Due domande molto tecniche (una riguarda i rapporti Italia/Germania, l'altra riguarda il Sud Europa):
Premesse:
1) Le Ducati sono sempre state ottime moto dal punto di vista stradale, ma (si diceva) un po' meno da quello dell'affidabilità
2) L'anno scorso, Ducati è stata acquistata da Audi [grazie anche al fatto che i tedeschi s'indebitano a tassi mostruosamente più bassi dei nostri, dicono alcuni]
3) Spesso i prodotti tedeschi sono considerati migliori della media per affidabilità
4) Ad esempio, il marchio Seat, dopo l'ingresso di VW ha prodotto auto magari non intriganti esteticamente, ma con affidabilità pressoché tedesca
5) A breve, mia moglie potrebbe non dovermi più dire "non voglio rimanere vedova e con figli piccoli", in quanto tra 15 anni io sarò un ragazzino 61enne con la figlia più giovane ormai 24enne.
Domande:
a) A quel punto (2028), giacché mia moglie non mi vieterà / veterà più la moto, secondo voi le Ducati saranno diventate affidabili come le (moto) BMW?
b) Non mi conviene, comunque, magari attendere d'esser andato in pensione, così le spetta almeno la reversibilità, se mi schianto contro il primo palo?
Spero di non essere andato Off Topic.
Grazie in anticipo per le risposte.
la bbbanda dà sempre, dico sempre, una risposta
talvolta, è la risposta esatta
alla domanda che hai fatto, la risposta è la b)
Alberto Quadrio Curzio Scacco alla crisi in cinque mosse
La disoccupazione in Europa ed in Italia ha raggiunto davvero livelli impressionanti che dimostrano come siamo alla terza fase della grande crisi iniziata nel 2008.
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Nella Ue i disoccupati sono 26 milioni con un aumento di quasi 9 milioni dal 2008 il che porta il tasso di disoccupazione vicino al 12%. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è al 23,5% pari a circa 5,7 milioni di persone e i Neet (giovani disoccupati scoraggiati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione) sono 7,5 milioni.
È davvero inconcepibile che di fronte a questa situazione l’impostazione ufficiale delle istituzioni Ue continui ad essere solo quella del rigore fiscale che, associato alle riforme strutturali, dovrebbe rilanciare, ad un anno futuro imprecisato, la crescita e l’occupazione. Non c’è dubbio che in molti Paesi (tra cui, ma non solo, l’Italia) le riforme siano necessarie ma la loro attuazione in recessione diventa molto, troppo, difficile. La Ue dovrebbe perciò privilegiare subito alcuni progetti selezionati tra quelli inclusi nei due grandi programmi poliennali (Connecting Europe Facility ed Europa 2020) di più rapida esecutività per rilanciare la crescita e l’occupazione, per valorizzare di più l’industria e le imprese potenziando ulteriormente la Bei. Inoltre a livello dei bilanci dei singoli stati va introdotta la regola aurea per l’eliminazione dai deficit delle spese per investimenti certificate dalla Ue. Clausola che potrebbe scattare solo quando si superano certi livelli di disoccupazione.
Tutto ciò richiede una pressione politica sulla Ue nella quale anche le Associazioni di imprese e sindacali dovrebbero svolgere una azione costante sia direttamente che indirettamente attraverso il Parlamento europeo e i Governi nazionali.
Domanda interna che non dà segni di una competizione internazionale sempre più agguerrita: le aziende continuano a combattere, anche se con costi così alti da ridurre i margini a zero, mentre continuano le chiusure tra le emergenze fisco e credito. E soprattutto mentre continua la latitanza della politica. Alla quale l’industria si prepara a mandare un messaggio forte dal convegno della Piccola impresa a Torino tra tre giorni: «Il tempo è scaduto».
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non concordo ......................
b) Non mi conviene, comunque, magari attendere d'esser andato in pensione, così le spetta almeno la reversibilità, se mi schianto contro il primo palo?
Spero di non essere andato Off Topic.
Grazie in anticipo per le risposte.
non concordo ....
meglio la moto subito...
...domani potresti avere seri problemi con la prostata![]()