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Val

Torniamo alla LIRA
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), presentato in bozza dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte
il 7 dicembre è deludente sotto moltissimi punti di vista.

L’unico aspetto positivo è l’evidenza dell’assoluta incapacità gestionale e organizzativa,
l’assenza di una visione chiara di come l’Italia possa davvero uscire dalla crisi.


Dico aspetto positivo perché una tale evidenza dovrebbe naturalmente portare a escludere Conte e la sua accolita da ogni possibilità di governare il Paese.


La struttura 1-3-6-300 è semplicemente ridicola da un punto di vista gestionale,

probabilmente anticostituzionale e denota una profonda ignoranza di elementari principi di gestione di organizzazioni complesse.



Ma ciò che è peggio è la toppa dopo il buco.

Conte reagisce alle critiche dettagliate e veementi di Matteo Renzi in Senato
dicendo che c’è un fraintendimento colossale e che basta, nella sostanza,
togliere qualche potere ai sei manager et voilà tutto è a posto
con qualche limatura Consiglio dei ministri alla volemose bene.


Non è così.


Mancano completamente tutti gli aspetti chiave della gestione,
a partire dai meccanismi operativi cioè la scelta delle modalità con le quali effettivamente controllare l’effettivo svolgersi del programma,
e poi le responsabilità, la struttura di chi effettivamente progetta gli interventi, i parametri obiettivo, i tempi, le risorse coinvolte.

Nel merito il piano è a mio avviso profondamente sbagliato, con errori marchiani e incongruenze notevoli.


Manca tutto.


L’unica cosa che c’è è il numero dei nominati, e la libertà assoluta di scegliere i nominati che è avocata a Conte stesso.
Ed è evidente perché ci sia solo questo.


In primo luogo, perché non c’è capacità di gestione e leadership, né la voglia di entrare nel merito delle scelte.

Il piano è una raccolta di desideri di ministri per lo più incompetenti.

Poi perché scegliendo chi decide e dispone le uscite di cassa, in un concetto ottocentesco dell’organizzazione, si crede di potere comandare in modo assoluto.



Nell’ipotesi (ormai non realistica) in cui siffatto piano fosse approvato,
qualsiasi buon manager si rifiuterebbe categoricamente di accettare l’incarico,
mentre disoccupati in cerca di autore, bibitari, laureati in improbabili facoltà con nessuna prospettiva,
o persone con nessuna esperienza gestionale sarebbero ben felici di avere ruolo e potere,
sempre però ossequiando in modo assoluto chi li ha portati a tale responsabilità.


L’ipotesi di coinvolgere manager di rilevo di aziende pubbliche è talmente sballata
per gli evidenti colossali conflitti di interesse da non meritare nemmeno discussione, ma era ahimè la tesi iniziale del governo.


La Commissione europea ha messo paletti abbastanza stringenti.

Il 37% delle risorse va nella transizione verde

e il 20% nella digitalizzazione.

Questi sono titoli però.

Lo svolgimento può essere drammaticamente diverso e il confronto con la Francia che è anni luce più avanti
(ricordiamo che la partenza è stata data 6 mesi fa lo stesso giorno, noi con Conte abbiamo fatto nulla,
in Francia, Portogallo e Grecia sono avanzatissimi e tra breve vedremo il piano Germania dettagliatissimo
e teutonicamente organizzato in modo perfetto) è impietoso.


Ciò che differenzia la bozza italiana e France Relance è lo spirito sottostante.

In Francia il governo si propone di agevolare, con una serie di iniziative estremamente dettagliate,
a vario titolo i privati e le imprese a migliorare la loro competitività e la loro produttività.
Il governo facilita, aiuta, riduce tasse o dà contributi ma il cuore del rilancio sono i privati siano essi singoli cittadini o le imprese.


In Italia l’80% della spesa è per… lo Stato stesso.


Non a caso circa 88 miliardi sostituiscono capitoli di spesa già in essere,

di fatto dimezzando la potenza di fuoco del piano stesso tanto sbandierato come una vittoria.

È una differenza basilare, fondamentale nella visione dello Stato e del suo ruolo,

che sta alla base della mancata crescita italiana negli ultimi 30 anni.



È la solita drammatica endemica presunzione che lo Stato sia in grado di disintermediare i privati
(cittadini, imprese anche terzo settore) facendo meglio, convinzione assolutamente negata dalla storia, dall’evidenza anche italiana, da tutto.

Ma ideologicamente presente nella cultura dei partiti che sono al governo.


