Btp in sofferenza, spread a 374 pb, mercato guarda a politica
martedì 2 agosto 2011 17:53
MILANO, 2 agosto (Reuters) - Ennesima giornata di passione
sul mercato obbligazionario italiano, con i Btp colpiti da
vendite che hanno fatto schizzare i rendimenti del titolo a 10
anni ai massimi dal 1997, mentre lo spread sulla Germania ha
segnato un nuovo record dall'introduzione dell'euro, volando a
385 punti base, per poi terminare la seduta a 374 punti base
contro i 354 punti di ieri pomeriggio IT10DE10=TWEB.
"La parte breve della curva, tra i 3 e i 5 anni, è quella
più colpita. I volumi sul cash restano limitati, anche se oggi
sono stati un po' superiori rispetto a lunedì" spiega un dealer.
"A orientare il mercato sono le vendite sui future del Btp,
lo strumento più agevole per chi vuole stare corto sull'Italia"
aggiunge l'operatore.
Sull'Italia - e sulla Spagna, il cui spread nei confronti
della Germania si è ampliato fin sopra i 400 punti base
ES10DE10=TWEB - pesano i timori di una nuova recessione
globale, che avrebbe pesanti ripercussioni sui mercati
periferici europei, già sotto pressione per la crisi dei debiti
sovrani.
"Nella zona euro, la Spagna - per il suo elevato tasso di
disoccupazione - e l'Italia - per il suo enorme debito pubblico
- sono quelli più esposti agli effetti di una riacutizzazione
della crisi" spiega Alessandro Giansanti, strategist di Ing.
A innescare le vendite sull'Italia, che hanno colpito
ancora una volta anche la Borsa, sono, dunque, cause esogene (la
debolezza dell'economia Usa e i timori di una recessione
globale) che aumentano i timori su fragilità strutturali
(l'elevato debito pubblico italiano), ma la gestione politica di
questo contesto amplifica il 'rischio Paese' all'estero.
E se tra gli operatori qualcuno arriva ad auspicare un
intervento delle autorità italiane sul mercato secondario a
sostegno dei Btp, nella convinzione che con volumi talmente
rarefatti basterebbe poco per contrastare la speculazione, altri
si accontenterebbero di una presa di posizione netta da parte
dell'esecutivo.
"Mi aspetto che dal governo qualcuno dica qualcosa, che
arrivi una dichiarazione in cui si spieghi che la situazione è
gestibile e sotto controllo. Se nessuno parla, sembra che il
Paese sia senza guida, invece serve chiarezza" dice un operatore
di uno dei principali istituti di credito italiani.
MERCATO GUARDA A POLITICA E CHIEDE RASSICURAZIONI
In attesa delle mosse del premier Silvio Berlusconi, che
domani riferirà in Parlamento delle turbolenze dei mercati, e
degli esiti della riunione del Comitato di stabilità finanziaria
in corso a Roma, ad allentare parzialmente la pressione sulla
carta italiana hanno contribuito alcune dichiarazioni dell'Ocse
e della Commissione europea a fine mattinata.
Secondo il direttore generale dell'Ocse Angel Gurria la
finanza pubblica italiana è sotto controllo, mentre un portavoce
di Bruxelles ha ribadito come l'Italia si stia muovendo sulla
strada giusta.
Intanto, come ha spiegato il sottosegretario dell'Economia
Bruno Cesario, la Consob ha messo sotto la lente la decisione di
Deutsche Bank (DBKGn.DE:
Quotazione) di cedere titoli di Stato italiani per
un valore di 7 miliardi [ID:nLDE7710W6].
Proprio la crescente disaffezione degli investitori esteri
sulla carta italiana viene vista dagli operatori come un segnale
di allarme.
"L'Italia ha bisogno di collocare sul mercato
internazionale, ma per riportare gli investitori esteri sulla
carta italiana il livello dei tassi deve stabilizzarsi, su una
soglia che non superi il 7% nel titolo a dieci anni" avverte
Giansanti.
"Tutti ora trattengono il fiato sul limite del 7% per il
decennale che ha dimostrato di essere il punto di non ritorno
per gli Stati periferici più piccoli" sottolinea Michael
Leister, strategist di WestLB.
Leister esclude tuttavia che Spagna e Italia possano seguire
lo stesso destino di Grecia e Portogallo, ma ritiene
insostenibile una permenza prolungata dei tassi a 10 anni sopra
la soglia del 7,5%.
Alla perdita di fiducia degli investitori stranieri verso
l'Italia contribuisce l'indebolimento all'interno
dell'esecutivo della posizione del ministro dell'Economia
Tremonti, da qualche tempo un punto di riferimento dei mercati,
e l'eco internazionale delle vicende giudiziarie in cui è
coinvolto il suo ex collaboratore Marco Milanese."Sono elementi
che non giovano ai livelli di spread italiani" sottolinea
Giansanti.
ROMA SI ALLONTANA DA BERLINO E SI AVVICINA A MADRID
Se il divario di rendimento tra Btp e Bund a dieci anni ha
toccato un nuovo massimo dall'introduzione dell'euro (con un
picco nei primi scambi illiquidi del mattino di 388), tende,
invece, ad assottigliarsi la distanza di Roma da Madrid, che
agli occhi degli investitori ultimamente ha preceduto l'Italia
nella classifica di rischio.
Lo spread tra titoli di stato spagnoli a dieci anni e quelli
italiani si è stretto oggi fino a 24 punti base, contro un
livello di equilibrio che a giugno si aggirava sugli 80 punti
base ES10IT10=TWEB.
E a conferma di questo trend, il rendimento del titoli a 5
anni italiani ha toccato la parità con gli analoghi titoli
spagnoli per la prima volta da marzo 2010 ES5IT5=TWEB.
Sono schizzati verso l'alto i credit swaps italiani, i
contratti derivati che assicurano contro il rischio default a 5
anni, che, secondo Markit, salgono a 368 punti base, con un
rialzo di seduta di 37 punti base.
L'avversione al rischio è la tendenza dominante e ha
incrementato a tal punto la richiesta di titoli tedeschi a dieci
anni, considerati asset rifugio inattaccabili, da annullarne,
per la prima volta oltre 50 anni, il premio di rendimento nei
confronti dell'inflazione.
Il Bund decennale ITDE10YT=TWEB, infatti, è arrivato a
rendere il 2,395%, il minimo da oltre 9 mesi, contro un tasso
d'inflazione annuale tedesco che a luglio si è attestato al
2,4%.