Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato III° (Gennaio 2010 - Dicembre 2011) (1 Viewer)

Stato
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belindo

Guest
alcuni stati (Grecia,Portogallo,irlanda ecc) ci sono gia belindo.gli altri ci andranno(amministrazione demandata al retail la chiamerei) con i soliti marchingegni(ma purtroppo la gente non capta il messaggio di emissioni di bond spazzatura e che non deve comprare e che se si continuerà con queste politiche distruttive da parte dei governi in accordo con istituti bancari non si farà altro che far ricadere la scure sopra la testa del cittadino penalizzando anche i titoli di stato sovrani). non cito le banche fallite che sono all'ordine del giorno in America.per non parlare degli Etf queste enormi scatole di fondi comuni e che non riesco a capire la loro / fedele replica dell'indice:eek: (oltre alla doppia tassazione che hanno loro) che promettono faville e ne emettono in continuazione ,sui book sono strettamente controllati dai Market Maker e se ti abbassi un attimo ti in....... :wall: .ho avuto modo di parlare con esperti e conosco i fondi da tempo ma non ne prendo,, termino qui con l'argomento un po OT,ciao

Per gli Eurobond io parlo di una amministrazione controllata non come quella che viene fatta adesso in Grecia:
se il paese ha problemi per me deve perdere sovranità e dare in mano a un organo europeo che applicherà una sorta di cura standard che deriva da provvedimenti restrittivi e di crescita che abbiamo già negli altri paesi UE.
Se in Italia si vuole andare ain pensione a 50 anni e in germania a 75 non vedo il problema, basta che l'Italia si finanzi da sola, dal momento che non riesce a farlo allora passa la palla all'Europa che in concerto con il governo Italiano decide su quale provvedimenti scegliere tra il ventaglio di possibilità in UE che ci sono ad esempio pensioni Germania a 75 anni, IVA in Francia a 25%, tassazioni sulle transazioni finanziarie in GB :)lol:) al 0.2%, eliminazione della banconota per i pagamenti come in Spagna ecc.......................una volta scelta si deve lasciar intevenire l'orgnao UE preposto che venga in Parlamento si sieda al posto del governo e via al voto, se non si appoggiano le misure, tanti saluti e si torna alla vecchia monetina.
Troppo tedesco?
 

ottimista 2011

forza magico torino
ho letto anch'io la news del superamento di quota 500bps da parte della Spagna, ma pare fosse legata al cambio di benchmark: non ho approfondito, qualcuno ha info piu' precise?

In effetti il decennale ITA ha chiuso a 6,62 di rendimento, mentre quello SPA a 6,31 e quello GER a 1,96: da cio' deriva Spread Italia a 466bps e Spread Spagna a 435bps.

Dov'e' l'inghippo?

In linea generale, se ho qualche dubbio circa un avvitamento della situazione in Italia, ne ho molti di meno sul fatto che la Spagna esca dalla melma: la crescita "ufficiale" e' molto piu' reattiva (torna a crescere prima, e quando cresce lo fa a tassi piu' elevati di noi).
Il problema della Spagna e' la ricapitalizzazione delle banche a carico dello Stato, ma il rapporto debito/pil consente ampi margini di intervento.


caro amico hai detto bene la spagna se decolla un pochino l'economia a noi italia ci fai i baffi meno burocrazia meno deputati stipendi ai politici almeni il 70% meno di quelli italiani ecc
 

Baro

Umile contadino
INDEBITAMENTO_lordo1.jpg
 

Baro

Umile contadino
I grafici che ho postato sopra non mi sembra che qualifichino la Spagna meglio dell'Italia...certo noi abbiamo il debito pubblico che sappiamo ma tanti altri indicatori (deficit, ricchezza famiglie, reddito procapite, disoccupazione ecc) sono nettamente a nostro favore. I nostri cari tds sono strumenti obbligazionari tra i più liquidi AL MONDO a differenza dei bonos.
Io sono più tranquillo investire in btp che bonos,anzi , ultimamente ho liquidato anche quel poco di oat che avevo per comprare btp. Poi ognuno è libero di fare valutazioni. L'Italia è sempre la terza economia dell'eurozone e la seconda manifattura...non mi sembra che la Spagna sia in posizioni migliori.
Buon weekend a tutti.
 

domes

Forumer attivo
I grafici che ho postato sopra non mi sembra che qualifichino la Spagna meglio dell'Italia...certo noi abbiamo il debito pubblico che sappiamo ma tanti altri indicatori (deficit, ricchezza famiglie, reddito procapite, disoccupazione ecc) sono nettamente a nostro favore. I nostri cari tds sono strumenti obbligazionari tra i più liquidi AL MONDO a differenza dei bonos.
Io sono più tranquillo investire in btp che bonos,anzi , ultimamente ho liquidato anche quel poco di oat che avevo per comprare btp. Poi ognuno è libero di fare valutazioni. L'Italia è sempre la terza economia dell'eurozone e la seconda manifattura...non mi sembra che la Spagna sia in posizioni migliori.
Buon weekend a tutti.

