tassi europei e banche centrali (5 lettori)

tontolina

Forumer storico
Obbligazioni Strutturate: perchè ci sarà una crisi finaziaria
Reports

Analisi al 7 Settembre 2007.

Il problema è che parliamo di centinaia di miliardi. Finora "non è successo niente" di grave, 30 società non bancarie di credito immobiliare piccole in america sono fallite, due banche tedesche piccole sono state salvate e 8-10 fondi e fondi hedge hanno dovuto chiudere o congelare i riscatti liquidando. Le cifre totali coinvolte di perdite accertate sono tipo 50 miliardi in questi fondi, banche e società di credito. Ciononostante c'è stata un oscillazione del -12% medio sulle borse (eccetto la cinese) con punte del -20% su alcuni indici tipo sudamerica e anche dei -15% in Europa. Insomma con 50 miliardi di perdite, forse 70 le borse hanno perso 1.5000 miliardi di capitalizzazione (ora recuperata per metà).

Allora.
Ci sono hedge fund, quelli che operano sul debito e non sulle azioni, con 300 miliardi di dollari di capitale che hanno preso a prestito altri 1.500 miliardi (minimo) con cui hanno comprato da 6.000 a 9.000 miliardi di debito (sono stime), di cui almeno 1.500 sono transazioni con rischio, diciamo debito classificabile da A a BBB, cioè debito che può perdere un -10% di valore se solo qualcosa va storto.

Fai due conti: -10% X 1.800 = -180 miliardi di perdite potenziali (o già realizzate ma non ancora visibili)
- Se il capitale impiegato da questi hedge funds è 300 miliardi rischiano di perderne il 60%
- Ma un hedge fund quando perde un -25% o -30% di colpo in genere chiude e deve liquidare tutto perchè gli "allocatori" gli riscattano subito i soldi, non sono come il pubblico che sotterra le sue tiscali o bond argentina in giardino
- e se liquidano però sono 8.000 miliardi di debito che hanno da liquidare.

Il problema sono gli zeri, se fossero 100 miliardi ok, ma 1.000 è diverso. E questo con l'economia mondiale che va benone.




Avete visto come si stanno incrinando le ottime banche italiane? Ora che anche loro abbiano messo su dei "conduit", questi oggetti misteriosi che non appaiono nei bilanci, creati in paradisi fiscali per eludere (non evadere per carità che Intesa, Unicredit, MPS... sono tutte pro-Prodi) le tasse e che investono in bonds immobiliari e "asset based" finanziandosi non con i depositi dei clienti, ma con il mercato dei commercial papers a 1-3 mesi.
Cioè, le banche ora hanno fuori dal bilancio entità che investono a lungo termine (bonds su mutui immobiliari che durano anni) finanziandosi a brevissimo termine (commercial paper che scade ogni mese) il che è pericoloso ovviamente e soprattutto in bonds che sono ora sospetti perchè basati su mutui e simili. Non so se ci siano dentro anche loro, ma sembra che zitte zitte questi "conduit" le abbiano create quasi tutte in Europa. Adesso i bonds immobiliari nessuno li vuole, il mercato dei commercial paper è congelato e alle banche tocca prendersi in carico il finanziamento.

In agosto in America un terzo dei mutui che erano stati programmati, per cui c'era un accordo tra le parti, sono stati cancellati, ovviamente pagando qualche penale. ............Un terzo.
Nel mercato del cosiddetto "commercial paper" che sono obbligazioni che scadono in uno o tre mesi e finanziano aziende e banche sono spariti 250 miliardi da luglio. Cioè, qui il credito nell'economia scompare a vista d'occhio, il credito è una cosa che appena la fiducia si incrina sparisce in fretta.

Quando vai a fare un mutuo il contratto dice che pagherai (se è un tasso variabile ad esempio) il "Libor" più uno 0.70% o 0.80%, vero? Bene, sono due anni che il Libor sale ed è più che raddoppiato, in euro, dollari, sterline... e questo mese hanno perso il controllo del Libor, gli continua a salire nonostante le banche centrali stiano buttando secchi di miliardi per farlo scendere. Al momento la differenza tra Libor e il tasso fissato dalla Banca centrale è un 1%, la maggiore dal 1987. Solo che nel 1987 c'era stato un crac del -30% delle borse. Guardando i grafici del LIBOR sia euro, in dollari che in sterline ci si spiega perchè c'è stato un BOOM negli ultimi anni e perchè ci sarà una crisi finanziaria.
http://www.mrprofit.it/magazine/pagina.php?ID_pagina=248&ID_categoria=3&sommario=si&cat=Reports
 

tontolina

Forumer storico
con lo sboom immobiliare di mezza estate
la FED taglierà i tassi americani
però

http://www.disinformazione.it/crollo_delle_borse.htm

Crollo delle borse: strategia dei Manovratori Occulti?
Marcello Pamio - 18 agosto 2007

Mesi fa, tutte le previsioni meteo, concordavano sul fatto che quest’estate sarebbe stata ricordata come la più calda degli ultimi anni: perturbazioni africane avrebbero infatti interessato l’Europa provocando una calura da record.
Nessuno però aveva specificato che questo caldo non sarebbe venuto nelle città, ma nelle principali borse mondiali, condizionate a dovere, in tutti i sensi e non solo nel refrigerio.
Pochi avevano detto - tranne qualche sparuto oracolo, tra cui noi - che la bolla non sarebbe stata di calore dal continente africano, ma immobiliare dal continente americano!
Quello che nel nostro piccolo avevamo previsto ha iniziato ad accadere, e si tratta ahinoi, solo della punta infinitesimale dell’iceberg, la cui parte rimane tuttora sommersa.

