Tolleranza zero!!!

  • Creatore Discussione Creatore Discussione ciut
  • Data di Inizio Data di Inizio
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
peccato si stava integrando alla grande...albanesi tutti app

1179256027appeso.jpg
1179256052albanese.jpg
 
preso...era un bravo ragazzo...

In casa di uno degli albanesi arrestati trovato materiale satanico
Assalto al bus, preso il terzo uomo
Catturato il terzo componente della banda: «È un clandestino di 21 anni». Si trovava in un appartamento a Milano

NOVARA - È finita la caccia all'uomo, fra Piemonte e Lombardia, dopo che martedì pomeriggio tre banditi albanesi hanno sequestrato un pullman di linea con una quindicina di passeggeri a bordo. Il terzo componente della banda, a quanto pare il capo, è stato preso dalle forze dell'ordine, che avevano già assicurato alla giustizia gli altri due. Secondo le prime informazioni, l'uomo sarebbe stato catturato dai carabinieri a Milano, in un appartamento in via Savona (zona Navigli), e al momento i militari lo stanno trasferendo a Novara. In mattinata era stata diffusa una sua foto (GUARDA). Il bandito si chiama Rusten Ahmeti, ha 21 anni. È uscito dal carcere milanese di San Vittore nel 2006. Irregolare, abitante nell'alessandrino, capelli corti bruni, occhi scuri e un vistoso orecchino all'orecchio sinistro, Ahmeti era ricercato «con tutti i mezzi a nostra disposizione», aveva preannunciato il colonnello Pasquale Capriati, comandante provinciale dell'Arma a Novara, l'uomo che ha poi annunciato alla stampa la sua cattura.

INTERROGATI - A lungo, nel corso della notte, i magistrati hanno interrogato Ali Muka, 27 anni, e Albrahimi Armand, di 19 anni, i due sequestratori arrestati. Sono stati proprio loro a fornire l'identità del loro complice, anche lui albanese, indicandolo come la mente della loro azione criminale. Un sequestro a scopo di lucro, secondo i primi elementi raccolti dagli inquirenti, che avrebbe dovuto fruttare alla banda i soldi necessari a saldare alcuni debiti. Tra cui, a quanto pare, quelli contratti per l'acquisto della cocaina di cui sembra facessero uso.
1179353152albanese.jpg
 
per me non e' un problema farli entrare...

in italia occorre un sacco di manodopera di basso livello per lavori che nessuno vuole piu' fare, e senza gli extra molti settori economici sarebbero gia' in crisi.

il problema vero e' la mancanza in italia di una giustizia seria e severa, e di polizia e carabinieri sottodimensionati , sottopagati e senza mezzi.

Con l'apertura delle frontiere da qui a due tre anni i crimini di questo tipo aumenteranno a dismisura, ora rumeni ecc entrano con la carta di identita senza controlli di nessun tipo essento cittadini comunitari

e o si rafforzano le strutture in difesa del cittadino e la giustizia non diventa piu' seria o l'italia sara' sempre vista come il paese dove " faccio il cazzo che mi pare, tanto in galera non ci vado"
 
ecco chi verserà i contributi per le ns. pensioni...:-(((

Droga, 27 arresti Torino, 8 minorenni
Sono tutti immigrati nordafricani. Una vera organizzazione con ripartizione dei ruoli. Nessuno degli spacciatori era maggiorenne

TORINO - La Guardia di Finanza di Torino, ha arrestato 27 immigrati nordafricani, tra cui otto minorenni a conclusione di un'indagine sullo spaccio di droga nella zona dei Murazzi del Po. Le operazioni sono state coordinate dal sostituto procuratore Maurizio Laudi della Dda. con la collaborazione del capo della Procura per i minorenni, Ennio Tomaselli. «Abbiamo scoperto - ha sottolineato Laudi - una vera e propria organizzazione, con una ripartizione di ruoli, che fa pensare di poter ipotizzare in futuro il reato di associazione per delinquere».
Sono finiti nelle maglie della Finanza gli spacciatori del gruppo, tutti minorenni, ma anche le vedette, che si preoccupavano di dare l'allarme in caso di arrivo delle forze dell'ordine. Nella distribuzione dei compiti, alcuni erano addetti al rifornimento ogni mattina della droga, comprandola nella zona di Porta Palazzo e altri erano i cassieri, con il compito di custodire il denaro guadagnato dai baby-pusher. :down: :down: :down:
 
riamandarlo in romania... troppo difficile?

