Il Pil Usa arretra e l’euro vola
La flessione dello 0,1% nel quarto trimestre porta la moneta unica vicina a 1,36 sul dollaro
Si ferma a sorpresa l’economia statunitense, e la Fed conferma tutte le carte in tavola. Nel quarto trimestre del 2012 il Pil Usa si è contratto a un tasso annualizzato dello 0,1%, registrando la prima flessione da quando l’economia è uscita dalla recessione, più di tre anni fa. Nel terzo trimestre, il Pil era cresciuto del 3,1% e per gli ultimi tre mesi dell’anno scorso gli analisti si aspettavano sì un rallentamento, con un incremento attorno all’1%, ma nessuno scommetteva su una flessione.
Hanno pesato il calo delle scorte delle imprese, quello della spesa pubblica e le pessime condizioni meteorologiche di ottobre. Male anche le esportazioni. Gli economisti, e anche la Fed, sono però convinti che sia solo un incidente di percorso. I segnali positivi del resto non mancano: il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto del 6,8% e l’immobiliare è balzato del 15,3%, tornando a dare un contribuito positivo alla crescita per la prima volta dal 2005. Nel corso dell’intero 2012, l’economia è cresciuta del 2,2 per cento. Troppo poco per creare lavoro in modo significativo. I dati in arrivo per domani probabilmente registreranno un tasso di disoccupazione stabile al 7,8 per cento.