Ma andiamo per ordine.
Per comprendere il quadro generale, non serve avere una laurea in Economica alla Bocconi, ma basta semplicemente usare il proprio cervello (e non quello altrui) e soprattutto avere tutte le informazioni (ovviamente non quelle dei giornali e della televisione)!

Ecco in estrema sintesi quello che i banchieri hanno provocato.
Per molti anni le banche centrali (Fed, Bce e compagnia brutta) hanno tenuto artificialmente bassi i tassi di sconto, cioè il costo del denaro.
Questo artificio economico, è stato ed è possibile, perché gli Stati e i Governi hanno totalmente perduto la sovranità monetaria e quindi di emissione monetaria, mettendola nelle mani dei banchieri privati.

Tassi estremamente bassi hanno da una parte indotto milioni di persone nel mondo occidentale - e in particolar modo negli States – ad indebitarsi nei confronti delle banche per acquistare casa e dall’altro permesso a centinaia di migliaia di aziende di investire nella propria attività.

Di punto in bianco - nel giro di pochissimi mesi - i banchieri centrali (i veri padroni del mondo) hanno iniziato lentamente ma inesorabilmente ad alzare i tassi di sconto, sostenendo le loro decisioni unilaterali da motivazioni macroeconomiche contingenti (in definitiva ridicole e assurde).

Tutti hanno assistito impotenti (molti ignorando il problema), ai rialzi alternati dei tassi di sconto della Fed e della Bce, in un gioco al rialzo pericoloso e assai criminale.

Sicuramente pochi stavano comprendendo dove i banchieri volevano arrivare.
La comprensione per tutti si è avuta quando la rata del mutuo è diventata così alta da non riuscire più a sostenerla.
Ecco in estrema sintesi la crisi dei mutui (subprime) facilitati negli Stati Uniti.

E in Europa cosa sta accadendo?
Nonostante le belle parole degli economisti da salotto o dei giornalisti brizzolati e prezzolati, qui da noi le cose sono anche peggio!
Anzi, visto che il goldman's Romano Prodi dichiara tranquillamente che "l'Italia non è a rischio, il peggio sembra passato", oserei dire che la situazione è veramente allarmante!

I tassi di sconto hanno avuto lo stesso andamento: bassissimi fino a poco tempo fa hanno poi subito una inversione di tendenza per salire come non mai.

Quante persone anche qui in Italia hanno acceso un mutuo a tasso variabile e stanno vedendo, mese dopo mese, la rata salire? Quante persone non riuscendo più a pagare la rata a causa di altre rate (macchina, casalinghi, viaggi, ecc.) hanno dovuto (lo fa la banca per loro) mettere la casa alle aste fallimentari?

Ma qual è la vera strategia che sta dietro?
Lo spiega magistralmente nel suo ultimo articolo l’avvocato Marco Della Luna, esperto conoscitore delle problematiche del Signoraggio monetario e dei crimini bancari.
La crisi di liquidità (provocata dai mutui a basso tasso che drenano liquidità dal mercato) creata ad hoc dai banchieri centrali avrà come conseguenza:

- drenare liquidità dal mercato- con tassi alti serve infatti più denaro per pagare le rate;
- meno liquidità significa anche meno liquidità per gli investimenti delle imprese;
- meno soldi alle aziende comporta sempre più insolvenze;
- più insolvenze significa abbassamento del rating (il voto che viene dato da alcune società specializzate e soprattutto controllate: Standard & Poor's, Moody's, Fitch Ratings) e quindi ulteriori insolvenze a catena;
- insolvenze aziendali provocano licenziamenti;
- licenziamenti implicano meno soldi in circolazione per pagare le rate;
…e via di questo passo.

In pratica i banchieri centrali si vogliono impossessare a basso costo dei collaterali e delle stesse aziende indebitate o addirittura fallite; dall’altra costringere le aziende che lottano per la sopravvivenza, ad indebitarsi ulteriormente e con tassi sempre più alti.

Le banche creando de facto questa crisi di liquidità costringono:
- le persone normali - la fascia bassa - ad essere sempre più schiave del Sistema;
- le aziende ad indebitarsi sempre più e con tassi sempre più alti;
- a cancellare la fascia media, quella che ha un minimo di soldi a disposizione;

Coloro che soccombono persone e/o aziende vengono fagocitati in toto dal Sistema.

