La Parisi, una soubrette, si è dimostrata più giornalista di Luca Telese.
Che, intendiamoci, non è certo il più rappresentativo della sua categoria in quanto a scientismo acritico
e probabilmente anche di comodo (garantisce di non farsi cacciare a pedate dalla conduzione dei grandi studi televisivi).
Tanto che
lui risponde “
Siamo d’accordo, ovviamente, sul fatto che dilemmi così grandi non si risolvono a colpi di slogan“.
Ah! Siamo d’accordo?
Sul serio?
E allora perché liquidate a colpi di slogan tutti quelli che questi “
dilemmi così grandi“, a differenza vostra,
se li pongono sul serio e si prendono tutta la responsabilità di subire una costante macchina del fango, tutti i giorni,
per il solo fatto di non essere politicamente allineati al corteo di topolini che seguono il pifferaio magico fino al mare?
Continua Telese: “
E per questo, in linea con lo spirito di questa testata, approfondiremo nei prossimi giorni,
sul nostro sito, con degli esperti, anche molti dei suoi dubbi (alcuni dei quali partono da interrogativi fondati che attraversano tutti noi)“.
No, Telese.
Non millantare uno “spirito” che non avete.
State soltanto cercando di parare il colpo perché la verità è che Heather Parisi,
elencando tutte le risposte date dall’Aifa e dall’Ema stesse,
vi ha messi con le spalle al muro e state provando ad improvvisarvi liberali e aperti al dialogo solo per uscire dall’angolo.
Se davvero voi aveste fatto il vostro lavoro di giornalisti,
e non quello poco nobile e molto più sicuro di mettervi in scia delle grandi navi da crociera,
come gabbianelle affamate, a raccattare gli avanzi che il potere economico e finanziario gettava dai boccaporto,
senza librarsi mai in cielo ad un’altezza sufficiente per guardare la rotta sulla quale quei giganti del mare
stavano conducendo tutti i loro passeggeri,
questi “approfondimenti” li avreste condotti già da tempo,
sui vostri accreditatissimi siti web, sulle vostre ricchissime trasmissioni quotidiane – e non vi sono certamente mancati i mezzi.
Avreste invitato i vari sacerdoti del potere scientista non per onorarli e celebrare sacri riti in loro onore,
ma per metterli a confronto con questi dubbi e queste domande che, caro Telese, attraversano la società ormai da anni.
Ma la tua categoria, in tutti questi anni, ha massacrato centinaia di migliaia,
forse milioni di famiglie che chiedevano solo di capire,
che osavano esercitare il loro spirito critico e non chiedevano altro che ascoltare dibattiti, confronti seri.
Quei dibattiti che qui in rete a noi sono stati negati, perché gli dei dell’Olimpo scientista si sono sempre rifiutati di partecipare,
convinti come sono di appartenere ad una razza aliena di rango superiore a quella di una madre che doveva scegliere se vaccinare o no i suoi tre figli,
che per lei erano tutto, erano la sua vita, mentre per costoro erano solo numeri da snocciolare con sprezzante sicumera,
certi come sono di avere ricevuto direttamente dal creatore il diritto divino di disporre delle nostre vite
senza che noi si possa obiettare o anche solo esitare.
Avete chiamato quelle madri e quei padri “negazionisti”, “no vax”, “complottisti”, “contrari al progresso”.
Avete detto e scritto che sono “untori”, che meritano di non essere curati,
che dovrebbero essere violati nel loro corpo, presi con la forza,
che devono perdere la patria potestà, proprio loro che quella responsabilità genitoriale
l’hanno presa così seriamente da osare chiedere risposte certe prima di affidare i loro bambini
agli sherpa inoculatori che lavorano in catena di montaggio,
gli stessi per i quali “i danneggiati da vaccino non esistono”,
sebbene esista addirittura una legge dello Stato per risarcirli.
