"Portare un po' d'ordine nella definizione di un elemento base come il rendimento per qualsiasi persona si occupi di mercati finanziari"
A mio modesto avviso sono essenzialmente 3 le questioni piu' spinose legate alla definizione di rendimento, anche se preciso da subito che e' mia intenzione occuparmi in questo 3d solamente di una, la terza.
1) il rendimento considerato al netto della inflazione
2) il rendimento considerato al netto della tassazione
3) il rendimento considerato al netto del rischio di credito
1) il rendimento considerato al netto della inflazione
Dai tempi del governi Craxi (e precedenti) della prima meta' degli anni '80 e' maturata negli italiani una coscienza critica nell'inadeguatezza del rendimento nominale (cioe' il rendimento determinato dai modelli insegnati a scuola) a tenere conto dell'impatto causato dal grande nemico storico del rendimento, cioe' l'inflazione. Sono nati da quell'esperienza nuovi modelli di computo mentale, come i rendimenti "reali", cioe' i rendimenti nominali depurati dall'inflazione, anche attraverso una serie di strumenti finanziari che ne hanno diffuso la nozione: i buoni fruttiferi della posta agganciati all'inflazione, i buoni del tesoro anch'essi agganciati all'inflazione e la conoscenza dell'importanza della corretta valutazione dell'inflazione, in taluni contesti decisamente sottostimata.
I trading system a sviluppo poliennale andrebbero computati proprio con i rendimenti "reali", perche' un rendimento nominale del 15% del 1984 e' di gran lung peggiore di un rendimento nominale del 5% relativo all'anno 2007, considerato che nel 1984 l'inflazione era al 15% e nel 2007 solo al 2%.
2) il rendimento considerato al netto della tassazione
A me piacerebbe intendere una tassazione del 20% come uno scenario in cui guadagno 120 e mi vengono trattenute 20 di tasse. Cosi' su un netto che percepirei di 100 avrei pagato 20 di tasse, esattamente il 20%. (vi quadra?) Sono peraltro perfettamente conscio che questa convenzione del prelievo aggiuntivo non viene comunemente accettata.Ad esempio in banca, dove vige assoluta la legge dello Stato. Se provate ad investire 10.000 Euro in un Fondo che prevede commissioni del 3% indicate nel prospetto, nessuna banca accettera' che versiate i 300 Euro in contanti a parte: tutte le banche vorranno investirvi 9.700, altrimenti se chiedete il rispetto della matematica vi metteranno alla porta. Questo strano fenomeno della tassazione effettiva piu' elevata della tassazione nominale e' anche rilevabile in via empirica: se provate a scaricarvi i rendimenti lordi e netti dei 52 Btp sul mercato, dato che si trova su molti siti, troverete che la tassazione reale e' del 14,50 % ed e' piu' elevata della tassazione nominale del 12,50% e della tassazione teorica (14,29%). La questione dei rendimenti depurati dall'inlfazione e' divenuta spinosa in particolar modo con l'aumento dal 12,5% al 20% dell'aliquota.
Secondo me proprio per il peso sottovalutato dell'impatto fiscale e' buona prassi iniziare dal 2012 a considerare anche l'impatto fiscale sulle strategie di trading che si utilizzano, ad esempio elencando i rendimenti netti di tassazione piuttosto che i rendimenti lordi come noi tutti abbiamo fatto finora per anni.
In fin dei conti, negli anni scorsi pagare solo il 12,5% nominale era anche piacevole...
Alla prossima