Lo Stato imprenditore è un fallimento su tutta la linea.

Senza se e senza ma.

Ma il piano Conte ripropone questa ideologia in tutto e per tutto negando ai privati tutti la fiducia e la capacità di essere i veri attori della ripresa.



Il modello è lo stesso sperimentato con la fallimentare gestione Covid e la sua comunicazione.

Il merito delle decisioni di chiusura è dello Stato, il demerito dei contagi è dei privati indisciplinati.


Quindi si spende :

per rifare edifici scolastici e ospedali (sacrosanto, ma quanto serve davvero?),

per la banda larga (giusto, ma quanto fa lo Stato e quanto i privati e come?),

per una serie di infrastrutture (giusto ma quanto c’è di già finanziato solo da cantierare, prima di fare nuove iniziative?)

e, perfino nell’unico grosso capitolo di spesa “delegato” ai privati (industria 4.0), si introducono una serie di iniziative di intermediazione dello Stato.


Un esempio specifico serve a chiarire il concetto.

È chiaro a tutti che l’esportazione di beni industriali è una delle necessità di crescita del tessuto produttivo italiano.

Siamo la seconda nazione esportatrice dopo la potente Germania in Europa.

Bene, per favorire l’export si finanzia nel Pnrr la Simest,

con cui la grandissima parte delle imprese non ha alcun rapporto,

che ha dato soldi a qualcuno (in molti casi perdendoli perché ha finanziato imprese poi decotte e fallite)

pur con costi di agenzia molto elevati.


Il capitolo di supporto all’export in Italia prende esattamente 5 righe (!!) a pagina 49 che dicono

«rifinanziamento della Simest, digitalizzazione e internalizzazione ente fiere» e «rafforzamento patto per l’export».


France Relance ha sullo stesso tema 6 progetti specifici ciascuno con obiettivi, risorse e ammontare dei finanziamenti.

In Francia vengono identificate misure precise
(tra cui finanziamento crediti, 5mila euro l’anno per missioni commerciali all’estero a disposizione di ogni impresa, 50% del costo per fiere).

La differenza è chiara e netta.

Da una parte si finanzia un intermediario statale che poi deciderà cosa e come fare in un numero ristretto di casi fortunati.

Dall’altra si mettono soldi direttamente nelle tasche delle imprese, in modo capillare, profondo e diffuso.

Saranno le imprese a decidere loro stesse dove e come spenderli nell’assunzione che gli imprenditori più capaci sapranno fare fruttare questi contributi.


Non a caso qualche commentatore in Italia ha detto che il piano francese
è troppo spostato sulla competitività delle imprese e quindi la discussione ideologica è evidente.



Da una parte si pensa che lo Stato sia più capace dei privati di spendere e di allocare la spesa in modo più corretto (Italia).

Dall’altra l’opposto (Francia).


Le due visioni sono legittime entrambe e la scelta è assolutamente politica,
ma va fatta esplicitamente, preferibilmente guardando in passato quale dei due sistemi abbia prodotto risultati migliori.

Resta da chiarire perché da una parte si invoca la task force e si giudicano i ministeri incapaci,
e dall’altra si pensa che la task force o altri enti statali siano enormemente più efficienti nell’allocare risorse dei privati.




Alcune rapide osservazioni di merito sull’allocazione delle risorse.

La lista sarebbe lunghissima ma solo alcuni punti esemplificativi della qualità generale.


Come bene ha detto Renzi, 3 miliardi al turismo è semplicemente ridicolo.

Manca uno zero alla fine della cifra e non esiste una visione concreta sul tema.

Sempre la pagina 49 del piano, Conte dedica al turismo una menzione speciale di circa 5 righe
(su 129 pagine) in cui si dice che le presenze sono crollate del 20% nel 2020.


Non si capisce a quali alberghi si riferisca perché a Roma, Venezia, Milano, Firenze
se va bene gli alberghi hanno avuto un calo dell’80% non del 20%
.


Ma a parte questa menzione, la famigerata pagina 49 non dice nulla di nulla.


Seguono 2 pagine sul patrimonio culturale italiano, e 3,1 miliardi allocati per realizzare, tra le altre cose,
la «digitalizzazione del patrimonio culturale italiano» e «una scuola di formazione turistico professionale».



Il turismo rappresenta il 12% circa del Pil italiano e le misure sono queste. Raccapricciante.


