Accordo Ecofin su riforma patto, "molto buono" per Italia
martedì 15 marzo 2011 17:45
Il consiglio dei ministri delle Finanze dell'Unione europea ha trovato oggi un accordo sul Patto di stabilità riformato, lasciando ora la parola al Parlamento europeo per l'approvazione definitiva.
Le regole includono sia il nuovo criterio di un ventesimo per la riduzione del debito pubblico oltre la soglia del 60% del Pil, sia la considerazione di altri fattori rilevanti, come il debito del settore privato. Viene inserita, poi, una sorveglianza sugli squilibri macroeconomici e una sorveglianza preventiva più stretta sulla riduzione del deficit pubblico.
L'intesa raggiunta oggi dai ministri finanziari Ue per la riforma e il rafforzamento della governance economica accoglie le richieste italiane, soprattutto in merito alla considerazione del debito privato, ed è per il paese un risultato "molto buono", secondo il ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
"Per l'Europa è stato un accordo possibile, per l'Italia un accordo molto buono" ha spiegato il ministro nella conferenza stampa al termine dell'Ecofin.
"C'erano esigenze italiane che sono state prese tutte in considerazione", gli ha fatto eco il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli.
Nel Patto di stabilità riformato, il debito privato - che rientrerà tra "altri fattori rilevanti" per valutare lo stato di salute di un paese - fungerà sia come aggravante che come attenuante, ha sottolineato il direttore generale del Tesoro.
Grilli ha detto che i fattori rilevanti "sono elementi che possono rafforzare o indebolire la stabilità finanziaria di un paese. Se la rafforzano, si può dire che quel ventesimo [di riduzione del debito in eccesso] può essere anche minore di un ventesimo, se la indeboliscono forse può essere maggiore". "La metrica deve essere tutta discussa quando la andiamo a implementare".
Per l'Italia con un debito pubblico pari a quasi il doppio del tetto del 60% del Pil anche il momento di entrata in vigore del nuovo parametro sul debito acquista rilevanza.
L'indicazione è quella che la valutazione sulla velocità di riduzione del debito scatterà per l'Italia dal 2015, tre anni dopo la chiusura delle procedure di infrazione sul debito attualmente in corso.
Se l'apertura di una procedura sul debito non sarà automatica, tuttavia un paese che non sarà in grado di ridurre il proprio debito abbastanza velocemente rischierà una sanzione dello 0,2% del Pil.
DIVISIONI SU CONTRIBUZIONE FONDO SALVATAGGIO
Rimangono differenze tra i paesi sulla riforma del fondo di salvataggio europeo e sul criterio in base al quale i paesi europei saranno chiamati a contribuire al Fondo di salvataggio permanente (Esm).
Secondo fonti Ue sei paesi di Centro ed Est Europa potrebbero bloccare la riforma delle regole di bilancio dell'Unione europea, a meno che i paesi della zona euro non acconsentano a modificare i finanziamenti per il fondo permanente di salvataggio.
I membri della zona euro Estonia e Slovacchia, come anche i futuri membri Lettonia, Lituania, Bulgaria e Repubblica Ceca, ritengono che basare l'assetto del capitale dell'Esm sul capitale della Bce, come nel caso dell'Efsf, non sia corretto.
Secondo Tremonti, invece, la riforma del fondo di salvataggio europeo, che aumenterà le risorse finanziarie a disposizione dell'Efsf e permetterà al fondo di acquistare titoli di Stato sul mercato primario, porterà nel futuro all'emissione di titoli per l'intera area dell'euro.
"La mia idea è che [la riforma del fondo di salvataggio] sarà alla base degli euro bond", ha detto il ministro che lo scorso dicembre aveva proposto, insieme al lussemburghese Jean-Claude Juncker, l'emissione di titoli comuni a tutti i paesi della zona euro, chiamati E-bond o euro bond.