Finanziaria: la tassazione delle rendite esce dalla manovra. Intanto Padoa-Schioppa parla di aliquote fiscali più basse dal 2009
Sul fronte politico si continuano a seguire sempre con grande interesse le novità che possono giungere in merito alla Finanziaria 2007, in attesa che la stessa approdi al Senato presumibilmente per il 12 dicembre, per poi passare al voto finale che si dovrebbe svolgere prima di Natale, il 21 dello stesso mese. Intanto da oggi è partito l’iter del decreto di legge a Palazzo Madama, dove ci saranno con ogni probabilità delle modifiche al testo licenziato dalla Camera.
Nella sostanza però l’impianto della manovra non dovrebbe subire grandi stravolgimenti, tanto che a detta dello stesso ministro Padoa-Schioppa, difficilmente si dovrebbe rimettere mano alle questioni di fondo. Per quanto, come da lui affermato, sia ancora prematuro indicare quali cambiamenti potranno essere realizzati, il titolare del dicastero dell’economia ha chiarito che le cifre della Finanziaria rimarranno immutate anche al Senato, essendo le stesse dettate dalla necessità e dalla razionalità della manovra medesima.
A dare man forte all’indicazioni di Tommaso Padoa-Schioppa è anche il sottosegretario all’economia, Nicola Sartor, il quale è convinto che le modifiche introdotte dal Senato si traduranno in un numero limitato di emendamenti, che saranno presentati in commissione Bilancio per favorire una discussione ordinata e un esame completo del testo prima che approdi in aula.
Lo stesso Sartor è convinto che il nodo cruciale sul quale si prevede un intervento del Governo è quello relativo al pacchetto sicurezza che necessita ancora di revisioni approfondite. E’ stato poi il sottosegretario all’economia a confermare che la tassazione delle rendite finanziarie, con l’introduzione di una nuova aliquota unica pari al 20%, è uscita dalla manovra e non risulta più collegata alla Finanziaria. Sartor ha inoltre aggiunto che c’è bisogno di qualche riflessione a livello di esecutivo, facendo sapere così che il provvedimento viene spostato al mese di luglio del prossimo anno. Di fatto questo non porta ad alcun cambiamento sostanziale perché era già previsto che la norma entrasse in vigore a partire da tale data, ma Sartor ha ribadito l’intenzione dell’Esecutivo di non rinunciare a questo provvedimento, non essendoci alcun motivo valido per cui lo stesso non debba essere approvato.
A confermare la notizia è stato anche il sottosegretario Alfiero Grandi, il quale ha ribadito che il miliardo che doveva derivare dal ddl delega fiscale è stato coperto in manovra con altri strumenti, e quindi non è strettamente necessario approvarlo nei tempi della Finanziaria. Anche Grandi però ha ribadito a chiare lettere l'impegno del governo a varare la delega con l'armonizzazione della tassazione delle rendite e la riforma degli estimi catastali, ricordando che quest’ultima è una misura a tasso zero.
Intanto un nuovo messaggio improntato all’ottimismo per il futuro giunge dal ministro Padoa-Schioppa che se da una parte incalza sul fronte delle riforme strutturali, che dovranno essere realizzate subito dopo l’approvazione della Finanziaria, dall’altra torna a parlare di evasione fiscale. A tal proposito il professore ha dichiarato che se la lotta in questa direzione porterà ai risultati sperati, allora sarà possibile ipotizzare una riduzione delle aliquote fiscali già a partire dal 2009. Questo ovviamente potrà essere realizzato utilizzando i proventi che arriveranno dalla lotta all’evasione fiscale, da lui definita una patologia epidemica e non episodica.