Tbond Bund (VM69) 2014: 2014 il ritorno di Smaug

  • Creatore Discussione Creatore Discussione PILU
  • Data di Inizio Data di Inizio
The study, seen by Reuters, said European countries would have to give Greece a 30-year grace period on servicing all its European debt, including new loans, and a dramatic maturity extension. Or else they must make annual transfers to the Greek budget or accept "deep upfront haircuts" on existing loans.
The Debt Sustainability Analysis is likely to sharpen fierce debate in Germany about whether to lend Greece yet more money.
German Finance Minister Wolfgang Schaeuble made clear in Brussels on Tuesday that some members of the Berlin government think it would make more sense for Athens to leave the euro zone temporarily rather than take another bailout.
 
Oggi, di fronte ad Atene sottosopra, Schäuble è indicato da molti come la faccia cinica e spietata di Berlino. Convinzione che è però opportuno sottoporre a verifica, per capire chi è e cosa vuole questo politico che dal 1972 siede sui banchi del Bundestag, il parlamento tedesco; dagli elettori è più apprezzato di Angela Merkel e ha un’influenza determinante sulla politica della Repubblica federale. Se non si capisce Schäuble non si capisce la Germania d’oggi. L’uomo non è sempre di buon carattere, forse è anche indurito dalle prove della vita: ragione per cui spesso accanto al suo nome appare la qualifica di «falco» nazionalista. Niente di meno esatto. Wolfgang Schäuble, 72 anni, ministro delle Finanze della Germania, è uno dei politici tedeschi più disposti a dare ascolto alle idee altrui, a immaginare un’Europa che preveda una perdita di sovranità tedesca, a battersi per una relazione fraterna tra la Germania e la Francia. Negli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale, crebbe nella Foresta Nera occupata dai francesi. Ed è con un soldato francese, ospite della sua famiglia, che iniziò a maturare l’idea di amicizia franco-tedesca. Certezza che si è rafforzata quando, al fianco di Helmut Kohl, ha partecipato alla relazione strategica con François Mitterrand e che lo sostiene ancora oggi. Sicuramente, è il più europeista del suo partito, la Cdu di Frau Merkel.

Il pensiero

Il problema è che è anche un intellettuale. E in Germania questo significa in genere pensiero forte, da difendere con convinzione. Qualche volta anche con arroganza. E l’intellettuale-politico Schäuble crede nell’Europa e nell’euro. Non che sia convinto che la moneta unica sia stata costruita in modo solido. Anzi. A metà anni Novanta, assieme a Carl Lamers, sostenne la dottrina della «geometria variabile», sulla base della quale i diversi Paesi avrebbero partecipato in misura differenziata all’integrazione europea: in particolare, la moneta unica sarebbe stata iniziata da Germania, Francia, Olanda, Belgio, Lussemburgo. Una volta imbarcati tutti nell’euro, si è adeguato alla realtà, ma l’idea che per stare in una moneta unica servano gradi di omogeneità — nella competitività dei Paesi, nella solidità delle finanze pubbliche, nel controllo democratico dei parlamenti nazionali — non lo ha abbandonato. Ed è alla base della posizione che ha tenuto durante tutto il negoziato tra creditori e Atene: vitale che ci sia convergenza tra Paesi; se una capitale non vuole, pregiudica l’intera costruzione e la porterà al fallimento; meglio tagliare il braccio che non risponde. Concetti duri, ma di politico che guarda oltre il sondaggio del momento. Con Frau Merkel — più pragmatica e meno proiettata sul futuro dell’Europa — non ha un rapporto d’amore.


Quando Merkel lo bruciò

Alla caduta politica di Kohl, avvenuta anche per uno scandalo di finanziamenti, Schäuble avrebbe dovuto diventare il numero uno della Cdu, ma la «ragazza» lo bruciò sul tempo. E nel 2004 Merkel si oppose a candidarlo a presidente federale. Poi, però, lo ha voluto nel suo governo, prima, dal 2005, come ministro degli Interni, poi, dal 2009, alle Finanze. Oggi è la «bandiera segnavento» per la maggioranza dei tedeschi, l’unico politico che se si schierasse contro la cancelliera la farebbe vacillare. Non lo fa. Ma ne orienta le decisioni come ha fatto nella crisi greca, durante la quale Frau Merkel ha mostrato incertezze di fronte al caos creato dalla coppia Tsipras-Varoufakis. Quando dunque vedete quest’uomo in carrozzella, messo lì da un folle che nel 1990 gli sparò tre colpi di pistola, non crediatelo un acido falco arrabbiato con il mondo. Non è così. Può avere torto. Può avere ragione. Di certo, pensa veloce e pensa europeo.
 