Nove miliardi alla Sanità è molto probabilmente insufficiente


L’accenno al piano di miglioramento della digitalizzazione della pubblica amministrazione è velleitario e senza alcun contenuto concreto.
Manca la scelta politica fondamentale (prevista dall’attuale ordinamento ma mai attuata per inettitudine politica)
di misurare effettivamente la performance della pubblica amministrazione.

Non viene fatto e continuerà a non essere fatto per le resistenze sindacali, politiche e sociali.


Mancano risorse quasi in toto, ad eccezione di un accenno a industria 4.0, per il miglioramento della produttività.

Gli effetti di aumento produttività sono indiretti (infrastrutture) e quindi dilazionati molto in là nel tempo.


Manca totalmente il tema della crisi demografica, che è conclamata e fortissima.


Sulla parità di genere si prevede tra le altre cose di rafforzare l’Anpal
(si presume sotto l’illuminata guida di Parisi in missione dal Mississippi),
e di creare un sistema di “certificazione” nazionale della parità di genere
(così avremo un altro gruppo di persone che genera burocrazia sul tema),
nonché interventi sull’imprenditoria femminile, e diffusione della cultura di pari opportunità.

Ma sono misure per nulla fondamentali per promuovere la parità di genere
e per offrire opportunità di impiego vero al Sud, dove la partecipazione femminile al lavoro è 30 punti sotto la media europea.



Lo skill mismatch – cioè la totale mancanza di formazione sulle competenze critiche nei prossimi anni
e l’eccesso di enfasi su competenze che non hanno vero mercato – è accennato in modo burocratico.


Ci sono però 3,8 miliardi dedicati alla raccolta digitale con “sensoristica e analisi georeferenziata” di prodotti agricoli specie al Sud.

Ora vorrei un minuto di silenzio per confrontare 3,8 miliardi su questo tema
e 3.1 miliardi per il turismo (senza peraltro citare alcuna misura specifica) più le attività culturali nel loro insieme.


Hanno evidentemente lo stesso impatto in termini di crescita e sviluppo sostenibile del Paese.


In sintesi, l’allocazione delle risorse è molto criticabile e riflette una logica più populista-demagogica-
a parole (tanto “verde”, tanto “digitale”, tante “agenzie”, tante “certificazioni”, ulteriore burocrazia statale)
priva di riflessi concreti sulla crescita del paese nei fatti.
 

Val

Torniamo alla LIRA
C’è quindi un enorme tema di merito
e dipende proprio dal non avere coinvolto nella stesura del piano corpi intermedi, Comuni, Regioni, terzo settore.


Non si tratta di una mera disattenzione ma, ancora una volta,
è espressione di una volontà politica di volere accentrare il tutto, con risultati peraltro patetici e ampiamente migliorabili.



Se Conte avesse partorito da solo un eccellente documento ci sarebbe un problema di processo democratico,
ma avremmo scoperto un dittatore illuminato e capace di dare una svolta al Paese.


Ma se l’esito è un obbrobrio, oltre al problema di processo,

c’è un enorme problema di competenze e di accentramento di potere in mani totalmente inopportune e quindi potenzialmente devastante.


Ciò che più preoccupa è la non consapevolezza di questo problema da parte di Conte:
se chi detiene potere non è conscio dei propri (pesanti) limiti,
il rischio dell’utilizzo del potere stesso al solo fine di mantenerlo nelle proprie mani nel tempo a discapito di tutti, è molto evidente,
e dovrebbe esplicitamente essere proibito dal processo democratico.



Il Covid è stato un eccellente paravento finora per comportarsi esattamente in questo modo,
vale a dire negare qualsiasi forma di controllo, verifica e discussione trincerandosi dietro l’emergenza.


I risultati si sono ampiamente potuti toccare con mano.

Il peggior numero di morti per abitante (oltre 1.000 per milione abitanti),

il peggior calo dell’economia (-11% o qualcosa del genere),

la più grande spesa dello Stato (aumento di 25% del rapporto debito/pil),

il maggiore numero di giorni di scuola persi in tutta Europa (praticamente 8 mesi di scuola per i liceali)

e, da ultimo, un decreto Natale surreale che blocca il movimento nei piccoli comuni senza alcuna vera ratio.



Siamo di fronte ai risultati palesemente peggiori in Europa, con distacco su ogni e qualsiasi parametro di controllo e alla pretesa,
da parte di chi ha consuntivato tutto questo, di continuare a decidere da solo, peraltro continuando a sostenere che siamo i migliori,
negando l’evidenza con una leggerezza e convinzione disarmanti e senza che i media ponessero l’accento sui numeri.