La Grande Depressione per esempio, iniziata nel lontano martedì nero di ottobre del ’29, non è solo un triste ricordo, non è solo storia, ma la strategia che il Sistema mette in atto ogni qualvolta deve sterzare gli andamenti del mondo.
Le banche hanno infatti creato una crisi di liquidità, ritirando in poco tempo dal mercato 18.000 milioni di dollari, bloccando l’apertura del credito e richiedendo la riscossione dei debiti….

Quello che è accaduto negli anni Trenta è infatti servito ai Manovratori Occulti, per:
- entrare in possesso di decine di migliaia di aziende e società;
- centinaia di piccole e medie banche;
- provocare la Depressione economica in Europa;
- preparare il terreno grazie alla Depressione e grazie alle dittature nazifasciste finanziate sempre dall’élite di Wall Street, alla Seconda Guerra Mondiale.

In definitiva: fare un passo enorme in avanti nell’instaurazione del Nuovo Ordine Internazionale.


Non si tratta di dietrologia: lo ammettono pubblicamente gli stessi Burattinai, dall’alto del loro potere e della loro arroganza.
Nel numero di maggio-giugno 2007 di Foreign Affaire, la rivista ufficiale del Council on Foreign Relations (C.F.R.) - il governo ombra statunitense - è stato pubblicato un articolo dal titolo: “La fine della moneta nazionale”. Propongono spudoratamente l’abbandono della sovranità monetaria degli Stati per giungere ad una dittatura di una moneta unica mondiale!


Anche la Banca dei Regolamenti Internazionali (B.R.I.), una delle più potenti istituzioni finanziarie del mondo, considerata non a caso, il vertice delle politiche bancarie mondialiste, ha rilasciato un documento guida che sollecita la fine delle monete nazionali in favore di un modello globale.
La B.R.I. (che durante la Seconda Guerra ha riciclato i soldi dei nazisti, e nel 1994 controllava flussi finanziari che ammontavano a oltre 1.100 miliardi ogni giorno!) ha in giugno di quest’anno reso pubblico un rapporto sullo stato dell’economia mondiale, sottolineando come l’elemento centrale è il debito delle famiglie e delle imprese.
La sofferenza dei bilanci familiari e delle imprese, patologicamente dipendenti rispetto l’indebitamento, porterà a creare secondo la B.R .I., un nuovo esercito di ‘morosi’ che possono, con le loro insolvenze compromettere in un certo senso la stabilità del sistema. In particolare l’insolvenza, e così l’espropriazione degli immobili messi in vendita forzatamente, rischiano di far salire lo stock di abitazioni offerte sul mercato, facendo calare i prezzi e innescare una sorta di bolla immobiliare.

Dall’altra parte c’è il tristemente noto Basilea 2 (realizzato proprio dalla B.R.I. nella sua città svizzera) che rende più macchinoso l’accesso ai finanziamenti delle attività economiche. Nel momento in cui i casi di morosità aumenteranno si verrà a creare una zona grigia che rischia - sempre secondo il rapporto della B.R.I. - di compromettere il mercato immobiliare o la solvibilità del sistema, che si basa proprio sul continuo pagamento di debiti e la contrazione di nuovi.
Proprio quello - guarda caso - che sta accadendo in questi giorni. Nonostante tutto, la B.R .I., in questa situazione di estrema preoccupazione, arriva a chiedere ai governi di lasciare fallire le imprese che non riescono a competere sul mercato: vanno lasciate fallire, altrimenti contaminano il sistema, dicono loro!

Avete capito dove sta la strategia? Visto che sono fallite, magari, vengono acquistate con gli sconti, dai Signori che gestiscono il giochetto, e gli esempi in Italia (dal 1992-93 ad oggi) dall'incontro sul panfilo Britannia in poi, non mancano.
La crisi economia che si sta affacciando all’orizzonte, segnalata dalla crisi dei mutui statunitensi, è il campanello d’allarme che siamo in prossimità di un’altra svolta epocale. Svolta che però, da un punto di vista più ampio, è assolutamente necessaria perché un sistema capitalistico liberista come il nostro, centrato non nell’Uomo ma nel dio denaro, nella competizione, nello sfruttamento è destinato al crollo, al fallimento.

Concludo affermando che gli accadimenti importanti (economici, geopolitici, strategici, ecc.), non si verificano in maniera casuale, ma seguono determinati processi o date, sempre più spesso, occulti e/o esoterici.
Qui sotto per esempio il grafico della NASA che rappresenta l’andamento delle macchie solari dal 1995 al 2015.
Si può notare (vedi cerchio rosso) come i mesi agosto, settembre e forse anche ottobre 2007, sono caratterizzati dal picco inferiore del numero di macchie solari!
Ma sicuramente si tratta di semplice casualità, come semplice casualità è la bolla immobiliare che si sta sgonfiando…

crollo2.jpg


“Proposta una dittatura monetaria mondialista”: www.disinformazione.it/dittatura_monetaria.htm
“Banca dei Regolamenti internazionali”: www.disinformazione.it/bis.htm
“Basilea: lasciar fallire l’esercito degli insolventi” www.etleboro.com/read.php?id=865&PHPSESSID=c74532bdc3173dc6f04e319fb2216f7c
“Sogno di una borsa di mezza estate”, avv. Marco Della Luna www.disinformazione.it/sogno_borsa.htm
“Chiacchiere e distintivo: Camelot è crollata”, Eugenio Benetazzo http://www.disinformazione.it/camelot_crollata.htm
 

