Terna (TRN) TASSA del TUBO

gastone ha scritto:
Finanziaria: se fossero tassati tutti i ''tubi''... A cura di



JOURNAL - 16:47 - 13 Ottobre 2005


Snam e Terna hanno trovato oggi un alleato in Guglielmo Epifani. Il segretario della Cgil ha bocciato il provvedimento e ha aggiunto che secondo lui “la tassa sul tubo si scaricherà sui cittadini”.

www.websim.it
come minimo!
Berluskino aveva promesso di non aumentare le tariffe dell'energia
e Tremonti aumenta la tassa sul trasporto energetico...


come dire....."stiamo discutendo su come ridurre le accise.... ma nel frattempo alziamo la tassa sul trasporto energetico..."
bel governo di filippa
siamo nel profondo medioevo :evil:
 
gastone ha scritto:
Finanziaria: se fossero tassati tutti i ''tubi''... A cura di



JOURNAL - 16:47 - 13 Ottobre 2005


Se la vituperata “tassa sul tubo” venisse ripartita sulle reti elettriche e dell’energia di tutti gli operatori del settore, Terna accuserebbe nel prossimo triennio una decurtazione degli utili del 75% e Snam del 50%. Il taglio sarebbe pesante ma non così disastroso per Italgas (-25%). Tra le utility locali, le più colpite sarebbero Amga (-10%) ed Hera (-9%), meno dolorosi gli effetti per Edison (-6%) e per Enel (-6%).



In attesa di conoscere le decisioni del Consiglio dei ministri che oggi discuterà anche di questo tema, un analista ha provato a calcolare cosa potrebbe succedere al conto economico delle società quotate coinvolte. La simulazione prende per buone le ultime dichiarazioni del ministro dell’Economia Giulio Tremonti e di conseguenza ipotizza che l’obiettivo sia di raccogliere 2,5 miliardi di euro in tre anni e che gli asset sottoposti a imposizione siano le reti dell’energia, sia quelle di trasporto, sia quelle di distribuzione.


Terna si ritroverebbe a pagare l’anno prossimo e quello successivo 216 milioni di euro, 243 milioni nel 2008. Snam dovrebbe versare all’erario 235 milioni l’anno e a partire dal 2008 arriverebbe a 264 milioni di euro. Enel sarebbe chiamata a contribuire all’abbassamento del deficit di bilancio dell’Italia, inizialmente con 166 milioni di euro e successivamente con 187 milioni di euro: per l’ex monopolista elettrico l’erosione dell’utile sarebbe minore perché l’azienda ha altre aree di business al riparo dalle incursioni del Fisco.


Tra le ex-municipalizzate, le più colpite sono quelle presenti in forza nell’attività della distribuzione, sia del gas che dell’elettricità, come per esempio Hera, che dovrebbe versare 12,2 milioni di euro nel 2006-2007 e 13,7 milioni di euro nel 2008.



L’effetto sarebbe tremendo soprattutto per le due società del trasporto, Snam e Terna. La Borsa però, non ha penalizzato in modo severo i due titoli: dal 28 settembre a oggi Snam ha perso il 7% e Terna, che pure sarebbe di gran lunga la più colpita dal provvedimento, soltanto il 9%. Nello stesso periodo l’indice Stoxx delle utility europee è arretrato del 4%. Il confronto tra questi andamenti permette di dire che sul mercato prevale l’idea di un esito finale non troppo doloroso per le società.

“Riteniamo improbabile che la tassa possa essere applicata in questa formulazione: se lo fosse, prosciugherebbe del 100% gli utili attesi da Terna nel 2006 e renderebbe antieconomico l’investimento nelle società di trasmissione elettrica per il capitale privato”, scrivevano ieri gli analisti di Goldman Sachs in uno studio.


Se con questa manovra il governo potesse riuscire a far entrare soldi in cassa senza altri problemi da gestire se non le lamentele delle due società, la partita si potrebbe ritenere chiusa. Il problema, per il ministro dell’Economia Giulio Tremonti è la perdita di valore che questo provvedimento causa: una distruzione che si rivolge contro lo stesso Tesoro, intenzionato a cedere quote delle due società e ovviamente interessato a incassare il massimo possibile.

L’obiettivo politico del Tesoro, il far partecipare anche i cittadini contribuenti al banchetto dei maxi profitti generati nel corso degli anni da queste società, si scontra con altre ragioni di opportunità di bilancio ed è probabile che alla fine si possa arrivare a un compromesso: è stato lo stesso Tremonti a dare il via per primo alla marcia indietro quando ha detto che il governo presenterà alcuni emendamenti sul provvedimento in questione.



