Obbligazioni valute high yield TURCHIA bond in usd e lira turca (14 lettori)

tommy271

Forumer storico
* Il presidente Tayyip Erdogan ha detto ieri ai funzionari presenti di essere pronti per un'operazione militare per "combattere il terrorismo" lungo il confine con la Siria.

* "Saremo presto liberati dalle organizzazioni terroristiche a Mangiz e ad est del fiume Eufrate", ha detto il presidente turco in una conferenza alla National Defence University di Ankara.

* L'esercito turco è "la più grande forza" contro coloro che vogliono assediare il paese con organizzazioni terroristiche, ha osservato nel suo discorso.
 

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Economia turca: domanda interna debole, costi di indebitamento più elevati e deprezzamento della lira hanno rallentato la dinamica dell’industria
La Turchia sta assistendo a un forte rallentamento economico, al quale si aggiunge un incremento dell’inflazione in seguito al forte deprezzamento della lira nel corso del 2018, che ha colpito i consumi e la produzione del paese. Lo scorso giugno, Coface ha declassato la valutazione paese della Turchia a rischio elevato (C), mentre il 3° trimestre è stato interessato da un’ondata di declassamenti settoriali.

Le misure prese dal governo turco hanno permesso di contrastare un nuovo aumento dell’inflazione e di sostenere provvisoriamente alcuni settori, malgrado una piena ripresa richiederà del tempo. Quanto alla produzione industriale, il ritmo di crescita è crollato dell’1,6% nel 2018 contro il 9% circa nel 2017, le imprese continuano a subire gli effetti di una domanda interna debole. A settembre 2018, i prezzi alla produzione hanno registrato un aumento annuale record del 46% e i prezzi al consumo hanno subito un’impennata del 24%. I settori che dipendono dalla domanda interna, come le costruzioni, la distribuzione e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono i più colpiti. Nel 2019, si prevede un rallentamento dell’inflazione grazie a un effetto di base e a un minore impatto di una lira già debole.

Malgrado numerose difficoltà, le esportazioni costituiscono una fonte di reddito importante per l’economia turca
In seguito al peggioramento della situazione economica, le esportazioni sono diventate una fonte significativa di reddito per l’economia turca. Nel 2018, sono aumentate del 7% rispetto all’anno precedente raggiungendo i 168 miliardi di dollari, con risultati positivi nei settori della chimica (17%), dei veicoli a motore (12%) e della carta (11%), seguiti dal tessile e abbigliamento (5%) e dall’agroalimentare (4%). Nel 2018, l’auto, in particolare, è stato il principale prodotto di esportazione, che contava per il 17% delle esportazioni totali. Ha beneficiato della crescita economica nei paesi europei (destinazione finale del 50,3% delle esportazioni) e di numerose misure prese dal governo.

La Turchia gode di vantaggi comparati elevati nei settori del tessile, dell’abbigliamento, dei metalli e della plastica. Tale eccellenza ha permesso al paese di non dedicarsi momentaneamente alla specializzazione settoriale, per eventualmente guadagnare complessità e nuove quote di mercato in futuro, in linea con il nuovo programma economico del governo per il 2019-2020, basato sul riequilibrio dell’economia grazie all’incremento delle esportazioni. Il settore farmaceutico, la chimica, la petrolchimica, l’energia, i macchinari e i software sono considerati prioritari in termini di investimenti. Il settore delle tecnologie rimane in una situazione meno favorevole in ragione delle sue capacità limitate.

Il basso livello tecnologico e la competitività limitata sono fattori che limitano una maggiore evoluzione delle esportazioni turche. La Turchia è fortemente integrata nelle catene mondiali del valore e possiede un legame solido con la produzione industriale europea, in particolare con la Germania (primo mercato di esportazione della Turchia). Le entrate all’esportazione dipenderanno quindi dalla capacità di resilienza della crescita europea, soprattutto per i settori dell’auto e del tessile-abbigliamento.

