Tbond Bund (VM69) 2013: Bandits Unchained tra Krug bubbles and balls

:D
Scaroni indagato e giù un altro colpo al nostrano :wall: e oggi la consob annuncia che il fondo massacciussezz ha il 2% di saipem :hmm mavà

ho letto che anche il pdl promette di togliere l'IMU agli tagliani all'estero :D
oggi mi è arrivato il pacco con le schede elettorali per il voto postale, voto o non voto?

uhhhhhhh:mmmm::mmmm::mmmm::mmmm:
 
Le promesse di Berlusconi? Sono scritte sulla sabbia. Saranno cancellate dal primo colpo di vento. E oltretutto, anche se realizzate, non porterebbero al risultato che più interessa gli italiani e cioè uscire dalla crisi e avviare concrete prospettive di crescita e di sistemazione dignitosa per i giovani e per quanti vogliono lavorare, anche se di una certa età. Insomma la favola dei regali elargiti a piene mani dal principe rischia di tramutarsi in una prosecuzione dell’incubo del declino continuo del Paese.
Sia Berlusconi che la sinistra sbagliano a puntare tutte le carte sull’aumento immediato della domanda interna come ricetta per uscire dalla crisi. Ovviamente c’è anche un grave calo della domanda sia per consumi che per investimenti, ma il problema principale dell’economia italiana, quello che ha determinato la stagnazione che dura da oltre un decennio e che ora è sfociato in una grave recessione, è la perdita di competitività cioè il fatto che i nostri prodotti e i nostri servizi hanno prezzi elevati o non sono di qualità sufficiente ad attrarre i clienti. In questa situazione un incremento della domanda interna rischia di essere soddisfatto non dalla produzione nazionale, ma dalle importazioni lasciando immutate le prospettive di incremento occupazionale. In più se questo incremento di domanda dovesse essere fatto da un aumento del deficit pubblico o anche da un aumento della spesa coperto da nuove tasse sul patrimonio o sui consumi di lusso, si rischia di determinare una sfiducia degli investitori e quindi un aumento dei tassi d’interesse sia sui titoli di Stato che sul credito bancario, che in breve tempo vanificherebbe i pur scarsi benefici derivanti da una espansione della domanda interna.
La strada maestra è quella di concentrare le scarse risorse disponibili nell’aumentare la capacità competitiva delle nostre imprese, molte delle quali continuano a battersi con onore nei mercati di tutto il mondo, ma che con una nuova spinta competitiva potrebbero raggiungere migliori risultati. Questo cambierebbe le aspettative dei cittadini. Tornerebbe un po’ di fiducia sul futuro. I genitori sarebbero più tranquilli sull’avvenire dei loro figli. La fiducia darebbe una spinta ai consumi ora frenati - come ha messo in evidenza il Centro studi Confindustria - ben al di là della caduta del reddito, proprio a causa della incertezza sul futuro. È chiaro che in presenza di una ripresa della produzione avremmo ripercussioni positive sul salario e sulle possibilità di occupazione, cosa che darebbe una nuova spinta anche ai consumi interni e al recupero dell’artigianato e dei servizi.





Anche la riduzione delle tasse, a cominciare dall’Imu, sarà realisticamente possibile solo se sapremo fare le riforme necessarie ad incrementare la competitività e cioè tagliare gli sprechi pubblici (a cominciare dai costi della politica), riordinare la burocrazia, ridurre i costi dei servizi, fare le infrastrutture che servono a migliorare l’efficienza delle imprese (cosa diversa dai tanti lavori a pioggia proposti da Bersani), riformare la contrattazione e il diritto del lavoro.
 
Spesometro anti-semplificazione


Dopo la proroga al 3 luglio per gli intermediari, possibile l’eliminazione dell’adempimento
La necessità di invio separato delle mini-fatture crea pesanti aggravi


La vicenda dell’elenco clienti e fornitori per il 2012, di cui non conosciamo nemmeno le modalità di compilazione a poco più di due mesi dalla scadenza, è il paradigma di una allucinazione kafkiana degli adempimenti fiscali, la cui utilità è in questo caso inversamente proporzionale al costo per i contribuenti.
L’obbligo di cui parla il lettore nasce da un provvedimento che - in palese contrasto tra obiettivo dichiarato e formulazione normativa - intitola beffardamente «disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie» - sebbene vada a prescrivere la trasmissione di parecchie decine di milioni di record, sicuramente non coerenti con l’enunciato della disposizione. Stiamo parlando dell’articolo 2, comma 6 del Dl 2 marzo 2012, n. 16, convertito nella legge 44 del 26 aprile scorso.
 