tontolina

Forumer storico
Quella coda allo sportello

Questa crisi finanziaria di fine estate 2007 non ha certo, per fortuna, i risvolti drammatici del crollo delle Torri gemelle di sei anni fa, tuttavia comincia ad assumere contorni un po’ inquietanti. Per esempio, quella foto di gente in coda, in strada: essendo stata scattata in Inghilterra, si potrebbe presumere che si tratti di persone che fanno disciplinatamente la fila per acquistare biglietti del teatro. Invece no, aspettano con tradizionale flemma il loro turno per ritirare i propri risparmi da una banca, la Northern Rock, ottavo istituto creditizio britannico.

Pochi, maledetti e subito

Devono aver pensato così, i sudditi di Sua Maestà la regina, decidendo di fare la coda allo sportello. Eppure la notizia che li ha spinti ad agire era in teoria tutt’altro che negativa:
la Banca d’Inghilterra faceva illimitatamente credito alla Northern, per consentirle di superare una crisi di liquidità che altrimenti l’avrebbe messa in ginocchio.

E perchè questa Banca si trova in crisi ? Perchè la sua attività principale, concedere mutui, pur non facendo perno su debitori potenzialmente insolventi, è rimasta coinvolta comunque nell’affare dei subprime americani. E trovandosi ad annunciare un semplice allarme sugli utili dei prossimi 2 anni, dato che si procura i soldi per darli a prestito sui mercati internazionali dei capitali e ciò costa molto caro di questi tempi, ha subìto immediate richieste di restituzione di denaro da parte dei propri clienti


Di qui la richiesta di un prestito d’emergenza alla Banca d’Inghilterra, prontamente concesso da quest’ultima

Comunicare è bene, educare è meglio

Situazione quindi affrontata apparentemente in modo corretto dai principali attori di questo evento - per ora - locale. Eppure la gente la coda l’ha fatta o la sta ancora facendo, segno sicuro di inquietudine e sfiducia. Che cosa è andato storto allora ?

Un primo fattore di errore consiste probabilmente in una trasmissione non corretta della notizia del prestito. Che la comunicazione occupi un posto ormai cruciale nell’equilibrio dei mercati moderni lo ha ribadito con estrema chiarezza il governatore della Banca d’Italia Draghi dal vertice Ecofin in Portogallo: lucidamente ha ammesso che informazioni passate al mercato con i giusti toni possono agevolare il compito delle Autorità monetarie e dei governi nella loro delicata azione di politica economica e finanziaria.

Il contrario avviene quando la comunicazione non è appropriata: vale a dire che, nel caso in questione, se le difficoltà dell’Istituto bancario inglese non rimanessero isolate, come sembra possibile, inquietudine e sfiducia si propagheranno.

E’ del tutto evidente però, secondo noi, che un secondo elemento di fondo condiziona il comportamento della gente in situazioni di crisi come quella presente: l’impreparazione, a sua volta figlia di una scarsa cultura e di un’educazione finanziaria ancora ai primordi.

Così, un messaggio che voleva essere del tutto rassicurante per i clienti della Northern, si è trasformato in un boomerang mediatico: se
la Banca d’Inghilterra annuncia, come ha fatto, che è pronta a finanziare tutte le momentantee necessità dell’istituto, nella gente prevale l’aspetto emotivo, ha poca voglia di informarsi e l’unica cosa che capisce è che ci sono problemi.

http://risparmiareinformati.investireoggi.it/2007/09/17/quella-coda-allo-sportello/
 

tontolina

Forumer storico
Quale nome dare alla crisi?
10 Sep 2007

di Rocki Gialanella


Crisi di liquidità o crisi del credito.
Analizziamo le differenze tra denominazioni solo in apparenza simili

Il difficile momento vissuto dai mercati finanziari ha ricevuto una lunga serie di appellativi, differenti a seconda della percezione della gravità della congiuntura da parte dell’interlocutore di turno. Crisi ipotecaria, crisi di liquidità, crisi di fiducia, crisi del credito. L’uso di questi aggettivi non è casuale e fa parte di un dibattito intenso, soprattutto negli Stati Uniti, in merito all’intensità delle turbolenze finanziarie, sia di quelle attuali sia di quelle che presumibilmente si materializzeranno in futuro.

Il problema, quello che rende davvero difficile etichettare questa crisi, è l’assenza di trasparenza del mercato dei derivati del credito, fatto che al momento impedisce di conoscere quanti e con quale intensità sono stati gli investitori coinvolti dalla crisi dei mutui subprime.

