stefanofabb
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Lussemburgo, 20 giu - L'area
economica "core" dell'Europa, rileva il rapporto ex articolo
IV dell'Fmi, sta guadagnando terreno su una periferia alle
prese con sfide enormi, con livelli del debito molto alti,
con gravi problemi di competitivita' e sistemi bancari
fragili. "Forti iniziative politiche da parte delle autorita'
nazionali sono un requisito ineludibile - prosegue il
rapporto - ma dovrebbero essere supportate da un approccio
realmente coesivo da parte dei tutti i membri
dell'eurozona". Visto l'alto grado di interdipendenza che
esiste fra i paesi per quanto riguarda i problemi fiscali e
finanziari, "la mancata adozione di decise azioni coordinate
potrebbe portare alla diffusione delle tensioni anche al
cuore dell'eurozona e questo si tradurrebbe in ampie
ripercussioni a livello globale. Questi rischi al momento
dominano il dibattito politico ma e' altrettanto importante
progredire con un'ampia agenda di riforme che garantisca una
maggiore crescita potenziale e la creazione di un'unione
monetaria piu' solida e resistente". La crisi, continua il
fondo, ha portato l'Europa a un punto di svolta: da una
parte i singoli paesi devono portare avanti vasti programmi
di riforme strutturali ("ora si parla di piani di austerita'
- ha detto Lipsky - ma il loro vero nome e' riforme
strutturali"), privatizzazioni e liberalizzazioni sotto
forma di apertura dei mercati nazionali alla proprieta' e
alla concorrenza esteri. A livello macro invece serve un
continuo sostegno finanziario da parte dell'eurozona per
permettere e incentivare il successo: un Efsf di maggiori
dimensioni ma piu' flessibile sara' importante ed e' importante
portare rapidamente a termine il dibattito sulla
ristrutturazione del debito e sulla creazione dell'Esm
(european stability mechanism). Riguardo al settore
finanziario, il Fondo nota come l'agenda sia chiara da tempo
ma come occorre ora procedere con la sua implementazione.
"E' imperativo - scrivono gli esperti del Fondo - che i
risultati degli stress test sulle banche portino a
un rafforzamento fondamentale della patrimonializzazione
degli istituti dell'eurozona. A questo proposito dovrebbero
dominare le soluzioni di mercato che aggiungono capitale. Ad
esempio perche' non favorire le fusioni cross-border?
perche' non concentrarsi sullo sviluppo dei mercati dei
corporate bond e ristabilire cartolarizzazioni di alta
qualita' per aiutare le imprese mentre le banche si adattano
al nuovo ambiente regolatorio?". Maggiore coordinamento e'
richiesto anche a livello di governance economica, con
regole "piu' intrusive" e dunque maggiormente capaci di
influenzare le politiche a livello nazionale. Data
l'importanza dell'economia europea rispetto a quella
globale, e' cruciale che l'eurozona si doti degli strumenti
necessari per evitare che la crisi dei paesi periferici
arrivi a toccare anche il cuore dell'area perche' questo
avrebbe poi un impatto sull'intera economia mondiale. Per
questo il fondo chiede all'eurozona di migliorare la
gestione della crisi, aumentare l'integrazione e migliorare
la governance perche' i benefici di questi progressi saranno
avvertiti non solo in Europa ma in tutto il mondo.
economica "core" dell'Europa, rileva il rapporto ex articolo
IV dell'Fmi, sta guadagnando terreno su una periferia alle
prese con sfide enormi, con livelli del debito molto alti,
con gravi problemi di competitivita' e sistemi bancari
fragili. "Forti iniziative politiche da parte delle autorita'
nazionali sono un requisito ineludibile - prosegue il
rapporto - ma dovrebbero essere supportate da un approccio
realmente coesivo da parte dei tutti i membri
dell'eurozona". Visto l'alto grado di interdipendenza che
esiste fra i paesi per quanto riguarda i problemi fiscali e
finanziari, "la mancata adozione di decise azioni coordinate
potrebbe portare alla diffusione delle tensioni anche al
cuore dell'eurozona e questo si tradurrebbe in ampie
ripercussioni a livello globale. Questi rischi al momento
dominano il dibattito politico ma e' altrettanto importante
progredire con un'ampia agenda di riforme che garantisca una
maggiore crescita potenziale e la creazione di un'unione
monetaria piu' solida e resistente". La crisi, continua il
fondo, ha portato l'Europa a un punto di svolta: da una
parte i singoli paesi devono portare avanti vasti programmi
di riforme strutturali ("ora si parla di piani di austerita'
- ha detto Lipsky - ma il loro vero nome e' riforme
strutturali"), privatizzazioni e liberalizzazioni sotto
forma di apertura dei mercati nazionali alla proprieta' e
alla concorrenza esteri. A livello macro invece serve un
continuo sostegno finanziario da parte dell'eurozona per
permettere e incentivare il successo: un Efsf di maggiori
dimensioni ma piu' flessibile sara' importante ed e' importante
portare rapidamente a termine il dibattito sulla
ristrutturazione del debito e sulla creazione dell'Esm
(european stability mechanism). Riguardo al settore
finanziario, il Fondo nota come l'agenda sia chiara da tempo
ma come occorre ora procedere con la sua implementazione.
"E' imperativo - scrivono gli esperti del Fondo - che i
risultati degli stress test sulle banche portino a
un rafforzamento fondamentale della patrimonializzazione
degli istituti dell'eurozona. A questo proposito dovrebbero
dominare le soluzioni di mercato che aggiungono capitale. Ad
esempio perche' non favorire le fusioni cross-border?
perche' non concentrarsi sullo sviluppo dei mercati dei
corporate bond e ristabilire cartolarizzazioni di alta
qualita' per aiutare le imprese mentre le banche si adattano
al nuovo ambiente regolatorio?". Maggiore coordinamento e'
richiesto anche a livello di governance economica, con
regole "piu' intrusive" e dunque maggiormente capaci di
influenzare le politiche a livello nazionale. Data
l'importanza dell'economia europea rispetto a quella
globale, e' cruciale che l'eurozona si doti degli strumenti
necessari per evitare che la crisi dei paesi periferici
arrivi a toccare anche il cuore dell'area perche' questo
avrebbe poi un impatto sull'intera economia mondiale. Per
questo il fondo chiede all'eurozona di migliorare la
gestione della crisi, aumentare l'integrazione e migliorare
la governance perche' i benefici di questi progressi saranno
avvertiti non solo in Europa ma in tutto il mondo.