Rom agli arresti domiciliari: vietato sgomberare il campo

da Desio (Milano)

La gente della zona insorge. Quelli della Lega Nord polemizzano duramente, perché vogliono, anzi, pretendono lo sgombero del campo nomadi abusivo, sistemato al confine nord di Desio. Giampiero Mariani, che è il sindaco, non ci penserebbe su due volte a firmare l’ordinanza. Eppure ha le mani legate perché in una di quelle cinque roulotte vive un detenuto agli arresti domiciliari. Allora il provvedimento per liberare una volta per tutte l’area tra via Molinara e via Filippo da Desio, ai confini con Seregno, non si può fare. Il magistrato ha stabilito che il nomade d’origine slava deve campare lì e neppure il Padreterno può cacciarlo. Forse si tratta di un paradosso, forse di una decisione discutibile, ma la giustizia ha sentenziato e Giampiero Mariani non può mettere becco. «Il motivo per cui non li posso far sgombrare è proprio questo – racconta il primo cittadino –. Tempo fa erano andati via, poi sono tornati ed io non li posso spedire altrove». Una storia per la quale il capo della giunta di centrodestra, che da un paio d’anni governa la città natale di Pio XI, continua a rimuginare senza trovare una soluzione in grado di tranquillizzare i cittadini che risiedono in zona e neppure gli alleati del Carroccio. «Posso fare ben poco – aggiunge Giampiero Mariani -. Abbiamo a disposizione cinque posti nel campo nomadi a cavallo con il territorio di Lissone, ma in quella struttura non li vogliono. Affermano che sono di un’altra etnia. Ora per una volta rispondete voi alla mia domanda: che cosa devo fare, come mi devo comportare?». Nel campo abusivo vivono oltre al rom, che deve scontare la sua pena, altre quindici persone, quasi tutte donne, le quali il mattino partono per il centro cittadino a chiedere l’elemosina. Un altro comportamento, che fa a cazzotti con il regolamento di polizia urbana. «In realtà gli stanziali non sono molti, ma spesso arrivano altri camper con trenta quaranta nomadi. Una volta i ragazzini sono saltati dentro in un appartamento al primo piano. Difficile stare tranquilli. Tempo fa scroccavano la nostra luce e l’acqua. Chiedono di tutto. È insopportabile», dice Mariani. :down: :down: :down:
 
Re: ottima notizia eheh

ciut ha scritto:
Clandestini: 8.000 morti in 20 anni sognando l'Europa
14/05/2007 22:05 - ANSA

Duemila le persone naufragate nel solo canale di Sicilia

(ANSA) - ROMA, 14 MAG - Oltre 8.000 morti dal 1988 ad oggi nel tentativo di arrivare in Europa: vittime dei naufragi, di campi minati e degli spari di polizia. Il dato e' contenuto nel reportage "Mamadou va a morire" di Gabriele Del Grande. L'autore riporta i dati sulle vittime dei viaggi verso il Vecchio Continente: 8.226 i morti. Nel mar Mediterraneo e nell'oceano Atlantico sono annegate 6.078 persone. Nel solo canale di Sicilia tra Libia, Egitto, Tunisia, Malta e Italia le vittime sono 1.931. :lol: :lol: :lol:

Ciut, che tu metta una notizia come questa con le faccine sorridenti e commentando nel titolo del messaggio "ottima notizia" è a dir poco rivoltante.
Il desiderio di giustizia e legalità non hanno niente a che fare con la morte di questi disperati.
 
Re: ottima notizia eheh

ciut ha scritto:
Clandestini: 8.000 morti in 20 anni sognando l'Europa
14/05/2007 22:05 - ANSA

Duemila le persone naufragate nel solo canale di Sicilia

(ANSA) - ROMA, 14 MAG - Oltre 8.000 morti dal 1988 ad oggi nel tentativo di arrivare in Europa: vittime dei naufragi, di campi minati e degli spari di polizia. Il dato e' contenuto nel reportage "Mamadou va a morire" di Gabriele Del Grande. L'autore riporta i dati sulle vittime dei viaggi verso il Vecchio Continente: 8.226 i morti. Nel mar Mediterraneo e nell'oceano Atlantico sono annegate 6.078 persone. Nel solo canale di Sicilia tra Libia, Egitto, Tunisia, Malta e Italia le vittime sono 1.931. :lol: :lol: :lol:

che cosa ti ridi?

Se fossi tuo padre ti darei uno schiaffo che ti faccio girare la faccia dall'altra parte.
 
