Titoli & commodities al vaglio 2010

:rolleyes:
la direzione di uscita dalla compressione a tuo parere sarà up?
è cambiato qualcosa nel tuo ptf?

No no.......rimasto lungo......e flat sulle valute........




Il secchiello di sabbia non era rivolto a nessuno di noi...........ce l'ho con qualcuno che dovrebbe far qualcosa e non la sta facendo...............tra breve vi svelerò qual'è a mio avviso il sacro c........
 
Il mini yuan fa mettere da parte la diplomazia: per Geithner è tutta colpa di Pechino

(7 Ottobre 2010 - 08:48)


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MILANO (Finanza.com) La colpa è tutta di Pechino. Timothy Geithner affronta a muso duro la querelle del mini yuan, che rischia di scatenare una vera e propria guerra delle valute. Alla vigilia delle riunioni del G7 a Washington, che inizieranno fra qualche giorno, il segretario del Tesoro americano sfodera gli artigli e si toglie qualche sassolino. Geithner ha legato per la prima volta e in una maniera che non lascia adito a dubbi la riforma della governance del Fondo Monetario Internazionale, tanto voluta dai paesi emergenti, Cina in primis, all'impegno che questi stesso Paesi devono dimostrare nel favorire l'appianamento degli squilibri globali tramite rapporti più corretti tra le valute.
Il messaggio è chiaro: un mini yuan rischia di mandare in fumo la debole ripresa dell'economia avviata a macchie di leopardo in Europa, ma anche la situazione americana ne uscirebbe compromessa in un mondo che è ormai globalizzato. Si corre quindi un rischio grande, di cui il Fondo Monetario Internazionale, che Geithner chiama in causa per coordinare le politiche valutarie globale, deve essere cosciente. Le valute - avverte il direttore generale del Fmi Dominique Strauss-Kahn - non vanno usate come armi, "se tradotta in azione questa idea rappresenta un serio rischio per la ripresa globale. Approcci di questo genere avrebbero un impatto negativo e di lungo termine".
La svolta secondo Geithner potrebbe esserci se verrà mandata avanti quella linea intrapresa a Londra e poi a Pittsburgh, dove è stato delineata una strategia per affrontare la crisi globale, che ha previsto una maggiore partecipazione "delle economie emergenti nelle più importanti istituzioni di cooperazione economica e finanziaria, un aumento delle risorse a disposizione delle medesime istituzioni nel tentativo di rendere il G20 il forum centrale della cooperazione, ereditando dunque il ruolo tradizionalmente svolto dal G-7".
La risposta da Pechino non è tardata ad arrivare. Il premier cinese Wen Jiabo da Bruxelles ha lanciato la sua bordata: "L'Europa non dovrebbe unirsi al coro di pressioni sulla Cina per ottenere una maggiore rivalutazione dello yuan". Eppure i numeri raccontano un'altra verità: se rimettiamo indietro le lancette dell'orologio aallo scorso 19 giugno emerge che lo yuan ha guadagnato solo il 2,1% sul dollaro mentre ha perso qualcosa come l'11,5% sull'euro. Una situazione che rischia di diventare insostenibile: sta agitando ormai da troppo tempo gli animi dei protagonisti della politica economioca della Vecchia Europa e che ha fatto mettere da parte negli ultimi giorni la diplomazia.
 
GUERRA VALUTARIA!

Il dollaro continua a scendere in base ai timori che il dato di domani sui Non Farm Payrolls sorprenderà in negativo. Il report di questo mese è denso di incertezza

