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PUNTO 1 - Dl sviluppo, "niente soldi, inventeremo" - Berlusconi
Reuters - 18/10/2011 16:31:10
(Accorpa pezzi, aggiunge contesto)
ROMA, 18 ottobre (Reuters) - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ammette le difficoltà in seno a maggioranza e governo nel confronto sul decreto sviluppo e conferma che il nodo riguarda la possibilità di impegnare nuove risorse pubbliche.
"Stiamo riflettendo, soldi non ce ne sono. Stiamo cercando di inventarci qualcosa", ha detto Berlusconi conversando con i cronisti alla Camera.
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti preme sui colleghi di governo affinché il decreto non produca effetti sui saldi di finanza pubblica, ma la pressione dei ministri continua a farsi sentire.
"Il decreto sviluppo arriverà quando il pacchetto sarà serio, io credo che debba essere quindi non a costo zero", ha ribadito questa mattina il ministro degli Esteri Franco Frattini.
Frattini ha attribuito a Berlusconi e al ministro dello sviluppo Paolo Romani il ruolo di coordinamento sul decreto, facendo nuovamente trapelare l'insofferenza verso Tremonti, accusato di essere troppo concentrato sulla tenuta dei conti pubblici a scapito delle politiche per la crescita.
Il decreto potrebbe andare all'esame del Consiglio dei ministri di questa settimana, ma le ultime dichiarazioni di Berlusconi lasciano aperta la possibilità che slitti ancora.
Lo stesso Frattini questa mattina si è augurato che per il varo del provvedimento "non si vada al di là della terza settimana di questo mese, quindi la fine di questa settimana, l'inizio della prossima".
Nel frattempo banche, assicurazioni, cooperative, artigiani e industriali hanno scritto una nuova lettera al presidente del Consiglio per richiedere provvedimenti adeguati alla gravità della crisi.
I presidenti di Abi, Confindustria, Ania, Alleanza per le cooperative e Rete Imprese Italia lamentando infatti che "ad oggi nessuna reazione concreta è seguita da parte del Governo e nessun dialogo è stato aperto" dopo le proposte concrete avanzate con il manifesto delle imprese reso pubblico nelle settimane scorse.
Per i rappresentanti del mondo produttivo e finanziario italiano è ora di definire riforme strutturali "concrete e credibili che diano un chiaro segnale di inversione di marcia" perché, dicono, "il tempo è scaduto".
PUNTO 1 - Dl sviluppo, "niente soldi, inventeremo" - Berlusconi
ROMA, 18 ottobre (Reuters) - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ammette le difficoltà in seno a maggioranza e governo nel confronto sul decreto sviluppo e conferma che il nodo riguarda la possibilità di impegnare nuove risorse pubbliche.
"Stiamo riflettendo, soldi non ce ne sono. Stiamo cercando di inventarci qualcosa", ha detto Berlusconi conversando con i cronisti alla Camera.
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti preme sui colleghi di governo affinché il decreto non produca effetti sui saldi di finanza pubblica, ma la pressione dei ministri continua a farsi sentire.
"Il decreto sviluppo arriverà quando il pacchetto sarà serio, io credo che debba essere quindi non a costo zero", ha ribadito questa mattina il ministro degli Esteri Franco Frattini.
Frattini ha attribuito a Berlusconi e al ministro dello sviluppo Paolo Romani il ruolo di coordinamento sul decreto, facendo nuovamente trapelare l'insofferenza verso Tremonti, accusato di essere troppo concentrato sulla tenuta dei conti pubblici a scapito delle politiche per la crescita.
Il decreto potrebbe andare all'esame del Consiglio dei ministri di questa settimana, ma le ultime dichiarazioni di Berlusconi lasciano aperta la possibilità che slitti ancora.
Lo stesso Frattini questa mattina si è augurato che per il varo del provvedimento "non si vada al di là della terza settimana di questo mese, quindi la fine di questa settimana, l'inizio della prossima".
Nel frattempo banche, assicurazioni, cooperative, artigiani e industriali hanno scritto una nuova lettera al presidente del Consiglio per richiedere provvedimenti adeguati alla gravità della crisi.
I presidenti di Abi, Confindustria, Ania, Alleanza per le cooperative e Rete Imprese Italia lamentando infatti che "ad oggi nessuna reazione concreta è seguita da parte del Governo e nessun dialogo è stato aperto" dopo le proposte concrete avanzate con il manifesto delle imprese reso pubblico nelle settimane scorse.
Per i rappresentanti del mondo produttivo e finanziario italiano è ora di definire riforme strutturali "concrete e credibili che diano un chiaro segnale di inversione di marcia" perché, dicono, "il tempo è scaduto".