Ottimisti e pessimisti discutono in questi giorni sul tema. I primi parlano di crisi di liquidità e di calo della fiducia. I secondi la denominano crisi del credito. La differenza tra le due denominazioni è sostanziale.
In una crisi di liquidità, il debitore in grado di adempie le proprie obbligazioni, potrebbe far fronte ai suoi impegni con il ri- finanziamento dei debiti o ricorrendo all’allungamento delle scadenze nel tempo, ma in quel particolare lasso di tempo i suoi creditori non sono disposti né a ri-finanziare né ad allungare le scadenze. Si tratta, pertanto, di una crisi di fiducia.

In una crisi di credito, il debitore non è in grado di assolvere i suoi impegni. Non potrebbe far fronte al debito neanche con il ri-finanziamento o con l’allungamento delle scadenze. Il creditore sarà costretto ad incassare la perdita del denaro prestato, senza avere molte chance di recuperarlo in futuro.

Gli esperti sostengono che una crisi di liquidità può essere combattuta con il ricorso a politiche monetarie adeguate, tagliando il costo del denaro o, come è successo recentemente, iniettando liquidità nel sistema finanziario.

Altra cosa, affermano, è la crisi del credito, nel qual caso gli strumenti di politica monetaria si dimostrano inadeguati. In quest’ultimo caso, gli esperti si spingono a pronosticare il ricorso a provvedimenti di natura fiscale.


Tuttavia, i report più pessimisti descrivono un buco nero incluso in un range che va dai 100.000 milioni di Usd fino ai 200.000 mln di Usd, cifra che sarebbe difficile da supportare. Inoltre, i bond spazzatura muoverebbero negli Usa all’incirca 6,5 bilioni di Usd, un ammontare superiore a quello del mercato obbligazionario investment grade.

Una delle preoccupazioni principali che si è impossessata degli investitori all’inizio della crisi, consisteva nel sapere se il fenomeno si sarebbe spinto oltre i confini delineati dalle ipoteche subprime. Non c’è voluto molto per capire che l’intero sistema finanziario sarebbe stato coinvolto, e che i problemi più intensi sarebbero arrivati dal sistema finanziario e dalle grandi banche di Wall Street.
La spiegazione risiede sia nel supporto finanziario offerto dalle grandi banche agli istituti specializzati nell’erogazione di mutui, sia nel coinvolgimento diretto di questi istituti nelle operazioni di cartolarizzazione dei crediti che questi venderanno per ripagare i crediti originali.

Con il virus delle ipoteche junk già in fase di trasmissione, la pratica di cartolarizzare i prestiti ad alto rischio ha contagiato il resto del sistema finanziario: i cittadini statunitensi erano quelli che non riuscivano più a pagare la rata del mutuo, ma i rischi dell’operazione erano già stati trasferiti ad entità finanziarie localizzate in ogni parte del pianeta. I fondi di Bear Stearns e quelli di BNP Paribas rappresentano un buon esempio della diffusione geografica del virus.

Il collasso ha aumentato l’incidenza di alcune variabili che potrebbero sviluppare effetti poco piacevoli e riversarli direttamente sui mercati: aumento dell’avversione al rischio, accelerazione del flight to quality, processo all’operato delle agenzie di rating e, infine, un pericoloso freno alle operazioni di merger and acquisition (che tanta importanza hanno avuto nel bullish trend dei listini azionari).
http://www.fondionline.it/sito/main...&ch1=C08&p1=1&ch3=c14&ch4=C11&ch2=C03&p2=7493
 

tontolina

Forumer storico
infatti ieri bernakka ha ridotto i tassi di 50 punti base


ora prendetevi questa lezione
RELAZIONE MATEMATICA TRA MASSA ED INFLAZIONE


la moneta tende a semplificare il difficile compito di far incontrare una domanda con un’offerta mediante la fissazione di un prezzo.

Però quando la moneta da semplice mezzo di scambio si “trasforma” in sistema monetario sorgono le complicazioni. Se volessimo sintetizzare l’economia reale con quella monetaria con un semplice ausilio potremmo avvalerci della teoria quantitativa della moneta.

Ovviamente non è mia intenzione entrare nei minimi particolari o spiegare le fasi storiche di tale teoria, da David Hume alla scuola di Cambridge, ma verificare se l’inflazione potrebbe essere eliminata totalmente o quasi.

La formula di tale teoria è la seguente:

M*V=P*Q Dove:

M= Stock monetario
V= Velocità di circolazione della moneta
P= Livello generale,o meglio medio, dei prezzi
Q= Quantità di beni e servizi


Tre di queste variabili sono familiari a tutti (M,P,Q) mentre una (V) è un pò più difficile da comprendere. Come definizione possiamo dire che V indica quanto prodotto viene assorbito da un’unità di conto.

Proviamo a spiegarla tramite un esempio molto riduttivo ma chiarificatore.
Supponiamo che in un paese l’imprenditore A produce un panino che vende ad un euro, l’imprenditore B produce una bistecca che vende ad un euro, mentre l’imprenditore C produce una mela da un euro.
La domanda adesso è la seguente: Quanta moneta bisogna immettere sul mercato, coeteris paribus, per assorbire l’intero prodotto interno lordo sapendo che la velocità di circolazione stimata è pari a 3?
Risposta: 1 euro, in quanto il nostro consumatore compra il panino, mentre A con quell’euro va subito dal macellaio e lo spende per la bistecca, così B corre immediatamente a comprare la mela. C deposita l’euro. Velocità finale uguale a zero.
In poche parole quest’euro ha assorbito 3 euro di spesa. Sarebbe stato deleterio a fronte di 3 euro di Pil stampare 3 euro di moneta. Forse riuscite a capire perché sono così contrario ad una riserva frazionaria così bassa. Il credito scritturale infrange la regola perché incontrollato.

