Sharnin 2
Forumer storico
Un caso simbolo dell’attuale crisi
Alfonso Tuor
La truffa del secolo, come è stata definita, può essere considerata il simbolo della crisi finanziaria che sta mettendo a soqquadro l’economia mondiale. Pure la piazza finanziaria svizzera sarà colpita dall’uragano determinato da questa frode, poiché alcune banche elvetiche avrebbero inserito nei fondi di fondi hedge proposti ai clienti anche gli Hedge Funds di Bernard Madoff. L’ex presidente del Nasdaq si è consegnato alle autorità giovedì scorso ammettendo di aver perpetrato una truffa, il cui ammontare dovrebbe aggirarsi attorno ai 50 miliardi di dollari. Il finanziere di Wall Street aveva ideato una colossale Catena di Sant Antonio centrata sugli Hedge Funds. Sfruttando la mancanza di controlli e di trasparenza di questi strumenti della nuova ingegneria finanziaria, assicurava grandi rendimenti ai primi investitori che pagava con i soldi versati dai nuovi investitori. I suoi fondi erano diventati leggendari per la stabilità della loro redditività, che si aggirava sempre attorno al 10% annuo. La Catena di Sant Antonio, che gli inglesi chiamano «schema Ponzi», si è inceppata all’inizio di questo mese, poiché la crisi finanziaria ha fatto saltare il gioco. Le richieste di riscatto degli investitori hanno infatti raggiunto i 7 miliardi di dollari e Bernard Madoff, sapendo che era impossibile raccogliere un tale ammontare di nuovi investimenti e che quindi era impossibile restituire i soldi, ha gettato la spugna e si è consegnato all’Fbi, ammettendo che tutta la sua costruzione finanziaria non era altro che «una grande bugia».
Questa truffa del secolo merita alcune considerazioni. In primo luogo, la segretezza degli Hedge Funds, invocata per evitare che altri imitino particolari strategie di investimento, e la carenza di regolamentazioni e di controlli offrivano il terreno ideale per una frode di questa portata. Questa truffa mette in discussione la qualità del lavoro dei gestori dei fondi di fondi hedge, che riscuotono le commissioni dai clienti per il loro lavoro di controllo dell’attività, di verifica delle strategie di investimento e per la selezione degli Hedge Funds. Nella loro ricerca di gestori dotati di particolare «talento» non si sono insospettiti per la stabilità dei rendimenti dei fondi di Bernard Madoff, che era «non credibile».
Questa truffa, ed è il secondo punto, mette in discussione l’intera industria degli Hedge Funds che negli anni del denaro facile e dell’euforia finanziaria è cresciuta a dismisura, arrivando a gestire (secondo alcune stime) 1.900 miliardi di dollari. Questa cifra, già di per sé enorme, deve essere moltiplicata più volte, poiché la loro strategia di investimento si basa sull’uso della leva. Questi strumenti di investimento e le grandi banche, che nella gestione dei fondi propri ne hanno imitato le gesta, ricorrono infatti al credito per moltiplicare le loro scommesse. In questo modo moltiplicano i guadagni quando gli investimenti si rivelano azzeccati, ma anche le perdite quando si rivelano sbagliati. Questi strumenti finanziari, la cui utilità per l’economia reale è come minimo molto discutibile, sono oggi in crisi, stretti, da una parte, dalle banche che sono diventate più restrittive nell’apertura delle linee di credito, e dall’altra, dalle richieste di rimborso degli investitori. La conseguenza è che oggi molti investitori si trovano «intrappolati», poiché la maggioranza degli Hedge Funds ha fatto scattare la clausola che impedisce i riscatti.
Questa truffa, ed è il terzo punto, rischia di avere pesanti conseguenze sistemiche. Infatti, coloro che sono stati rimborsati dai fondi di Bernard Madoff negli anni scorsi dovranno restituire questi capitali, poiché la legge americana prevede il recupero dei fondi erogati da un’istituzione finanziaria dopo il suo «fallimento tecnico» per non danneggiare gli altri investitori. Le perdite non si limiteranno quindi solo a coloro che hanno ancora soldi investiti in questi fondi, ma riguarderanno anche coloro che oggi pensano di averla scampata bella. Questa richiesta di restituzione e il probabile aumento di pressanti richieste di riscatto da parte degli investitori fanno prevedere che nei prossimi giorni vi sarà un’ondata di vendite di titoli finanziari ancora liquidi. Per questi motivi la truffa del secolo non solo metterà ancor più sotto pressione l’industria degli Hedge Funds, ma anche i mercati finanziari.
