Tbond Bund (VM69) 2013: Bandits Unchained tra Krug bubbles and balls

La battaglia nell'Eurozona

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di ALFONSO TUOR - E’ bastata la crisi della piccola economia di Cipro per rimettere in risalto la fragilità dell’euro.



l’Unione europea è riuscita a rimettere in forse il principio “sacro” dell’intangibilità dei depositi dei clienti delle banche dopo aver già infranto il tabù dell’intangibilità delle obbligazioni statali con la ristrutturazione del debito pubblico della Grecia.



infrangendo anche la garanzia sui depositi fino a 100mila euro, che dovrebbe diventare una norma valida per tutta Eurolandia con il varo dell’Unione bancaria europea. Questo prelievo forzoso è stato voluto principalmente dalla Germania, poiché il Governo tedesco teme di non avere una maggioranza per approvare un piano di salvataggio delle banche cipriote utilizzate ampiamente dagli uomini di affari russi. Non sorprende quindi che il Governo russo, che ha già prestato più di 2 miliardi a Cipro, si opponga strenuamente a questa misura, che considera un vero e proprio esproprio, non negoziato preventivamente con Mosca.
Il passo europeo presenta molti rischi e una certezza.



Il primo rischio è che la crisi bancaria cipriota potrebbe diventare esplosiva anche se si trovasse un accordo. Infatti alla riapertura delle banche è facilmente prevedibile una grande fuga di capitali (
Non a caso viene ventilata l’ipotesi di limitare per un certo periodo di tempo le possibilità di prelievo o di trasferimento dei capitali depositati presso le banche dell’isola, infrangendo in questo modo un altro tabù.
Il secondo rischio è che il messaggio lanciato da Bruxelles è molto chiaro per i risparmiatori di tutti i Paesi europei: nonostante le rassicurazioni di Bruxelles, i depositi bancari possono essere usati per contribuire al salvataggio di un Paese in grave crisi. Questo timore non è immediato, ma potrebbe manifestarsi nell’eventualità dell’aggravamento della crisi di un altro Paese, che potrebbe venire acuita proprio dalla fuga dei risparmiatori. Dunque, l’ipotesi di questo prelievo forzoso sui depositi bancari ha infranto un tabù e creato un precedente molto pericoloso.
Se questi sono i principali rischi, la certezza è che, al di là di tutte le dichiarazioni rassicuranti dei leader europei, per l’euro è finito il periodo di bonaccia e la crisi si è riaperta.



Le promesse della BCE di Mario Draghi hanno calmato i mercati finanziari, ma non hanno (né del resto potevano) ridurre le divergenze tra le economie del Nord e del Sud dell’Europa, che anzi continuano ad aumentare. Le politiche di austerità stanno infatti facendo sprofondare in una recessione sempre più grave Grecia, Italia, Spagna e Portogallo a tal punto da ritenere possibile che vi possa essere un’esplosione sociale. D’altro canto, Angela Merkel non è disposta a cambiare rotta alla vigilia delle elezioni tedesche, anche perché la discussione sulle modalità di uscita dalla trappola dell’euro è stata fortemente rilanciata da un nuovo partito “Alternativa per la Germania”, formato da fuoriusciti dalla CDU, che si pone l’obiettivo di giungere alla spaccatura della moneta unica. Dunque, la crisi di Cipro ci ricorda che la crisi dell’euro non è affatto finita e che il suo futuro è sempre più incerto.
 