Su una cosa Heather Parisi, tra le altre, ha certamente ragione, quando dice che
“
i ricatti morali e pratici uniti alla volontà di relegare chi non si vaccina tra i paria della società escludendolo da ogni servizio pubblico,
dalla possibilità di lavorare e di muoversi e, secondo lei, anche dall’avere accesso alle cure mediche, non aiuti a convincere gli indecisi.
Anzi. Appare l’atto di prevaricazione di chi, non avendo gli strumenti per convincere, fa valere la legge del più forte“.
In Piemonte il 40% dei cittadini sono scettici o contrari alla vaccinazione (fonte: il Corriere della Sera).
Sono due milioni di “negazionisti”, “no vax”, “complottisti” o “webeti” (per usare un’espressione cara al tuo amico Mentana)?
Quanti sono secondo te nelle altre regione?
Vi siete chiesti davvero perché, o pensate che appartengano tutti ad una specie inferiore,
incapace di comprendere i sacri testi degli scriba unti dal Signore?
Perché Myrta Merlino
si stupisce pubblicamente, dichiarandosi esterrefatta,
che in Italia ci siano 20 o 30 milioni di persone che non vogliono vaccinarsi
(a cominciare, ironia della sorte, proprio dal personale sanitario)?
Dov’è stata in tutti questi anni?
Non era meglio farlo, un salto fuori dagli studi televisivi, ogni tanto?
Perché da giornalista quale è, invece di schiacciarsi sulle tesi dei detentori di brevetti,
non realizza anche lei trasmissioni dove si va a fondo delle questioni,
mettendo a confronto veri scienziati con gli scientisti di ogni risma, senza trappoloni, senza tesi precostituite o scalette compiacenti?
Te lo dico io perché, Telese, che un po’ di televisione per mia sfortuna l’ho conosciuta, prima di cominciare a rifiutare gli inviti:
perché i vostri stipendi arrivano dagli sponsor pubblicitari,
e le case farmaceutiche grazie alle loro politiche lobbiste da caimani
hanno oggi budget superiori al PIL di molti stati,
budget di cui nessuno dei vostri grandi editori può fare a meno.
E poi perché se vi azzardate a realizzare una trasmissione seria di approfondimento,
i grandi faraoni dell’esercito mediatico scientista iniziano a darvi buca
e la prima cosa che vi succede è che non avete più ospiti in trasmissione
(come accade a noi, che veniamo accusati di non fare i confronti,
ma nessuno sa che sono gli stessi ospiti a rifiutarsi di farli).
La seconda cosa che vi succede è probabilmente che vi chiudono il programma,
come è successo a Paragone con La Gabbia, e non lavorate più da nessuna parte.
Al massimo potrete scrivere sul giornalino di quartiere.
Diciamola la verità sullo stato dell’informazione in questo Paese:
i giornalisti non vogliono rischiare la carriera, perché i signori che hanno il portafoglio in mano, se sgarrano, gliela distruggono.
Non siete stati liberi fino ad oggi.
Avete chiuso gli occhi e avete preferito non vedere.
E' umano cercare di mantenersi in sella al cavallo che vi sta dando tante soddisfazioni.
Gli eroi sono pochi e poi fanno tutti una brutta fine.
Adesso però, almeno, abbiate la compiacenza di non rivendervi come quelli il cui “spirito della testata” è improntato al confronto.
Quello che farete è fare il giro delle sette chiese per preparare un pezzo che possa rispondere alle domande di Heather Parisi
e tranquillizzare non tanto lei, di cui nulla vi interessa, ma le tante persone che hanno letto, compreso e condiviso le sue parole.
A lei avete risposto solo per cercare di tapparle la bocca, per chiudere la stalla prima che i buoi scappassero,
su mandato di quella stessa élite scientista di cui adesso cercherete di sostenere le ragioni.
E lo dimostra la prima, secca risposta che le hai dato.
Io invece, Luca, da anni faccio mio quel vecchio aforisma di
Bertolt Brecht:
“
Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati”.
È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.