15.12.08 01:34:29
Alfonso Tuor
La truffa del secolo, come è stata definita, può essere considerata il simbolo della crisi finanziaria che sta mettendo a soqquadro l’economia mondiale. Pure la piazza finanziaria svizzera sarà colpita dall’uragano determinato da questa frode, poiché alcune banche elvetiche avrebbero inserito nei fondi di fondi hedge proposti ai clienti anche gli Hedge Funds di Bernard Madoff. L’ex presidente del Nasdaq si è consegnato alle autorità giovedì scorso ammettendo di aver perpetrato una truffa, il cui ammontare dovrebbe aggirarsi attorno ai 50 miliardi di dollari. Il finanziere di Wall Street aveva ideato una colossale Catena di Sant Antonio centrata sugli Hedge Funds. Sfruttando la mancanza di controlli e di trasparenza di questi strumenti della nuova ingegneria finanziaria, assicurava grandi rendimenti ai primi investitori che pagava con i soldi versati dai nuovi investitori. I suoi fondi erano diventati leggendari per la stabilità della loro redditività, che si aggirava sempre attorno al 10% annuo. La Catena di Sant Antonio, che gli inglesi chiamano «schema Ponzi», si è inceppata all’inizio di questo mese, poiché la crisi finanziaria ha fatto saltare il gioco. Le richieste di riscatto degli investitori hanno infatti raggiunto i 7 miliardi di dollari e Bernard Madoff, sapendo che era impossibile raccogliere un tale ammontare di nuovi investimenti e che quindi era impossibile restituire i soldi, ha gettato la spugna e si è consegnato all’Fbi, ammettendo che tutta la sua costruzione finanziaria non era altro che «una grande bugia».
Questa truffa del secolo merita alcune considerazioni. In primo luogo, la segretezza degli Hedge Funds, invocata per evitare che altri imitino particolari strategie di investimento, e la carenza di regolamentazioni e di controlli offrivano il terreno ideale per una frode di questa portata. Questa truffa mette in discussione la qualità del lavoro dei gestori dei fondi di fondi hedge, che riscuotono le commissioni dai clienti per il loro lavoro di controllo dell’attività, di verifica delle strategie di investimento e per la selezione degli Hedge Funds. Nella loro ricerca di gestori dotati di particolare «talento» non si sono insospettiti per la stabilità dei rendimenti dei fondi di Bernard Madoff, che era «non credibile».
Questa truffa, ed è il secondo punto, mette in discussione l’intera industria degli Hedge Funds che negli anni del denaro facile e dell’euforia finanziaria è cresciuta a dismisura, arrivando a gestire (secondo alcune stime) 1.900 miliardi di dollari. Questa cifra, già di per sé enorme, deve essere moltiplicata più volte, poiché la loro strategia di investimento si basa sull’uso della leva. Questi strumenti di investimento e le grandi banche, che nella gestione dei fondi propri ne hanno imitato le gesta, ricorrono infatti al credito per moltiplicare le loro scommesse. In questo modo moltiplicano i guadagni quando gli investimenti si rivelano azzeccati, ma anche le perdite quando si rivelano sbagliati. Questi strumenti finanziari, la cui utilità per l’economia reale è come minimo molto discutibile, sono oggi in crisi, stretti, da una parte, dalle banche che sono diventate più restrittive nell’apertura delle linee di credito, e dall’altra, dalle richieste di rimborso degli investitori. La conseguenza è che oggi molti investitori si trovano «intrappolati», poiché la maggioranza degli Hedge Funds ha fatto scattare la clausola che impedisce i riscatti.
Questa truffa, ed è il terzo punto, rischia di avere pesanti conseguenze sistemiche. Infatti, coloro che sono stati rimborsati dai fondi di Bernard Madoff negli anni scorsi dovranno restituire questi capitali, poiché la legge americana prevede il recupero dei fondi erogati da un’istituzione finanziaria dopo il suo «fallimento tecnico» per non danneggiare gli altri investitori. Le perdite non si limiteranno quindi solo a coloro che hanno ancora soldi investiti in questi fondi, ma riguarderanno anche coloro che oggi pensano di averla scampata bella. Questa richiesta di restituzione e il probabile aumento di pressanti richieste di riscatto da parte degli investitori fanno prevedere che nei prossimi giorni vi sarà un’ondata di vendite di titoli finanziari ancora liquidi. Per questi motivi la truffa del secolo non solo metterà ancor più sotto pressione l’industria degli Hedge Funds, ma anche i mercati finanziari.
15.12.08 01:34:29