Hicp
Concordo Tommy ... purtroppo le notizie che arrivano dal giappone ormai non lasciano più margine al dubbio. Sperando che si eviti almeno un disastro nuclare, l'economia mondiale si dovrà presto confrontare con la mancanza di uno dei paesi più importanti e per le esportazioni di Europa e Usa.
BCE: AUMENTO TASSI PIU' LONTANO,PESA GIAPPONE. ORO E GREGGIO IN RITIRATA
(ASCA) - Roma, 15 mar - Uno dei lasciti della crisi giapponese potrebbe essere il cambiamento di prospettive per il costo del denaro. Lo scorso 3 marzo il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, aveva preannunciato un possibile aumento del costo del denaro a partire dal mese di aprile.
Si sarebbe passati dall'1% all'1,25%. L'inflazione era in salita, spinta da un petrolio a ridosso dei 120 dollari al barile. L'oro volava a 1.445 dollari l'oncia certificando il consolidamento delle aspettative inflazionistiche.
Poi, terremoto e tsunami hanno colpito duramente il Giappone, la terza potenza economica del pianeta. Per il Sol Levante il prezzo da pagare potrebbe essere piuttosto caro, secondo gli economisti la catastrofe regalera' almeno due trimestri di Pil sottozero. Dall'allarme economico si e' passati a quello nucleare, le esplosioni nella centrale nucleare di Fukushima e le nubi radioattive non promettono niente di buono. Il panico partito dalla Borsa di Tokyo, in due giorni -16%, ha contagiato le altre piazze finanziarie nonche' il mercato delle materie prime, di cui il Giappone, grande paese trasformatore, e' consumatore di primo piano.
La chiusura delle fabbriche giapponesi di auto ha fatto precipitare il prezzo della gomma del 13%.Oggi costa 4 mila dollari per tonnellata, in un giorno e' tornata indietro di quattro mesi.
La paura di una frenata della domanda mondiale ha ridimensionato i prezzi del petrolio. Il greggio Brent viaggia a 110 dollari al barile, quello Wti sotto quota 100. Anche il principale termometro della febbre inflazionistica, cioe' l'oro, ha innestato la retromarcia, le quotazioni hanno perso piu' di 30 dollari precipitando sotto la soglia dei 1.400 dollari all'oncia.
Insomma sull'onda di una catastrofe naturale ed economica, si e' passati dallo scenario inflazionistico a quello della disinflazione. Un cambiamento scolpito dai tassi di interesse del mercato monetario dell'Eurozona. L'Eonia/swap a tre settimane, quindi una scadenza a ridosso della prossima riunione della Bce che dovrebbe alzare il costo del denaro, e' calato a 0,694% da 0,722% del giorno precedente.
Nei fatti si e' ritornati sui livelli del 22 di febbraio, quando nessuno si attendeva che l'Eurotower annunciasse una stretta sul costo del denaro.
Decisa anche la flessione del contratto future dell'Euribor a tre mesi ridimensionatosi da 1,28% a 1,18%, quindi sotto i livelli dell'1,25% a cui la Bce dovrebbe portare i tassi il prossimo 7 aprile.
''Le probabilita' che la Bce aumenti i tassi di interesse si sono ridotte al 60%. L'Eutower alzando il costo del denaro voleva portarsi oltre la curva dell'inflazione da costi, una misura preventiva. Al contrario, gli Usa, che non dispongono di un Welfare cosi' protettivo come quello europeo, sono condannati a rimanere dietro la curva dell'inflazione poiche' hanno maggiore bisogno di creare posti di lavoro.
Ora la crisi giapponese e il calo dei prezzi delle commodity potrebbero indurre Trichet a rimandare la stretta monetaria'', commenta Roberto Isidoro, Risk Manager del gruppo Carichieti.
buona sera Nathan.in effetti un aumento inflattivo ora non riesco a vederlo in ottica di salva-crisi e comunque vedrei più un contenimento, viste le condizioni che si stanno creando. la situazione Giappone fa pensare ad una riflessione nel medio-lungo termine . do qualche dato :
In sintesi
A gennaio, il tasso d'inflazione nella media dei Paesi dell’Area Euro è pari al 2,3%, in
aumento rispetto al 2,2% di dicembre; in Italia, il tasso di inflazione calcolato in base
all’indice armonizzato scende all’1,9% dal 2,1% del mese precedente. Conseguentemente il
differenziale inflazionistico con l’Area dell’Euro, a nostro, favore si amplia attestandosi a 0,4
punti percentuali.
Negli ultimi due anni la tariffa dei servizi ospedalieri è divenuta più conveniente in Italia,
rispetto agli altri Paesi europei. Dall’inizio del 2008 il differenziale inflazionistico con l’Area
Euro è mediamente a nostro favore: nel mese di gennaio 2011 è tornato a crescere, a nostro
favore, intorno ai valori massimi del periodo.
Il paniere Istat 2011 è composto da 591 posizioni rappresentative: entrano Tablet PC,
Ingresso ai parchi nazionali, ai giardini zoologici e botanici, Servizi di trasporto extraurbano
multimodale integrato, Fast food etnico, Salmone affumicato. Esce la posizione Noleggio
DVD. Nella struttura di ponderazione dell’indice NIC aumenta il peso relativo delle divisioni
Trasporti, Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Servizi sanitari e spese per la salute,
Istruzione e Bevande alcoliche e tabacchi. Il calo più rilevante in termini assoluti riguarda
invece la divisione Mobili, articoli e servizi per la casa.
Dall’analisi dei dati Istat (indici NIC) di gennaio, i beni in maggiore aumento – i top – sono il
GPL, l’aglio, i pomodori da sugo, il gasolio per auto. Tra i beni in maggior flessione – i
bottom – vi sono l’olio d’oliva, la pasta di grano duro, gli omogeneizzati e i surgelati.
Nel 2009, per la prima volta in 15 anni, il reddito disponibile delle famiglie italiane, cioè
la cifra a disposizione per consumi, risparmi e investimenti, è diminuito rispetto all’anno
precedente (-2,7%). Considerando nel suo complesso il periodo 2001-2009, il reddito
disponibile in Italia è aumentato mediamente del 2,5% ogni anno, corrispondente ad un
incremento del 21,4%. L’incremento del reddito è stato lievemente più forte al Centro
rispetto al Nord ed al Mezzogiorno. Tra le regioni, il Lazio ha evidenziato la crescita più
elevata, la Liguria quella più contenuta.
A febbraio, il barile di petrolio “Brent” raggiunge i 76 euro al barile, segnando un
aumento del 4% rispetto a gennaio; quotato in dollari, il greggio di riferimento in Europa
vale 104$/barile. Il tasso di cambio euro/dollaro sale a 1,36 dollari per euro.
In aumento i prezzi industriali dei carburanti: la benzina costa 0,660 €/lt, mentre il
diesel 0,703€/lt. Sale il differenziale di prezzo della benzina con l’area Euro, mentre cala al
minimo quello del diesel.
Il prezzo della benzina alla colonnina è 1,469€/litro, il diesel costa 1,351€/lt. un
aumento del 12 e 18%, rispettivamente, rispetto a febbraio 2010. La tassazione italiana di
entrambi i carburanti risulta allineata o, spesso, inferiore a quella imposta nei principali Paesi
europei, ad accezione della Spagna.
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