I teorici anti-austerità e anti-rigore, che sono numerosi in tutti gli schieramenti ed a tutte le latitudini, propongono che il problema della riduzione del debito sia messo in secondo piano, nel nome della crescita economica e della difesa dei ceti più deboli. A supporto della tesi portano anche la crisi dei partiti e le tensioni sociali. Ciò che però non spiegano è come mai più volte in passato questa ricetta del debito infinito in realtà non abbia funzionato. Le aspirine dell’indebitamento, della svalutazione della moneta, dell’inflazione danno sollievi di breve periodo ma non affrontano i nodi strutturali e nel lungo periodo portano quindi ad altre crisi, con nuovi colpi anche agli stessi ceti deboli. Paul Krugman, economista americano Premio Nobel, è tra quanti più criticano le politiche che si basano sul rigore. Anche l’autorevole Krugman, che ha peraltro più volte previsto la caduta di un euro che è ancora lì, sinora non ha però potuto dare risposte agli interrogativi sui nodi strutturali. Come ha fatto notare senza strilli l’economista tedesco Daniel Gros, la risalita economica della Germania negli anni scorsi è dovuta anche alla riduzione della spesa pubblica (cinque punti percentuali del PIL tra il 2003 e il 2008), oltre che all’innovazione industriale e alle riforme del mercato del lavoro. Anche la Svizzera ha d’altronde verificato i benefici del binomio rigore-crescita. Un binomio che purtroppo a livello europeo e mondiale stenta ancora ad affermarsi.

CdT.ch - Commenti CdT - La strana battaglia anti-rigore


Gipa ! come accidenti si mette in twiitt 'sta roba?
copioincollo il link ?
 
L'accordo del 20% è già a rischio

Le richieste del Fmi sarebbero "sempre più alte" e Nicosia si ribella
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NICOSIA - Il governo di Cipro e la Troika - Ue, Bce e Fmi - hanno concordato sabato nel tardo pomeriggio un prelievo forzoso del 20% sui depositi bancari di oltre 100 mila euro custoditi alla Banca di Cipro e del 4% su quelli per lo stesso ammontare in altre banche. Lo ha riferito la Tv statale Rik. "Progressi sono stati fatti - ha rilevato in una nota il commissario Ue Olli Rehn - ma il lavoro per trovare un accordo sul piano di salvataggio di Cipro proseguirà nelle prossime ore. Sfortunatamente ora restano solo soluzioni pesanti ed è comunque essenziale che l'Eurogruppo trovi un accordo entro domenica sera". Tuttavia, sempre nella tarda sera di sabato, è filtrata sempre più insistente la voce che l'accordo appena ottenuto era già "a rischio": parola dell'agenzia ufficiale cipriota Cna, ripresa dalle tv locali. Le difficoltà sarebbero cominciate a causa delle "sempre più alte richieste avanzate dalla rappresentante del Fmi".
 
Il Senato Usa approva il bilancio

Un "sì" soffertissimo: aumento delle tasse di 1 trilione di dollari in 10 anni
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WASHINGTON - Il Senato americano ha approvato all'alba di sabato, dopo una sessione fiume cominciata il giorno prima nel pomeriggio, il piano presentato dai democratici sul bilancio federale: è il primo in quattro anni. Il piano prevede un aumento delle tasse pari a 1 trilione di dollari nei prossimi dieci anni, è passato di stretta misura, con soli 50 voti a favore contro 49 contrari dopo che quattro senatori democratici - che si giocano la rielezione nel 2014 - hanno deciso di opporsi. Il sì a questa legge di bilancio da 3.700 miliardi di dollari per il 2014 dovrebbe ora portare a circa 1.000 miliardi di dollari in nuove tasse nei prossimi dieci anni e favorire una riduzione più prudente della spesa pubblica, colpita dal primo marzo scorso dai tagli automatici frutto del mancato accordo tra repubblicani e democratici.
 
il fiscal cliff?

yess sottostimato ma non da tutti :D
infatti imho l'euro non affonda del tuuto a causa della debolezza US
e altre valute non ve n'è ... per ora
il renmimbi incombe, ma anche loro non hanno interesse a fare upbeat


Beh ma un consolidamento fiscale dovrebbe aumentare la forza del dollaro di per se... per cui se l'euro non affonda le cause vanno ricercate in altre ragioni imho...
 
Beh ma un consolidamento fiscale dovrebbe aumentare la forza del dollaro di per se... per cui se l'euro non affonda le cause vanno ricercate in altre ragioni imho...


la mia ipotesi è che l'economia US sia già stampellata agli aiuti fiscali
e la leva monetaria è già al massimo

quindi, tolta la stampella della spesa pubblica, il gigante traballa ... avevo letto un qualcosa ... :wall: nn ricordo dove
 
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