Tiscali intraday 21 Ott 2004....a piè pari oltre i 3,21!!!! (1 Viewer)
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patt
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Gli strani incroci tra Telecom e Tiscali
di Edoardo Fagnani21 ottobre 2004 12.00
Ieri, il numero uno di Telecom Italia, nel corso di una conferenza stampa, ha dichiarato che l’azienda sta valutando la possibilità di procedere con acquisizioni di attività all’estero. Tra queste, potrebbero esserci anche alcuni asset dell’isp sardo. La risposta dei vertici di Tiscali non si è fatta attendere. Dalla società sarda è stato nuovamente ribadito che le attività francesi e quelle tedesche restano strategiche. Ecco i possibili scenari futuri.
Si riaccendono improvvisamente le voci di un interesse di Telecom Italia per le attività di Tiscali (profilo, grafico, quotazioni). Questa volta non si tratta di rumors fatti circolare ad arte nelle sale operative, ma è lo stesso presidente del colosso telefonico italiano, Marco Tronchetti Provera, a prospettare un’ipotesi del genere. Ieri, il numero uno di Telecom Italia, nel corso di una conferenza, ha dichiarato che l’azienda sta valutando la possibilità di procedere con acquisizioni di attività all’estero. Tra queste, potrebbero esserci anche alcuni asset dell’isp sardo. Tuttavia, Tronchetti Provera ha precisato che al momento non è stata effettuata alcuna offerta. Addirittura, oggi il numero uno di Telecom Italia ha smentito di essere interessato a rilevare alcuni asset dell'isp sardo.
La risposta dei vertici di Tiscali non si è fatta attendere. Dalla società sarda non è arrivata una smentita integrale alle affermazioni del numero uno di Telecom Italia, ma è stato nuovamente ribadito che le attività francesi e quelle tedesche restano strategiche per il gruppo controllato da Renato Soru.
Un’eventuale cessione della controllata Tiscali France (più volte prospettata dagli addetti ai lavori, dopo il recente cambio ai vertici dell’azienda) e di Tiscali Germania, vorrebbe dire ripensare tutto il business del gruppo. Le attività francesi e quelle tedesche nel 2003 avevano realizzato ricavi rispettivamente per 189,4 milioni di euro e per 93 milioni. In totale, 282,4 milioni su un fatturato complessivo di 901 milioni di euro, vale a dire il 30-35% del giro d’affari realizzato da Tiscali. Se a questi aggiungiamo i 105,1 milioni di euro dei ricavi che nel 2003 sono stati realizzati dalle controllate cedute nelle scorse settimane (leggi l’articolo), l’ipotesi di vendere le attività francesi e tedesche darebbe come risultato una Tiscali con attività dimezzate rispetto a quelle del 2003. Inoltre, non va dimenticato che l’isp sardo cederà a breve anche le controllate nella Repubblica Ceca (fatturato di 16,5 milioni di euro nel 2003) e in Danimarca (giro d’affari di 27,5 milioni sempre lo scorso anno), restringendo ulteriormente il perimetro di consolidamento del gruppo.
La vendita di Tiscali France e di Tiscali Germania è solo fantafinanza?
Le recenti cessioni dell’isp sardo sono state effettuate a un multiplo di poco inferiore a uno rispetto al fatturato realizzato nel 2003 dalle singole controllate. In soldoni, significa che Tiscali ha ricevuto (o riceverà) in cash una cifra pari al giro d’affari realizzato lo scorso anno dalle controllate. Supponendo che questo rapporto resti invariato anche per le prossime cessioni, una possibile vendita delle attività francesi e tedesche potrebbe portare nelle casse di Tiscali circa 300 milioni di euro. Un’eventuale offerta superiore a questa cifra (considerando il carattere strategico di questi asset per Tiscali) potrebbe non essere scartata a priori dall’Isp sardo. I vertici dell’azienda valuterebbero tutti i pro e i contro di questa scelta. Da una parte c’è la necessità stringente di fare cassa. Il bond da 250 milioni di euro che scadrà a luglio del prossimo anno e gli investimenti necessari per potenziare l’offerta Adsl nei prossimi due-tre anni (preventivati in 50 milioni di euro), necessitano di coperture finanziarie che i flussi di cassa, attualmente negativi, ora non garantiscono. Senza dimenticare che nel 2006 scadrà un prestito obbligazionario convertibile da 210 milioni di euro, opzione che, agli attuali livelli di prezzo del titolo, non sarebbe conveniente esercitare. Dall’altra, come evidenziato in precedenza, la cessione delle controllate francesi e tedesche ridurrebbe drasticamente il perimetro di attività di Tiscali, che resterebbe attiva solo in Italia, nel Regno Unito e nel Benelux. Non che questa possibilità sia negativa a priori. Tuttavia, questa scelta relegherebbe l’Isp sardo a un ruolo di secondo (se non terzo) piano nel settore in Europa, dichiarando implicitamente il fallimento della strategia di espansione europea, fortemente voluta dal fondatore Renato Soru.