Per me però l’aspetto più preoccupante di questo piano e di questa situazione quasi paradossale
rimane la reiterata dimostrazione della volontà di NON affrontare il vero problema di fondo del nostro paese.


Alcuni fatti:

– Noi avremo accumulato circa 3 trilioni di debito pubblico.

– Abbiamo la curva demografica peggiore d’Europa e il numero di figli per donna è drammaticamente basso.
Le nuove generazioni saranno di 400mila italiani l’anno. Negli anni ‘60 erano vicini a 1 milione.
Tra 10 anni tutti quelli nati tra il 1955 e il 1965 saranno in pensione,
da mantenere con welfare pagato dalle tasse di quelli che lavoreranno allora
(e sono pochi… perché sono già nati e li possiamo agevolmente contare).

– Il nostro sistema di welfare, sanità, istruzione dipende dalle entrate fiscali,
che a loro volta dipendono dalla crescita e dalla produttività dei privati.
Lo Stato raccoglie tasse e redistribuisce risorse, ma tali risorse dipendono unicamente dalle tasse e dallo sviluppo economico dei privati.
In assenza di possibilità di debito (che dopo la sbornia Covid saranno inesistenti),
lo sviluppo economico del paese è ad evidenza l’unico modo per difendere la socialità così come noi la conosciamo oggi.

– La possibilità di garantire mobilità sociale in questo sistema bloccato e corporativo è minima.
Senza mobilità sociale non esistono possibilità di sviluppo concrete e possibili.


Tutte queste affermazioni sono vere e incontestabili, perché fattuali e definite dal censimento della popolazione,
dal debito e dalla struttura delle entrate e spese dello Stato con documenti facilmente consultabili presso Istat
(ente che peraltro non è stato minimamente coinvolto nonostante sollecitazioni del Presidente sulla gestione del data-base Covid
che risulta carente e evidentemente gestito in modo verticistico e non trasparente).

Se non si recupera rapidamente una dimensione di consapevolezza,
e quindi di stato di necessità per un’azione molto rapida e concreta,
non esiste possibilità alcuna tra 10 anni che il nostro Paese sia in equilibrio.


Questa consapevolezza deve essere l’imperativo dello sviluppo e della produttività dei privati,
perché solo dai privati possono venire le risorse per non soccombere.

Tutta la costruzione dello Stato come noi la conosciamo dipende dalla capacità dei privati (in futuro pochi ahimè)
di generare ricchezza e tasse per sostenere la spesa e, parallelamente, dalla capacità di efficientare la spesa improduttiva
perché comunque mancheranno risorse, anzi mancherà un’enormità di risorse rispetto agli ultimi 10 anni
e anche rispetto ai prossimi 3 anni che godranno (per così dire) dell’ultima sbornia di debito Covid, Pnrr, Mes e i tassi di interesse a zero.


Non succederà mai più per più di una generazione, per decenni di avere risorse disponibili come quelle del Pnrr.


Nel 2021, l’anno della ripresa non il tragico 2020, arriveremo realisticamente a un livello del Pil in termini reali pari al 1998.

Una generazione persa, senza appello, e con un confronto tragico rispetto agli altri paesi europei
che hanno registrato crescite tra il 20% e il 35% superiori.

In compenso avremo aumentato il debito pubblico sempre in termini reali
e quindi senza inflazione da 1800 miliardi nel 1998 a 3000 miliardi nel 2024, con un Pil molto simile.



Io non vedo minimamente né nel governo di oggi, né nel dibattito politico
la consapevolezza dell’urgenza assoluta di misure

volte al recupero della produttività delle imprese,

all’efficientamento della pubblica amministrazione,

alla imprescindibile necessità di tornare dopo oltre 30 anni di stagnazione e debito crescente a uno sviluppo del paese solido e sostenibile.


Poiché invece faccio l’unica cosa per cui sono stato molto bene educato, cioè i conti, sono drammaticamente preoccupato,
perché i miei conti mi dicono senza appello che se non ci muoviamo subito, con massima efficacia,
con visione chiara dei gap da chiudere e delle sfide da superare non avremo alcuna speranza di successo.


Leggendo il documento presentato da Conte, per tutti i motivi esposti, penso che non ci stiamo per nulla muovendo.

E i pochi passi che stiamo facendo sono nella direzione diametralmente opposta a quanto necessario.



Le conseguenze sulla vita dei nostri nipoti sono evidenti, pessime e purtroppo senza alcun dubbio interpretativo.

