patt
Forumer storico
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
GEORGE WASHINGTON PLUNKITT
Non dire mai bugie… a meno che dire bugie sia il tuo punto di forza
Wall Street tira il fiato dopo la lunga salita
Nonostante un certo recupero dai minimi Wall Street chiude stasera in calo, a causa dei pessimi dati macroeconomici e nonostante alcune trimestrali positiva da parte dei principali titoli del settore della grande distribuzione (e della stessa Hp, molto attesa, che ha diffuso i dati poco dopo la campanella di chiusura). Il Dow Jones termina infatti a quota 10.487,65 (-0,59%), mentre il più ampio S&P500 scivola sui 1.175,43 punti (-0,71%). In rosso anche il Nasdaq (grafico, a quota 2.078,62 (-0,74%), nonostante la discreta tenuta dei semiconduttori (-0,46%), mentre l’indice delle small cap a stelle e strisce, il Russell 2000, chiude a quota 617,89 (-0,96%). Dal canto loro i T-bond terminano coi rendimenti che risalgono al 4,21% sul decennale (dal 4,19% di ieri) mentre restano al 4,90% sul trentennale (come ieri), mentre l’oro arriva a quota 440,50 dollari l’oncia, nuovo record degli ultimi 16 anni, e il future sul Wti texano cala a 46,20 dollari al barile, 75 centesimi di dollaro sotto i livelli di ieri, in attesa dei dati sulle scorte americane di prodotti energetici.
A far capire che la seduta si sarebbe messa male ci avevano pensato già i future sugli indici prima dell’avvio della seduta: inizialmente in lieve calo, poi stabili grazie ai discreti numeri dei titoli della grande distribuzione, infine decisamente negativi dopo il dato dei prezzi alla produzione, saliti dell’1,7% a ottobre, l’aumento mensile più forte degli ultimi 14 anni e nettamente superiore allo 0,6% atteso dagli economisti americani.
Appena sopra le attese, invece, l’indice “core”, (+0,3% contro il +0,2% previsto) che non tiene conto dei generi alimentari ed energetici. Su base annua il Ppi sale così del 4,4% (+1,8% nella versione “core”), quanto basta per rendere sempre più concreta la prospettiva di nuovi rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve, anche se uno dei suoi esponenti, Santomero, ribadisce che l’economia Usa, pur godendo di buona salute, dovrebbe confermare anche nel 2005 gli attuali tassi di crescita, consentendo alla Fed di procedere “con passo misurato” nella strada di un graduale riequilibrio dei tassi verso il livello di neutralità. Parole che finiscono col favorire la resistenza dei titoli a più lunga scadenza, provocando un appiattimento della curva dei
tassi statunitensi. Per quanto riguarda i singoli titoli Wal-Mart (WMT) paga una trimestrale in chiaroscuro, cedendo l’1,40%, mentre Morgan Chase (JPM) e Intel (INTC) perdono quota su alcuni commenti negativi da parte degli analisti. Male anche General Motors (GM) dopo voci di stampa relative al fatto che i costi relativi ai piani previdenziali e assistenziali del gruppo peseranno sugli utili futuri. In recupero per la seconda seduta consecutiva, al contrario, il farmaceutico Merck (MRK), su acquisti speculativi scattati in considerazione delle modeste quotazioni raggiunte dal titolo dopo lo scandalo Vioxx.
In rosso anche Home Depot (HD), dopo una trimestrale migliore delle attese e l’incremento delle stime per il 2004, ma il titolo da inizio anno registra ancora una performance positiva del 25%; in calo anche i titoli di Jc Penney (JCP) e Staples (SPLS), nonostante i buoni numeri trimestrali, ma il clima sul settore resta positivo in attesa dell’avvio ufficiale della stagione natalizia, fra poco più di una settimana con la festività del Thanksgiving. Tra i peggiori stasera troviamo anche Google (GOOG), dato che oggi scadeva il lock-up su altri 39 milioni di azioni appartenenti ai dipendenti del gruppo. In calo, infine, anche Fannie Mae (FNM), dopo aver annunciato che non riuscirà a consegnare entro la scadenza indicata dalla Sec la propria trimestrale, dato che il proprio revisore sta ancora esaminando il bilancio, che rischia di chiudersi con una perdita di 9 miliardi dopo le imposte se la Sec deciderà che la compagnia ha contabilizzato in modo improprio alcuni derivati.
Infine, nella sessione After Hours, Hewlett-Packard (HPQ) sale di quasi 8 punti dopo una trimestrale migliore del previsto, chiusa con utili per 1,23miliardi (41 centesimi) al netto dei costi straordinari e non ricorrenti, su un fatturato di 21,4 miliardi di dollari. Gli analisti si attendevano in media 37 centesimi di utile per azione e 21,1 miliardi di fatturato. Nel primo semestre dell’esercizio fiscale 2005 Hp ha annunciato di stimare un guadagno di 72-74 centesimi di dollari per azione, su un fatturato di 41,8-42,3 miliardi.
Seconda seduta consecutiva in territorio negativo per il Nuovo Mercato che ha lasciato sul terreno l'1,05%% a 1.319 punti. Continua il ritracciamento di Tiscali che, dopo il -3,30% della vigilia, è scesa a quota 3,07 euro (-2,29%) con gli analisti di Goldman Sachs che hanno tagliato le stime sull'Isp sardo per quanto concerne perdita per azione, ricavi ed ebitda, sia per il 2004 che per i due esercizi successivi. Per la casa d'affari statunitense il prezzo giusto per il titolo della società cagliaritana resta 3 euro.