Quale potrebbe essere il ruolo di Telecom Italia? Anche per il colosso telefonico italiano la discriminante potrebbe essere il prezzo di cessione degli asset tedeschi e francesi, anche perché Tronchetti Provera ha ribadito l’intenzione di contenere l’indebitamento del gruppo al di sotto dei 30 miliardi di euro alla fine del 2004.
Logicamente tutte quelle appena descritte sono solo ipotesi, probabilmente anche remote. E se i vertici dell’Isp sardo avessero ribadito l’importanza delle attività estere solo per tenerne alta la valutazione?
di Edoardo Fagnani21 ottobre 2004 12.00
Ieri, il numero uno di Telecom Italia, nel corso di una conferenza stampa, ha dichiarato che l’azienda sta valutando la possibilità di procedere con acquisizioni di attività all’estero. Tra queste, potrebbero esserci anche alcuni asset dell’isp sardo. La risposta dei vertici di Tiscali non si è fatta attendere. Dalla società sarda è stato nuovamente ribadito che le attività francesi e quelle tedesche restano strategiche. Ecco i possibili scenari futuri.
Si riaccendono improvvisamente le voci di un interesse di Telecom Italia per le attività di Tiscali (profilo, grafico, quotazioni). Questa volta non si tratta di rumors fatti circolare ad arte nelle sale operative, ma è lo stesso presidente del colosso telefonico italiano, Marco Tronchetti Provera, a prospettare un’ipotesi del genere. Ieri, il numero uno di Telecom Italia, nel corso di una conferenza, ha dichiarato che l’azienda sta valutando la possibilità di procedere con acquisizioni di attività all’estero. Tra queste, potrebbero esserci anche alcuni asset dell’isp sardo. Tuttavia, Tronchetti Provera ha precisato che al momento non è stata effettuata alcuna offerta. Addirittura, oggi il numero uno di Telecom Italia ha smentito di essere interessato a rilevare alcuni asset dell'isp sardo.
La risposta dei vertici di Tiscali non si è fatta attendere. Dalla società sarda non è arrivata una smentita integrale alle affermazioni del numero uno di Telecom Italia, ma è stato nuovamente ribadito che le attività francesi e quelle tedesche restano strategiche per il gruppo controllato da Renato Soru.
Un’eventuale cessione della controllata Tiscali France (più volte prospettata dagli addetti ai lavori, dopo il recente cambio ai vertici dell’azienda) e di Tiscali Germania, vorrebbe dire ripensare tutto il business del gruppo. Le attività francesi e quelle tedesche nel 2003 avevano realizzato ricavi rispettivamente per 189,4 milioni di euro e per 93 milioni. In totale, 282,4 milioni su un fatturato complessivo di 901 milioni di euro, vale a dire il 30-35% del giro d’affari realizzato da Tiscali. Se a questi aggiungiamo i 105,1 milioni di euro dei ricavi che nel 2003 sono stati realizzati dalle controllate cedute nelle scorse settimane (leggi l’articolo), l’ipotesi di vendere le attività francesi e tedesche darebbe come risultato una Tiscali con attività dimezzate rispetto a quelle del 2003. Inoltre, non va dimenticato che l’isp sardo cederà a breve anche le controllate nella Repubblica Ceca (fatturato di 16,5 milioni di euro nel 2003) e in Danimarca (giro d’affari di 27,5 milioni sempre lo scorso anno), restringendo ulteriormente il perimetro di consolidamento del gruppo.
La vendita di Tiscali France e di Tiscali Germania è solo fantafinanza?