Anche se il ministro ha escluso la possibilità che le tasse possano essere trasferite nelle tariffe, alla fine, l’esito più probabile dovrebbe essere proprio questo. Le società, in via riservata, stanno tranquillizzando gli investitori ricordando che dall’Autorità hanno già avuto rassicurazioni su un ribaltamento degli effetti sugli utilizzatori della rete.

Snam e Terna hanno trovato oggi un alleato in Guglielmo Epifani. Il segretario della Cgil ha bocciato il provvedimento e ha aggiunto che secondo lui “la tassa sul tubo si scaricherà sui cittadini”.

www.websim.it

Credo sia più giusto rapportare le cifre della tubatax così ricalcolate sugli utili prima delle imposte (come risultano dai bilanci 2004). In tal modo l'incidenza del balzello per l'anno 2006 sarebbe del 53% per Terna e del 28% per Snam.
Soprattutto per quest'ultima, dunque, la decurtazione degli utili sarebbe sì notevole, ma non così disastrosa da mettere in pericolo la redditività dell'impresa. Elevando il pay-out al 90% (non si vede il motivo di ricostituire le riserve che si è deciso di distribuire fra poco con il maxi-dividendo straordinario) Snam potrebbe continuare a dare un dividendo ordinario vicino ai 20 €cent con un rendimento netto del 5% ai prezzi attuali, decurtati ovviamente del div. straord.
Direi non male...
 
terna

tontolina ha scritto:
Terna e Snam sono passate in positivo


si vede che qualcuno ha cominciato a fare i conti e a rinfacciare la tassa del tubo inquinante :rolleyes:


di norma mi sono quasi sempre disinteressata di politica.....
ma da quando cerco personalmente di investire i miei risparmi
mi sono accorta come i politicanti influiscano...

e questi che abbiamo fanno davvero schifo...

di noi proprio non gliene frega niente....





NON SAPEVO CHE GLI ANARCHICI GIOCANO IN BORSA.QUESTA X ME E'NUOVA!
 
Re: terna

1951 ha scritto:
tontolina ha scritto:
Terna e Snam sono passate in positivo


si vede che qualcuno ha cominciato a fare i conti e a rinfacciare la tassa del tubo inquinante :rolleyes:


di norma mi sono quasi sempre disinteressata di politica.....
ma da quando cerco personalmente di investire i miei risparmi
mi sono accorta come i politicanti influiscano...

e questi che abbiamo fanno davvero schifo...

di noi proprio non gliene frega niente....





NON SAPEVO CHE GLI ANARCHICI GIOCANO IN BORSA.QUESTA X ME E'NUOVA!
vedi?
basta vievere un giorno in più che impari sempre qualcosa......

comunque ora se vuoi puoi sempre fare una ricerca in merito al concetto di anarchia.... e potrai scoprire che non vi è relazione con l'investimento in borsa...
e poi vorrei farti notare (proprio a te che usi GIOCO in borsa) che i due eventi sono incompatibili ed indipendenti perchè la loro intersezione insiemistica dà come risultato l'insieme vuoto


ciao nè :P
continua a scrivere su IO
fa piacere che tu abbia cominciato proprio oggi, sottolineando una mia posizione sociale
ma ti sei iscritto solo per quello? :eek:

NON SARAI FANTOZZI vero? :-D :smile: :-D :smile: :-D :smile:
 
Roma, 13:12

FINANZIARIA, VIA LA TASSA SUL TUBO
La tassa sul tubo 'esce' dalla legge finanziaria. Sarebbe questo l'orientamento del governo che punterebbe a varare un decreto correttivo che prevedera', al suo posto, una revisione degli ammortamenti delle aziende energetiche. La norma servira' a sopperire al mancato gettito previsto dalla tassa sul tubo, e che ammonta a 800 mln per il 2006. In pratica, il governo potrebbe decidere per una rimodulazione dei beni strumentali per il trasporto e la distribuzione di gas naturale e di elettricita'.



ora tremonti e i suoi amici possono ricoprirsi gli short.... :rolleyes:
 
Roma, 14:09

FINANZIARIA: TREMONTI, NON C'E' PIU' TASSA SUL TUBO
La finanziaria non prevedera' piu' la tassa sul tubo. Lo ha confermato il ministro dell'economia Giulio Tremonti, spiegando che al suo posto ci sara' una rimodulazione degli ammortamenti delle aziende energetiche che non si trattera' di "una nuova imposta ma dell'eliminazione di un privilegio, un'anomalia. Entrera' a regime - ha aggiunto Tremonti - con questo decreto o come emendamento sostitutivo in finanziaria".