Ma proviamo a notare cosa succede manovrando un pò la nostra formula.

I Prezzi
P= M* V/Q
Dove:

M= Stock monetario
V= Velocità di circolazione della moneta
P= Livello generale,o meglio medio, dei prezzi
Q= Quantità di beni e servizi


Poichè la moneta è neutrale rispetto alle variabili reali, Q non si sposta di un millesimo, V è stimata e nel lungo periodo la si può ritenere costante.

E M? Si proprio quell’M controllata dalla BCE stampando moneta e fissando i coefficienti di riserva obbligatoria. M influisce direttamente sul livello dei prezzi (P) come si può notare dalla formula. Ma se M crea inflazione monetaria io potrei scrivere la formula in questo modo:

K= M* V/Q

In altre parole stampo tanta moneta per assorbire il PIL reale e mantenere il livello dei prezzi costante (K).

Se questo ragionamento, anche se per mancanza di spazio appena accennato, fosse vero allora l’idea di un’economia senza inflazione non è poi così una chimera. In effetti questa formula è utilizzata dalla BCE per controllare l’offerta di moneta e cercare di mantenere i prezzi stabili.
 

tontolina

Forumer storico
a proposito di inflazione ...
http://michelespallino.investireoggi.it/flash-fed-itazione/

Flash: Fed-itazione


A caldo ieri ho scritto sinteticamente che la Fed sposa l’inflazione. Il giorno dopo, prescindendo da altre considerazioni più generali, amplio questa meditazione sulla Fed (Fed-itazione).

Per tanto tempo la Fed ha detto che la crisi immobiliare non avrebbe intaccato l’economia. Per tanto tempo ha sempre detto che l’inflazione era a rischio rialzo.
Adesso la Fed ci dice che la crisi immobiliare ha il potenziale per intaccare l’economia, mentre l’inflazione ancora presenta qualche rischio ma non più come prima.
Dunque la Fed si è sbagliata per tanto tempo. Forse si sbaglia anche adesso che sceglie di sacrificare l’inflazione al tentativo di evitare la recessione?

Non più tardi di qualche giorno fa il capo della Fed ha dichiarato che il deficit estero USA, cioè l’eccesso di consumi, non può durare all’infinito, e prima o poi deve rientrare. Non ci sono alternative: per rientrare è necessario passare attraverso un periodo in cui i consumi si riducono, cioè attraverso una recessione. Del resto è normale. Dopo anni di vacche grasse, ci sono quelli di vacche magre.
Invece no: la recessione, deve essere evitata a tutti i costi. Cioè a costo dell’inflazione, vale a dire della perdita di potere d’acquisto del denaro, che tanto per incominciar viene remunerato di meno, con il calo dei tassi d’interesse.
Ora, è molto dubbio che anche abbassando di uno o due punti i tassi d’interesse nei prossimi mesi (il mercato sconta già il 4,25% per fine anno e il 3,75% per marzo 2008)si riesca ad evitare la recessione, perchè come la Fed si sbagliava finora a non considerare gli effetti della crisi immobiliare, facile che continui a sbagliarsi adesso: il peggio deve ancora venire, e i minori tassi possono solo attutire, non invertire, la situazione.
Invece è matematico che l’inflazione salirà, come del resto è già salita, e che il dollaro si svaluterà,come del resto si è già svalutato.

Ricapitolando. Per tentare di impedire una recessione necessaria e salutare ai fini dell’equilibrio generale, si brucia il potere d’acquisto della classe media. Vecchia storia. Un paese pieno di debiti, tenta di pagarli tassando il popolo e svautandoli.
Ma c’è un problema ulteriore: poichè l’azione della Fed è un potente incentivo a fare nuovi debiti e a consumare,non si risolve niente, anzi la spirale si avvita in senso perverso.
PS:
A breve sarà interessante vedere se l’interbancario si normalizza e rientra nei limiti auspicati dalla Fed; se non ci riesce, la Fed dovrà continuare a iniettare liquidità disperatamente come fatto finora.
In questa tragedia annunciata, la Borsa sale,come il cagnolino di Pavlov, perchè i tassi scendono. Del resto fa parte dell’inflazionamento generale. Peccato che financo il Ministro del Tesoro Paulson ha detto che la recente crisi fosse dovuta ad una sottovalutazione dei rischi, che adesso vano “riprezzati”. Ma se la borsa sale, vuol dire che si torna a sottovalutare il rischio, e dunque si torna al punto di prima. Per un pò tutto sembrerà tornato normale, poi la prossima crisi violenta. E questa volta si partirà da tassi del 4%…..e inflazione al 3% e si finirà al 3% di tassi e al 4% di inflazione, e così via.
E’ inutile : se il drogato non accetta una crisi di astinenza, resterà sempre dipendente, fino a quando non ci resterà secco (in questo caso, a secco di potere d’acquisto).
PSS:
ovviamente la mia previsione (cosa farà la Fed) di un taglio di 25 cts. e di un maggior timore sull’inflazione,si è rivelata sbagliata, perchè non mi aspettavo che fosse talmente sfrontata nell’aiutare gli speculatori e nell’abiurare l’inflazione. Avevo però subdorato che sul tasso di sconto si sarebbe lasciata andare ad un taglio di mezzo punto, e che ciò sarebbe bastato a mettere le ali alla borsa, affossando il dollaro.
 