Due donne sparite nel nulla, una prostituta violentata, il ritrovamento di un tronco umano nella proprietà di un agricoltore, una condanna per stupro , per lo stesso agricoltore sospettato anche di aver ucciso e occultato almeno due persone. Tutti questi avvenimenti sono legati tra loro da un unico nome: Gianfranco Stevanin accusato di aver commesso i succitati delitti. Lo Stevanin, nato a Montagnana (PD) il 2/10/1960, è uno stupratore feticista, un perverso violentatore. Nel gennaio 1994 sparisce la prima ragazza, l'altra sette mesi dopo. Nel novembre 1994 lo Stevanin viene arrestato per aver aggredito e violentato una prostituta somigliante alle due ragazze scomparse, Gabriella Muster.Nella sua villa a Terrazzo, vengono ritrovate delle fotografie porno, degli indumenti e meccanismi sadomaso, dei peli pubici femminili in una scatola e i vestiti i gioielli e i documenti delle due ragazze scomparse.

1179787036stevanin.jpg
 
Pietro Maso, una sera di mezzo aprile del 1991 all'età di 20 anni con altri tre amici (Giorgio Carbognin, Paolo Cavazza e l'allora minorenne D.B.) è nel buio della cucina di casa sua ad aspettare che i genitori salgano le scale e entrino dalla porta, stringendo nelle mani bastoni, padelle e un tubo innocente. Quando si accende la luce, in quella villetta a Montecchia di Crosara, è il segnale che dà il via al massacro. Una mattanza che dura 53 minuti. Pietro e i suoi amici pensavano che ammazzare fosse facile, come nei film. Che bastasse un colpo e fosse tutto finito. Che il giorno dopo fosse facile, andare in banca e chiudere il conto corrente dei genitori prelevando tutto il denaro disponibile per far la bella vita a base di auto nuove e serate in discoteca. Il film è andato diversamente. Come tutti sanno è finito con il carcere e la condanna a 30 anni confermati fino all'ultimo grado di giudizio. Ma quelle terribili sequenze da allora affollano la mente di Pietro Maso. Spezzoni di memoria che affiorano ed, evidentemente, lacerano la coscienza. Segnando un "cammino di ripensamento" che da un lato suscita le attenzioni di giornali e settimanali, d'altro canto apre spiragli all'azione dei difensori (Maso potrebbe anche uscire dal carcere di Opera, a Milano, dove attualmente si trova per essere affidato a qualche comunità di recupero e godere del regime di semilibertà). Non mancano comunque reazioni che viaggiano tra lo stupore, l'incredibilità e la perplessità sul pentimento e la conversione. Le sue mani, lavate dal sangue, ora si muovono sui tasti del computer dove mette a frutto le lezioni di informatica e di contabilità aziendale; le dita che hanno stretto il bastone, ora muovono pennelli e stringono i tubetti dei colori ad olio, oppure impugnando la penna con la quale Maso scrive poesie, pubblicate in questi giorni anche dal settimanale dei paolini «Famiglia Cristiana», in cui il giovane di Montecchia di Crosara che uccise i genitori invoca ora li perdono. Anche Nautilus pubblica parti inedite di una lettera inviataci da Pietro Maso, un documento che testimonia la sua «volontà di riparare, almeno in parte il male fatto». Una traccia, accompagnata dalla testimonianza di fra' Beppe Prioli, il quale parla di un «lungo, difficile percorso di redenzione». Dove, tra le pieghe della coscienza emergono allucinanti particolari prima rimossi. Dove la ricerca di spiegazioni s'incaglia negli angoli bui del cervello.


1179787091maso1.jpg
 
Adesso non è più solo un'ipotesi. L'omicidio delle sette prostitute, forse dei dei due metronotte: Candido Randò, Massimino Gualillo, di Elisabetta zoppetti, uccisa a sangue freddo sul treno Genova Venezia e infine di Maria Angela Rubino, nella toilette di una carrozza ferroviaria, scoperto sabato notte a Ventimiglia, è quasi certamente opera di un maniaco. Un assassino che sorprende donne sole sui treni, le blocca e le uccide con un'arma di grosso calibro, probabilmente una Smith Wesson calibro 38 special con proiettili "scamiciati" che servono letteralmente a devastare la parte del corpo dove penetrano. Autentiche, feroci esecuzioni, prima delle quali il killer fa inginocchiare le sue vittime quasi volesse umiliarle, trattarle come oggetti, o forse redimerle dai loro peccati, non senza curarsi freddamente di usare un loro indumento per attutire il colpo.

1179787163donato.jpg
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Back
Alto