Grazie a una legge del 1997 firmata dal Professor Prodi, i nuovi titolari dei dicasteri - in cambio della mancata indennità parlamentare - metteranno in saccoccia 132mila euro lordi annui. Insomma, come spiega lo stesso Bechis, "il governo tecnico snello costerà 4,8 milioni di stipendi", mentre "il governo uscente costava 2,9 milioni". Se questo è l'inizio non siamo certo messi bene.
A questo "spreco" va ad aggiungersi, come denunciato nei giorni scorsi dal Giornale, il lauto stipendio dello stesso SuperMario.
Grazie alla scelta di Giorgio Napolitano di nominarlo senatore a vita, Monti "aggiunge 12.005,95 euro lordi di indennità, più 12.680 euro netti di rimborsi, al costo mensile dei senatori italiani. In un anno (12 mensilità) fanno 144mila euro lordi di stipendio, e 152mila di rimborsi: circa 300mila euro l’anno di costo per Monti senatore a vita".
Alla faccia della crisi. Come se non bastasse l'ingresso in politica dell'economista della Bocconi garantirà a 350 parlamentari di prima nomina e ad altri 264 veterani un vitalizio mica da ridere. I primi raggiungeranno la cifra di 2.412 euro al mese al compimento del 65esimo anno di età con un costo aggiuntivo per le casse dello Stato di oltre 172 milioni di euro. Grazie a SuperMario i parlamentari eletti nel 2006 e rinominati due anni dopo, invece, andranno invece in pensione a 60 anni con 4.202 euro al mese. Una spesa di oltre 465 milioni di euro.
Alla faccia dei tagli dei costi della politica, insomma. La dieta firmata da Mario Monti inizia con una grande abbuffata. A questa seguirà, con buona probabilità, una dieta ferrea. Ma quella dovranno farla i cittadini sui quali peseranno la reintroduzione dell'Ici e la patrimoniale.