tontolina

Forumer storico
Se i tassi dei mutui sono ai massimi la “colpa” è delle Banche 20-09-07


Prendendo spunto dai titoli di molti quotidiani analizziamo la situazione sui tassi di interesse non (come di solito) dal punto di vista di chi investe ma dal punto di vista di chi è indebitato.


Per tutti gli operatori (sia persone fisiche che giuridiche) che hanno contratto un mutuo a tasso variabile infatti, le ultime settimane sono state caratterizzate da un costante e significativo aumento dei tassi applicati, ciò nonostante i rendimenti dei Titoli di Stato siano diminuiti e i tassi di riferimento della BCE siano rimasti stabili.
Il motivo dell'aumento dei tassi applicati ai mutui va ricercato nel particolare 'tasso' che viene normalmente applicato, cioè l'Euribor.

In termini pratici l'Euribor è il tasso al quale le banche si prestano vicendevolmente la liquidità. Come ormai più volte sottolineato, data la situazione di estremo nervosismo e sfiducia proprio nei confronti del sistema bancario, le banche con eccesso di liquidità hanno smesso di prestarla alle controparti in una situazione di fabbisogno. La liquidità quindi è diventata un 'merce' estremamente rara e quindi il suo 'prezzo' (cioè il tasso Euribor) è aumentato moltissimo proprio in concomitanza con il calo dei rendimenti dei Titoli di Stato.



In pratica quindi, la crisi di sfiducia che ha colpito le banche, ha avuto come effetto collaterale quello di far aumentare i tassi ai quali sono normalmente indicizzati i mutui, penalizzando le incolpevoli società e le famiglie con mutui ipotecari.

Cosa aspettarsi per il futuro?
Normalmente queste fasi di crisi di liquidità hanno durata abbastanza breve e tendono a rientrare in 3-4 mesi;
quello che può accadere è una ricaduta sulle aspettative di crescita economica (diminuendole).
Entrambe questi scenari vanno di pari passo con una progressiva diminuzione dei tassi (compresi i tassi Euribor).
Dopo un periodo di 'sofferenza' quindi, la crisi dei mutui sub-prime potrebbe portare addirittura dei vantaggi a tutti i soggetti che hanno sottoscritto mutui a tasso variabile.

a cura di JC&Associati
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tontolina

Forumer storico
Ecco perché il taglio dei tassi non funzionerà (I Parte)
di Charlie Minter - 21/09/2007

Bernanke ha dato un’occhiata da vicino all’economia, e non ha apprezzato ciò che ha visto. E’ questa l’unica spiegazione possibile del taglio di 50 punti base sia al tasso sui Fed funds sia al tasso di sconto. In precedenza il Governatore della Fed aveva affermato che, a differenza della precedente gestione,
il FOMC avrebbe utilizzato il tasso di sconto per fornire liquidità al mercato del credito, mentre
il tasso sui Fed fund sarebbe stato toccato solamente se le turbolenze dei mercati finanziari si fossero trasmesse al resto dell’economia. Il fatto che questo tasso sia stato interessato, e per 50 punti base, evidenzia il fatto che la Fed considera molto seriamente la possibilità di una recessione, proprio come dovrebbe essere.

Come ho precedentemente annotato, la maggior parte degli indicatori che monitoriamo indicano l’elevata probabilità di un atterraggio brusco se non di una recessione, e la Fed di sicuro non ignora questi indicatori, sebbene sia stata lenta nel coglierne il messaggio.

L’apertura di nuovi cantieri edili ad agosto è calata del 2.6% verso il livello più basso da giugno 1995.
La costruzioni di abitazioni unifamiliari è andata anche peggio, con un calo del 7.1% al livello più basso da aprile 1992.
Il National Association of Homebuilders (NAHB) Index è sceso a 20, eguagliando il minimo storico di gennaio 1991.
A livello nazionale il 3.56% dei mutui erano scaduti da almeno 30 giorni ad agosto: un balzo di 1.5 punti rispetto alla fine del 2005.
La metà dell’incremento si è verificata negli ultimi tre mesi, e i tassi di insolvenza sono in rialzo in tutti i 50 stati dell’Unione.