GEORGE WASHINGTON PLUNKITT
Non dire mai bugie… a meno che dire bugie sia il tuo punto di forza
Wall Street tira il fiato dopo la lunga salita
Nonostante un certo recupero dai minimi Wall Street chiude stasera in calo, a causa dei pessimi dati macroeconomici e nonostante alcune trimestrali positiva da parte dei principali titoli del settore della grande distribuzione (e della stessa Hp, molto attesa, che ha diffuso i dati poco dopo la campanella di chiusura). Il Dow Jones termina infatti a quota 10.487,65 (-0,59%), mentre il più ampio S&P500 scivola sui 1.175,43 punti (-0,71%). In rosso anche il Nasdaq (grafico, a quota 2.078,62 (-0,74%), nonostante la discreta tenuta dei semiconduttori (-0,46%), mentre l’indice delle small cap a stelle e strisce, il Russell 2000, chiude a quota 617,89 (-0,96%). Dal canto loro i T-bond terminano coi rendimenti che risalgono al 4,21% sul decennale (dal 4,19% di ieri) mentre restano al 4,90% sul trentennale (come ieri), mentre l’oro arriva a quota 440,50 dollari l’oncia, nuovo record degli ultimi 16 anni, e il future sul Wti texano cala a 46,20 dollari al barile, 75 centesimi di dollaro sotto i livelli di ieri, in attesa dei dati sulle scorte americane di prodotti energetici.
A far capire che la seduta si sarebbe messa male ci avevano pensato già i future sugli indici prima dell’avvio della seduta: inizialmente in lieve calo, poi stabili grazie ai discreti numeri dei titoli della grande distribuzione, infine decisamente negativi dopo il dato dei prezzi alla produzione, saliti dell’1,7% a ottobre, l’aumento mensile più forte degli ultimi 14 anni e nettamente superiore allo 0,6% atteso dagli economisti americani.
Appena sopra le attese, invece, l’indice “core”, (+0,3% contro il +0,2% previsto) che non tiene conto dei generi alimentari ed energetici. Su base annua il Ppi sale così del 4,4% (+1,8% nella versione “core”), quanto basta per rendere sempre più concreta la prospettiva di nuovi rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve, anche se uno dei suoi esponenti, Santomero, ribadisce che l’economia Usa, pur godendo di buona salute, dovrebbe confermare anche nel 2005 gli attuali tassi di crescita, consentendo alla Fed di procedere “con passo misurato” nella strada di un graduale riequilibrio dei tassi verso il livello di neutralità. Parole che finiscono col favorire la resistenza dei titoli a più lunga scadenza, provocando un appiattimento della curva dei
tassi statunitensi. Per quanto riguarda i singoli titoli Wal-Mart (WMT) paga una trimestrale in chiaroscuro, cedendo l’1,40%, mentre Morgan Chase (JPM) e Intel (INTC) perdono quota su alcuni commenti negativi da parte degli analisti. Male anche General Motors (GM) dopo voci di stampa relative al fatto che i costi relativi ai piani previdenziali e assistenziali del gruppo peseranno sugli utili futuri. In recupero per la seconda seduta consecutiva, al contrario, il farmaceutico Merck (MRK), su acquisti speculativi scattati in considerazione delle modeste quotazioni raggiunte dal titolo dopo lo scandalo Vioxx.
In rosso anche Home Depot (HD), dopo una trimestrale migliore delle attese e l’incremento delle stime per il 2004, ma il titolo da inizio anno registra ancora una performance positiva del 25%; in calo anche i titoli di Jc Penney (JCP) e Staples (SPLS), nonostante i buoni numeri trimestrali, ma il clima sul settore resta positivo in attesa dell’avvio ufficiale della stagione natalizia, fra poco più di una settimana con la festività del Thanksgiving. Tra i peggiori stasera troviamo anche Google (GOOG), dato che oggi scadeva il lock-up su altri 39 milioni di azioni appartenenti ai dipendenti del gruppo. In calo, infine, anche Fannie Mae (FNM), dopo aver annunciato che non riuscirà a consegnare entro la scadenza indicata dalla Sec la propria trimestrale, dato che il proprio revisore sta ancora esaminando il bilancio, che rischia di chiudersi con una perdita di 9 miliardi dopo le imposte se la Sec deciderà che la compagnia ha contabilizzato in modo improprio alcuni derivati.
Infine, nella sessione After Hours, Hewlett-Packard (HPQ) sale di quasi 8 punti dopo una trimestrale migliore del previsto, chiusa con utili per 1,23miliardi (41 centesimi) al netto dei costi straordinari e non ricorrenti, su un fatturato di 21,4 miliardi di dollari. Gli analisti si attendevano in media 37 centesimi di utile per azione e 21,1 miliardi di fatturato. Nel primo semestre dell’esercizio fiscale 2005 Hp ha annunciato di stimare un guadagno di 72-74 centesimi di dollari per azione, su un fatturato di 41,8-42,3 miliardi.
Seconda seduta consecutiva in territorio negativo per il Nuovo Mercato che ha lasciato sul terreno l'1,05%% a 1.319 punti. Continua il ritracciamento di Tiscali che, dopo il -3,30% della vigilia, è scesa a quota 3,07 euro (-2,29%) con gli analisti di Goldman Sachs che hanno tagliato le stime sull'Isp sardo per quanto concerne perdita per azione, ricavi ed ebitda, sia per il 2004 che per i due esercizi successivi. Per la casa d'affari statunitense il prezzo giusto per il titolo della società cagliaritana resta 3 euro.