Grazie per i grafici.
Non sono un economista, ma dal grafico del pil (assoluto, non pro-capite) si legge che l'Italia e' passata da circa 1 a circa 1,65 Billions (+65%); mentre la Spagna da circa 0,45 a circa 1,10 Billions (+144%).
Questo conferma l'impressione che ho sull'Italia: un Paese fermo.
La classe politica e imprenditoriale, le infrastrutture, ecc. sono sostanzialmente quelli di 20 anni fa. La Spagna mi sembra piu' dinamica. Tutto qui.

Il grafico dell'indebitamento complessivo gioca a nostro favore, peccato pero' che quello piu' significativo in questo momento sia quello sul debito/pil.

Per finire poi, il dato sulla disoccupazione e' molto parziale sull'Italia, nel senso che molte persone non appartengono alla forza lavoro (penso ad una quota consistente di donne ed alla generazione "Ne'Ne'" - ne' studiano ne' lavorano).
 

carpe diem

Banned
Intervista a Edward Harrison

“Bce prestatore di ultima istanza o sarà depressione”


di Alessandro Aresu
Il fondatore del blog Credit writedowns parla delle origini della crisi dell’Eurozona. L'Italia ha molti strumenti per affrontare la crisi, ma ha un problema demografico. Berlusconi non contava molto.


LIMES: La situazione europea potrebbe sfociare in una depressione?
HARRISON:
Durante l’ultima generazione, i paesi europei e nordamericani hanno alimentato livelli insostenibili di debito del settore privato. Il peso creato da questi debiti ha fatto precipitare la crisi. Alcuni governi hanno deciso di trasferire questo fardello al settore pubblico, accumulando una montagna di debiti sui taxpayers, in effetti salvando alcuni attori del settore finanziario e socializzando le loro perdite nel paese, peggiorando la situazione del bilancio statale. Gli Stati Uniti e il Regno Unito, come l’Irlanda, hanno perseguito questa strategia. Ma Washington e Londra possono permetterselo, perché possiedono una sovranità monetaria e perché le loro banche centrali possono agire come prestatore di ultima istanza. Nonostante i loro deficit siano alti come e più di quelli di paesi come la Grecia, il Portogallo o l’Italia, oggi gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno tassi più bassi rispetto all’inizio della crisi. L’Irlanda no. Questo è il potere della sovranità monetaria e di un credibile prestatore di ultima istanza.
Ormai l’Europa è in un cul de sac politico. Nell’Eurozona, per via dell’assenza di un prestatore di ultima istanza, quei debitori del settore pubblico per cui debito e deficit pesano maggiormente si trovano nel vero problema di affrontare il debito attuale. La recessione ha causato o esacerbato alti deficit che debbono essere affrontati con i tagli per tenere il debito sottocontrollo. La perdita di output derivata dai tagli porta ad aumentare la recessione e a perdere altro output, e quindi servono altri tagli. Allo stesso tempo, la caduta del pil rende gli investitori volubili, facendo impennare i tassi d’interesse e rendendo gli obiettivi di bilancio sempre più difficili da raggiungere. Questa è una spirale di deflazione che assicura la recessione e mette a rischio di deflazione del debito, verso il collasso del debito sovrano e il panico bancario che causano una depressione.

LIMES: Come sarà l’Italia nel 2012, in caso di depressione?
HARRISON:
L’economia italiana si contrarrà come risultato politiche di austerità e recessione. Il gettito fiscale si abbasserà, ma si aumenteranno le spese a garanzia per le persone bisognose colpite dal deterioramento dell’economia. In assenza di una fonte di domanda esterna, questo spalancherà una voragine ulteriore nelle finanze pubbliche italiane, creando i presupposti per la spirale di deflazione di cui ho parlato. Se questo scenario va fuori controllo e il debito non è più solvibile, il governo italiano sarà forzato all’insolvenza, con successive insolvenze del settore finanziario, ritiro di denaro dalle banche, bancarotta di massa tra le imprese, e la depressione.

LIMES: Qual è stato il peso del “fattore Berlusconi” nella perdita di credibilità dell’Italia?
HARRISON:
Berlusconi è una questione secondaria (side show). Il punto è che l’Italia ha bisogno di tassi d’interesse più bassi. Escludendo gli interessi sul debito, l’Italia ha un surplus di budget. A tassi d’interesse tedeschi, può sostenere la sua crescita. Se l’Italia riesce ad avere più aiuti in termini di tasso di cambio o domanda esterna, le sue prospettive sono ancor più positive per via della crescita economica.

