Tbond Bund (VM69) 2013: Bandits Unchained tra Krug bubbles and balls

l'affronto è stato di natura tale che ho già pronta una batteria terra-aria per intercettarti e farti fare un bagnetto nell'english channel :-o
 
l'affronto è stato di natura tale che ho già pronta una batteria terra-aria per intercettarti e farti fare un bagnetto nell'english channel :-o


gooood uikkèn bbanda



flak hein??

proprio ierlaltro mi stavo rileggendo questo ... :D:D:D

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BATAILLES AERIENNES N°56 .
Parution du 19/04/2011 Auteur : Chris GOSS Edition : JABOS sur l'Angleterre ! Les opérations Tip and Run

Ce numéro de Batailles Aériennes est un peu particulier puisqu'il aborde un sujet relativement méconnu pour nous Français : les attaques des chasseurs bombardiers (les Jabos) sur le sud de la Grande-Bretagne. L'auteur, Chris Goss, un Britannique, parvient à relater cette « campagne » sans parti pris. S'il n'eut que peu de répercussions sur le cours de la guerre, ce type d'attaque choqua beaucoup la population britannique. Fort heureusement, la Luftwaffe douta tout au long de la guerre de l'efficacité de l'arme Jabo et elle n'élabora aucune tactique précise ni stratégie pour justement influencer le cours de la guerre. Dans bien des cas, les raids en question furent organisés et effectués en représailles aux bombardements de la RAF sur les villes allemandes ; ils n'avaient aucun objectif purement militaire. Totalement méconnues de ce côté ci de la Manche, les attaques des chasseurs-bombardiers de la Luftwaffe méritaient un numéro de votre magazine ; le voici donc ! SOMMAIRE : - Une nouvelle expérience CHAPITRE 1 - Les débuts opérationnels - La hantise des pilotes de chasse - Un renouveau inattendu - Une nouvelle monture - Intermède dieppois pour les Jabos ! - Enfin un opposant ! - Nouveaux changements - La fin des attaques ! CHAPITRE 2 : - Le Blitz sur Hastings et Bournemouth : les attaques « tip and run
 
Il leader Spd ottimista: governo entro Natale


La Germania si appresta a formare un nuovo governo entro il prossimo Natale. Gli scambi di gentilezze registrati ieri tra la Spd e la Cdu/Csu sembrano indicare una conclusione positiva.
Il presidente della Spd, Sigmar Gabriel, ha spiegato di avere fiducia negli impegni che assumerà Angela Merkel. In attesa che la convention del partito socialdemocratico avvii le consultazioni ufficiali per la formazione della Grosse Koalition, Gabriel ha dichiarato: «Sono convinto che il mini congresso darà il via libera».

Nelle trattative che stanno per iniziare «conteranno prima i contenuti, poi tutto il resto», ha affermato Gabriel in riferimento al toto-ministri in corso sui media tedeschi. Il leader socialdemocratico e Merkel esprimono la convinzione che entro Natale verrà costituito il nuovo Esecutivo. «Avremo il governo prima di Natale, se tutto fila per il verso giusto», spiega Gabriel. D’altra parte Merkel ha aggiunto che «Natale arriva prima di quanto si pensi».
Anche la segretaria del partito socialdemocratico, Andrea Nahles, in un’intervista alla Leipziger Volkszeitung ha dichiarato che «sarebbe nell’interesse di tutti se il governo fosse formato prima di Natale».
Intanto ieri è emerso che la Cdu di Angela Merkel non è stata l’unico partito a ricevere donazioni cospicue dall’industria automobilistica tedesca; a esserne beneficiato è stato anche il partito ecologista dei Verdi.
 
goood morning bbbanda

ancora nulla per arraccare il file sul vxn, che per altro vorrei portare ( alemno come discorso) anche a Carlo
e se va bene, gioved' faccio un salto a BorsaItaliana:

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Luca Giusti


mando appunti a chi interessato :)
 
