Se le statistiche aiutano il Pil
Kim Kardashian non ce la fa ma Seinfeld, la famosa serie televisiva americana, sì. Si parla dell’impatto sul Pil americano derivante dall’inclusione del valore aggiunto delle opere originali artistiche e di intrattenimento. Come ha spiegato sul Sole 24 Ore di ieri Riccardo Sorrentino, la nuova metodologia di calcolo del Pil ha introdotto molte innovazioni. La più importante di queste (vale 300 miliardi di dollari nel 2007, anno-base per questa rivisitazione contabile) è l’inclusione fra le spese di investimento di quelle in ricerca e sviluppo (qualche anno fa un altro bene immateriale, il software, è stato ammessofra i beni finali di investimento). A ruota, fra le novità volte ad ingrossare il Pil - novità che sono un inevitabile portato di quella "economia della conoscenza" che ha allargato i confini della produzione ai cieli rarefatti della proprietà intellettuale - sta l’ingresso fra i beni finali degli "investimenti" in creazioni artistiche (70 miliardi di dollari nel 2007) che abbiano la proprietà di creare flussi di reddito in futuro, come fa un tornio o un areomobile.
Oggi il Department of Commerce americano rilascerà i dati del secondo trimestre 2013, oltre a una nuova serie del Pil rivista dal 1929 in poi. Si deve tornare indietro di tanto perché le spese di sviluppo e le creazioni artistiche ci sono sempre state