Le recenti cessioni dell’isp sardo sono state effettuate a un multiplo di poco inferiore a uno rispetto al fatturato realizzato nel 2003 dalle singole controllate. In soldoni, significa che Tiscali ha ricevuto (o riceverà) in cash una cifra pari al giro d’affari realizzato lo scorso anno dalle controllate. Supponendo che questo rapporto resti invariato anche per le prossime cessioni, una possibile vendita delle attività francesi e tedesche potrebbe portare nelle casse di Tiscali circa 300 milioni di euro. Un’eventuale offerta superiore a questa cifra (considerando il carattere strategico di questi asset per Tiscali) potrebbe non essere scartata a priori dall’Isp sardo. I vertici dell’azienda valuterebbero tutti i pro e i contro di questa scelta. Da una parte c’è la necessità stringente di fare cassa. Il bond da 250 milioni di euro che scadrà a luglio del prossimo anno e gli investimenti necessari per potenziare l’offerta Adsl nei prossimi due-tre anni (preventivati in 50 milioni di euro), necessitano di coperture finanziarie che i flussi di cassa, attualmente negativi, ora non garantiscono. Senza dimenticare che nel 2006 scadrà un prestito obbligazionario convertibile da 210 milioni di euro, opzione che, agli attuali livelli di prezzo del titolo, non sarebbe conveniente esercitare. Dall’altra, come evidenziato in precedenza, la cessione delle controllate francesi e tedesche ridurrebbe drasticamente il perimetro di attività di Tiscali, che resterebbe attiva solo in Italia, nel Regno Unito e nel Benelux. Non che questa possibilità sia negativa a priori. Tuttavia, questa scelta relegherebbe l’Isp sardo a un ruolo di secondo (se non terzo) piano nel settore in Europa, dichiarando implicitamente il fallimento della strategia di espansione europea, fortemente voluta dal fondatore Renato Soru.
Quale potrebbe essere il ruolo di Telecom Italia? Anche per il colosso telefonico italiano la discriminante potrebbe essere il prezzo di cessione degli asset tedeschi e francesi, anche perché Tronchetti Provera ha ribadito l’intenzione di contenere l’indebitamento del gruppo al di sotto dei 30 miliardi di euro alla fine del 2004.
Logicamente tutte quelle appena descritte sono solo ipotesi, probabilmente anche remote. E se i vertici dell’Isp sardo avessero ribadito l’importanza delle attività estere solo per tenerne alta la valutazione?
patt
Forumer storico
Tiscali, Telecom Italia non ha interesse - Tronchetti
MILANO, 21 ottobre (Reuters) - Telecom Italia
ribadisce di non avere interesse per gli asset di Tiscali
. "Non abbiamo interesse per Tiscali", ha detto il presidente del gruppo Marco Tronchetti Provera a margine di un convegno. "Siamo su dei mercati nei quali è presente anche Tiscali, c'è stata una interpretazione errata", ha detto Tronchetti riferendosi alle dichiarazioni rilasciate ieri. Durante un incontro con la stampa estera ieri, Tronchetti ha detto che "Noi valutiammo non soltanto Tiscali all'estero", avvertendo tuttavia che "non c'è oggi nessuna offerta". Tiscali sale del 3,44% a 3,28 euro alle 12,20. ((Redazione Milano, +39 02 66129709, Reuters Messaging: [email protected] t, email: [email protected]))
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12:27-21/10
MILANO, 21 ottobre (Reuters) - Telecom Italia
ribadisce di non avere interesse per gli asset di Tiscali
. "Non abbiamo interesse per Tiscali", ha detto il presidente del gruppo Marco Tronchetti Provera a margine di un convegno. "Siamo su dei mercati nei quali è presente anche Tiscali, c'è stata una interpretazione errata", ha detto Tronchetti riferendosi alle dichiarazioni rilasciate ieri. Durante un incontro con la stampa estera ieri, Tronchetti ha detto che "Noi valutiammo non soltanto Tiscali all'estero", avvertendo tuttavia che "non c'è oggi nessuna offerta". Tiscali sale del 3,44% a 3,28 euro alle 12,20. ((Redazione Milano, +39 02 66129709, Reuters Messaging: [email protected] t, email: [email protected]))
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