Una ripresa incerta, che
non tornerà ai fasti del 2000
di Giuseppe Turani
Da Affari & Finanza, La Repubblica, del 19/4/2004
Milano. Mercati un po' incerti (e in arretramento), come percorsi da una sorta di nuova paura, sottile, ma presente. Da che cosa è determinata? Tanti sono i fattori che in questo momento suggeriscono cautela agli operatori.
1- In primo piano, come sempre, c'è la situazione economica americana. E' vero che questa comincia a mandare segni abbastanza sostenuti e non tanto equivocabili di forte ripresa. ma è anche vero che ogni tanto arriva qualche segnale di incertezza. La fiducia va e viene, come è anche giusto che sia e quindi l'incertezza non lascia i mercati. la ripresa americana non appare come un treno lanciato a forte velocità, ma come un treno incerto, che si guarda intorno e che prosegue, di stazione in stazione, ma sempre dopo aver dato un'occhiata ai binari.
2- D'altra parte, la ripresa americana è una sorta di arma a doppio taglio, ormai. Se per caso dovesse incepparsi, sarebbero certamente guai per tutti quelli che avevano puntato sul contrario. Se invece dovesse proseguire, solida e robusta, sarebbero guai comunque perché Greenspan sarebbe costretto a alzare i tassi di interesse o dovrebbe far capire (se la buona educazione gli impedisce di farlo prima delle elezioni presidenziali) che lo farà subito a dicembre. In sostanza, siamo arrivati al punto in cui i mercati hanno capito che la ripresa, se va avanti davvero, come pare, si porterà dietro anche un inizio di aumento del costo del denaro. E questo, si sa,ai mercati non piace mai.
3- Non è troppo sicura nemmeno la situazione delle aziende. I risultati di Intel e di Nokia (che sono abbastanza prudenti sul futuro). Ma, soprattutto, hanno fatto capire agli operatori che forse si erano date per scontate un po' troppe cose. Si era vista un'autostrada tutta dritta dove invece c'è ancora una strada con molte curve e addirittura qualche tornante e un po' di salite. Inoltre, si comincia a vedere che il superamento della crisi innescata nel 2000 non ci porta automaticamente al Paradiso di prima, ma ci getta in un mondo con alti e bassi, e dove non tutto va bene nello stesso modo. Se a questo si aggiunge, poi, che a Wall Street i prezzi sono già discretamente elevati (non altissimi, insopportabili, ma alti certamente), si capisce perché gli operatori comincino a diventare prudenti e, in qualche caso, a tirare i remi in barca.
4- Nel conto bisogna mettere almeno altre tre elementi di incertezza. Il primo di essi è certamente la complicata situazione politico-militare internazionale, che nelle ultime settimane ha visto un ritorno del terrorismo in varie forme. Tutto ciò, ovviamente, lascia un po' preoccupati i mercati, che temono qualche colpo a sorpresa capace di disorientare gli operatori.
5- Il secondo elemento di incertezza riguarda le elezioni americane. Un po' tutti cominciano a capire che a elezioni fatte la politica economica in quel paese dovrà cambiare. E non certo nella direzione di una maggior generosità dell'Amministrazione e della federal Reserve. Nell'aria, insomma, c'è profumo di stretta. Stretta che potrebbe essere anche un po' più severa se a vincere fossero i democratici e se Bush risultasse battuto. Di sicuro, un po' tutti avvertono che la lunga stagione del denaro quasi gratis e del bilancio federale con passivi record sta per finire. Siamo agli ultimi giorni. E anche questo piace poco ai mercati.
6- Infine, c'è la Cina. Nel primo trimestre quel paese è cresciuto alla velocità del 10 per cento. Ma un po' tutti si rendono conto che questa cosa non può durare: c'è il rischio che in Cina si incendi tutto. E quindi, anche sul quel fronte (dove in questi anni sono corsi quasi tutti) c'è da attendersi non certo un rilancio ulteriore, ma una buona frenata. C'è solo da augurarsi che tutto avvenga in modo ordinato, senza troppi morti e feriti.
(19 aprile 2004)