corte di Cassazione. Inoltre abbiamo abolito i vitalizi. La decisione ufficiale arriverà il 14 dicembre. In ogni caso dal 1° gennaio 2012 si passerà al sistema contributivo».

Abbasserete gli stipendi ai dipendenti di Camera e Senato?

«Devono essere equiparati a quelli della pubblica amministrazione, con il riconoscimento della specificità, ma vanno ridotti».
 

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