Robert Shiller, economista di Yale, ha affermato che “il collasso dei prezzi delle case potrebbe rivelarsi il più pesante dai tempi della Grande Depressione”.
Alan Greenspan ha annotato che un calo a doppia cifra dei prezzi delle abitazioni non sarebbe clamoroso, echeggiando un’opinione condivisa ora dalla maggior parte degli economisti.
Questo ribasso, il più pesante in 70 anni, avrà con ogni probabilità uno strascico in economia di gran lunga maggiore di quello provocato dal collasso dei mutui subprime. E supererà per dimensione il collasso delle “dot com” sperimentato all’inizio del decennio.

Il Center for Responsible Lending prevede che le insolvenze sui mutui subprime porteranno ad una perdita cumulativa di 164 miliardi nel patrimonio immobiliare, mentre le banche di investimento stimando che i costi per le istituzioni finanziarie possono raggiungere i 300 miliardi.

Diversi esperti ascoltati al Congresso stimano che un calo del 15% nei prezzi delle abitazioni possono cancellare 3000 miliardi di ricchezza netta dei cittadini. Il settore immobiliare residenziale ha un valore stimato di 21000 miliardi, e rappresenta la quota prevalente della ricchezza nazionale.

Le difficoltà del settore immobiliare si stanno propagando al resto dell’economia.
-Il tasso di crescita dell’occupazione sta scendendo da ormai più di un anno e il numero di posti di lavoro è calato ad agosto, nonostante l’aggiunta di posti di lavoro fittizi in seguito alla rettifica nelle aperture e chiusure di imprese.
-Le vendite al dettaglio al netto del settore auto sono scese ad agosto. La National Retail Federation prevede una crescita delle vendite nel prossimo periodo delle festività di appena il 4% fra novembre e dicembre, vale a dire il ritmo più blando dal 2002, citando la crescita lenta dell’occupazione, le condizioni creditizie caotiche e il calo dei prezzi delle case come concause.

Infine la FedEx, un barometro dello stato di salute dell’economia, ha tagliato le stime di utile in seguito alla volatilità dei mercati finanziari, alla crescita dei costi dell’energia e alla debolezza del settore immobiliare.
http://www.smarttrading.it/default.asp?idlingua=1&idContenuto=3654
 

tontolina

Forumer storico
Rumors di default per Citigroup
Il lato oscuro della Borsa
di Gaetano Evangelista

Ha fatto discutere il boom di scambi registrati di recente su Citigroup: le immancabili interpretazioni dietrologiche hanno paventato il rischio di default. L'intensa attività è rimarchevole tantopiù se si considera la rarefazione degli scambi negli ultimi giorni a Wall Street

Vediamo di capirci qualcosa in più.

Le quotazioni di Citigroup, come di tutte le banche americane e praticamente mondali, si sono vistosamente ridimensionate negli ultimi mesi. Ma l'attività sul titolo si è fatta frenetica a partire dalla fine di luglio, e in occasione del minimo, il 16 agosto, Citigroup ha scambiato oltre un milione di azioni:
Citigroup, grafico giornaliero
1.jpg


Dal 1985 in poi, sono quattro in tutto i casi di scambi giornalieri superiori al milione di pezzi, compreso quello del mese scorso. Il grafico in basso evidenzia i tre casi precedenti, nonché il livello delle quotazioni in occasione di questo boom di scambi.
Citigroup, grafico giornaliero dal 1994 al 2003
2.jpg


Si direbbe che questo picco volumetrico tende a caratterizzare la parte finale di un ribasso, e a precedere di poco l'avvio di durature fasi rialziste. La conclusione è la medesima se si osservasse il grafico con compressione settimanale, o mensile: picchi di volumi sono stati registrati in passato in occasione dei minimi significativi dell'azione.
Citigroup, grafico mensile
3.jpg


E allora viene da chiedersi se questa intensa attività non è invece coincisa con un importante passaggio di mano dalle mani deboli ad investitori beninformati e lungimiranti.

Dopotutto, fra 44.30 e 45.30 dollari l'analisi tecnica permette di individuare una solida area di supporto, che ha contenuto il ribasso, e che ora potrebbe favorire una clamorosa e pressoché inattesa inversione di tendenza. D'altro canto si sa: i nuovi trend nascono in condizioni estreme di sentiment; in questo caso, di pessimismo.


Gaetano Evangelista
 

tontolina

Forumer storico
sentita adesso da Bloomberg

La BCE ha fornito un ingente prestito ad una BANCA TEDESCA che era in gravi difficoltà di liquidità
ma NON DICE QUALE

il prestito è di 3,5 miliardi di euro al tasso puntitivo del 5%


ewwiwa la trasparenza
queste sono le notizie che fanno davvero bene a tutti


che possa essere HVB il cui 93% è di Unicredito?
in definitiva ha dichiarato che elargiva mutui agli inglesi che sono simili ai subprime in quanto non necessario versare il capitale ma solo gli interessi

e sappiamo anche che utilizza i Conduits ed Abs per finanziarsi

Unicredito poi è azionista di DAB ma non so nulla di questa

Infine Unicredito ha emesso un'altra obbligazione di 1 miliardo di euro
ogni 2x3 ne amette una

ciao
 

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