E’ stata una settimana molto movimentata fin’ora nel mercato FX. Anche ieri con l’Advance Decline in Payrolls (ADP) usciti un calo di 39k a settembre, ne abbiamo viste delle belle, e l’euro vola. Il dollaro continua a scendere in base ai timori che il dato di domani sui Non Farm Payrolls sorprenderà in negativo. Il report di questo mese è denso di incertezza perché di fatto il mercato del lavoro americano è immobile. L’ISM non manifatturiero ha mostrato che c’è volontà di tornare a crescere, ma l’ADP ha portato tutti di nuovo coi piedi per terra. Questo, nonostante l’ADP sottostimi frequentemente il numero di occupati nel settore privato. Comunque l’ADP è solitamente corretta nel mostrare la direzione degli NFP (positivo o negativo) ed il segno negativo di ieri ha comunque preoccupato il mercato, che attualmente è molto sensibile a dati negativi provenienti dagli USA. Nel frattempo, c’è stata una escalation della “guerra valutaria” che affligge il mondo in quanto il Segretario del Tesoro americano Geithner ed il PM cinese Wen si danno battaglia sulla stampa (si guardi ad esempio questo articolo di Bloomberg: http://www.bloomberg.com/news/2010-10-06/geithner-sees-a-damaging-dynamic-in-policies-to-undervalue-currencies.html) e contestualmente spingono il UsdJpy sotto 83 (mentre scriviamo siamo a 82,84). Geithner avverte i leader politici di una “dinamica danneggiante” nelle politiche dei tassi di cambio e ha richiesto “cortesemente” politiche più flessibili dai paesi emergenti. Il governo cinese, d’altro canto, offre ciotole di riso bollito e involtini primavera a vari paesi europei per cercare sostegno. Wen ha apertamente giustificato la forza dell’euro sulla mera debolezza del dollaro, e non sullo Yuan. In un evento recente a Bruxelles, ha parlato della crescita dei rapporti commerciali tra Cina ed Europa e ha mostrato una crescita delle esportazioni verso l’UE del 42% in H1 2010. Wen ha anche detto che la Cina ha dato sostegno alla Grecia, all’Islanda, Spagna, Portogallo e Italia acquistando le loro obbligazioni che ha aiutato a dare stabilità all’euro. Certamente ha ammesso la necessità di rivalutare lo Yuan, ma ha aggiunto che “un incremento del 20-40% dello Yuan causerebbe troppo scompiglio in Cina, dobbiamo fare le cose gradualmente”.

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UsdJpy (Candele) vs. EurUsd (Linea) – grafico 60 minuti

La Cina è sempre stata una giocatrice di primo livello nelle sfide politiche e non si smentisce. Per quanto il mercato FX sia il più grande e liquido del mondo, la maggior parte dei grandi movimenti ha cause politiche, e ora stiamo vivendo una vera e propria guerra valutaria innescata dal mondo politico.
Passando all’analisi tecnica, vediamo sopra il grafico incrociato tra EurUsd e UsdJpy che mostra la guerra valutaria in corso: Euro che schizza alle stelle sopra 1,3900 ed il UsdJpy che torna clamorosamente sotto 83,00. La Cina ha dunque reso vano ogni sforzo della BoJ. L’euro continua ad essere sostenuto ma stiamo avvertendo segnali psicologici di congestione imminente: tutti stanno iniziando a parlare di EurUsd, della sua estensione, di possibili target ancora più in alto. Come dice un vecchio adagio “quando anche il barbiere parla di finanza, è ora di vendere”. Dunque mettiamoci nell’ottica dello scettico e vediamo come interpretare i movimenti di stamani. L’euro è ancora in trend rialzista sul daily e sul 4 ore ma sull’orario mostra i primi segni di congestione. Solo una rottura sopra 1,3950 può sfatare questa ipotesi mentre una rottura sotto 1,3890 può aprire la porta a 1,3850 e forse 1,3820. L’EurJpy invece deve riuscire a stare sopra 115,20 per non cadere sotto 115,00 mentre sopra è il 115,50 a fare da tappo alla sua ascesa. EurGbp invece è costretto in un angusto corridoio tra 0,8762 e 0,8770. Si può giocare decisamente sul break out, magari dopo le 10,30 sui dati UK. Chi volesse qualche speranza (vana) su UsdChf deve invece guardare a 0,9630 che, una volta rotto, porta su a 0,9650 per un veloce mordi e fuggi.
 
Il Sole 24 Ore ha dato ampio risalto alle ultime disposizioni della Consob in materia di Opa. L’organo che vigila sul mercato azionario italiano ha deciso che la posizioni in derivati dovranno essere conteggiate con le partecipazioni dirette detenute in una società e se la loro somma supererà il 30% scatterà l’obbligo di lanciare un’offerta pubblica di acquisto. In questo modo la Consob vuole togliere la possibilità di eludere l’obbligo di lanciare un’opa sul titolo attraverso la sottoscrizione di un’opzione di acquisto o di uno scambio azionario senza detenere fisicamente l’azione.
 

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