Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato III° (Gennaio 2010 - Dicembre 2011) (27 lettori)

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DI MARCO DELLA LUNA
nuke.lia-online.org

Intervista di Marco Della Luna al Prof. Claudio Pioli

Recentemente diversi articoli sono comparsi sulla stampa italiana e straniera, a indicare che l’Italia non è messa meglio della Grecia, in fatto di conti pubblici, e che esiste una concreta possibilità che i paesi con le finanze più dissestate dell’Eurozona si trovino presto costretti e misure radicali, come l’uscita dall’Euro (vi è chi la ritiene legalmente possibile, e chi no), oppure altre.

Abbiamo richiesto al Prof. On. Claudio Pioli, esperto di finanza e macroeconomia, di delineare gli scenari secondo lui più verosimili per l’Italia.
La sua risposta è stata efficace quanto inquietante:
In effetti è l’Italia il vero pericolo per la zona EURO, nel senso di dare credibilità ad un gruppo di stati non omogenei fra di loro per politica economica, sociale, fiscale e tributaria, uniti, in effetti, soltanto da un’unica moneta.

Che cosa potrebbe succedere (mi permetta pur sempre il condizionale, visto che non sono io a prendere delle decisioni, ma cerco soltanto di pensare a quello che potrebbe accadere di fronte ad un default del debito pubblico italiano, che sta diventando il pericolo pubblico italiano numero uno).
Occorre fare delle premesse e ricordare innanzitutto i patti di ">Maastricht, che impongono dei tetti al deficit ed all’indebitamento complessivo della Pubblica Amministrazione (60% del PIL, per quanto riguarda l’indebitamento complessivo. L’Italia era entrata nella zona EURO «in deroga», in quanto Ciampi, il solito, aveva previsto un aumento del PIL italiano, che avrebbe permesso di rientrare nei parametri entro una decina d’anni, ormai trascorsi…., e 2,5% o giù di li’ per il deficit annuo dei paesi aderenti).
La crisi ha fatto si’ che la Commissione Europea abbia concesso alcuni anni di respiro: gli stati aderenti ne hanno approfittato per finanziare i rispettivi sistemi bancari.
Ma la Commissione, in occasione dell’esplosione della crisi greca, ha sottolineato che non ci saranno aiuti «europei», anche perché nessuno stato da solo o insieme ad altri potrebbe permetterselo in questi momenti.
In tal caso, se entro il 2012 gli stati non daranno segni palesi di buona volontà e di gestione budgetaria, saranno richieste delle garanzie (versamento di penalità alla BCE).
Ma esistono anche altre «voci», che vorrebbero alcuni paesi messi «al di fuori» della zona EURO: se «costituzionalmente» pare impossibile (chi è entrato non può’ più uscire, in quanto non è prevista la procedura), è pur vero che la BCE potrebbe prendere delle decisioni contemporanee a quelle della UE, o, è meglio dire, di concerto con….
Come afferma il premio Nobel per l'economia 1999 Robert Mundell, l’Italia ha usufruito sino ai nostri giorni, e cioè da una decina d’anni a questa parte, di tassi d’interesse bassi, inferiori al tasso d’inflazione (parliamo in termini medi, prendendo in considerazione la serie storica 2000 – 2010).
I risparmiatori sono stati remunerati di meno del dovuto (il tasso di remunerazione dovrebbe essere sempre maggiore di quello inflazionistico: in caso contrario si invoglia il risparmiatore a cercare altre destinazioni delle sue scorte monetarie, quali i «beni rifugio» ed il risparmiatore farebbe ancora la sua parte, come ben affermava Luigi Einaudi, in quanto il risparmio è insito nel carattere umano, ma in misura minore. Keynes sosteneva praticamente le stesse cose, più con concetti macroeconomici e con modelli econometrici che di comportamento sociale e psicologico) ed il montante: * capitale + interesse * delle loro economie è stato notevolmente ridotto, favorendo, invece, il sistema bancario, che notoriamente gioca sul differenziale tra interessi attivi ed interessi passivi.
Non solo il risparmiatore ci ha perso, ma ne ha risentito anche il contribuente italiano, che non riesce ad evadere e che è chiamato a sorreggere soggetti finanziari ed economici astronomicamente più forti di lui: ne risentirà ancora in futuro, tenendo conto del fatto che il debito pubblico si riconverte, prima o poi, in una maggior pressione contributivo – fiscale.
La Corte dei Conti ha ricordato che l’indebitamento della Pubblica Amministrazione, gestito con forme e procedure di ingegneria finanziaria, lascerà uno strascico sul debito pubblico per oltre vent’anni.
