di Fabio Pammolli e Nicola C. Salerno *
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 04 gen - Se saranno
confermati i dati provvisori di dicembre, il 2009 si chiude
con una inflazione dello 0,8%, la piu' bassa da circa un
cinquantennio. Un dato statistico che, pero', per essere
letto oculatamente, va accompagnato da alcune precisazioni.
In primo luogo, il 2009 ha visto la fase piu' acuta della
crisi economica, con la maggior contrazione del Pil da oltre
50 anni a questa parte. Il record storico di bassa
inflazione sorprende molto di meno se si accompagna al
record storico della caduta dell'economia reale.
Inoltre, nonostante la dinamica dei prezzi sia stata
contenuta rispetto ai picchi raggiunti nel 2008, si sono
continuate a registrare variazioni positive sia nella
congiuntura che nella tendenza. Tra dicembre 2008 e dicembre
2009, il Nic ha mostrato variazioni congiunturali negative e
piccole solo in tre mesi su tredici (-0,1 a dicembre 2008,
-0,1 a gennaio 2009, e -0,2 a settembre 2009). Le variazioni
tendenziali del Nic sono, invece, rimaste costantemente
positive, e il +1% stimato a dicembre e' il valore piu'
elevato da nove mesi (dal +1,2% di aprile). E, se si guarda
all'Ipca (l'indice armonizzato europeo), queste evidenze
sono confermate. Negli ultimi tredici mesi (da dicembre
2008), solo in tre occasioni la variazione congiunturale e'
stata negativa, e solo a luglio 2009 si e' registrata una
variazione tendenziale negativa (-0,1). Anche l'ultimo
tendenziale dell'Ipca, +1,1%, e' il dato maggiore da nove
mesi (dal +1,2% di Aprile).
Il dato di oggi non deve confondere e non deve prestarsi a
interpretazioni pretestuose. Un'inflazione annuale cosi'
bassa, non solo non e' il risultato di pratiche di prezzo
concorrenziali, ma e' la sintesi di una dinamica dei prezzi
che nel biennio 2008 e 2009 e' sempre stata in crescendo,
anche in presenza di una forte caduta del Pil, di una
situazione di strutturale debolezza della domanda delle
famiglie e, soprattutto, di una marcata correzione al
ribasso dei prezzi alla produzione.
Sullo scenario internazionale si ripresentano le premesse di
un ritorno all'inflazione nel 2010, dopo le politiche
espansive in funzione anticrisi adottate dalla fine del 2008
(sia monetarie che fiscali), la nuova fase ascendente dei
corsi del greggio, la ripartenza delle economie dei Paesi
grandi consumatori come la Cina e l'India. Non bisogna
sottovalutare gli effetti che una nuova ventata
inflazionistica mondiale potrebbe portare in un Paese, come
l'Italia, che si e' dimostrato particolarmente ricettivo nei
confronti delle pressioni sui prezzi e altrettanto rapido a
inglobarle stabilmente. Il dato di oggi, con l'inflazione
piu' bassa da 50 anni, non deve in alcun modo far passare in
secondo piano le esigenze di riforma e ammodernamento della
distribuzione al dettaglio, delle professioni liberali, dei
servizi bancari e assicurativi e delle utilities, le
macrovoci che maggiormente incidono sui prezzi al consumo.
* rispettivamente direttore e senior economist di Cerm,
www.cermlab.it
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