Potrà forse continuare a vivere a Londra come emigrato della conoscenza qualificata per la totale mancanza di opportunità di lavoro in Italia ?

forse vivrà anche bene e felicemente a Londra o a Berlino o a Parigi, ma se non fosse una sua libera scelta
ma solo una necessità come è stato ad oggi per circa 100 mila emigrati giovani italiani ad elevata qualificazione,
sarebbe la peggiore sconfitta possibile per la mia generazione.


Una sconfitta davvero pesante e intollerabile.


Quindi bisogna cambiare e alla svelta.


La finestra di opportunità si sta per chiudere, ammesso che non sia già chiusa.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il mantra Ordo-euroliberista vuole che l’Italia abbia un numero di dipendenti pubblici eccessivo.

Insomma siamo una nazione di postini, impiegati comunali e forze dell’ordine.

Naturalmente questi dipendenti sono sempre improduttivi, sempre inefficienti, sempre lazzaroni , e quindi dovrebbero essere licenziati in massa.


Grazie a Canale Sovranista abbiamo questa bella elaborazione grafica della realtà dei fatti, comparata fra diversi paesi avanzati:


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Come vediamo il numero di dipendenti pubblici per 1000 abitanti in Italia
è sempre stato più basso rispetto a tutti i paesi occidentali, USA inclusi , fin dagli anni settanta.

L’unico paese avanzato con un numero di dipendenti pubblici medio inferiore all’Italia.

Poi con la crisi del debito pubblico abbiamo un bel calo anche da noi.


Interessante anche l’andamento dei dipendenti pubblici nel Regno Unito,
dove si vede il “Tocco” di Margareth Thatcher negli anni ottanta.

Comunque, ancora oggi, il numero di dipendenti pubblico è superiore a quello italiano, in rapporto agli abitanti…

........ma loro LAVORANO.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ormai siamo veramente a poche ore dalla fine.

Sia Boris Johnson sia la Von Der Leyen hanno posto dei limiti temporali alle trattative che, comunque vada, si chiuderanno oggi.

Le probabilità in questo momento sono all’80% per un No Deal,
quindi per un’uscita senza un accordo complessivo,
ma basandosi sui pochi punti concordati che riguardano,
soprattutto, la transizione in Irlanda del Nord.

Per il resto nessun accordo, nè su un mercato unico, nè sul regime degli aiuti, nè sull’utilizzo delle risorse ittiche britanniche.


Il Regno Unito si sta preparando a questo evento:

ai dipendenti pubblici è stato detto di tenersi pronti per, eventualmente, lavorare nei giorni festivi di Natale,
mentre la coda di tir che trasportano merci nel Regno Unito dalla Francia si è triplicata, con code epiche,
il tutto per garantire forniture stabili fino al raggiungimento di nuovi accordi con la UE
o la definizione di nuovi accordi commerciali sostitutivi.


Infatti sono già 54 i paesi che hanno raggiunto, o stanno raggiungendo, accordi commerciali,
e non parliamo solo di piccole realtà, come Singapore, ma anche del Giappone, Canada , Australia etc.

Tutti paesi con produzioni agricole ed industriali in grado, in caso di necessità, di sostituire quelle europee.

Il piano per l’Hard Brexit già predisposto dal governo prevede anche un investimento di 4 miliardi di sterline, 5 miliardi di euro circa, per la transizione.


Perchè non si è raggiunto un accordo, e lo si raggiungerà solo dopo l’uscita?

Perchè una Brexit di successo, concordato, sarebbe una sconfitta non tollerabile per l’Unione.

La sopravvivenza dell’Unione viene a dipendere dal fallimento dell’Uscita:

se il Regno Unito sarà un caso di successo non ci sarà nessuna ragione per restare in questa gabbia di matti.


Un dirigente governativo inglese, che ha preso parte alle trattative, lo ha detto chiaro e tondo:
perfino la Merkel, una moderata, vuole che noi camminiamo sui vetri.

Su questa base punitiva non è possibile ora nessun accordo, ma lo sarò soo quando il Regno Unito sarà uscito.


Nel frattempo, che faranno i pescatori francesi, belgi ed olandesi,
con questi ultimi che hanno investito cifre enormi per sfruttare le acque territoriali altrui?


Si cannibalizzeranno l’un l’altro.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Si può vendere un Iphone a 900 euro e non pagare gli stipendi ai lavoratori?

Evidentemente si, ma non porta bene.