Oggi, di fronte ad Atene sottosopra, Schäuble è indicato da molti come la faccia cinica e spietata di Berlino. Convinzione che è però opportuno sottoporre a verifica, per capire chi è e cosa vuole questo politico che dal 1972 siede sui banchi del Bundestag, il parlamento tedesco; dagli elettori è più apprezzato di Angela Merkel e ha un’influenza determinante sulla politica della Repubblica federale. Se non si capisce Schäuble non si capisce la Germania d’oggi. L’uomo non è sempre di buon carattere, forse è anche indurito dalle prove della vita: ragione per cui spesso accanto al suo nome appare la qualifica di «falco» nazionalista. Niente di meno esatto. Wolfgang Schäuble, 72 anni, ministro delle Finanze della Germania, è uno dei politici tedeschi più disposti a dare ascolto alle idee altrui, a immaginare un’Europa che preveda una perdita di sovranità tedesca, a battersi per una relazione fraterna tra la Germania e la Francia. Negli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale, crebbe nella Foresta Nera occupata dai francesi. Ed è con un soldato francese, ospite della sua famiglia, che iniziò a maturare l’idea di amicizia franco-tedesca. Certezza che si è rafforzata quando, al fianco di Helmut Kohl, ha partecipato alla relazione strategica con François Mitterrand e che lo sostiene ancora oggi. Sicuramente, è il più europeista del suo partito, la Cdu di Frau Merkel.

Il pensiero

Il problema è che è anche un intellettuale. E in Germania questo significa in genere pensiero forte, da difendere con convinzione. Qualche volta anche con arroganza. E l’intellettuale-politico Schäuble crede nell’Europa e nell’euro. Non che sia convinto che la moneta unica sia stata costruita in modo solido. Anzi. A metà anni Novanta, assieme a Carl Lamers, sostenne la dottrina della «geometria variabile», sulla base della quale i diversi Paesi avrebbero partecipato in misura differenziata all’integrazione europea: in particolare, la moneta unica sarebbe stata iniziata da Germania, Francia, Olanda, Belgio, Lussemburgo. Una volta imbarcati tutti nell’euro, si è adeguato alla realtà, ma l’idea che per stare in una moneta unica servano gradi di omogeneità — nella competitività dei Paesi, nella solidità delle finanze pubbliche, nel controllo democratico dei parlamenti nazionali — non lo ha abbandonato. Ed è alla base della posizione che ha tenuto durante tutto il negoziato tra creditori e Atene: vitale che ci sia convergenza tra Paesi; se una capitale non vuole, pregiudica l’intera costruzione e la porterà al fallimento; meglio tagliare il braccio che non risponde. Concetti duri, ma di politico che guarda oltre il sondaggio del momento. Con Frau Merkel — più pragmatica e meno proiettata sul futuro dell’Europa — non ha un rapporto d’amore.


Quando Merkel lo bruciò

Alla caduta politica di Kohl, avvenuta anche per uno scandalo di finanziamenti, Schäuble avrebbe dovuto diventare il numero uno della Cdu, ma la «ragazza» lo bruciò sul tempo. E nel 2004 Merkel si oppose a candidarlo a presidente federale. Poi, però, lo ha voluto nel suo governo, prima, dal 2005, come ministro degli Interni, poi, dal 2009, alle Finanze. Oggi è la «bandiera segnavento» per la maggioranza dei tedeschi, l’unico politico che se si schierasse contro la cancelliera la farebbe vacillare. Non lo fa. Ma ne orienta le decisioni come ha fatto nella crisi greca, durante la quale Frau Merkel ha mostrato incertezze di fronte al caos creato dalla coppia Tsipras-Varoufakis. Quando dunque vedete quest’uomo in carrozzella, messo lì da un folle che nel 1990 gli sparò tre colpi di pistola, non crediatelo un acido falco arrabbiato con il mondo. Non è così. Può avere torto. Può avere ragione. Di certo, pensa veloce e pensa europeo.

Eh si.. mi par proprio così.... anche se sulla storia biografica poco mi interesso.

Per quanto riguarda l'FMI ricordiamoci che il presidente è francese e l'istituzione ha un peso significativo degli USA, gli USA hanno chiesto a Tsipras di rimanere della Ue.
 
Eh si.. mi par proprio così.... anche se sulla storia biografica poco mi interesso.

Per quanto riguarda l'FMI ricordiamoci che il presidente è francese e l'istituzione ha un peso significativo degli USA, gli USA hanno chiesto a Tsipras di rimanere della Ue.


:up::up:

imho Scahu e FMI sono tra i pochi attori del melodracma ad avere avuto una strategia di respiro europeo e di durata quinquennale almeno
gli altri avevano una visione più limitata territorialmente e temporalmente

facile quindi per me immaginare che ora restino solo questi due e confrontarsi :mumble:
 
http://rt.com/business/273547-deutsche-bank-money-laundering/


US regulator examines Deutsche Bank over alleged money laundering in Russia - media





bene: USA all'attacco ;)




intervenga ora il governo tedesco e , date le ripetute violazioni della norma, tolga a DeutBank la licenza
oh, hanno frodato su cambi e tassi, hanno venduto derivati alla grecia e hanno avuto il bailout con i miei soldi, e vanno avanti?


e a questo proposito, perchè non facciamo anche noi affari con la russia? loro sì e noi no ??
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto