patt
Forumer storico
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
Si è scoperto che il denaro è proprio come il sesso: chi non ne ha, non riesce a pensare ad altro. Chi ne possiede, pensa a tutt'altre cose.
JAMES BALDWIN
Mercati Azionari: il Giappone mette in riga gli USA, l’Europa resta a guardareNei giorni scorsi l’Europa ha incassato l’ennesimo smacco, stavolta dalla sponda orientale. Dopo i segnali robusti di crescita registrati negli ultimi mesi negli Stati Uniti, infatti, anche il Giappone sembra essersi incanalato sulla strada della ripresa. “Forse abbiamo voluto sotterrare il Giappone un po’ troppo presto”, ha dichiarato con non poca ironia un banchiere occidentale installato a Tokio; i numeri, infatti, parlano chiaro, dato che l’economia nipponica nell’ultimo trimestre del 2003 ha messo a segno un incremento di crescita che non si registrava da tre anni a questa parte.
Nel dettaglio, il PIL è salito dell’1,7% nell’ultimo quarto dello scorso anno, e quindi con un tasso di crescita annualizzato che sfiora il livello dei sette punti percentuali.
La seconda economia mondiale, di conseguenza, è al momento la più virtuosa tra i paesi del G7, e gli Stati Uniti, messi clamorosamente in riga, si devono per il momento “accontentare” del secondo posto dato che, in accordo l’ultima rilevazione trimestrale, l’economia a stelle e strisce sta crescendo ad un ritmo annualizzato del 4%.
Su base annua, allo stesso modo, i dati ufficiali sulla crescita 2003 del Giappone risultano così alquanto confortanti dato che, rispetto al –0,4% dell’anno precedente, il PIL nipponico nel 2003 è cresciuto del 2,7%.
Le economie guida del Vecchio Continente, invece, restano sostanzialmente a guardare la crescita altrui, visto che, secondo le ultime rilevazioni, il tasso d’espansione del Prodotto Interno Lordo si mantiene compreso nel poco edificante range dello 0-1%.
Di colpo, quindi, i Capi d’Impresa giapponesi tornano a sperare, e potenzialmente la piazza azionaria di Tokio potrebbe continuare a crescere così come è accaduto negli ultimi mesi a quella americana; nel mese di dicembre, tra l’altro, il tasso di crescita dei fallimenti societari ha fatto registrare una contrazione del 24,6% rispetto allo stesso periodo del 2002, ragion per cui ciò dovrebbe contribuire a dare ulteriore ossigeno ad un sistema bancario giapponese che negli anni passati ha vissuto uno dei periodi più cupi della sua storia.
Nel Vecchio Continente, intanto, l’euro continua a flirtare con la quota 1,30 nei confronti del dollaro, anche se nelle ultime ore delle prese di beneficio di ordine “tecnico” lo hanno fatto arretrare attorno al livello
di 1,27; i mercati azionari europei, di riflesso, sembrano ora più che mai destinati a rimanere al gancio dei listini USA, ma ci si chiede in ogni caso quale sia il livello di tolleranza massimo dell’euro oltre il quale la Banca Centrale europea possa finalmente decidere di uscire da una lunga politica monetaria nel segno dell’immobilismo.
In accordo con un recente sondaggio realizzato da un istituto tedesco, il rapporto dell’euro a $ 1,30 rappresenterebbe l’ultima soglia tollerabile da parte degli interpellati, ma il recente summit del G7 a Boca Raton non ha di certo alimentato l’ottimismo in merito ad una revisione al ribasso dei tassi d’interesse europei, e neanche per un intervento concertato sui mercati valutari da parte delle Banche Centrali.
“Urge una maggiore stabilità sul mercato dei cambi, condizione necessaria per una crescita economica solida e sostenibile”, ha recentemente dichiarato il Presidente francese Chirac, il quale ha altresì aggiunto che “l’Europa è l’area che maggiormente risente delle fluttuazioni valutarie, e quindi è necessaria una maggiore determinazione nel trattare le questioni economiche internazionali”.
Vedremo, dunque, se una volta tanto la BCE sarà in grado nelle prossime settimane di “sorprendere” i mercati.
LUNEDI 23 FEBBRAIO
NESSUN DATO ATTESO
![frasedelgiorno.gif](/proxy.php?image=http%3A%2F%2Fservizi.soldionline.it%2Fimages%2Ffrasedelgiorno.gif&hash=02c7698a6473ccd86954e79cbc18851f)
Si è scoperto che il denaro è proprio come il sesso: chi non ne ha, non riesce a pensare ad altro. Chi ne possiede, pensa a tutt'altre cose.
JAMES BALDWIN
Mercati Azionari: il Giappone mette in riga gli USA, l’Europa resta a guardareNei giorni scorsi l’Europa ha incassato l’ennesimo smacco, stavolta dalla sponda orientale. Dopo i segnali robusti di crescita registrati negli ultimi mesi negli Stati Uniti, infatti, anche il Giappone sembra essersi incanalato sulla strada della ripresa. “Forse abbiamo voluto sotterrare il Giappone un po’ troppo presto”, ha dichiarato con non poca ironia un banchiere occidentale installato a Tokio; i numeri, infatti, parlano chiaro, dato che l’economia nipponica nell’ultimo trimestre del 2003 ha messo a segno un incremento di crescita che non si registrava da tre anni a questa parte.
Nel dettaglio, il PIL è salito dell’1,7% nell’ultimo quarto dello scorso anno, e quindi con un tasso di crescita annualizzato che sfiora il livello dei sette punti percentuali.
La seconda economia mondiale, di conseguenza, è al momento la più virtuosa tra i paesi del G7, e gli Stati Uniti, messi clamorosamente in riga, si devono per il momento “accontentare” del secondo posto dato che, in accordo l’ultima rilevazione trimestrale, l’economia a stelle e strisce sta crescendo ad un ritmo annualizzato del 4%.
Su base annua, allo stesso modo, i dati ufficiali sulla crescita 2003 del Giappone risultano così alquanto confortanti dato che, rispetto al –0,4% dell’anno precedente, il PIL nipponico nel 2003 è cresciuto del 2,7%.
Le economie guida del Vecchio Continente, invece, restano sostanzialmente a guardare la crescita altrui, visto che, secondo le ultime rilevazioni, il tasso d’espansione del Prodotto Interno Lordo si mantiene compreso nel poco edificante range dello 0-1%.
Di colpo, quindi, i Capi d’Impresa giapponesi tornano a sperare, e potenzialmente la piazza azionaria di Tokio potrebbe continuare a crescere così come è accaduto negli ultimi mesi a quella americana; nel mese di dicembre, tra l’altro, il tasso di crescita dei fallimenti societari ha fatto registrare una contrazione del 24,6% rispetto allo stesso periodo del 2002, ragion per cui ciò dovrebbe contribuire a dare ulteriore ossigeno ad un sistema bancario giapponese che negli anni passati ha vissuto uno dei periodi più cupi della sua storia.
Nel Vecchio Continente, intanto, l’euro continua a flirtare con la quota 1,30 nei confronti del dollaro, anche se nelle ultime ore delle prese di beneficio di ordine “tecnico” lo hanno fatto arretrare attorno al livello
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di 1,27; i mercati azionari europei, di riflesso, sembrano ora più che mai destinati a rimanere al gancio dei listini USA, ma ci si chiede in ogni caso quale sia il livello di tolleranza massimo dell’euro oltre il quale la Banca Centrale europea possa finalmente decidere di uscire da una lunga politica monetaria nel segno dell’immobilismo.
In accordo con un recente sondaggio realizzato da un istituto tedesco, il rapporto dell’euro a $ 1,30 rappresenterebbe l’ultima soglia tollerabile da parte degli interpellati, ma il recente summit del G7 a Boca Raton non ha di certo alimentato l’ottimismo in merito ad una revisione al ribasso dei tassi d’interesse europei, e neanche per un intervento concertato sui mercati valutari da parte delle Banche Centrali.
“Urge una maggiore stabilità sul mercato dei cambi, condizione necessaria per una crescita economica solida e sostenibile”, ha recentemente dichiarato il Presidente francese Chirac, il quale ha altresì aggiunto che “l’Europa è l’area che maggiormente risente delle fluttuazioni valutarie, e quindi è necessaria una maggiore determinazione nel trattare le questioni economiche internazionali”.
Vedremo, dunque, se una volta tanto la BCE sarà in grado nelle prossime settimane di “sorprendere” i mercati.
LUNEDI 23 FEBBRAIO
NESSUN DATO ATTESO