Sinergia italo-tedesca per la ripresa europea



LO STUDIO Auto ed elettronica di fascia alta per la Germania, macchine utensili per l’Italia: così l’export può continuare a crescere per entrambe
«Una Germania forte con un’Italia forte per un’Unione europeaforte: solo riportando questi Paesi sulla strada della crescita si esce dalla crisi». È quasi uno slogan quello pronunciato da Ulrich Grillo, il presidente della Bdi, la Confindustria tedesca, arrivando a Bolzano, per la terza edizione del forum bilaterale delle Confederazioni delle impreseitaliane etedesche. «In Europa servono le riforme strutturali, perché solo un’economia che cresce può portare posti di lavoro», ha continuato Grillo, sottolineando che in questo impegno italo-tedesco andrebbe coinvolta anche la Francia.
Energia, Pmi, prospettive delle imprese europee nel contesto globale: sonoi temi del programma, affrontati ieri pomeriggio e questa mattina, in un dibattito a porte chiuse in cui hanno partecipato imprenditori italiani e tedeschi. Ad aprire i lavori, Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, eGrillo, che oggi metteranno apunto unadichiarazione comune. Sono i due principali Paesi manifatturieri della Ue: Italia e Germania, come emerge dai dati di uno studio Roland Berger, formano un vero e proprio sistema economico comune, fattore chiave di competitività della stessa Europa. e. L’insieme dell’export di Italia e Germania è al primo posto, davanti a Stati Uniti, Cina eGiappone I duePaesi «continuano ad avere unrapporto di sana competitività sinergica», ha detto l’ad Roberto Crapelli. Nonostante la crisi l’export ha tenuto bene, solo che oggi la Germania si è spostata maggiormente verso l’estero, privilegiando investimenti di internazionalizzazione mentre l’Italia ha privilegiato le produzioni nazionali.
I due Paesi restano complementari perché l’Italia è la prima fornitrice della Germania. Solo che noi esportiamo soprattutto beni intermedi, mentre la Germaniaprodotti finiti. Ciò vuol dire che il valore aggiunto delle esportazioni tedesche si è spostato verso il cliente finale, mentre quello delle esportazioni italiane si è spostato verso unruolo di fornitori. La Germania ha visto un aumento dell’export dei prodotti di alta qualità, che sono passati dal 35 al 46% dal 2001 al 2009, mentre l’Italia è passata dal 30 al 35 per cento. Una situazione che ci vede più esposti alla concorrenza cinese. Per quanto riguarda i settori, l’export italiano è cresciuto soprattutto grazie alle macchine utensili, componenti di meccanica, tessile. La Germaniaha puntato su prodotti di fascia più alta come auto ed elettronica. Questo posizionamentodei ruoli, ha detto Crapelli, può essere mantenuto purchè nonavvenga unasovrapposizione dei ruoli e si mantenga la sinergia ottenuta finora.

Italia e Germania sono caratterizzate dall’avere un tessuto di piccole e medie imprese. Oggi ci sarà un focus; già ieri il primo intervento quello di Wilhem Molterer, vicepresidente della Bei, ha affrontato il problema delle Pmi e della possibilità di dare credito a queste imprese, anche non attraverso il sistema bancario, per aumentare gli investimenti, e quindi la crescita, affrontando il problema della disoccupazione giovanile.
Altro focus della giornata l’energia, con l’intervento di Jochen Homann, presidente dell’Autorità tedesca per il mercato dell’elettricità e il gas, Tlc, poste ferrovie, Antonio Gozzi, presidente Federacciai, e Harald Schwanger, Basf. Èstato sottolineato che lo shale gas in Usa sta compromettendo la capacità delle impreseeuropeedi competere, soprattutto quella dei due principali Paesi manifatturieri. QuindileregoleUe devonotenere conto del contesto, senza penalizzare l’industria.
 
Dall’Eba primi paletti sui crediti



L’Abi: Italia rigorosa, non si prevede un’impennata dei «bad loans»

LA FORMULA



Secondo la definizione dell’Eba un prestito diventa «non performing» quando il pagamento è in ritardo di oltre 90 giorni


In attesa che domani la Banca centrale europea alzi il velo sugli standard comuni che utilizzerà nell’asset quality review, l’esercizio sullo stato di salute dei 130 maggiori istituti di credito dell’area, ieri la European banking authority, l’organismo presieduto da Andrea Enria che agisce come regolatore del sistema bancario nell’Unione ha diffuso nuove indicazioni per rendere più armonici gli standard su sofferenze e debiti incagliati degli istituti europei e le conseguenze che essi hanno potenzialmente sul capitale dell’emittente.




Secondo la nuova definizione dell’Eba un prestito deve essere considerato non performing quando il pagamento è in ritardo di più di 90 giorni. L’authority ha poi messo a punto anche il principio della cosiddetta forbearance ovvero quando i termini per la restituzione del credito concesso sono dilazionati per difficoltà del debitore. In questo caso la valutazione resta più complessa e lo slittamento dei tempi non può, in automatico, condurre a considerare l’asset "non performing". In altre parole le circostanze vanno ulteriormente indagate, caso per caso.





Per quanto riguarda in particolare le banche italiane, «a una prima analisi del documento non ci aspettiamo un’impennata delle sofferenze, ha commentato ieri dall’Abi il dg Giovanni Sabatini, visto che veniamo da un sistema di regole rigoroso» e anzi «si fa finalmente chiarezza sul tema dei crediti deteriorati di cui avevamo denunciato la totale disomogeneità a livello europeo». La silhouette tracciata dall’Eba su sofferenze e incagli in realtà dovrà adattarsi anche ai Paesi non euro quando effettueranno esercizi su base nazionale analoghi a quelli che la banca centrale europea sta avviando.