Nella fbbrica Wistron, che produce per Apple, a Kolar, presso Bangalore,
gli operai infuriati hanno iniziato a devastare l’impianto, dando anche fuoco ad attrezzature e mobilio,
e perfino rovesciando le autovetture nei pressi degli impianti.

Perchè è successa questa rivolta?

Perchè. semplicemente, non sono state pagati gli stipendi, per alcuni mesi, i dipendenti.


Alleging unpaid salaries, workers vandalize iPhone manufacturing unit near Bengaluru pic.twitter.com/pbW6xAwA0I
— The Indian Express (@IndianExpress) December 12, 2020

iPhone manufacturing unit vandalized near Bengaluru. Employees went on a rampage at Wistron Corporation's factory in Narsapura. They allege their salaries haven't been paid properly. pic.twitter.com/K2VQr5xU6I

— Harish Upadhya (@harishupadhya) December 12, 2020

#Apple #iPhone Manufacturing/assembly unit (Wistron) in #Kolar near #Bengaluru completely vandalized by employees. Over thousand employees were protesting against alleged salary dues/ under payments. pic.twitter.com/iJMNHWc9ey
— Hyderabad Post (@PostHyderabad) December 12, 2020


La rivolta, che ha coinvolto circa 2000 lavoratori,
è scoppiata dopo l’ennesimo infruttuoso incontro fra le Risorse Umane dell’azienda ed una rappresentanza dei lavoratori.

Comunque è curioso come il più costoso fra gli smartphone è costruito con forza lavoro dei paesi in via di sviluppo,
pure spesso non pagate adeguatamente o non pagate.


Un’enorme stortura della globalizzazione imperante.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Conte si vanta di aver messo in campo dei mezzi straordinari, mai visti prima nella storia della repubblica Italiana.

Si parla di 35 miliardi di euro , cifra tutta da verificare in pratica e legata al valore degli stanziamenti effettuati fino ad ora.

Nonostante la cifra apparentemente enorme , questa è stata completamente insufficiente
e, dopo l’ultimo DPC, la situazione non è migliorata, ma peggiorata.


Secondo la CGIA di Mestre, nota per la qualità delle previsioni del suo centro studi,
emerge che il Fondo perduto concesso, con le varie manovre, agli artigiani, commercianti, ristoratori
ed in generale ai lavoratori autonomi colpiti dalla crisi economica
copriranno in media solo il 25% delle perdite di fatturato di quest’anno.

Si tratta di una media, quindi ci sarà qualcuno a cui è andata un po’ meglio e tanti a cui è andata molto peggio.


Se le perdite sono state così importanti c’è da aspettarsi un forte ricaduta sulla vita delle aziende:

appare realistico prevedere che 350 mila aziende chiuderanno la serranda a fine dicembre,

lasciando senza lavoro almeno un milione fra addetti diretti ed indiretti.


Già ad ottobre si è avvertito un aumento della disoccupazione di oltre 200 mila unità ad ottobre, soprattutto giovani, un altro aumento sarebbe molto preoccupante.



Quale sarebbe la soluzione migliore?

Nessuna interruzione nella catena dei pagamenti, ma rimborsi sino al 70%, permettendo quindi la possibilità di sopravvivere.

Una soluzione può essere suggerita a livello europeo, dove si parla della possibilità di rimborso completo delle spese fisse
(affitto, personale etc) nel caso di riduzione della fatturazione di un terzo per il Covid.19.


Peccato che Conte non ascolti e non ascolterà mai.


Che ne sa lui ed il suo governo di lavoro, quello vero e serio?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ahahahahah sublime !


Un curioso invio di lettere sta raggiungendo pensionati e disoccupati italiani
che comunque ricevono pensioni o integrazioni da parte dell’INPS.


Come riportato da Italiaoggi molti di questi soggetti stanno ricevendo delle nuove “Certificazione Unica 2020”
che li obbliga a ripresentare una nuova dichiarazione dei redditi, tra l’altro fuori tempo massimo
e quindi ricorrendo al cosiddetto “Ravvedimento operoso”, cioè pagando una piccola, ma non indifferente, sanzione.


Perchè?


L’INPS si è pregiata di informare che anche le dichiarazioni precompilate sono state sbagliate,

quindi abbiamo lo straordinario caso per cui chi ha fatto una dichiarazione dei redditi

seguendo le indicazioni fornite dallo stato… può aver compiuto un’evasione!!