Che i tassi d’interesse debbano aumentare nei prossimi anni non c’è dubbio: Mundell fa capire che il problema «Italia» è ben notevole, perché l’Italia potrebbe non essere in grado di veder rinnovati i titoli del debito pubblico (aumentando il tasso d’interesse, il «costo del servizio del debito pubblico» aumenterebbe paurosamente).
Ed il debito pubblico italiano, nei confronti di quello greco, è come un elefante rispetto al topolino.
Le azioni che potrebbero essere decise dalla Commissione Europea e dalla BCE, riguardano pertanto la creazione di «base monetaria in senso ampio», definita tecnicamente M3 dalla BCE, come ricorderemo ancora nel nostro discorso.
Le soluzioni, che non possono essere benefiche e senza effetti negativi nei confronti di tutti i soggetti, pubblici o privati che siano, potrebbero essere diverse.
Ma sia chiaro che i fallimenti ed i concordati puniscono sempre i creditori.
Bisognerà vedere in quale misura reagiranno la domanda e l’offerta di euro, in concomitanza dei rinnovi e delle nuove emissioni di titoli :
  1. Il consolidamento di parte del debito pubblico (BOT) o l’attribuzione di cedole a tasso d’interesse «politico», inferiore al tasso d’inflazione, probabilmente non spendibili subito.
      • Le decisioni sul debito pubblico esistente potrebbero, comunque, scaturire da un mix di soluzioni riguardanti il tasso d’interesse, il capitale o l’allungamento, che piaccia o no, della durata dei titoli.
      • Decisioni di questo genere vennero prese in Italia negli anni Settanta, quando si stabili’ di limitare gli effetti dell’inflazione pagando una parte dei salari in BOT pluriennali.
      • In effetti la base monetaria allargata (M3, nella definizione della BCE), comprende anche i titoli di stato a breve, e cioè con scadenza sino a due anni, come i BOT italiani.
      • Se si vuol agire nei confronti della massa effettiva e potenziale della moneta in circolazione occorre pertanto agire, sulla base dei patti di Maastricht, sulla dinamica e sullo stock del debito pubblico, facendo rispettare i parametri di Maastricht senza deroghe di alcun tipo.
      • Sarà l’Italia (ed altri del gruppetto dei P.I.G.S.), a prendere le decisioni politiche (taglio drastico della spesa pubblica, liberalizzazioni, aumento delle imposte) per eseguire «gli ordini superiori» della UE.
      • Le conseguenze sociali si tradurranno inevitabilmente in gravi tensioni di ordine pubblico.
  2. La Commissione Europea potrebbe chiedere un controllo ferreo sulla circolazione monetaria italiana (M0, secondo la definizione della BCE), facente parte della base monetaria, ben sapendo che questa componente costituisce, più dei depositi bancari, una bomba «a miccia corta», fermo restando la costituzione di una garanzia in denaro da costituirsi presso la BCE.
      • E’ facile pensare ad una misura propria di una «politica monetaria restrittiva», anche tenendo conto del fatto che l’Italia vanta un’elevatissima economia parallela (la velocità di circolazione della moneta corrente, proveniente dall’economia sommersa, è notoriamente ben superiore a quella dell’economia legale di un paese).
  3. La Commissione Europea, di concerto con la BCE, potrebbe decidere di sovrastampare la moneta «uscente dai paesi in défaut», come successe in Germania ai tempi della Repubblica di Weimar.
      • Questa decisione corrisponderebbe, di fatto, alla coesistenza di due monete: una più forte per i paesi del nord ed una debole per quelli del sud Europa.
      • Come vede parlo anche degli altri paesi in crisi, poichè ormai si è capito che, l’omogeneizzazione monetaria, non preceduta dall’omogeneizzazione delle politiche sociali, industriali, fiscali eccetera, ha semplicemente permesso di far provare alle popolazioni sud-europee un fenomeno già visto in Argentina, quando volle ancorare la propria moneta al dollaro (economie deboli con moneta forte).
La domanda che ci si pone: che cosa avverrà dei depositi, nei casi estremi di sovrastampa della moneta o di decisioni analoghe?
E’ ovvio che verrebbero svalutati proporzionalmente alla diminuzione di potere d’acquisto della «nuova moneta», salvo, forse, per quelli detenuti da non residenti, per i quali si potrebbero stabilire delle moratorie e delle sostituzioni.
La mossa dello scudo fiscale, che non ha dato i risultati sperati (85 miliardi contro i 110 sperati da Tremonti e compagni, ma, nel passato, si è parlato di 1000 miliardi di Euro portati all’estero), è stata fatta forse, tra l’altro, anche per non far entrare più tardi, dopo un eventuale default del debito pubblico, una valanga di denaro spendibile ed un numero maggiore di contenziosi con gli stati e le banche estere (tipo bond argentini, messicani eccetera di qualche anno fa).
Marco Della Luna
Fonte: Liberi Industriali Associati
20.02.20101