Le promesse di Berlusconi? Sono scritte sulla sabbia. Saranno cancellate dal primo colpo di vento. E oltretutto, anche se realizzate, non porterebbero al risultato che più interessa gli italiani e cioè uscire dalla crisi e avviare concrete prospettive di crescita e di sistemazione dignitosa per i giovani e per quanti vogliono lavorare, anche se di una certa età. Insomma la favola dei regali elargiti a piene mani dal principe rischia di tramutarsi in una prosecuzione dell’incubo del declino continuo del Paese.
Sia Berlusconi che la sinistra sbagliano a puntare tutte le carte sull’aumento immediato della domanda interna come ricetta per uscire dalla crisi. Ovviamente c’è anche un grave calo della domanda sia per consumi che per investimenti, ma il problema principale dell’economia italiana, quello che ha determinato la stagnazione che dura da oltre un decennio e che ora è sfociato in una grave recessione, è la perdita di competitività cioè il fatto che i nostri prodotti e i nostri servizi hanno prezzi elevati o non sono di qualità sufficiente ad attrarre i clienti. In questa situazione un incremento della domanda interna rischia di essere soddisfatto non dalla produzione nazionale, ma dalle importazioni lasciando immutate le prospettive di incremento occupazionale. In più se questo incremento di domanda dovesse essere fatto da un aumento del deficit pubblico o anche da un aumento della spesa coperto da nuove tasse sul patrimonio o sui consumi di lusso, si rischia di determinare una sfiducia degli investitori e quindi un aumento dei tassi d’interesse sia sui titoli di Stato che sul credito bancario, che in breve tempo vanificherebbe i pur scarsi benefici derivanti da una espansione della domanda interna.
La strada maestra è quella di concentrare le scarse risorse disponibili nell’aumentare la capacità competitiva delle nostre imprese, molte delle quali continuano a battersi con onore nei mercati di tutto il mondo, ma che con una nuova spinta competitiva potrebbero raggiungere migliori risultati. Questo cambierebbe le aspettative dei cittadini. Tornerebbe un po’ di fiducia sul futuro. I genitori sarebbero più tranquilli sull’avvenire dei loro figli. La fiducia darebbe una spinta ai consumi ora frenati - come ha messo in evidenza il Centro studi Confindustria - ben al di là della caduta del reddito, proprio a causa della incertezza sul futuro. È chiaro che in presenza di una ripresa della produzione avremmo ripercussioni positive sul salario e sulle possibilità di occupazione, cosa che darebbe una nuova spinta anche ai consumi interni e al recupero dell’artigianato e dei servizi.





Anche la riduzione delle tasse, a cominciare dall’Imu, sarà realisticamente possibile solo se sapremo fare le riforme necessarie ad incrementare la competitività e cioè tagliare gli sprechi pubblici (a cominciare dai costi della politica), riordinare la burocrazia, ridurre i costi dei servizi, fare le infrastrutture che servono a migliorare l’efficienza delle imprese (cosa diversa dai tanti lavori a pioggia proposti da Bersani), riformare la contrattazione e il diritto del lavoro.

il problema come lei ben sa avucat è che ormai aumentando le tasse non fai altro che ridurre gettito
l'altro giorno ho letto i dati agghiaccianti del superbollo, stessa cosa suppongo è per la tassa sulle barche, e stessa cosa sarà per la tassa di tobino
 
aperto la scheda , circoscrizione estero ripartizione europa :-o
partiti per cui votare: Monti x l'Itaglia, MAIE ( Movimento associativo itagliani all'estero con Merlo :mmmm: ), SEL , 5 ***** , PDL, Partito Comunista :eek: , PD, Ingoia :mmmm::eek::D:p , Fare per fermare il declino ( aivoja :D)
 

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