TBOND BUND (VM 1984) 2012: la profezia dei Maya o la rinascita

infatti dovrebbero sapere che un presidente al secondo mandato è sempre un pò più libero
vediamo se lo S&P500 riesce a mantenersi attorno ai 1400 , c'è sempre chi dice che questi son livelli buoni per entrarsi e posizionarsi per il rally di natale:D


gooood morning bbbanda

meLda , persa quota 1400 :rolleyes: :rolleyes:
 
Si rafforza il «partito delle regole»
La conferma di Obama rende più agile l’attuazione delle riforme finanziarie rimaste in sospeso
L’errore politico più grande fatto da Wall Street e dai suoi alleati repubblicani ha un volto e un nome: Elizabeth Warren, la grande fustigatrice degli eccessi della finanza americana, eletta ieri al Senato dallo stato del Massachusetts con il 54% dei voti. Strenuo difensore dei diritti del piccolo risparmiatore, propensa addirittura a ripristinare il Glass Steagall Act, la professoressa Warren infatti entrerà in modo trionfale a far parte dello stesso Senato che aveva bocciato l a sua candidatura alla guida della Consumer Financial Protection Bureau, soffocando così ogni speranza nutrita a Wall Street di poter abrogare o almeno modificare la riforma finanziaria Dodd-Frank.
«Se arrivasse a far parte della commissione bancaria, potrebbe far gravi danni» ha commentato lapidari amente Larry McDonald’s, ex-trader della Lehman Brothers e autore di un best-seller sul collasso della mitica società di Wall Street. In veste di senatrice Elizabeth Warren, 63 anni, avrà molto più potere e visibilità di quanto non avrebbe avuto a capo di un organo di vigilanza senza poteri esecutivi, e potrà influenzare con il suo voto, un voto in più per i democratici, l’attuazione di quegli aspetti della riforma della finanza rimasti ancora in sospeso.
La schiacciante vittoria a sorpresa di un’idealista liberal come Elizabeth Warren contro il senatore in carica Scott Brown, un simpatizzante del Tea Party, rivela quanto i repubblicani abbiano sottovalutato il risentimento dell’elettorato contro gli abusi di Wall Street emersi durante la crisi subprime. Il suo trionfo convali7 La legge bancaria del 1933 nota come Glass-Steagall Act (dal nome dei suoi promotori, il senatore Carter Glass e il deputato Henry B. Steagall), fu una delle risposte alla Grande Depressione: istituì la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) negli Stati Uniti e in più da allo stesso tempo la crociata anti-Wall Street dei democratici a cui la Warren aveva dato voce durante uno dei discorsi più appassionati della convention.
 
Fitch e Moody’s piegano Wall Street
Le agenzie di rating lanciano l’allarme sul «fiscal cliff» e minacciano il declassamento: S&P -2,37%
Wall Street, dopo aver diretto buona parte dei contributi elettorali allo sconfitto Mitt Romney, non ha perso tempo a mostrare preoccupazione per la riconferma di Barack Obama alla Casa Bianca. Gli investitori hanno spinto gli indici di Borsa in calo del 2% fin dalle prime ore di contrattazioni, ostaggio di delusioni immediate per settori quali l’energia e l’alta finanza, che più contavano su nuove deregulation ispirate da successi repubblicani. E di preoccupazioni per il prossimo futuro sulla capacità di Obama e del Congresso di trovare compromessi sul «fiscal cliff», il precipizio fiscale fatto di automatici aumenti delle tasse e tagli di spesa che dal gennaio dell’anno prossimo minaccianodi far tornare l’America in recessione. Mancati accordi metterebbero anche in grave pericolo il rating sul debito degli Stati Uniti.
 
Un presidente che in quattro anni ha aumentato il debito del 50%, non è riuscito a far scendere la disoccupazione al di sotto del 7,8%, e non ha presentato un piano serio per ridurre l’esplosione futura delle spese sanitarie per gli anziani (il cui fondo diventerà insolvente tra 11 anni), era facilmente battibile.
Romney non è stato in grado di farlo, nonostante gli americani abbiano rinnovato la loro fiducia ai candidati Repubblicani, che hanno mantenuto la maggioranza in Congresso. È stato sconfitto il Romney tecnocratico: competente, ma incapace di parlare al cuore degli Americani. È stato sconfitto il Romney super tattico, bravissimo (forse troppo) ad adattarsi agli umori degli elettori, ma incapace di generare fiducia. È stato sconfitto il Romney troppo succube a quell’America bigotta che crede che il concepimento a seguito dello stupro sia «un dono del Signore» (come ha detto in un dibattito il candidato repubblicano al Senato in Indiana) e che la migliore educazione sessuale sia l’insegnamento dell’astinenza.




