 

ilfolignate

Forumer storico
copio ed incollo , Vs impressioni :eek: :ciao: , al .
DI MARCO DELLA LUNA
nuke.lia-online.org

Intervista di Marco Della Luna al Prof. Claudio Pioli


Marco Della Luna
Fonte: Liberi Industriali Associati
20.02.20101



Ennesimo articolo catastrofico sulla salute Italiana!!!
Oramai non va più di moda scrivere questi articoli! Il fatto è che vogliono, oltreoceano, fare del tutto per "svergognare" l'euro e farlo affossare! Quale miglior momento visto che la Grecia non se la sta passando bene? E allora giù ad infangare anche altri governi area UE:down::down::down:

Suvvia ragazzi, un po di ottimismo :D
 

tommy271

Forumer storico
Ennesimo articolo catastrofico sulla salute Italiana!!!
Oramai non va più di moda scrivere questi articoli! Il fatto è che vogliono, oltreoceano, fare del tutto per "svergognare" l'euro e farlo affossare! Quale miglior momento visto che la Grecia non se la sta passando bene? E allora giù ad infangare anche altri governi area UE:down::down::down:

Suvvia ragazzi, un po di ottimismo :D

Ciao Foli, bentornato :up:.
Finchè abbiamo un avanzo primario i nostri BTP non devono temere nessuno.

Una interessante nota:
http://www.mondofinanzablog.com/201...cesi-litalia-come-grecia-spagna-e-portogallo/
 

ilfolignate

Forumer storico
Ciao Foli, bentornato :up:.
Finchè abbiamo un avanzo primario i nostri BTP non devono temere nessuno.

Una interessante nota:
Conti pubblici: arriva la stoccata dei cugini francesi. L’Italia come Grecia, Spagna e Portogallo


Ciao Tommy grazie :up:

Come detto più volte anche sul forum, l'Italia (ahimè) ha un sommerso che fa veramente paura, inteso come "soldi nascosti nel materasso" :eek:

Chissà come mai al recente BIT (Borsa Italiana Turismo) hanno snocciolato dei numero da far impressionare anche i Tycoons yankees riguardo le vacanze degli Italiani: insomma, all'occorrenza, sperando non arrivi mai, vedremo come usciranno fuori i danè per poter correre al riparo :lol:
 

ilfolignate

Forumer storico
Ennesimo articolo catastrofico sulla salute Italiana!!!
Oramai non va più di moda scrivere questi articoli! Il fatto è che vogliono, oltreoceano, fare del tutto per "svergognare" l'euro e farlo affossare! Quale miglior momento visto che la Grecia non se la sta passando bene? E allora giù ad infangare anche altri governi area UE:down::down::down:

Suvvia ragazzi, un po di ottimismo :D


A proposito di quanto su esposto:

Soros, futuro euro incerto

Anche con salvataggio Grecia. Restano problemi Spagna e Italia

22 febbraio, 11:45

(ANSA) - ROMA, 22 FEB -Gli aiuti dovrebbero salvare la Grecia dalla bancarotta ma i problemi dell'Europa possono mettere a rischio il futuro dell'euro. Cosi' Soros Per il miliardario e guru della finanza, 'un'assistenza mirata e' sufficiente per salvare la Grecia, ma restano i problemi di Spagna, Italia, Portogallo e Irlanda. Questi paesi tutti insieme rappresentano un pezzo di Eurozona troppo grande per essere aiutato allo stesso modo e dunque la sopravvivenza della Grecia non garantisce il futuro dell'euro'.

:rolleyes::rolleyes::rolleyes::rolleyes::rolleyes:
 

abenzo

Forumer attivo
E' il 2,55% oltre all'indicizzazione.

Non vorrei dire fesserie perchè sinceramente sui BTPi non sono ferrato, ma da quel poco che ho capito il capitale si rivaluta dell'inflazione, mentre le cedole che via, via maturano sono sempre più "robuste" in quanto al 2,55% devi aggiungere l'inflazione.

Te l'ho spiegata malissimo scusa :D


PS: ho incrementato a 97,90 :up:

Esatto, per fare un esempio pratico molto semplificato, supponendo di comprare e rivendere dopo 1 anno allo stesso prezzo, si avrà un gain del 2,55% di cedole, più un altro 2% ad esempio di inflazione, quindi un totale di 4,55% circa.

Dico circa perchè in realtà la faccenda è più complessa di così, l'inflazione viene calcolata ogni giorno e le cedole si calcolano non in base 100 ma tenendo conto del capitale rivalutato.

In buona sostanza più o meno è così anche se si tratta di un titolo che ne dettaglio è complicato sia per la rivalutazione del capitale che delle cedole senza parlare dell'aspetto fiscale alla scadenza che però è talmente lontana... e poi comunque basterà semmai venderlo qualche mese prima.
Ha un grande aspetto positivo: nella sua complicazione non nasconde trucchi a differenza di una sfilza lunghissima di ciofeche variamente strutturate. L'unico problema, squisitamente personale, è il prezzo di entrata e su questo nessuno è profeta.

Esattamente!! Si aggiunge al valore nominale investito la percentuale relativa al giorno dello stacco cedola :up:

Ad esempio: 50.000 euro di BTPi 2041 stacco cedola 15 marzo 2010, inflazione temporanea prevista: 1,00673. Si calcola 50.000 X 1,00673 = 50.336,5 X 2,55%, quindi cedola semestrale al netto del capital gain: 561,56 Euro!!!

In sostanza meglio farci trading con questi titoli piuttosto che usarli come cassetto!!!

Ovviamente è un mio parere personale ;)

Lo trovo un pò coplicato,
sono daccorto con Cristiano per il trading;
ma scusate amici,
non è meglio il 37 per queste operazioni intra/multiday rispetto al 41, visto che il primo :
- quota ad un prezzo inferiore;
- ha maggiore volatilita';
- ha molti scambi ?

Dove trovate la convenienza nel negoziare il 41 ? :)
:ciao:
 

ilfolignate

Forumer storico
Lo trovo un pò coplicato,
sono daccorto con Cristiano per il trading;
ma scusate amici,
non è meglio il 37 per queste operazioni intra/multiday rispetto al 41, visto che il primo :
- quota ad un prezzo inferiore;
- ha maggiore volatilita';
- ha molti scambi ?

Dove trovate la convenienza nel negoziare il 41 ? :)
:ciao:

Ciao Abenzo :up:

Il '41 ha delle oscillazioni di periodo che fanno veramente spavento!!! In 3 mesi circa ha fatto un massimo di 107 ed un minimo (temporaneo) di 97,90, quasi 9 punti percentuale!!! Ovviamente è un titolo da prendere con le pinze visto ciò che sta facendo nelle ultime sedute, ma noi siamo ottimisti e soffiamo per mandarlo in area 103/104 :lol::lol::lol:
 
Stato
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