Lo sforzo dell’Eba è diretto a superare le polemiche create con gli stress test avviati dopo la crisi del 2008 quando si levarono critiche nei confronti dell’authority, considerata alternativamente colpevole di eccessiva rilassatezza, o di eccessiva severità, sui requisiti di capitale. Una delle difficoltà stava proprio nella diversa definizione di non performing loan e quindi delle ricadute sulla patrimonializzazione degli istituti. Una via di fuga, forse abusata, è parsa quella della "forbearance" con criteri diversi adottati dalle diverse banche nel definire quando una dilazione temporale nasconde in realtà una sofferenza o un incaglio. Secondo molti analisti è più importante il principio stesso di una crescente armonizzazione piuttosto che i termini della stessa armonizzazione. Anche l’Eba nella nota diffusa ieri ha spiegato che «obiettivo delle raccomandazioni è contribuire ad un approccio coordinato nella supervisione del portafoglio crediti delle banche da parte delle autorità competenti».



Per quanto riguarda le banche dell’eurozona la palla passa ora alla Bce che lancerà la review degli asset delle banche nella prima metà del 2014: in Italia, così come nel resto d’Europa, l’attenzione resta alta, anche perché il momento non è facile, con lo stock dei crediti deteriorati sempre più elevato.
 
Dall’Eba primi paletti sui crediti



L’Abi: Italia rigorosa, non si prevede un’impennata dei «bad loans»

LA FORMULA



Secondo la definizione dell’Eba un prestito diventa «non performing» quando il pagamento è in ritardo di oltre 90 giorni


In attesa che domani la Banca centrale europea alzi il velo sugli standard comuni che utilizzerà nell’asset quality review, l’esercizio sullo stato di salute dei 130 maggiori istituti di credito dell’area, ieri la European banking authority, l’organismo presieduto da Andrea Enria che agisce come regolatore del sistema bancario nell’Unione ha diffuso nuove indicazioni per rendere più armonici gli standard su sofferenze e debiti incagliati degli istituti europei e le conseguenze che essi hanno potenzialmente sul capitale dell’emittente.




Secondo la nuova definizione dell’Eba un prestito deve essere considerato non performing quando il pagamento è in ritardo di più di 90 giorni. L’authority ha poi messo a punto anche il principio della cosiddetta forbearance ovvero quando i termini per la restituzione del credito concesso sono dilazionati per difficoltà del debitore. In questo caso la valutazione resta più complessa e lo slittamento dei tempi non può, in automatico, condurre a considerare l’asset "non performing". In altre parole le circostanze vanno ulteriormente indagate, caso per caso.





Per quanto riguarda in particolare le banche italiane, «a una prima analisi del documento non ci aspettiamo un’impennata delle sofferenze, ha commentato ieri dall’Abi il dg Giovanni Sabatini, visto che veniamo da un sistema di regole rigoroso» e anzi «si fa finalmente chiarezza sul tema dei crediti deteriorati di cui avevamo denunciato la totale disomogeneità a livello europeo». La silhouette tracciata dall’Eba su sofferenze e incagli in realtà dovrà adattarsi anche ai Paesi non euro quando effettueranno esercizi su base nazionale analoghi a quelli che la banca centrale europea sta avviando.






Lo sforzo dell’Eba è diretto a superare le polemiche create con gli stress test avviati dopo la crisi del 2008 quando si levarono critiche nei confronti dell’authority, considerata alternativamente colpevole di eccessiva rilassatezza, o di eccessiva severità, sui requisiti di capitale. Una delle difficoltà stava proprio nella diversa definizione di non performing loan e quindi delle ricadute sulla patrimonializzazione degli istituti. Una via di fuga, forse abusata, è parsa quella della "forbearance" con criteri diversi adottati dalle diverse banche nel definire quando una dilazione temporale nasconde in realtà una sofferenza o un incaglio. Secondo molti analisti è più importante il principio stesso di una crescente armonizzazione piuttosto che i termini della stessa armonizzazione. Anche l’Eba nella nota diffusa ieri ha spiegato che «obiettivo delle raccomandazioni è contribuire ad un approccio coordinato nella supervisione del portafoglio crediti delle banche da parte delle autorità competenti».



Per quanto riguarda le banche dell’eurozona la palla passa ora alla Bce che lancerà la review degli asset delle banche nella prima metà del 2014: in Italia, così come nel resto d’Europa, l’attenzione resta alta, anche perché il momento non è facile, con lo stock dei crediti deteriorati sempre più elevato.

secondo me ci saranno sorprese... ;)
 

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