LIMES: Qual è il problema con i fondamentali economici dell’Italia? Veniamo già da un “decennio perduto”. Quali devono essere le priorità del governo, per promuovere la crescita?
HARRISON:
L’Italia possiede un forte settore commerciale, aziende con marchi invidiabili e una rete di capitalismo familiare ancora competitivo. Tutti questi sono punti a favore. Ma ha una società che invecchia rapidamente, con il terz’ultimo tasso di natalità al mondo, e un basso tasso di partecipazione al lavoro. Sarei meno preoccupato dalle rigidità del mercato del lavoro italiano e più concentrato sugli ostacoli demografici alla crescita.

LIMES: Pensa che Mario Draghi alla fine renderà la Banca centrale europea un vero prestatore di ultima istanza?
HARRISON:
Sì. Non esistono altre scelte per l’Europa. Considerando quello che ho detto, l’Eurozona si trova in una crisi esistenziale. Ciò è stato reso possibile dagli squilibri all’interno dell’Unione Europea, con un tasso di cambio fisso privo di prestatore di ultima istanza e unione fiscale; in breve, non esistono meccanismi per aggiustare questi squilibri. Senza un prestatore di ultima istanza, una simile situazione diventa presto pericolosa. Il default è inevitabile senza che vi sia perlomeno un implicito supporto dalla Banca centrale. Un default sovrano in Italia o Spagna infliggerebbe ampie perdite ai creditori sovrani, portando a cascata l’insolvenza nel sistema bancario, creando ancor più panico, ritiro del denaro dalle banche e collasso dell’economia. Mario Draghi lo sa. La mia conclusione è che la Bce supporterà in modo netto il debito italiano (e spagnolo). Non so cosa possa significare per il Portogallo, l’Irlanda e la Grecia.
Se si analizzano gli scenari, l’unica soluzione sensata di medio termine è permettere alla Bce di porre una “garanzia” netta sui titoli italiani e spagnoli. Queste nazioni sono solvibili a tassi d’interesse più bassi e perciò hanno bisogno di più tempo per raggiungere i criteri di Maastricht con tassi che non siano contagiati dal panico. La Bce può imporre un tetto ai tassi a un livello alto ma realistico e prendere un ampio margine di, diciamo, 50-75 punti base. A quel livello dovrà intervenire per impedire ulteriori aumenti. Per difendere quest’obiettivo, la Bce non avrebbe necessariamente bisogno di comprare i titoli italiani o spagnoli. Sarebbe il settore privato a farlo, una volta che percepisce l’esistenza di una reale garanzia. Difatti, se la Banca centrale garantisce in modo credibile agli investitori che possono investire in certi strumenti di debito e non subire rischi nel pagamento degli interessi, ma solo rischi legati alla valuta e all’inflazione, alcuni investitori compreranno senz’altro gli strumenti di debito con un più alto tasso d’interesse. Insomma, l’unica ragione per non comprare debito italiano e spagnolo a 100, 200 o 300 punti base oltre i bond tedeschi è che questi governi non sono supportati in modo credibile dalla Bce. In seguito, l’Europa potrà operare per cambiare la sua costituzione al fine di includere una maggiore integrazione fiscale e meccanismi chiari per l’uscita dall’area euro, in modo da impedire a una crisi come questa di verificarsi di nuovo.
 

Baro

Umile contadino
Mi sembra uno scenario apocalittico, da fine del mondo...certo i problemi ci sono e seri ma esagerare non credo faccia bene a nessuno...basterebbe che lo Stato vendesse circa il 15% del suo patrimonio immobiliare e il debito quasi sparirebbe.
 

Prospero

Io speriamo...
Gli stolti di casa nostra

Sergio Romano sul Sole 24 ore:

"...Hanno votato la fiducia, e si spera che non facciano mancare il loro appoggio alle misure del governo. Ma vogliono avere le mani libere e il diritto di mandare a casa Mario Monti non appena ne avranno la convenienza. Non pensano alla crisi economica, alla sfiducia dei mercati, alla comprensibile impazienza dei partner. Pensano alle elezioni e non vogliono essere responsabili di tutto ciò che il governo Monti avrà fatto da qui ad allora. Dei tre Paesi mediterranei colpiti dalla crisi (Grecia, Spagna e Italia), l'Italia è quindi il solo in cui la politica, in uno dei momenti più difficili per il Paese, preferisca essere irresponsabile".

E' quello di cui tutti siamo consapevoli, la casa europea brucia e il loro primo pensiero è riempire il proprio granaio. Stolti, questa notte stessa...
 
Stato
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