L’INPS si è scusato per i disagi, ma chi ha avuto la sfortuna di aver ricevuto questa lettera
ha dovuto recarsi al CAF e presentare una nuova dichiarazione, magari pagando anche un’integrazione per i diritti di presentazione.


Tra l’altro l’INPS non comunica quanti siano i casi, se si tratti di eccezioni, o se vengano coinvolte alte percentuali..


In questo caso il disastro sarebbe veramente notevole, con oltre 19 milioni di potenziali casi,
dato che i pensionati sono 15.500.000 e quelli che vendono a percepire altre integrazioni sono oltre 3,5 milioni.



Naturalmente queste cose incredibili possono succedere solo in Italia e solo all’INPS di Tridico,

colui che non ne ha azzeccata una, ma, nello stesso tempo, si è triplicato lo stipendio, lui ed i più alti dirigenti.



Sarebbe bello se, in Italia, i pasticcioni pagassero o almeno chiedessero scusa,
ma dovete sapere che siamo nell’Italia di Conte, dove nessuno risponde dei propri errori,
ma è responsabile solo dell’incremento del proprio assegno mensile.


Però questo va benissimo al M5s, quinti tutti zitti e mosca!
 

Val

Torniamo alla LIRA
E' arrivata la notizia che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta del Texas di contestare i risultati delle elezioni del 2020 in quattro stati campo di battaglia.

In un’ordinanza, i giudici hanno negato la richiesta del Texas di citare in giudizio
Pennsylvania, Georgia, Michigan e Wisconsin, sostenendo che il Lone Star State
non aveva la legittimazione ad agire in giudizio ai sensi della Costituzione.

La notizia ha fatto immediatamente il giro del Mondo creando panico e apprensione in tutte le persone consapevoli di ciò che sta realmente accadendo.

Ma la Guerra non è finita, tutt’altro e
la notizia di questo accadimento rientra perfettamente nella strategia più raffinata
che si possa trovare nel Mondo della Politica dell’ultimo secolo.


Ma andiamo ad analizzare i fatti :


1- L’Ordinanza della Corte Suprema non è entrata nel merito della richiesta del Texas, ma solo nella forma.
Il merito sullo svolgimento fraudolento si avrà lunedì prossimo grazie alle cause legali presentate dal Team legale di Trump.

2- La Corte Suprema era stata accusata di non essere imparziale e quindi controllata dai Repubblicani e con questa mossa è stato sventato il tentativo di delegittimarla.

3- L’altro risultato che ha sortito è che in risposta alla notizia che la Corte Suprema ha respinto la causa elettorale in Texas,
il presidente del GOP del Texas Allen West ha rilasciato una dichiarazione in cui ha detto che gli stati rispettosi della legge dovrebbero
formare un’Unione di stati che rispetterà la costituzione” aprendo di fatto e paventando una possibile “secessione” degli Stati che hanno fatto ricorso ( circa 39 ),
che costringerebbe il Presidente Trump ad avere la legittimazione pubblica a dichiarare la Legge Marziale.

4- Il problema delle infiltrazioni del Partito Comunista Cinese PCC nei vertici politici USA di cui si hanno tutte le prove
( Dominion/Smartmatic e cartelle elettorali falsificate ) si sarebbe risolta in anni di cause e ricorsi da parte degli agenti del Deep State fino ai massimi livelli
( famiglia Biden, Clinton, Gina Haspel etc. ), invece con la legge Marziale il procedimento sarebbe molto più veloce,
rilasciando così il vero Kraken rappresentato dai militari e dalle Forze Speciali che sostituiscono FBI e CIA
ormai compromessi
e tanto invocata dal Generale Flynn.


C’è quindi una strategia nascosta che implica passi avanti a fronte di “sconfitte virtuali” sostenute dai media corrotti,
ma che in una partita a scacchi rappresenterebbe solamente il fatto di sacrificare un pedone per sviare l’attenzione dell’avversario verso il vero obiettivo.

La tecnica utilizzato solo dai migliori giocatori di scacchi è quella
dell’Adescamento ovvero attirare con un sacrificio un pezzo avversario su una casa che risulterà fatale.

L’avversario ovviamente deve credere di essere in vantaggio.

Da questa analisi esce fuori un altro elemento fondamentale ovvero il fatto che questa non è solo una Guerra tra L’Alleanza di Trump e il Deep State,
ma un conflitto per la “percezione del pubblico” sullo svolgimento dei fatti.