:lol: :lol: :lol: :lol: :rolleyes:
 
ricpast ha scritto:
Roma, 14:09

FINANZIARIA: TREMONTI, NON C'E' PIU' TASSA SUL TUBO
La finanziaria non prevedera' piu' la tassa sul tubo. Lo ha confermato il ministro dell'economia Giulio Tremonti, spiegando che al suo posto ci sara' una rimodulazione degli ammortamenti delle aziende energetiche che non si trattera' di "una nuova imposta ma dell'eliminazione di un privilegio, un'anomalia. Entrera' a regime - ha aggiunto Tremonti - con questo decreto o come emendamento sostitutivo in finanziaria".


:lol: :lol: :lol: :lol: :rolleyes:
infatti
sembrava apputno che ENi-Enel-snam-terna avessero fatto un'overdose di testosterone


heilà
come salgono....
 
Piazza Affari chiude in rialzo, utility in fibrillazione

14-10-2005 17:50



Seduta sull'ottovolante per piazza Affari. Gli indici, dopo un avvio in rialzo e una flessione a metà giornata, hanno chiuso la settimana in progresso. L'S&P/Mib ha registrato un rialzo dello +0,45%% a 33.214 punti e il Mibtel dello 0,35% a 25.524 punti. Poco sopra la parità anche i principali indici dei mercati del Vecchio Continente. Complessivamente i dati macroeconomici provenienti dagli Stati Uniti, tra cui i più importanti l'inflazione (a +1,2% contro il consensus a 0,9%) e l'indice Michigan (a 75,4 contro i 79 del consensus), non hanno pesato più di tanto.

In luce ancora una volta il comparto energetico. Snam (1,68% a 4,65 euro), Terna (+2,24% a 2,05 euro) e Enel (+0,5% a 6,79 euro) sono letteralmente schizzate al rialzo dopo che il Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha reso noto che nel testo della Finanziaria per il 2006 non ci sarà più la tassa sul tubo. Il Ministro ha spiegato poi che al suo posto ci sarà una rimodulazione degli ammortamenti delle aziende energetiche: non si tratterà di "una nuova imposta ma dell'eliminazione di un privilegio". Secondo gli analisti interpellati da Mf Online però il rimbalzo di oggi è eccessivo considerato che la tassa è stata sostituita da un'altra misura che genererà pari gettito e andrà a colpire gli stessi soggetti.

Intanto Dresdner Kleinwort Wasserstein ha alzato il target price su Enel a 7,2 da 7,1 euro, confermando a hold (mantenere in portafoglio) il rating. Seduta positiva per i bancari. Il comparto ha registrato, infatti, la prestazione in miglioramento di Bnl (+0,71 a 2,69) sulla quale l'opa di Unipol è portata avanti, anche in considerazione del fatto che Mps (+0,43%, 3,71 euro) e Holmo hanno prolungato l'accordo parasociale fino al 15 aprile 2006 in Finsoe (la finanziaria che controlla la maggioranza di Unipol).

Comincia però a circolare la voce che il Bbva stia pensando di rilanciare l'offerta su via Veneto con 2,9 euro per azione, ovvero il 16% in più rispetto alla sua offerta originaria di 2,5 euro. Su Mps è stato anche detto che secondo alcune indiscrezioni l'attuale Ceo di Bpu (-0,76%), Giampiero Auletta, potrebbe diventare amministratore delegato dell'istituto senese.

In luce Fideuram (+0,43%), la Pop di Verona e Novara (+0,26%), Capitalia (+1,22%) e Unicredit (+0,38%). L'Ad di piazza Cordusio, Alessandro Profumo, ha spiegato che "non è stata mai valutata la cessione di Locat. E quindi non abbiamo dato alcun mandato a banche d'affari. Evidentemente la forza della nostra società di leasing, di gran lunga la prima in Italia, dà sempre più fastidio ai suoi concorrenti che non trovano di meglio da fare che mettere in giro voci infondate".

D'altro canto il presidente del medesimo gruppo, Carlo Salvatori, ha ritenuto che "in futuro sia difficile che banche e assicurazioni procedano per campi separati. C'è una convergenza naturale", aggiungendo che "già oggi stiamo investendo nelle assicurazioni. Riteniamo il mercato assicurativo un complemento fondamentale". In merito alle partnership con Aviva e Allianz, il presidente di Unicredito ha precisato che "funzionano molto bene, continueremo a lavorare con questi operatori".

