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Vertice Ue sui migranti, nuovo summit il 17 marzo. La Turchia chiede altri 3 miliardi - Il Sole 24 ORE
Vertice Ue sui migranti, nuovo summit il 17 marzo. La Turchia chiede altri 3 miliardi
BRUXELLES – Doveva essere un vertice europeo piuttosto rapido, tutto dedicato a rilanciare il piano di azione con la Turchia per meglio arginare gli arrivi di migranti dal Vicino Oriente. L'incontro invece è durato nella notte, ed è stato scombussolato da nuove inattese richieste del governo turco per garantire l'aiuto di cui l'Unione ha bisogno per meglio controllare le sue frontiere. Ben dopo la mezzanotte i Ventotto si sono trovati d'accordo per continuare a negoziare ulteriormente nei prossimi giorni.
Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu è giunto all'incontro di ieri qui a Bruxelles, durato circa 12 ore, con una nuova richiesta, prima di tutto economica: tre miliardi di euro in più da qui al 2018, in aggiunta ai tre miliardi già decisi alla fine dell'anno scorso. In cambio, tra le altre cose, la Turchia si è detta pronta a riaccogliere dalla Grecia non solo i migranti economici ma anche i potenziali rifugiati.
In un primo commento alla fine della riunione notturna, il premier lussemburghese Xavier Bettel ha spiegato che i Ventotto si sono trovati d'accordo “per lavorare sui dettagli” delle proposte turche nei prossimi giorni, in vista di un nuovo summit europeo, già previsto da tempo, e fissato per il 17-18 marzo. Secondo il premier italiano Matteo Renzi: “E' stato fatto un piccolo passo avanti sul fronte dei migranti che arrivano dalla Turchia, ma c'è ancora molto da lavorare, molto da discutere”.
L'intesa proposta da Ankara, e oggetto di discussione tra i Ventotto, prevede un ritorno in Turchia di queste persone, con l'impegno del governo turco di rimandarli nel loro paese di origine. Per quanto riguarda i siriani, che fuggono dalla guerra civile nel loro paese, l'accordo proposto dalla Turchia prevederebbe una specie di scambio alla pari. I siriani arrivati in Grecia verrebbero rimandati in Turchia, mentre quelli già in Turchia verrebbero ricollocati in Europa.
L'obiettivo dell'operazione è di convincere i migranti provenienti dal Vicino Oriente a non fare la traversata del Mediterraneo verso l'Europa. Nel contempo, la Turchia vorrebbe anticipare i viaggi in Europa senza visto dei suoi cittadini, prevedendo l'entrata in vigore della misura già in giugno. Ankara vorrebbe anche nuove certezze sull'apertura di capitoli negoziali in vista di un suo ipotetico ingresso nell'Unione.
Le proposte turche hanno provocato riserve tra i Ventotto, per via della liberalizzazione dei visti che non piace a Parigi e dell'apertura di nuovi capitoli che non piace a Cipro. La richiesta finanziaria è anch'essa aspetto controverso. Lo stesso primo accordo sui tre miliardi di euro era stato difficile da raggiungere perché alcuni paesi membri avrebbero voluto che il denaro provenisse tutto dal bilancio comunitario. L'idea di un ulteriore pacchetto di aiuti è stata vista negativamente da molti governi. Alcuni stati membri si sono sentiti ieri sera ricattati da Ankara.
Un altro aspetto controverso della proposta turca riguarda lo scambio uno a uno tra i siriani arrivati in Grecia e i siriani ancora in Turchia. L'idea nasconde problemi morali, incertezze legali e nodi politici. Su quest'ultimo fronte, da mesi i Ventotto sono alle prese con un programma di ricollocamento in tutta l'Unione di 160mila rifugiati arrivati in Grecia e in Italia che stenta a decollare. Ieri il premier ungherese Viktor Orbán ha criticato nuovamente ricollocamento e reinsediamento.
Le discussioni di ieri sera sono avvenute in un contesto politico difficile. Durante l'ultimo fine settimana, il governo turco, forte di una sentenza della magistratura, ha deciso di mettere sotto tutela un giornale di opposizione (si veda Il Sole/24 Ore del 6 marzo). A fine incontro, il premier Renzi ha spiegato di aver insistito nelle discussioni tra i leader perché fosse tenuta a mente l'importanza della libertà di stampa: “Proseguire il cammino verso la UE – ha detto – significa abbracciare i suoi valori costitutivi”.