Le decine di versioni in giro a Pechino sulla composizione del prossimo comitato permanente del Politburo del partito, il vertice assoluto dell’immensa piramide politica cinese, le ondate di scandali che hanno travolto o colpito dirigenti e leader del Paese dimostrano quanto questa transizione sia combattuta e quanto gli esiti alla fine possano essere incerti.
Lo scandalo principale, che ha stravolto l’ordine quasi preordinato del congresso, è quello di Bo Xilai, l’ex capo del partito di Chongqing deposto per una serie di crimini in relazione all’omicidio dell’inglese Neil Heywood. Dopo di questo ci sono però state anche le accuse di corruzione contro la famiglia del futuro presidente Xi Jinping (lanciate da Bloomberg) e quelle contro la famiglia del premier Wen Jiabao (lanciate dal New York Times). Il tutto ha infiammato il dibattito interno e quindi scombinato molte carte che sembravano fissate.
Di certo quindi non sembra esserci quasi niente, al di là della ridda di voci. Tra i pettegolezzi di Pechino quasi tutti si dicono sicuri che il prossimo vertice del Paese passerà da nove (numero attuale) a sette membri. Ma pochissimi sono disposti a metterci la mano sul fuoco.


Una classe emergente affamata di lusso Il Paese assorbe il 25% del mercato mondiale dell’oro - Corsa ai maxiyacht
 
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Un presidente che in quattro anni ha aumentato il debito del 50%, non è riuscito a far scendere la disoccupazione al di sotto del 7,8%, e non ha presentato un piano serio per ridurre l’esplosione futura delle spese sanitarie per gli anziani (il cui fondo diventerà insolvente tra 11 anni), era facilmente battibile.
Romney non è stato in grado di farlo, nonostante gli americani abbiano rinnovato la loro fiducia ai candidati Repubblicani, che hanno mantenuto la maggioranza in Congresso. È stato sconfitto il Romney tecnocratico: competente, ma incapace di parlare al cuore degli Americani. È stato sconfitto il Romney super tattico, bravissimo (forse troppo) ad adattarsi agli umori degli elettori, ma incapace di generare fiducia. È stato sconfitto il Romney troppo succube a quell’America bigotta che crede che il concepimento a seguito dello stupro sia «un dono del Signore» (come ha detto in un dibattito il candidato repubblicano al Senato in Indiana) e che la migliore educazione sessuale sia l’insegnamento dell’astinenza.




















Le decine di versioni in giro a Pechino sulla composizione del prossimo comitato permanente del Politburo del partito, il vertice assoluto dell’immensa piramide politica cinese, le ondate di scandali che hanno travolto o colpito dirigenti e leader del Paese dimostrano quanto questa transizione sia combattuta e quanto gli esiti alla fine possano essere incerti.
Lo scandalo principale, che ha stravolto l’ordine quasi preordinato del congresso, è quello di Bo Xilai, l’ex capo del partito di Chongqing deposto per una serie di crimini in relazione all’omicidio dell’inglese Neil Heywood. Dopo di questo ci sono però state anche le accuse di corruzione contro la famiglia del futuro presidente Xi Jinping (lanciate da Bloomberg) e quelle contro la famiglia del premier Wen Jiabao (lanciate dal New York Times). Il tutto ha infiammato il dibattito interno e quindi scombinato molte carte che sembravano fissate.
Di certo quindi non sembra esserci quasi niente, al di là della ridda di voci. Tra i pettegolezzi di Pechino quasi tutti si dicono sicuri che il prossimo vertice del Paese passerà da nove (numero attuale) a sette membri. Ma pochissimi sono disposti a metterci la mano sul fuoco.


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Chi ha scritto sta roba piena di luoghi comuni?
 
il sole

diciamo che se loro vendono con 'sta roba e sono diventati il benchmark,
uno spazio per altri ci può essere :D

A parte che il senatore dell'Indiana si riferiva ad una versione fortemente cattolica del senso della vita ed è stata un po deformata (versione non condivisibile naturalmente ma comprensibile) bisogna anche dire che in Indiana Romney ha vinto ed il senatore repubblicano candidato ha perso... per cui non so cosa centra romney con sto discorso....
 

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