Sempre tra gli istituti di credito, è andata bene anche Intesa (+1,59%), che secondo quanto riportato dal Financial Times Deutschland, sarebbe pronta a fare un'offerta per Bcr. Intesa del resto ha sempre affermato di essere in lizza per la privatizzazione di Bcr. Stando alle indiscrezioni di mercato, il prezzo richiesto per Bcr è intorno ai 4,9 miliardi, ovvero 4,9 volte il Book Value. Intesa dovrebbe mettere sul piatto 2 miliardi di euro per il 61,9% di Bcr (3,2 volte il Book Value).

Infine, poco sopra la parità Ras (+0,08%), il cui Cda ha ritenuto congrui i corrispettivi offerti da Allianz nell'ambito dell'offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria sulle azioni ordinarie Ras (19,00 euro per azione) e sulle risparmio (55 euro per azione). A tale conclusione il Cda è pervenuto anche sulla base dell'ampia analisi e supporto del consulente finanziario Merrill Lynch International.

Sempre tra i titoli dell'S&P/Mib, seduta in ascesa anche per STM (+2,06%, 13,97 euro) che è salita insieme a tutto il resto del settore tecnologico europeo e soprattutto agli altri costruttori di chip. Va sottolineato che il titolo è salito nonostante il direttore generale di Finmeccanica, Giorgio Zappa, abbia dichiarato stamattina che il 6% di STM posseduto dalla sua azienda non è strategico e può essere venduto se dovesse ravvisarsi la necessità di finanziare nuove iniziative industriali nel core business di Finmeccanica (+1,13%).

Per quanto riguarda quest'ultima, invece, da segnalare CdM odierno ha definitivamente approvato il Piano Italiano per la crescita e lo sviluppo nel quale si fa presente che dal decreto taglia spese sono escluse, per quanto riguarda il bilancio dello Stato, "le spese obbligatorie, quelle che riguardano i comparti difesa, sicurezza e soccorso. Sul fronte degli Enti pubblici non territoriali, il provvedimento non riguarda le aziende sanitarie e ospedaliere, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico" nonché altre strutture mediche e scolastiche.

Bene anche Luxottica (1,06%) che ringrazia il dollaro. Con il 70% dei ricavi in moneta Usa, il rialzo del biglietto verde ha un impatto molto forte sui conti del gruppo. Passando ai tmt, invece, si sono registrati andamenti misti. In merito il presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò ha assicurato che saranno assegnate entro la fine dell'anno dall'Authority per le tlc le frequenze del servizio Wi-Max. "La questione", ha aggiunto, "andrà all'esame del consiglio entro un mese e mezzo. Ed entro fine anno ci sarà l'assegnazione delle frequenze. La ripartizione alle varie società la farà però il Ministero" delle Comunicazioni.

In particolare tra i titoli di questo comparto a segnalare flessioni è stata Tiscali (-0,28%). Sergio Cellini, presidente e Ad di Tiscali Italia, ha smentito qualsiasi trattativa in corso per la cessione della società. Il manager ha spiegato che è "inevitabile che faccia gola" un gruppo che ha avviato un processo di risanamento e che ha fatto segnare per la prima volta un utile. Lo stesso Cellini poi ha annunciato di aver depositato al Tribunale civile di Roma una richiesta di provvedimento d'urgenza per chiedere il rispetto da parte di Telecom (-0,15%), ex monopolista, di una delibera (59/2005) dell'Authority per le tlc che sancisce la migrazione automatica dei clienti su larga banda agli operatori concorrenti.

Telecom, da parte sua, secondo quanto affermato da Sergio Giovanni Fogli, responsabile degli affari regolamentari del gruppo, ritiene che ci sia un "problema di codice civile" e che sia necessario il "rispetto della volontà del cliente". Il manager ha spiegato di aver "sottoposto
all'Authority il problema di come applicare la delibera, chiedendo norme attuative". Anche Fastweb (+1,99%) ha richiesto a Telecom l'applicazione della delibera, ma al momento non ha adito le vie legali.

Per quanto riguarda gli editoriali da segnalare che la Procura di Roma ha disposto nuove acquisizioni di documenti nell'ambito delle indagini sulla scalata a Rcs (+1,69%). Nell'inchiesta è indagato l'immobiliarista Stefano Ricucci per false comunicazioni e ostacolo all'autorità di vigilanza. Secondo quanto si apprende, il procuratore aggiunto Achille Toro ed i pm Rodolfo Sabelli e Giuseppe Cascini hanno dato delega alla Guardia di Finanza per acquisire nuova documentazione in relazione ad alcune operazioni effettuate da Magiste, la società finanziaria che fa capo allo stesso Ricucci.

