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Economica : Testo articolo
Corriere della Sera di lunedì 4 luglio 2011, pagina 8
Deposito titoli, la nuova imposta a 120 euro "taglia" lo 0,5% al piccolo risparmiatore
di Stringa Giovanni
Vademecum Tra novità fiscali e tassi in crescita che cosa cambia dopo la manovra Deposito titoli, la nuova imposta a 120 euro «taglia» l0 0,5% al piccolo risparmiatore MILANO — È partita una settimana calda, e con effetti contrastanti, per i risparmiatori italiani. Da una parte c'è la manovra, che dovrebbe introdurre un aumento dell'imposta di bollo da 34,20 a 120 euro sui «depositi titoli» sopra i mille euro. E dall'altra c'è l'annuncio, atteso in settimana alla Banca centrale europea, di un possibile aumento dei tassi d'interesse all'1,5%, più — magari — qualche indizio sulle prossime mosse autunnali. Che cosa vuol dire tutto questo per il medio risparmiatore d'Italia? Per capirlo, partiamo dal suo portafoglio. «La media di un dossier titoli viaggia intorno ai 20-25 mila euro», spiega Angelo Drusiani, responsabile del reddito fisso alla Banca Albertini Syz. Prendiamo quindi la media delle medie: un risparmiatore che ha in banca un deposito da 22.500 euro. Dentro ci sono — ipotizziamo — qualche azione e obbligazione, ma la stragrande maggioranza degli investimenti sono i classici titoli di Stato. Questi ultimi sono in scadenza, e il nostro risparmiatore vuole — come ha sempre fatto in passato — acquistarne di nuovi, una volta giunti a maturazione i vecchi. Qualcosa, però, sta cambiando. E non si tratta solo delle note tensioni e presunti rischi sul debito pubblico, con l'effetto a catena su tassi di mercato e spread. Da Roma sta infatti per partire l'aumento sul bollo per 85,8 euro, che vale, a conti fatti, uno 0,4% circa in meno dal portafoglio del nostro risparmiatore. Da Francoforte, però, in molti si attendono un nuovo rialzo del tasso di riferimento dal-l'1,25% all'1,5%: tra gli effetti, in parte già digeriti dai mercati, c'è un generale rialzo dei tassi d'interesse. Anche quello dei nuovi titoli di Stato, che in diversi casi — emissione dopo emissione — tendono a seguire la stessa direzione indicata dalla Bce. In altre parole, quindi, l'investitore con 22.500 euro in portafoglio si trova davanti l'effetto contrastante di più bolli (passivi) e più interessi (attivi) sui nuovi titoli che comprerà. A tutto questo si aggiungono, però, l'effetto erosivo dell'inflazione (in crescita) e l'atteso aumento delle aliquote sulle rendite azionarie (dal 12,5% al 20%) per la piccola componente «equity» dei propri investimenti. Insomma, i maggiori (almeno sul lato del reddito fisso) rendimenti devono vedersela con un fisco più forte e un potere d'acquisto più debole.
Le aliquote sulle rendite finanziarie Le misure nella manovra CONTI CORRENTI Oggi Domani 20% AZIONI, OBBLIGAZIONI, FONDI Oggi Domani 20% TITOLI DI STATO Oggi Domani 12,5% Qualche dettaglio? Se il risparmiatore di cui sopra compra in questi giorni sul mercato secondario un Btp biennale a sostituzione dei vecchi titoli di Stato in scadenza, spunta un rendimento lordo annuo del 3%. Sottraendo la tradizionale trattenuta del 12,5% si scende a un netto (provvisorio) del 2,6%. A questo vanno tolti i 120 euro di bollo per il deposito titoli: valgono lo 0,5% del totale del portafoglio, composto quasi essenzialmente dai nuovi Btp. Il risultato è un netto del 2,1%: al di sotto dell'inflazione e, inoltre, al lordo di altre eventuali voci come le commissioni bancarie. Un calcolo anche sui Bot: secondo alcune stime, in base ai rendimenti attuali, per coprire l'onere del nuovo bollo sarebbero necessari i proventi di oltre 7.50o euro di Buoni ordinari del Tesoro annuali. Fino a ieri bastava molto meno: poco più di duemila euro. Chi sorride è invece il più prudente dei prudenti: chi lascia i soldi nel conto corrente dovrebbe vedere l'aliquota sugli interessi scendere dal 27% a120%. Sempre che, di interessi, il conto sia generoso. Giovanni Stringa Valore medio In media un dossier titoli vale intorno ai 20-25mila euro ***