Obbligazioni valute high yield TURCHIA bond in usd e lira turca

Azzerato il deficit commerciale !

Incredibile ! :up:
Trade deficit di febbraio in calo da 5 miliardi a 81 milioni di $ !
Viene da chiedersi se a partire da marzo non dovro' rinominare il file "Trade Surplus" :D
Lira turca in forte recupero sia contro euro che contro $ :D
 

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Incredibile ! :up:
Trade deficit di febbraio in calo da 5 miliardi a 81 milioni di $ !
Viene da chiedersi se a partire da marzo non dovro' rinominare il file "Trade Surplus" :D
Lira turca in forte recupero sia contro euro che contro $ :D

oggi giornata interessante anche per le 7,375% in dollari.
La Turchia si conferma interessante, per fortuna che ho accumulato sull'ultima discesa.
 
Turchia/ Banca Centrale chiede "accordo con Fmi al più presto"
Il mondo economico preoccupato da segnali aggravamento crisi


Istanbul, 2 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Dopo le iniziali, forti resistenze, anche la Banca centrale turca si schiera a favore di un nuovo accordo con il Fondo Mondiale Internazionale. Il governatore della Merkez Bankasi, Durmus Yilmaz, ha detto proprio oggi che la Turchia deve firmare con il Fondo per un nuovo prestito "al più presto possibile". Gran parte del mondo economico vede nel prestito con il Fondo l'unica garanzia per l'economia interna, soprattutto in un anno come il 2009 quando il debito pubblico del Paese potrebbe toccare il 50 miliardi di dollari. Ma ancora l'accordo non si chiude. Il nodo principale è la forma del prestito. Il governo punta ad precautionary stand-by, con l'emissione di fondi su richiesta, in caso di estrema emergenza. Il Fmi, invece, come parte del mondo economico turco, preferirebbe una versione standard del prestito, con emissione di fondi condizionata a riforme e vincoli economici più stringenti. Per quanto riguarda la cifra, la Tusiad, la Confindustria turca, dice che per porre un freno alla situazione ci vogliono almeno 25 miliardi di dollari. Intanto crescono in Turchia i timori che la fine della crisi economica sia ancora lontana e che, anzi, il quadro si possa aggravare nei prossimi mesi. La fine di marzo e l'inizio di aprile hanno confermato una cosa che in molti già sapevano, ossia che l'economia turca è in crisi e che nei prossimi mesi potrebbe anche peggiorare. Martedì scorso il Tuik, l'Istituto statistico turco, ha mostrato che il pil si è contratto del 6,2% nel corso del 2008. Ieri è arrivata la seconda doccia fredda, ossia il calo dell'export turco di un altro 34,92% nel mese di marzo, che va a sommarsi ai dati negativi di gennaio e febbraio. Mehmet Buyukeksi, presidente della Tim, l'Associazione esportatori turca, ha detto che spera che le esportazioni turche abbiano toccato il fondo=2 0per poi cominciare a risalire, aggiungendo che molti Paesi in questo momento si trovano nella stessa situazione della Turchia. Ma sa anche che potrebbe peccare di eccessivo ottimismo. "Ci aspettiamo che le esportazioni riprendano quota a partire dal terzo quadrimestre del 2009, ma sappiamo anche che è troppo presto per fare stime del genere". Di certo, fra i settori che si devono riprendere nel minor tempo possible c'è sicuramente quello dell'auto, che nel periodo gennaio-marzo ha perso qualcosa come il 53,8% rispetto allo stesso periodo del 2008. Altro capitolo drammatico è la disoccupazione. I sindacati confederali turchi (Tisk) hanno detto oggi al quotidiano Zaman che il calo del pil turco nel 2008 è stato il più consistente a livello mondiale, battuto solo da Taiwan, dove è caduto dell'8,4%. E si teme che la situazione abbia conseguenze serie sulla disoccupazione del Paese, arrivata alla quota inquietante del 13,9%. Il presidente della Camera di commercio di Ankara, Nurettin Ozbedir, ha reso noto, voce fuori dal coro, che la riduzione del Pil non è stata una sorpresa per lui. Particolare che naturalmente non toglie nulla alla gravità della situazione. "Bisogn a trovare nuove misure, concrete, per fermare queste crisi. Bisogna rilanciare il consumo privato e l'investimento da parte dell'estero. Appello al governo anche dalla Camera di Commercio di Kayseri, in pieno territorio delle piccole e medie imprese e dove il partito di maggioranza guidato da Erdogan alle ultime elezioni ha perso una fetta consistente di voti. Mustafa Boydak, Presidente della Camera di Commercio di Kayseri ha detto: "Speriamo che il governo compia le riforme necessarie per minimizzare l'impatto con la crisi e che le opposizioni evitino conflitti sui provvedimenti presi per cercare di migliorare la situazione.
index.asp
 
Riparte l'inflazione al consumo in marzo

CPI in crescita dell'1,10% in marzo , con variazione annuale in aumento al 7,89% dal 7,73% di febbraio.
A pesare sulla dinamica dei prezzi al consumo le bevande alcoliche e i tabacchi , in crescita del 6,90% e gli alimentari in crescita del 3,91%.
Molto piu' calmo l'andamento dei prezzi alla produzione, il PPI segna un +0,29% nel mese facendo crollare la variazione annua al 3,46%.
Dal file allegato potete vedere come la variazione annua del PPI a febbraio 2009 fosse del 6,43% e a luglio 2008 del 18,41%.
Puo' darsi che la crescita del CPI sia un fatto episodico dovuto al rincaro degli alcolici, vedremo il prossimo mese se riprendera' la tendenza deflazionistica.
 