Nel frattempo, per un difetto di notifica è stato rinviato al 27 aprile prossimo il processo in cui l'immobiliarista è imputato per truffa e calunnia ai danni del cognato Francesco Bellocchi, ex direttore amministrativo di Magiste. Sul Midex, il Cda di Alitalia ha approvato un nuovo aggiornamento del piano industriale 2005-2008 confermandone gli obiettivi di redditività precedentemente comunicati al mercato.

Beni Stabili (-1,78%) ha comunicato di aver perfezionato il preliminare di vendita di un immobile sito a Torino, vincolato al patrimonio Securfondo. La vendita ha riguardato unità immobiliari ad uso ufficio con annesse aree pertinenziali. Il rogito dell'immobile dovrà avvenire entro e non oltre il prossimo 16 dicembre al prezzo di 2,35 milioni. L'acquirente è un privato che non ha alcun legame con il gruppo.

Tra le small cap I Grandi Viaggi (-0,50%) e Parmatour in amministrazione straordinaria hanno siglato un contratto preliminare di compravendita relativo alla cessione del ramo d'azienda Villaggi e del ramo d'azienda Intermediazione di Parmatour. In base all'accordo Grandi Viaggi verserà all'amministrazione straordinaria 12,5 milioni di euro e si accollerà i debiti verso terzi delle società estere facenti capo a Parmatour per un importo di circa 1,5 milioni. Per tale operazione la società farà ricorso alla propria liquidità. Il corrispettivo verrà versato al perfezionamento dell'operazione che avverrà con la firma del contratto definitivo, prevista entro il 15 dicembre prossimo.

Per quanto riguarda invece Parmalat (-0,53%), Granarolo ha dato il via alproprio riassetto in vista di un'offerta sulla società parmense. Il gruppo bolognese ha cominciato con la chiusura della Centrale del Latte di Rimini e la vendita dello stabilimento Merlo di Alessandria. In più, secondo Mf, vi sono progetti di ristrutturazione per lo stabilimento che produce yogurt a Castel san Pietro (Bologna) e per quello di Pittinicchio (dove si producono le mozzarelle).

Sempre tra quelle a minore capitalizzazione è crollata poi Isagro per il terzo giorno consecutivo. Il titolo del gruppo agro-farmaceutico, per gran parte della seduta sospeso per eccesso di ribasso, ha chiuso in calo del 14,97% a 9,84 euro. Dall'inizio dell'anno il gruppo guidato da Giorgio Basile ha guadagnato il 75%, ma ora che la barca sta affondando sono in molti a cercare una via di fuga.

Nicola Capodanno
 
Tassa del tubo: gli sviluppi su Terna e Snam sotto la lente di Bca Leonardo
(17/10/2005 9.40.14)

MILANO (Finanza.com) - La tassa sul tubo è stata cancellata dalla bozza della legge finanziaria. Non ci sarà un'addizionale sui profitti delle reti di trasporto di elettricità e gas, ma una rimodulazione degli ammortamenti riconosciuti a fini fiscali a tutte le società della filiera trasporto-distribuzione dell'energia: Terna, Snam Rete Gas e le municipalizzate. "Il riallineamento corregge un regime fiscale più favorevole rispetto alle altre imprese, allineando la tempistica della deducibilità fiscale degli ammortamenti dei beni materiali e strumentali a quella regolatoria", commentano nella nota uscita oggi e raccolta da Finanza.com gli analisti di Banca Leonardo. Terna e Snam, come sottolineano gli esperti, si divideranno circa metà dell'onere con gli altri destinatari del provvedimento, cioè i distributori di energia. Dunque cosa succede ora sui conti delle due tribolate società? "Nell'ipotesi di totale riallineamento delle aliquote fiscali rispetto a quelle economico-tecniche, secondo le nostre stime l'impatto per Terna sarebbe di 63,2 milioni nel 2005, 65,18 milioni nel 2006 e 63,16 milioni nel 2007. Per Snam l'impatto sarebbe invece di 279 milioni, 311 milioni e 319 milioni rispettivamente. Sempre nel worst case scenario, l'annullamento del tax shield nella nostra somma delle parti, pari a 268 milioni per Terna e a 516 milioni per Snam, determinerebbe un abbassamento del nostro target price a 2,11 euro per Terna e a 4,8 euro per Snam", rispondono nel report gli esperti della banca milanese.
 

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