“La situazione della Turchia continua a mostrare diverse possibilità di interpretazione. Da un lato, infatti, ci troviamo ad affrontare un calo della domanda interna; dall’altro, invece, l’export prosegue la sua crescita, rappresentando una spinta positiva per l’economia”, sottolinea Ernesto De Martinis, CEO di Coface in Italia e Head of Strategy della Regione Mediterraneo & Africa. “Uno scenario a doppia faccia, dove la sempre più crescente stagflazione viene però controbilanciata dalla prospettive estere, per le quali sarà fondamentale il supporto del Governo al fine di incrementare le quote di mercato degli esportatori”, conclude De Martinis.

finanzaoperativa.com del 8/3/2019

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un pò "datato" ( neanche tanto !) ma l'ho postato perchè mi sembra propedeutico
 

Myskin

Forumer stoico
rammento quando, qualche anno, fa, acquistare la lire turca sopra il rapporto :2 con l'euro sembrava essere un buon affare: si ricordano sempre con piacere i guadagni ma ancor di più gli scampati pericoli. Da qui si potrebbe scendere nel solito cavillo filosofico, tedioso ai più, ma di cui anche l'astratta finanza deve pur bussare alla porta, e chiedere: l'etica della finitezza, cioè l'accontentarsi, lotta aspramemente con quella di non porsi limiti, si vive meglio mettendosi al riparo degli imnprevisti ma anche dei grandi successi eccetera eccetera...
sul resto, cioè sul debito non in valuta locale e in generale sulla sostenibilità del debito, è sempre una questione di saper giocare le proprie carte le quali, come sappiamo, possono premiare anche il peggiore ma più scaltro. Come il succhia-ruote del ciclismo, la turchia al momento pare sostenersi con il lavorio altrui e la vedo, come il ciclista furbo, attaccarsi al trenino di turno: quello europeo promettendo la tenuta del cordone immigratorio in cambioo di sostanziose prebende, quello russo, solleticando i sogni putiniani di basi navali su mari caldi, e americani, avendo a gratis una partecipazione alla difesa militare senza tuttavia, come l'opulento occidnete europeo, impegnare grandi risorse interne.
Il tavolo è questo, i partecipanti sono noti, ma il mazziere, chi da le carte, è il caso
 

tommy271

Forumer storico
rammento quando, qualche anno, fa, acquistare la lire turca sopra il rapporto :2 con l'euro sembrava essere un buon affare: si ricordano sempre con piacere i guadagni ma ancor di più gli scampati pericoli. Da qui si potrebbe scendere nel solito cavillo filosofico, tedioso ai più, ma di cui anche l'astratta finanza deve pur bussare alla porta, e chiedere: l'etica della finitezza, cioè l'accontentarsi, lotta aspramemente con quella di non porsi limiti, si vive meglio mettendosi al riparo degli imnprevisti ma anche dei grandi successi eccetera eccetera...
sul resto, cioè sul debito non in valuta locale e in generale sulla sostenibilità del debito, è sempre una questione di saper giocare le proprie carte le quali, come sappiamo, possono premiare anche il peggiore ma più scaltro. Come il succhia-ruote del ciclismo, la turchia al momento pare sostenersi con il lavorio altrui e la vedo, come il ciclista furbo, attaccarsi al trenino di turno: quello europeo promettendo la tenuta del cordone immigratorio in cambioo di sostanziose prebende, quello russo, solleticando i sogni putiniani di basi navali su mari caldi, e americani, avendo a gratis una partecipazione alla difesa militare senza tuttavia, come l'opulento occidnete europeo, impegnare grandi risorse interne.
Il tavolo è questo, i partecipanti sono noti, ma il mazziere, chi da le carte, è il caso

Vedo una qualche analogia nella difesa (inutile) della valuta locale, disarmando le riserve della banca centrale, con un altro paese sudamericano.
 

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