Ancora elevata incertezza su crescita e conti pubblici
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 12 gen - La prima
riunione del Consiglio direttivo della Bce del 2010, in
programma giovedi' 14 gennaio a Francoforte, si concludera'
con una conferma del tasso di rifinanziamento dell'Eurozona
al livello attuale - 1%, minimo nella storia dell'euro, in
vigore dal maggio scorso - e delle misure monetarie non
convenzionali ancora in vigore. E' questa l'opinione unanime
degli analisti delle principali banche europee che prevedono
qualche novita' sul fronte della 'exit strategy' soltanto a
fine primavera, mentre il tasso base viene stimato all'1%
fino al quarto trimestre del 2010. Esiste, tuttavia, un
rischio "marginale" che la stretta possa cominciare gia' un
paio di mesi prima, come sottolinea Greg Fuzesi di JP
Morgan, anche per evitare successive accuse di aver
'alimentato' la prossima crisi, mantenendo tassi troppo
bassi per troppo tempo. La speranza della Bce (e di tutte le
altre Banche centrali) e' che, come ha spiegato di recente
Lorenzo Bini Smaghi, membro del Comitato Esecutivo della
Bce, nel 2010 la situazione si stabilizzi e gli istituti
centrali possano lasciare il ruolo da protagonista ad altre
istituzioni. La Bce, sottolineano gli analisti di Intesa
Sanpaolo, "dovrebbe confermare che il 2010 vedra' un
graduale ritorno alla normale gestione della liquidita'. Non
ci aspettiamo, tuttavia, dalla riunione di giovedi',
"ulteriori indicazioni sulla strategia di uscita e in
particolare sul ripristino del vecchio meccanismo d'asta a
quantita' prefissate". E' percio' "piu' che probabile" che
la piena allocazione resti in essere fino alla primavera
inoltrata". L'enfasi ora "potrebbe spostarsi sugli sviluppi
ciclici e sulla correzione di politica fiscale". Le nuvole
all'orizzonte dell'Eurozona sono, infatti, ancora numerose,
prime fra tutte la sostenibilita' della ripresa, i conti
pubblici, in generale e, in particolare, quelli dei Paesi
cosiddetti 'periferici', Grecia, Spagna, Portogallo,
Irlanda. Oltre all'assenza di tensioni inflazionistiche e
alla debolezza della massa monetaria (-0,2% in novembre,
primo calo nella storia dell'euro), una delle ragioni della
cautela della Bce nel fare passi troppo azzardati, spiega
Karsten Junius di Deka Bank, sono proprio "i problemi di
bilancio dell'Eurozona". I Sedici "almeno potenzialmente
potrebbero dover fronteggiare tensioni molto violente se i
mercati finanziari continueranno, a turno, a dubitare della
solidita' dei conti pubblici di alcuni Paesi. Questo sara'
un punto molto delicato della conferenza stampa" che il
presidente Jean-Claude Trichet, terra' giovedi' al termine
della riunione.
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