Il Pubblico non pronto a comprendere ciò che sta realmente accadendo
deve essere portato gradualmente alla comprensione profonda che le Istituzioni, come le intendiamo,
non siano veramente quel baluardo di morale ed etica da cui molti ancora troppo dipendono.

Gli intrighi, i complotti, gli interessi e le infiltrazioni devono essere svelati in modo graduale prima di colpire il serpente tagliandogli la testa.

Beh quel momento si sta avvicinando sempre di più.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Immagina.

Un uomo e una donna salgono in macchina.

La donna siede al posto di guida.

L’uomo sul sedile del passeggero.

La donna sta facendo il suo esame di guida e l’uomo accanto a lei è l’esaminatore.

La donna è una pessima guidatrice e nessuno pensa che supererà il test.

Prima di mettere in moto la donna slaccia la borsetta, prende il portafoglio e tira fuori 1000 euro in belle banconote nuove.

Quindi si rivolge all’esaminatore di guida.

“So che sia tu che tua moglie avete bisogno di una bella vacanza”, dice, consegnando i soldi.
“Questo non ha niente a che fare con l’esame di guida che sto per fare, ma vorrei che tu li accettassi.”

“Bene, grazie mille”, dice l’esaminatore di guida. “Ora, vediamo come va con l’esame di guida, va bene?”

Una situazione un po’ improbabile.
Ma ascolta questo.

La Bill and Melinda Gates Foundation ha un grosso investimento nella società farmaceutica Pfizer
che sta producendo il nuovo vaccino che è stato appena approvato per il covid-19 nel Regno Unito.

L’MHRA nel Regno Unito è il primo regolatore al mondo ad approvare il vaccino.

È giusto dire che altri paesi sono forse un po ‘perplessi.

Non credo che nessuno invidi la Gran Bretagna per avere il regolatore più veloce del mondo.

Negli Stati Uniti, il Dottor Fauci, inizialmente aveva detto che i regolatori britannici avevano affrettato l’ approvazione.

Ma, prevedibilmente, in seguito si è scusato per averlo detto. Che sorpresa.

Ma nel 2017 la Bill and Melinda Gates Foundation ha stipulato quello che posso solo chiamare un accordo finanziario con l’MHRA
– la parte del governo del Regno Unito che regola i medicinali e si assicura che siano sicuri.
(MHRA è l’acronimo di Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency).


La Fondazione Bill e Melinda ha consegnato £ 980.000 all’MHRA.
  • In primo luogo, la Bill and Melinda Gates Foundation fa un grande investimento in Pfizer.
  • In secondo luogo, la Bill and Melinda Gates Foundation consegna £ 980.000 e l’MHRA sorride dolcemente e dice grazie mille.
  • In terzo luogo, l’MHRA è la prima agenzia al mondo ad approvare il nuovo vaccino Pfizer.
  • Sospetto che sia l’approvazione più rapida mai ottenuta per un vaccino.
Anche se questa relazione tripartita fosse del tutto innocente, non sarebbe mai dovuta accadere.


Come è possibile che tutte queste agenzie governative accettano denaro da Gates?

È stato Gates a dire che facendo un buon lavoro con i vaccini, si può ridurre notevolmente la popolazione.


E Pifzer?

Nel Regno Unito, Pfizer è stata multata di 84,2 milioni di sterline per aver sovraccaricato l’NHS del 2.600%
e negli Stati Uniti Pfizer è stata colpita con una multa di 2,3 miliardi di dollari per pubblicità ingannevole e per aver pagato tangenti ai medici.


(Leggete questo articolo sul passato di Pfizer)

A quel tempo penso che la multa di 2,3 miliardi di dollari fosse una delle più grandi multe per frode nella storia americana.

Potrebbe esserlo ancora per quanto ne so.


L’MHRA dovrebbe essere chiuso immediatamente.


E come è andato alla fine l’esame di guida?

Oh, con sorpresa di tutti ha superato il test.
Ha colpito un autobus, ha investito due vecchie signore e si è scontrata con un lampione quando ha cercato di parcheggiare.

Posso onestamente dire di non aver mai trovato nulla di così vergognoso, così sfacciato come il collegamento MHRA, Bill Gates e Pfizer.

E a nessuno importa.

Ne hai sentito parlare in TV?

I parlamentari ne hanno parlato?

I giornali hanno pubblicato questa storia sulle loro prime pagine?


Nel frattempo, la confusione va avanti.


Infine, se vuoi un consiglio, non provare a corrompere il tuo istruttore di guida.

Perchè tu finiresti in galera.


Solo governi e miliardari possono farla franca.
 

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