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BCT taglia i tassi di 75 punti base

Portandoli al nuovo record storico del 9,75% , per la prima volta sotto le due cifre. Allegato il comunicato della banca centrale.
I tassi sui bond comunque continuano ad essere sensibilmente piu' elevati, ad esempio la BEI 14% 2016 sul TLX scambia attorno a 104,50 , per un rendimento a scadenza attorno al 13%
 

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siete scappati tutti?




EMERGING MARKETS REPORT
Forint falls after central bank keeps rates on hold
Hungarian stocks drop 3% as UBS AG analysts downgrade OTP Bank to sell
By Polya Lesova, MarketWatch
Last update: 3:19 p.m. EDT April 20, 2009

NEW YORK (MarketWatch) -- Hungary's forint fell sharply on Monday after the central bank in Budapest kept its benchmark interest rate unchanged at 9.50% and the new government announced a series of fiscal measures aimed at helping the Eastern European country cope with its severe economic crisis.
Meanwhile, Hungarian equities fell 3% on Monday, led by a decline in market heavyweight OTP Bank , which was downgraded to sell by UBS AG analysts.
Hungary's central bank said Monday that the Hungarian economy will suffer a sharp downturn this year, while inflation may be around the 3% target. The bank's decision to keep rates on hold was in line with market expectations.
"The weakness of industrial production and retail sales suggests that the downturn has gathered pace," the central bank said in its monetary policy statement published on its Web site. Gross industrial output, for example, fell by 28.9% in February compared to the same month last year.
"Inflationary pressures associated with exchange rate depreciation may become more pronounced over the period ahead, which, however, may be mitigated by declining demand," the central bank said.
Following Monday's rate decision, the euro rose 0.9% against the forint to 299 forint, while the U.S. dollar rallied 2.5% to 231 forint.
'Limited room' for rate cuts
The central bank has "limited room to deliver rate cuts" even though inflation fell below 3% in March, said Lars Rasmussen, senior analyst at Denmark's Danske Bank.
"The currency is weak, the financial markets are distressed and government bond auctions did not go that well last week," Rasmussen said in a note to clients.
The outlook for the forint is "fragile" despite a fairly good run on the back of rising risk appetite since early March, he said.
Rasmussen expects one rate cut of 25 basis points in the third quarter, "but with the new government initiatives that push inflation higher, the window for monetary easing might be closing."
Over the weekend, Gordon Bajnai, who took over as prime minister last week, announced a series of fiscal measures aimed at keeping the budget deficit below 3% of gross domestic product, according to media reports. The measures include lowering payroll taxes, increasing the value-added tax and cutting spending.
Bajnai also said that the Hungarian economy will contract by 6% this year, revising the government's previous estimate of a 3.5% contraction.
Hungary, a member of the European Union since 2004, has been hit hard by a severe economic crisis.
Last November, the country received a $25 billion financing package from several multinational institutions, including the International Monetary Fund and the E.U.
Despite the external financial support, economic turmoil in Hungary has continued, causing Ferenc Gyurcsany to resign as prime minister last month. Standard & Poor's Rating Services cut Hungary's credit rating in late March to the lowest investment grade level.
OTP Bank downgraded to sell
In Budapest, the BUX benchmark stock index fell 3% on Monday. The index's largest components are oil and gas group MOL and OTP Bank.

"We regard a certain return of risk appetite for risky assets as justified, but think OTP's share price has gone too far."

— UBS AG analysts

Shares of OTP Bank, Hungary's largest lender, tumbled 6.8% in Budapest trading after analysts at UBS AG downgraded the bank to sell from neutral following the recent 80% surge in the stock price.
"We regard a certain return of risk appetite for risky assets as justified, but think OTP's share price has gone too far," the UBS analysts said in a note to clients dated Monday.
The analysts' fundamental concerns about OTP Bank are unchanged, including capital base, non-performing loans, funding structure, foreign exchange lending and regional exposure.
OTP's valuation is too expensive considering persistent risks, according to UBS.
"OTP has, in our view, rather weak franchises outside of Hungary and Bulgaria, and some are even loss making," the UBS analysts said.
"We would also highlight that OTP generates almost all of its earnings in what we would call high-risk countries -- Hungary, Ukraine, Russia, Romania, Serbia-- as it has no material exposure to, for example, Poland, Slovakia, Croatia or the Czech Republic." End of Story
Polya Lesova is a New York-based reporter for MarketWatch.
 

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